Per iniziare a capirci di più bisogna risalire fino alla seconda metà del '600, allorquando una ribellione di cosacchi, condotta da Bohdan Chmielnicki, diede inizio all'epoca turbolenta del Potop (Diluvio). Vi furono numerose guerre contro l’Impero Ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo, che finirono nel 1699. Nei successivi 80 anni, lo svanire del potere centrale ed il raggiungimento di un punto morto nelle istituzioni indebolirono la nazione, portandola alla sottomissione da parte della Russia. L'Illuminismo in Polonia fermentò un crescente movimento nazionale per restaurare lo Stato, il cui risultato fu la stipula della prima costituzione il 3 maggio 1791, la “Costituzione Polacca di Maggio” festeggiata ancora oggi. Il processo di riforme causò però degli interventi esterni che diedero origine ad una serie di spartizioni della Polonia fra i tre imperi di Austria, Russia e Prussia nel 1772, 1793 e 1795.
Precisamente le tre spartizioni avvennero: il 5 agosto 1772, il 23 gennaio 1793 e il 24 ottobre 1795.
Al termine, la Polonia fu completamente cancellata dalle carte geografiche e si pose fine all'esistenza della Confederazione Polacco-Lituana.
I polacchi risentirono la mancanza di libertà e più volte si ribellarono contro gli oppressori.
La più incisiva, nel 1794, contro le forze occupanti prussiane, però finì malamente.
In seguito, nel 1807, Napoleone creò uno stato dipendente dalla Francia in territorio polacco, il Ducato di Varsavia, governato da Federico Augusto I di Sassonia, destinato a durare però soli pochi anni.
Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, il Ducato di Varsavia fu diviso e i tre stati che si erano spartiti la Polonia decisero di creare al di fuori dei territori annessi, regioni autonome, che erano:
il Granducato di Poznań, la Repubblica di Cracovia e il Regno di Polonia, conosciuto come Regno del Congresso.
Anche se l’identità del popolo polacco rimase molto forte, geograficamente fu possibile individuare tre Polonie: la prima sotto il pesante dominio zarista, la seconda soggetta alla Prussia e la terza degli Asburgo, quella che è riuscita a mantenere più intatta la propria tradizione culturale.
In tutti questi casi ci furono assicurazioni riguardo al riconoscimento della lingua polacca, al rispetto per la cultura della Polonia e dei diritti dei suoi abitanti. Fino al 1830 le autorità prussiane furono relativamente tolleranti nei confronti della popolazione polacca, anche se furono introdotti gli schemi amministrativi prussiani e fu rafforzato il ruolo della lingua tedesca nel sistema educativo. Non passò molto tempo tuttavia prima che queste promesse furono disattese: questi tre stati furono velocemente annessi dalle tre potenze.
Nel mese di novembre del 1830, ci fu la rivolta da parte del Regno del Congresso contro l'Impero Russo, notevolmente sostenuta dai polacchi del Granducato di Poznań.
In seguito l'amministrazione prussiana introdusse un sistema di polizia e repressione contro i polacchi. Si iniziò ad espellerli dall'amministrazione e si cercò di indebolire la nobiltà polacca comprandone le terre, e dopo il 1832 il ruolo della lingua polacca nell'istruzione fu notevolmente ridotto.
Nel 1832 avvenne l'annessione del Regno del Congresso da parte dell'Impero Russo, e nel 1846 la Repubblica di Cracovia fu annessa all'Impero Austro-Ungarico;
Nel 1848 ci furono tentativi di rivolta, regolarmente sedati, durante le quali il Parlamento di Francoforte tentò di dividere il Ducato in due parti: la Provincia di Poznań, che sarebbe stata data ai tedeschi e annessa all'appena creato Impero Germanico, e la Provincia di Gniezno, che sarebbe stata data ai polacchi e tenuta al di fuori della Germania, però a causa della protesta dei parlamentari polacchi questi piani fallirono e l'integrità del Ducato fu preservata. Comunque, il 9 febbraio 1849, dopo una serie di assicurazioni non rispettate, l'amministrazione prussiana ribattezzò il ducato in Provincia di Poznań.
La linea che divideva le due parti proposte fu ignorata. Il Granducato di Poznań rimase comunque un possedimento della dinastia Hohenzollern e il nome rimase ufficiosamente in uso
nel primo decennio del novecento.
Nel 1863, in Polonia, scoppia la sollevazione di gennaio. Scopo del movimento nazionale e di ricostituire la Confederazione Polacco-Lituana e liberarsi dall'occupazione della Russia.
Dopo il fallimento della rivolta, la Polonia fu teatro di violente repressioni e deportazioni in Siberia.
Nel 1891 ricade la ricorrenza centenaria della prima costituzione polacca.
Durante la Prima guerra mondiale tutti gli alleati concordarono nella ricostituzione della Polonia come stato cuscinetto tra Germania e Unione Sovietica ed il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson la proclamò nel punto 13 dei suoi quattordici punti. Poco dopo la capitolazione della Germania nel novembre 1918, la Polonia riguadagnò l'indipendenza come Seconda Repubblica Polacca che durò dal 1921 fino agli inizi della seconda guerra mondiale nel 1939, quando Germania e Unione Sovietica si divisero il territorio polacco tra loro, secondo il Patto Molotov-Ribbentrop. Inizia così il massacro di sei milioni di polacchi nei campi di concentramento nazisti e la deportazione di migliaia di persone sia da parte nazista sia da parte sovietica.
L'Unione sovietica portò un governo comunista in Polonia, come del resto in molti paesi del Blocco sovietico.
Nel 1945 la Polonia è liberata dagli eserciti nazisti ad opera dall’armata sovietica e nello stesso tempo si ritrova quindi inglobata nel regime comunista di Mosca. Senza contare l’elevato numero di perdite umane, sicuramente superiore a quello di molti altri paesi coinvolti nel conflitto, i confini del paese sono ulteriormente ridotti, in particolar modo quelli orientali addirittura del 50%, e in compenso ottiene una striscia di territori della Germania.
Nel 1948 una svolta verso lo Stalinismo portò un altro periodo di governo totalitario. La Repubblica Popolare di Polonia, fu ufficialmente proclamata nel 1952. Nel 1956 dopo una rivolta il regime divenne più aperto, liberando molte persone dalle prigioni ed espandendo un po' le libertà personali.
Il paese dopo il conflitto è prostrato e in condizioni di particolare arretratezza, tra l’altro sono praticamente scomparse quasi tutte le minoranze religiose: la comunità ebraica è stata sterminata, le comunità delle regioni orientali sono state riassorbite dall’URSS. La popolazione diventa quindi uniformemente cattolica e approfondisce ulteriormente il rapporto con la religione e la struttura ecclesiastica, avvertita quale forma di identificazione e di sostegno.
Nel 1980 gli scioperi dei lavoratori portarono alla formazione di un sindacato indipendente, "Solidarność", che con il tempo divenne una forza politica ed erose il dominio del partito comunista; nel 1989 vinse le elezioni parlamentari e Lech Wałęsa divenne presidente.
Un programma di terapia shock nei primi anni 1990 permise alla nazione di trasformare la sua economia in una delle più robuste (secondo i criteri dell'economia neoliberale) dell'Europa centrale. Furono riconosciuti diversi diritti umani, tra cui la libertà di parola e la democrazia. La Polonia fu il primo tra i paesi post comunisti a riguadagnare sul PIL.
La Polonia entrò nella NATO il 12 marzo 1999. A seguito di una campagna governativa a favore dell'entrata nell'Unione Europea, gli elettori polacchi votarono a favore dell'integrazione nel referendum di giugno 2003. La Polonia ha aderito ufficialmente all'Unione Europea il 1 maggio 2004.
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