3. Redenzione limitata
Il problema di una redenzione limitata
La forza di una redenzione limitata
Prova della redenzione limitata
La posizione di una redenzione limitata
(Leggi Romani, capitolo 5)
Una concezione molto comune oggi nei circoli evangelici, e che appare scontata, è che Dio, con la vita, morte e risurrezione di Cristo, abbia fornito la possibilità di salvarsi ad ogni essere umano, che le Sue virtù salvifiche siano disponibili a tutti. Egli dovrebbe solo accettarlo come proprio Signore e Salvatore, ammettendo di essere un peccatore perduto, meritevole della Sua condanna, e sarebbe salvato. Gesù Cristo sarebbe quindi morto per tutti indistintamente. E' vero questo?
In realtà le cose non stanno così. Come abbiamo fin ora considerato, in primo luogo l'umanità è in condizione di morte spirituale. Nessuno, da sé stesso, potrebbe generare né ravvedimento né fede ai fini della propria salvezza. Potremmo auspicarlo, ma rimarrebbe solo un pio desiderio. Sarebbe come pretendere che coloro che sono fisicamente morti desiderassero tornare in vita e, compiendo uno sforzo particolare, si rimettessero in piedi ed in marcia. Un morto lo si può esortare fin che si vuole a muoversi, ma rimarrà sempre immobile. Come con Lazzaro, è necessario che Cristo non solo lo chiami alla vita, ma lo rigeneri in modo tale da rimettere in movimento tutte le sue facoltà. In secondo luogo è un dato di fatto che Dio, sebbene faccia risuonare il Suo Evangelo in tutto il mondo, Egli non rigeneri spiritualmente tutti indistintamente, ma solo coloro ai quali Egli si compiace di dare grazia. Non tutti vengono rigenerati e giungono al ravvedimento, alla fede ed alle opere che Dio gradisce. Gesù non fece risorgere tutti i morti indistintamente, ma solo Lazzaro ed alcuni altri. Perché quelli e non tutti? Si potrebbero al riguardo fare molte ipotesi, ma alla fin fine questo rimane nascosto nella segreta, ma sempre buona e saggia, decisione di Dio, a cui ci dobbiamo sottomettere. E' quindi ovvio che la potente opera di Cristo non sia disponibile a chiunque indistintamente, ma solo a coloro ai quali Egli voglia manifestarla, che essa sia una redenzione di portata limitata, limitata non nella sua efficacia, ma nell'oggetto della sua azione.
Affermare oggi che il beneficio di Cristo non sia disponibile a tutti indistintamente, non è affatto popolare, anzi, suscita reazioni scandalizzate come se qui si facessero chissà quali discriminazioni, ingiustizie e torti. Dio, però, non deve nulla a nessuno, e tanto meno a creature come noi, meritevoli tutti indistintamente, questo si, di inappellabile condanna.
Credere che tutte le creature umane, alla fine, saranno salvate, rispecchia non quanto la Bibbia afferma ma, per vari gradi, le concezioni universaliste dell'Illuminismo. Esse contraddicono i chiari insegnamenti del Signore Gesù, il quale ad esempio afferma:
"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa" (Mt. 7:13). "Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!" ... Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!" (Mt. 7:21-23; 25:41).
Cristo Gesù è morto per tutti i peccati di tutti gli eletti. Egli depose la Sua vita per le Sue pecore (Gv. 10:15), per i Suoi amici (Gv. 15:13,14). Egli diede Sé stesso per "la chiesa" (Ef. 5:25), come riscatto per molti e non per tutti (Mr. 10:45). Queste distinzioni non sarebbero necessarie se Cristo fosse morto per tutti gli uomini senza eccezione. Se l'avesse fatto, queste ed altre simili espressioni, sarebbero prive di significato. Esse acquistano senso solo se si considera una concezione di redenzione limitata. Questa è la concezione che noi abbracciamo e che ora è posta di fronte a voi.
"Si noterà subito come questa dottrina sia conseguente con la dottrina dell'elezione. Se dall'eternità Dio si è prefisso di salvare una porzione della razza umana, e non un'altra, sarebbe una contraddizione dire che la Sua opera riguardasse entrambe le porzioni, o che Dio avesse mandato Suo Figlio a morire sia per coloro che si era determinato di salvare, sia per coloro che non si era determinato di salvare; che l'opera di Cristo sia efficace sia per coloro a cui è stato deciso di concedere la grazia, sia per coloro che giustamente dovranno pagare per i propri peccati. Queste due dottrine stanno in piedi o cadono insieme" (Loraine Boettner, The Reformed Doctrine of Predestination, p. 151).
Non neghiamo che molte benedizioni siano venute al mondo degli increduli a causa della compassionevole morte di Cristo sulla croce. "La redenzione di Cristo assicura a tutti gli uomini il ritardo nell'esecuzione della sentenza contro il peccato … insieme con la continuazione delle benedizioni comuni della vita che i trasgressori si sono pregiudicati. Se fosse stata eseguita giustizia strettamente, la razza umana sarebbe stata sterminata al primo peccato. Che l'essere umano possa continuare a vivere temporaneamente pur dopo aver peccato, è dovuto interamente alla Croce" (Augustus Hopkins Strong, Systematic Theology, p. 772). Sotto questo aspetto vale quanto si afferma in 1 Ti. 4:10 " il Dio vivente… il quale è il Salvatore [o 'Preservatore'] di tutti gli uomini e principalmente dei credenti". E' così che la morte di Cristo porta un beneficio a tutta l'umanità.
Con la nozione di redenzione limitata, dobbiamo rifiutare la teoria espressa da Emery H. Bancroft (Elemental Theology, p. 123) che afferma come l'Agnello di Dio, togliendo il peccato del mondo (Gv. 1:29), semplicemente tolse "la colpevolezza che si attacca al mondo o alla razza umana attraverso il peccato di Adamo…", e che "nessun membro della razza umana verrà perduto a causa della colpa di Adamo, perché quella colpevolezza è stata completamente e perfettamente rimossa dalla morte di Cristo".
Se però questo significasse "peccato adamitico" e fosse sttato rimosso dall'Agnello di Dio tanto che nessun membro della razza umana fosse più colpevole d'esso, com'è che Stefano, morente, pregando per i suoi assassini, dice: "Signore, non imputare loro questo peccato" (At. 7:60, la stessa parola greca: hamartia); che i Gentili (o nazioni) sono tutti "sotto peccato" (Ro. 3:9, stessa parola), "Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale" (Ro. 6:1, stessa parola), "Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia?" (Ro. 6:1, stessa parola), "il salario del peccato è la morte"(Ro. 6:23).
Non sembra che questo peccato sia stato rimosso, né la sua colpevolezza fra i Gentili che non conoscono Dio, e persino nella sua influenza sui cristiani! Ancora, se Cristo tolse la colpevolezza del peccato adamitico, che dire degli altri peccati? Essi non sono che il frutto del primo peccato di Adamo. La colpevolezza e la depravazione di quel primo peccato, si estende dalla radice fino ai frutti. Se il peccato adamitico fosse stato rimosso, altrettanto sarebbero tutte le sue conseguenze. Se Cristo rimosse solo il peccato adamitico, allora perché non lo fece anche per gli altri peccati?
Dalle Sacre Scritture:
"l'Eterno ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti" (Is. 53:6). Chi siano questi "noi tutti" è chiaro dal vers. 11: "il mio servo renderà giustimolti, perché si caricherà delle loro iniquità". Anche il vers. 12 dice: "egli ha portato il peccato di molti". "Molti", non significa "tutti indistintamente".
"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti" (Mt. 20:28).
Gesù disse: "Questo è il mio sangue, il sangue del nuovo patto che è sparso per molti per il perdono dei peccati" (Mt. 26:28).
"Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza" (Eb. 9:28).
Paolo dice: "il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere"(Tt. 2:14). Chi sono questi "noi"? "Un popolo speciale", il popolo dei riscattati, non tutti.
"Io sono il buon pastore; il buon pastore depone la sua vita per le pecore" (Gv. 10:11).
Gesù stesso limita il proposito della sua morte, quando dice: "il Padre conosce me e io conosco il Padre, e depongo la mia vita per le pecore" (Gv. 10:15). Se, quindi, Egli depone la Sua vita per le pecore, il carattere espiatorio della Sua opera non era universale. In un'altra occasione, Egli dice di alcuni Farisei: "Ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come vi ho detto" (Gv. 10:26). C'è qualcuno che oserebbe affermare che Gesù avesse deposto la Sua vita per queste particolari persone quando Egli stesso, espressamente, le esclude? (L. Boettner, Ibid., p. 156).
"Badate dunque a voi stessi e a tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata col proprio sangue" (At. 20:28).
"Cristo è morto per noi" (Ro. 5:8); Dio ha offerto Suo Figlio, "lo ha dato per tutti noi" (Ro. 8:32). A chi si riferisce con "noi". La lettera ai Romani è scritta a "voi (che) siete stati chiamati da Gesù Cristo" (1:6), "chiamati santi" (1:7), "gli eletti di Dio" (8:33).
"La nostra pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi" (1 Co. 5:7). Ancora una volta qui il riferimento è alla chiesa di Dio ed ai suoi membri santificati (1:2).
Gesù "ha dato se stesso per i nostri peccati, per sottrarci dalla presente malvagia età secondo la volontà di Dio, nostro Padre" (Gal. 1:4). (Scritta"alle chiese" (1:2)).
In Cristo "abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue" (Ef. 1:7). Scritta agli "eletti" e ai "predestinati" (versi 4 e 5).
Cristo, "Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia" (1 Pi. 2:24). Scritta agli "eletti" (1:2).
"Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dai morti e il Principe dei re della terra. A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue" (Ap. 1:5). Scritta alle "chiese" (verso 4).
Accertatevi di non leggere una lettera scritta a qualcun altro! Queste promesse sono dirette ai credenti eletti in Cristo.
Dal ragionamento
Non è sbagliato ragionare alla luce della Paola di Dio. Il Signore dice: "Venite quindi e discutiamo assieme" (Is. 1:18). Non diventiamo seguaci di Pietro Damiano o Tertulliano, che dissero: "Dato che Dio ci ha parlato, non è più necessario per noi pensare!" (Anne Fremantle, The Age of Belief,p. 87).
Se Cristo è morto per le Sue pecore, per i Suoi amici, per la Sua chiesa soltanto, Egli non è morto per tutti (senza eccezione) (Gv, 10:11-15; 15:13-14; At. 20:28; Ef. 5:25) … Dato che coloro per i quali Cristo è morto sono quelli che "odono la Sua voce e lo seguono", quelli ai quali dà la vita eterna (Gv. 10:27,28), quelli che santifica, purifica e presenta a Sé stesso "senza macchia o ruga" (Ef. 5:27) e a questi si dà, per riscattarli da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere (Tt. 2:14) … non può essere inteso "per tutti", a meno che intendessimo che il Faraone, Giuda, ecc. erano amici di Cristo, del Suo gregge, della chiesa di Cristo (Christopher Ness, An Antidote Against Arminianism, p. 57).
"Ogni affermazione, quindi, che Cristo è morto per un popolo, è una negazione della dottrina che afferma come Egli sia morto in uguale misura per tutti" (Charles Hodge, Systematic Theology, Vol. II, p. 549).
"Coloro per i quali era stata intesa la morte di Cristo, ad essi soli deve essere applicata; ma non è applicabile a tutti, e quindi non era stata intesa per tutti" (Christopher Ness, Ibid., p. 58).
Noi riflettiamo sul fatto che la morte di Gesù Cristo fu di fatto una sostituzione. Avvenne una reale transazione. "Il peccato di Adamo non rese la condanna di ogni uomo semplicemente possibile: era la base della loro fattuale condanna. Allo stesso modo la giustizia di Cristo non rese la salvezza degli uomini semplicemente possibile, ma assicurò di fatto la salvezza di tutti coloro per i quali era stata operata.
Adamo trasmette la morte ai suoi. Cristo ai Suoi trasmette la vita (1 Co. 15:22).
Dai rapporti
L'opera di Cristo non è un minestrone in cui si metta di tutto, non è una coperta che copra tutto indistintamente, tanto che copra sia uno che l'altro, non importa sotto quale punto della coperta si metta. "Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni" (Ap. 15:3).
(1) Cristo "amò" un certo popolo (e sempre lo ama, Gr. 31:3, perché ciò che Dio fa, Egli lo fa sempre, Ec. 3:14; Eb. 13:8). "Avendo amato i Suoi che sono nel mondo…" (Gv. 13:1). Egli ama solo loro. La Sua ira è diretta verso i non credenti! (Gv. 3:36).
(2) Cristo "chiamò" questo popolo a Sé. "Le mie pecore ascoltano la mia voce", diceva (Gv. 10:27). Egli non chiama altri.
(3) Egli "morì" in luogo di questo popolo eletto. Egli depose la Sua vita per le "pecore" (Gv. 10:11). Egli non morì per altri. Cristo pagò un riscattoper gli eletti. Egli diede la Sua vita "come prezzo di riscatto per molti" (Mr.10:45).
"La natura di un riscatto è tale che quando questo viene pagato ed accettato, automaticamente libera le persone per le quali era stato inteso" (L. Boettner, Ibid., p. 155).
Che non tutti siano liberi, ma che molti permangano nel peccato ed asserviti a Satana (Gv. 8:32-36; 2 Ti. 2:26; 3:6) è prova evidente che Cristo non pagò alcun riscatto per loro! Se l'avesse fatto, essi sarebbero stati liberati. "La giustizia di Dio aveva richiesto che Cristo pagasse la pena esatta per i peccati di coloro che sarebbero stati salvati. La Sua giustizia richiede pure che Egli salvi tutti coloro per i quali è stato pagato un prezzo" (Thomas Paul Simmons, A Systematic Study of Bible Doctrine, pp. 238-239).
Che Dio non salvi tutto, è prova che Cristo non morì per tutti. Non c'è alcuna disunione nella Trinità. "Chi il Padre elegge, il Figlio redime, e lo Spirito Santo santifica … Questo è evidente da testi biblici come Gv. 5:23, che dichiarano come il Figlio debba essere onorato tanto quanto il Padre; dire però che il Figlio redense tutti, e che il Padre ne elesse solo alcuni, significa dare maggiore onore all'Uno e non all'Altro, far si che vi sia disuguaglianza nelle loro operazioni" (Christopher Ness, Ibid., p. 53).
(4) Cristo "risorse" per il beneficio degli eletti. Egli "è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione"(Ro. 4:25). Certamente nessun mio lettore arriverebbe a sostenere che la risurrezione di Cristo sia di uguale beneficio a colui che è privo di Cristo, perché Cristo risorse per essere il loro Giudice (At. 17:30,31).
(5) Cristo ascese per intercedere come "Mediatore" (1 Ti. 2:5), "Sacerdote" (Eb. 7:23-25), e "Avvocato" (1 Gv. 2:1,2) "per noi" (Eb. 9:24, cioè imolti del vers. 28).
Ora, "Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi" (Ro. 8:33,34).
"La stretta connessione esistente fra redenzione e l'opera intercessoria di Cristo, ci fornisce un'altra argomentazione in favore della redenzione limitata. La redenzione e l'intercessione sono semplicemente due parti integranti della Sua opera sacerdotale, di cui quest'ultima è basata sulla prima in modo tale che le die, nella natura stessa del caso, restringono l'oggetto stesso di cui qui si parla…" (Louis Berkof, Vicarious Atonement Through Christ, p. 160).
"Il beneficio della morte ed intercessione di Cristo hanno un'uguale estensione nei loro oggetti, ma Cristo non intercede per tutti" (Christopher Ness, Ibid., p. 55).
Cristo dice: "Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi" (Gv. 17:9).
"Cristo non prega per esso (il mondo fuori da Cristo), né muore per esso" (Matthew Henry, Comm., Vol. V, p. 1154). Naturalmente entrambe le cose vanno insieme! Forse però che Cristo sulla croce non pregò per gli empi? "Padre, perdona loro" (Lu. 23:24). Qui però la preghiera è, o (1) "semplicemente una preghiera a che il Padre non addebiti il peccato della crocifissione sul conto di coloro che parteciparono direttamente ad essa, dato che lo facevano per ignoranza. Questo non c'entra nulla con la Sua ufficiale opera intercessoria" (Louis Berkhof, Ibid., pp. 159-160); o (2) Cristo prega per gli eletti fra di loro che, a suo tempo si sarebbero ravveduti e volti a Cristo.
"I servizi di un sacerdote sono solamente rivolti al popolo redento di Dio. Non c'era alcun tabernacolo, alcun sacerdozio, alcun sacrificio, alcun culto, in Egitto. Questi erano stati istituiti solo per un popolo redento dal sangue dell'agnello pasquale" (Philip Mauro, God's Apostle and High Priest, pp. 80-81).
(6) Cristo "ritornerà" per ricevere i Suoi (Gv. 14:3). E gli altri? "a voi, che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all'evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà, in quel giorno, per essere glorificato nei suoi santi, per essere ammirato in mezzo a quelli che hanno creduto, poiché la nostra testimonianza presso di voi è stata creduta" (2 Ts. 1:7-10).
Cari lettori, la redenzione di Cristo non è solo limitata alla salvezza degli eletti, ma tutto il Suo ministero.
Siamo tanto arditi a dire che il concetto di Cristo che muore solo per gli eletti in senso salvifico sia il solo senso che possa dare efficace forza alla Sua morte. Insistiamo che la morte di Cristo salvi realmente, e non solo ipoteticamente, tutti coloro per i quali era intesa. La morte di Cristo, altrimenti, non sarebbe che un grande azzardo, un'avventura, ma non necessariamente una vittoria. Se solo "rendesse possibile" la salvezza ad ognuno che l'accettasse, non sarebbe realmente qualcosa di certo. Se infatti tutti avessero respinto il Redentore (indubbiamente l'avrebbero potuto fare, lasciati a sé stessi) la morte di Cristo di fatto non avrebbe salvato alcuno, sarebbe stata inutile! Ripetiamo, il Figlio morì in luogo di tutti coloro che il Padre elesse a salvezza, e lo Spirito Santo rigenera tutti quelli che il Padre elesse e per i quali il Figlio morì. Il Padre non scelse alcun altro. Il Figlio morì per nessun altro. Lo Spirito Santo rigenera nessun altro. Non c'è divisione, nessuna confusione, nessuna contraddizione nella Trinità.
Se la morte di Cristo è in realtà sostitutiva, vicaria, essa salva di fatto tutti coloro per i quali essa avvenne, e nessun altro. "Se Cristo veramente morì in luogo di coloro che sono salvati, ne consegue che Egli morì in luogo solo di coloro che sono salvati. Cristo non poteva portare i peccati di persone senza di fatto salvarle" (Floyd E. Hamilton, The Reformed Faith in the Modern World, p. 22).
"Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti" (1 Pi. 2:24). Quel "siete stati guariti" non è una conclusione ipotetica, ma certa per tutti coloro i cui peccati sono stati portati nel Suo corpo sul legno della croce. Essi erano stati "infatti come pecore erranti, ma ora siete tornati al pastore e custode delle anime vostre" (1 Pi. 2:25). Il fatto è certo e definito, non ipotetico o valido solo potenzialmente!
Cristo "giustifica" coloro per i quali versa il Suo sangue (Ro. 5:9). Lo stesso senso di certezza di compimento dell'opera lo esprime Isaia 53:11"Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità". "Questo ci dice come Cristo giustifichi le creature umane, cioè, caricandosi delle loro iniquità. E notate che questa giustificazione non dipenda da null'altro. Se Cristo avesse dovuto caricarsi di tutte le iniquità umane per giustificare tutti, ne conseguirebbe che coloro le cui iniquità sono state portate devono ricevere giustificazione e manifestarne i frutti" (T. P. Simmons, Ibid., p. 240). Davvero, però, questo è il caso?
Se Egli fosse stato caricato del peccato di ogni creatura umana senza eccezione, tutti sarebbero stati giustificati, il che non è esperienza di tutti. Cristo non si caricò del peccato di tutti, ma solo di quello degli eletti. "Obbiettivo di Cristo con la Sua morte era quello di realizzare con certezza ciò che di fatto ne è il risultato" (A. A. Hodge, Outlines of Theology, p. 417).
Cristo redense tutti coloro per i quali morì (Ef. 1:7)-
Egli li "lavò" dai loro peccati nel Suo sangue (Ap. 1:5).
Egli li ha riconciliati con Dio (Ro. 5:10), non imputando, o addebitando loro i loro peccati, ma mettendoli sul conto di Cristo, loro Sostituto (2 Co. 5:19). Riconciliare significa: "ristabilire un amicizia". Tutti coloro per i quali Cristo è morto, sono stati (o saranno) cambiati da nemici ad amici di Dio. Non è il caso che io vi dica che questo per molti è ben lungi dalla realtà. Quindi Cristo non è morto per loro.
Che dire di 2 Pietro 2:1? Falsi dottori si attireranno addosso una fulminea distruzione, essi che avrebbero rinnegato il Padrone che li ha comprati, cioè redenti. Forse che questo non insegna una redenzione universale? Sono stati "comprati", cioè "redenti", e poi rinnegano la fede. Risposta:Questi "falsi dottori" vengono descritti secondo la (falsa) professione di fede che essi fanno, ma non sono realmente redenti agli occhi di Dio. Essiaffermano di essere stati redenti dal sangue di Cristo. Però, con le loro eresie, essi smentiscono ciò che essi dicono di sé stessi (Wm. G. T. Shedd,Dogmatic Theology, Vol. II, p. 481). "La parola che viene usata in questo brano non è 'Signore' (kyrios), usata sia per Dio che per Cristo, ma 'despotes', padrone, che mai si usa per Cristo. Senza dubbio questi falsi dottori erano anche giudei. E De. 32:6 spiega come il Signore li abbia redenti. Dio qui dice che l'intera nazione sia stata 'comprata', 'riscattata' dalla schiavitù d'Egitto, quando ne fu liberata" (T. P. Simmons, Ibid., p. 245).
(2) Che dire di 1 Corinzi 8:11: "perirà il fratello debole, per il quale Cristo è morto?". Risposta: Con il termine 'perire' ci si riferisce qui alla morte fisica. Il credente non può perire spiritualmente (Gv. 3:16; 10:27-30). E' vero che la parola greca qui usata può essere collegata ad una morte spirituale, ma viene molte volte anche usata per la morte fisica. Per la ragione citata prima si tratta di morte fisica, o materiale: "è meglio per te che un tuo membro perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nella Geenna" (Mt. 5:30); "Signore salvaci, noi periamo!" (annegati in mare, Mt. 8:25); "tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada" (Mt. 26:52), "il vino si spande e gli otri si perdono" (Mt. 9:17); "non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme" (o "perisca" Lu. 13:33); "Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame!" (o perisco, Lu. 15:17); "Ma neppure un capello del vostro capo perirà" (Lu. 21:18);" conviene per noi che un sol uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione"(Gv. 11:50); "Vada il tuo denaro in perdizione con te" (At. 8:20); "Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra e i cieli sono opera delle tue mani, essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito" (Eb. 1:10,11).
(3) Che dire di quei brani delle Scritture che dichiarano che Cristo è morto per il mondo? Risposta: Qui si intende il mondo degli eletti, o dei credenti: Cristo toglie il peccati di questo mondo (Gv. 1:29); il peccato del resto del mondo esterno "rimane" (Gv. 9:41); Dio ama questo mondo (Gv. 3:16), ma la Sua ira rimane sul resto del mondo (Gv. 3:36). Cristo salva questo mondo (Gv. 3:17); Egli è il Salvatore di questo mondo (Gv. 4:42), ma "Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace nel maligno" (1 Gv. 5:19); è questo mondo che viene riconciliato con Dio (2 Co. 5:19); è questo mondo per cui Cristo è la propiziazione (1 Gv. 2:2). L'argomentazione di Christopher Ness è persino migliore: "Giovanni scrisse ai Giudei, e rendeva il suo ministero a quelli della circoncisione (v. Ga. 2:9) e dice loro: "Cristo è la propiziazione per i nostri peccati, ma non solo dei nostri: pure per quelli dell'intero mondo", cioè non solo per i peccati dei Giudei, ma anche per quelli dei Gentili" (Ibid. p. 65). Wm. G. T. Shedd pensa che in Gv. 3:16 sia il mondo dei credenti di origine pagana a essere messo a confronto con quello di origine giudaica (Ibid. p. 480). Notate come Cristo non venga offerto semplicemente come Salvatore e propiziazione, ma di fatto sia tale (1 Gv. 2:2; 4:14). Egli dà vita a questo mondo (Gv. 6:63). Questo è il mondo di coloro che sono stati riconciliati con Dio in contrapposizione al "mondo degli empi" (2 Pi. 2:5).
(4) Che dire di quei brani della Scrittura dove si legge che Cristo morì per tutti? Risposta: 1 Timoteo 3:6 "il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza resa nei tempi stabiliti". Questo non significa per tutti senza eccezione, altrimenti tutti, essendo riscattati, verrebbero al ravvedimento ed alla fede, ma significa tutti senza distinzione di classe, ogni sorta di uomini (come nei versetti 1 e 2). Se "tutti" significa "ogni persona sulla terra", come potrebbe Timoteo fare quel che dice il v. 1: "Ti esorto dunque prima di ogni cosa, che si facciano suppliche, preghiere intercessioni e ringraziamenti per tutti gli uomini"? La parola deve essere per forza limitata a ogni tipo di uomini, non ogni essere umano.
(5) Ebrei 2:9 viene pure usato contro la redenzione limitata. Dice: "Gesù, che è stato fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti". Se noi ne leggiamo però il contesto, nei versetti da 10 a 17 troveremo che lo scrittore descrive persone che sono "figli" di Dio (v. 10,13), "fratelli" di Cristo (v. 11); "il seme di Abramo" (v. 16). Se Cristo gustò la morte per chiunque altro, anch'essi sarebbero salvati e in questo numero.
Che buona notizia è questa per il vero credente, amante, e seguace di Gesù Cristo! Cristo portò via con Sé sulla croce i nostri peccati, e di fatto ci ha salvati tramite la Sia morte! Dio vi conceda di poter dire: "Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato sé stesso per me" (Ga. 2:20).
Se tu che leggi questo articolo non sei in condizione di salvezza, è senza dubbio triste e tragico che tu non possa avere alcun Salvatore che sia morto sulla croce per i tuoi molti peccati. E' come se Cristo non fosse mai venuto e non fosse stato mai inchiodato sulla croce per i peccatori.Questo è vero per te a meno che tu non provi di non appartenere alla categoria dei non credenti, e per la grazia di Dio tu ti volga a Cristo crocifisso e risorto per te. Che questo davvero possa essere il mezzo di salvezza di alcune anime per cui Cristo sanguinò e morì. Amen.
(3, continua)