I Canti Gregoriani nelle immagini religiose
I Canti Gregoriani sono canti sacri, cantati solo da voci maschili, non accompagnati da strumenti e in lingua latina, adottati dalla Chiesa d’Occidente. Con tale termine ci si riferisce alla musica creata nel periodo che va dai primi anni di diffusione del Cristianesimo, sino all'anno 1000 circa.
Ad esso si contrapponeva il canto bizantino della chiesa d’oriente.
Il testo, in genere, è tratto dall’Antico Testamento.
Il nome deriva dal papa Gregorio Magno, che s’impegnò ad accrescere il prestigio della Chiesa nei confronti dei Longobardi.
Secondo la tradizione, egli raccolse ed ordinò i canti sacri in un volume detto Antifonario, la cui copia originale andò persa durante le invasioni barbariche. Secondo una variante tradizionale di tale versione, egli dettò il codice ad un monaco, mentre era nascosto dietro un velo: il monaco, accorgendosi che Gregorio faceva lunghe pause nel corso della dettatura, sollevò il velo e vide una colomba (lo Spirito Santo) che le sussurrava all'orecchio. Il Codice Gregoriano sarebbe quindi di derivazione divina.
Nei canti gregoriani non vi sono rappresentati accordi e ciascun rigo corrisponde ad una sola voce.
La melodia procede per note ravvicinate e senza grandi salti, ( infatti non si possono cantare più note contemporaneamente).
Canti Gregoriani sprovvisti di note
Tutte le note sono raggruppate in un'entità chiamata Neuma, o meglio ciò che in musica moderna si chiama nota, in gregoriano è detto neuma, (dal greco "segno"), con la differenza che un neuma può significare una nota o un gruppo di note.
Canti Gregoriani su note di forma quadrata
Nella trascrizione moderna del repertorio gregoriano si utilizzano note di forma quadrata; esse sono la naturale evoluzione della scrittura presente negli antichi manoscritti. Bisogna, infatti, considerare che la trasmissione del canto gregoriano è nata oralmente. Poi i notatori hanno cominciato a scrivere sui testi da cantare dei segni che richiamassero gli accenti delle parole; l'evoluzione di questi segni ha prodotto la notazione gregoriana che conosciamo oggi.