News dalla Sipg
La SIPG e NewSipg sono su Facebook!!!
Finalmente la SIPG e NewSipg hanno una pagina dedicata su Facebook - “SIPG: Società Italiana Psicoterapia Gestalt - Italian NOGT” - che ospiterà gli eventi, le notizie, gli appuntamenti più importanti nell'ambito dell'associazione e dell'European Association for Gestalt Therapy di cui la SIPG è l'Italian NOGT. La pagina ha anche la funzione di favorire gli scambi tra colleghi e di ricordare le scadenze semestrali per promuovere le iniziative sulla newsletter.
Vi aspettiamo!
Nuova sezione “Passaparola”
Dal prossimo numero di NewSipg offiremo una nuova sezione a quanti cercano o offrono uno studio in condivisione per qualche ora/giorno alla settimana nelle varie città, per chi cerca un coterapeuta e per quanti vogliono segnalare ai colleghi la ricerca o la disponibilità di possibilità di lavoro.
Le date entro cui mandare le informazioni alla newsletter sono indicate nella sezione “Utility”. Aspettiamo le vostre segnalazioni nella nostra casella di posta: newsletter@sipg.it
SPAZI CREATIVI IN CROCE ROSSA
Cari soci, mi prendo un piccolo spazio per raccontarvi come la SIPG continua il suo movimento verso il mondo dei contatti. Ritengo necessario e fondamentale creare luoghi di incontro e opportunità di lavoro e sviluppo per ognuno di noi. Sono davvero contento che questa proposta ha portato alcuni di noi ad interrogarsi su questa possiblità a tal punto di spingersi in questa esperienza insieme a me. Grazie a dei buoni rapporti di vicinato abbiamo iniziato a co-costruire un partneriato tra Croce Rossa Catania e SIPG.
I campi di incontro e sviluppo sono davvero tanti ed è stato molto incoraggiante vedere negli occhi del responsabile della sezione catania una sana curiosità nella nostra associazione. Il nostro incontro ha permesso di confrontarci e conoscerci nella passione reciproca per permettere al mondo di non perdere la sua bellezza attraverso il sostegno del dolore e di ogni forma di sofferenza.
Mi piace condividere con voi i principi della Croce Rossa che un penso po’essere nel nostro sfondo di psicoterapeuti e abitanti del mondo.
“A Garanzia e guida delle azioni troviamo sette Principi Fondamentali del Movimento Internazionale di Croce Rossa, che ne costituiscono lo spirito e l'etica: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità. Adottati nella 20ª Conferenza Internazionale della Croce Rossa, svoltasi a Vienna nell'ottobre del 1965.
Questi Principi Fondamentali sono garanti dell'azione del Movimento, ma anche della C.R.I. e di ogni suo volontario e aderente.” (cfr Sito croce rossa http://cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1)
Il pre contatto con la croce rossa ha avuto inizio dal nostro diventare operatori di croce rossa ed infatti tutti gli psicoterapeuti SIPG, che hanno aderito, sono ritornati a mettersi in gioco ed apprendere in un campo non del tutto sconosciuto di lezioni e prova finale.
Dopo aver completato il nostro essere parte della Croce Rossa inizieremo probabilmente con un progetto di ippoterapia rivolto al disagio mentale dove i terapeuti della SIPG (e ora soccorritori Croce Rossa) avranno compiti inizialmente di supportare e supervisionare sia i gruppi degli operatori Croce Rossa che anche quello degli utenti.
Credo profondamente che questa sia una grossa possibilità sia di fare del bene (ci siamo abituati) e soprattutto aumentare la visibilità della SIPG e del singolo terapeuta. Non escludo che tale inizio possa essere la base per nuovi contatti in tutta Italia tra SIPG e Croce Rossa.
Ringrazio Stefano Principatp, Elena Bruno e Luca Nicita per la loro accoglienza in Croce Rossa ed ovviamente il coraggio e la disponibilità dei miei compagni di viaggio in questa esperienza : Simona Mignosa, Giusy Marletta, Graziana Busso e Mariangela Vasta.
Michele Cannavò - Presidente SIPG
GRUPPO DI PSICOTERAPIA: VIAGGIO TRA CREATIVITÀ, CONSAPEVOLEZZA
E VISSUTI CORPOREI
“Il gruppo come luogo in cui c’è posto per tutti e in cui è possibile dare il proprio contributo individuale ed essere apprezzati per esso”
(E. Polster)
Ha avuto inizio in ottobre a Catania un percorso psicoterapico di gruppo ad orientamento Gestaltico, esperienziale e con attenzione ai vissuti corporei.
La Psicoterapia della Gestalt applicata ai gruppi ha dimostrato efficacia nei confronti dei disagi relazionali con particolare riferimento ai disturbi d’ansia, permettendo il ritrovamento del senso di sé e della disponibilità a contattare spontaneamente ed intimamente l’altro. Il gruppo diventa un ambito in cui sperimentare un percorso che dalla esperienza del conoscere e farsi conoscere, dell’essere ascoltati e accettati, arrivi alla accettazione della diversità e della fiducia nella novità (M. Spagnuolo Lobb).
Il gruppo è rivolto a chiunque voglia approcciarsi ad un lavoro su di sé. Lo scopo di questo tipo di lavoro è l’incremento di consapevolezza sul proprio modo di essere in contatto coni propri bisogni e con l’ambiente al fine di scoprire e ridurre gli ostacoli al fluire armonico di ognuno nella vita.Gli incontri saranno quindicinali di due ore circa ciascuno; il gruppo avrà la durata di nove mesi da ottobre a luglio. Il percorso è condotto in coterapia dal dott. Michele Cannavò e dal dott. Giuseppe Mirone, psicoterapeuti della Gestalt formati presso l’Istituto HCC Italy.
Dott. Michele Cannavò. Psichiatra specializzato presso Università di Catania, Psicoterapeuta della Gestalt, si è formato come psicoterapeuta con Margherita Spagnuolo Lobb, Giovanni Salonia, Piero Cavaleri, Gianni Francesetti presso l’Istituto di Gestalt H.C.C. Dottorato in medicina neurovegetativa. Segretario del Comitato Esecutivo dell’EAGT e presidente SIPG. Completato training di Developmental Somatic Psychotherapy a New York con Ruella Frank. Diverse esperienze di conduzioni gruppi sia a scopo terapeutico che didattico. Docente istituto Gestalt HCC Italy. Hobby per la fotografia con la creazione di diversi percorsi esperienziali fotografici in Sicilia.
Dott. Giuseppe Mirone.
Medico e psicoterapeuta della Gestalt, didatta presso la sede di Siracusa dell’Istituto di Gestalt - H.C.C. Italy. Socio SIPG. Ha fatto terapia personale con Margherita Spagnuolo Lobb. Dirigente medico presso l’ambulatorio di psicologia del Presidio Ospedaliero di Acireale dell’ASPCT dove organizza e conduce gruppi di trattamento psicoterapico.
GIUSEPPE MIRONE
Sono in preparazione gli Atti del Congresso di dicembre 2011
Il Dolore e la Bellezza: dalla Psicopatologia all’Estetica del Contatto
REPORT DAL 3° Congresso della S.I.P.G
Palermo, 9-11 Dicembre 2011
Il Dolore e la Bellezza:
dalla Psicopatologia all’Estetica del Contatto
DIARIO EMOZIONALE
Venerdì 9 dicembre 2011 ore 10.00
Clacson d'auto e motorini, scooter che sfrecciano da tutte le parti, e noi in macchina da qualche parte per le vie di Palermo. Mi scoccia sempre arrivare in ritardo, è un po' come andare a un banchetto e rischiare di perdere l'aperitivo: comincio male il pasto! Per fortuna non sono impegnato alla guida per cui posso distrarmi nel guardare il mare, che i palermitani non sanno di avere, soffocato com'è da queste parti, dal cemento e dal ferro. Posso scaldarmi al tiepido sole di dicembre che filtra dal finestrino, e immagino tutti gli altri convegnisti: quelli che sono già qui da ieri, per non far tardi; quelli che sono qualche macchina avanti o indietro alla nostra; quelli che sono in volo su aerei dalle diverse provenienze o sui treni; quelli che sono ancora sul pullman e maledicono il traffico. Già, il traffico! La mia guida sventa per un pelo un incidente e ripenso all'avvocato di Jonny Stecchino quando allude al traffico come “uno dei mali che infamia la Sicilia agli occhi del mondo!”.... mi sa che aveva ragione.
Ore 10.00
Ci siamo, siamo entrati nella Hall dell'Hotel e un inequivocabile totem (non quello di Freud, eh!) ci annuncia che siamo nel posto giusto. C'è un tale brulicare disordinato di vitalità che sembra di essere ancora nel traffico, ma almeno qui se mi urtano non mi fanno male, anzi diventa occasione per un saluto, un sorriso, un abbraccio con persone viste e magari con cui si è condiviso in passato un workshop, un process group, un aperitivo. E' bello osservare le diverse rugosità dei volti, i capelli di qualcuno un po' più bianchi... ma mentre mi perdo in queste elucubrazioni la marea mi trascina al piano di sotto: ci sono i workshop da scegliere, i gruppi di lettura cui iscriversi, i dialoghi magistrali a cui prenotarsi. Ma questo non è un banchetto, è un pranzo pantagruelico! Ma quante sono le attività? Nell'attesa che tocchi a me faccio quattro conti: 36 workshop, 9 tavole rotonde, 27 lectures, 10 dialoghi magistrali, 16 poster e una serie di presentazioni di libri. Purtroppo scopro ben presto che molti dei lavori cui avevo previsto di partecipare sono già saturi: mi sa che mi tocca ripiegare su altro, ma magari all'ultimo momento mi imbuco lo stesso, vedremo!
Ore 11.00
Quando finalmente mi rilasciano dalla sala di iscrizioni, Gianni ha già iniziato a parlare ad una sala gremita. Trovo un posto vicino ad un caro collega, mentre con gli occhi mi guardo intorno, respiro il piacere di trovarmi in mezzo a tanti visi conosciuti, alcuni cari alla mia memoria, ma a rendere tutto più piacevole le parole del relatore. Mi pervade una insolita pace, silenzio alimentato dalle profonde e toccanti parole di Gianni; c'è un ground carico di pathos e finezza antropologica, una vera chimica. Parole da assaporare pur nella durezza delle suggestioni e delle vignette cliniche che tracciano modalità di assenza al confine di contatto. C'è aria di comunità, una pluralità di voci, anche di dissensi, che nell'insieme tracciano una intensa melodia.
Ore 15.00
L'hotel è un formicaio confuso di numeri urlati alla ricerca di qualcuno con cui appartenere; chissà quanti siamo in questo formicaio, di certo gli organizzatori hanno previsto circa 30 process group, una bella impresa, perchè significa che ci sono almeno 30 leader e Maria che li coordina tutti.
Corpi che cercano un ground da condividere, occhi che si guardano e talvolta si riconoscono. Voci dei partecipanti, prime impressioni, attese, desideri, storie e provenienze che provano ad incontrarsi per costruire una nuova gestalt.
Ora c'è imbarazzo e difficoltà per la scelta delle attività cui partecipare: un gustoso e ricco menù che mette a dura prova la mia Funzione Io. Tra l'altro approfitto del momento per fare ancora qualche conto (è una mia passione il dating!): nei tre giorni si alterneranno 174 relatori, coordinati da 9 chairs in 13 diverse sale e per un totale di circa 97 ore di attività didattico-scientifica...
E' difficile stare con tanta pienezza e il limite: non sarebbe meglio una bella ubiquità, uno sdoppiamento di personalità? Alla fine mi convinco, supero la crisi accettando il limite: mi gusto quel che posso scegliendo al meglio delle mie capacità. Mi concentro sul mio bisogno alla ricerca di un'esperienza di buon contatto, e mi viene in mente il mio paziente ipomaniacale che non riesco ad afferrare....Ok, ho deciso: mi imbuco!
Ore 18.30
Ho dato il mio contributo al convegno, è stato bello tenere la sessione di lecture con Michela e Maria; c'è stata una bella danza, un bel ritmo. Davvero l'improvvisazione creativa, quando è libera da sovrastrutture realizza buone forme.
Ora se mi fermo a guardare i visi vedo tanta allegra voglia di stare insieme condividendo le esperienze fatte e l'attesa per le prossime. Generazioni diverse di allievi, professionisti, diversi per ruoli ma uniti dalla voglia di esserci e di farlo con la pienezza della propria storia, la propria cultura, i propri sensi. Ogni angolo di questa grande sala è animato da un'energetica vitalità. Ma dov'è il mio gruppo?? Quasi quasi mi faccio prendere dalla marea; ultimamente mi sento così, a briglia sciolta e allora sai che ti dico, caro diario..? Vado sulle onde!
Mi lascio incuriosire dal mormorio dei partecipanti ai vari process group (ma quanti siamo! Lungi da me la tentazione di contare uno per uno ogni convegnista!), ascolto le loro parole lontane e vicine, i loro corpi come fiori di campo mossi dalla brezza in un'armonica danza. Anche le risate, prima imbarazzate e di circostanza, appaiono sempre più piene, coinvolgenti. Aleggia la sensazione di trovarsi davanti ad una notevole ricchezza di contributi (ma quanti ne sono previsti?!) e di occasioni, e la consapevolezza di non poter vivere tutto, ma neanche tutto quello che si vorrebbe. Bhè, speriamo di rifarci con gli atti del convegno.
Sabato 10 dicembre 2011 ore 12.00
Confusione, caos, diversi linguaggi e sensibilità; tensione creativa, fatica percepita nelle tempie e nel petto ma anche voglia di sostenersi e non mollare in questa creativa ricerca. A momenti una dolce esperienza di sollievo: il vuoto. Ed ecco che per magia una figura nuova, una nuova comprensione emerge alla mia consapevolezza. La sedia non è più così scomoda, torno ad una leggerezza nuova che mi nutre. Ma sono le 13, e a proposito di nutrimento il mio stomaco mi ricorda altri bisogni.
Ore 14.30
Ho fatto in fretta per il mio pranzo, ho voluto pranzare da solo facendo una lunga passeggiata tra l'hotel e la trattoria, ma avevo bisogno di un po' di solitudine. Sono tornato in fretta per un momento molto intenso e sentito, il commiato e il ricordo di colleghi che ci hanno lasciato. Voglio ricordarli perchè alcuni li ho visti di presenza in occasione di altri convegni, penso a Serge Ginger; altri mi sono stati raccontati, è il caso di Ed Nevis; altri sono stati miei didatti e con loro ho condiviso una parte della mia formazione e delle mie emozioni: è il caso di Giovanna Giordano. A tutti voi siamo grati per l'esempio umano e la dedizione alla crescita clinica e teorica che avete dato alla Psicoterapia della Gestalt.
Ore 15.00
Tocco con mano, meglio con gli occhi, con le orecchie, con la vibrazione dei miei muscoli e dello stomaco, il dolore alla fine della vita. Il momento diventa carico di un silenzio sacro, al confine tra l'eterno e l'effimero, il totale e il transitorio. Dolore e bellezza hanno in comune l'irriducibilità, non possono essere se non se stesse. Che senso ha negare il dolore, corrispondendo al dovere morale e sociale di questo tempo? So davvero accoglierlo, farlo mio, attraversarlo? Il dolore scuote le fondamenta dell'esistere, unisce e divide, apre all'ascolto e riduce al silenzio. Alla fine della vita consideri la bellezza che c 'è, l'arte, il divino, e narrare l'indicibile è ciò che salva la memoria di chi ne è sopraffatto. Il lutto, l'impotenza, fenomeni di confine: l'impotenza del paziente che tocca l'impotenza del terapeuta; un incontro preverbale dove la parola non serve se non a sciogliere la mia ansia... ma lasciando l'altro solo con il suo muto dolore. Tra le tante mi soffermo su una frase che tocca il mio cuore di papà: “I genitori possono dare ai figli solo due cose: le radici e le ali”. Stasera arrivano mia moglie e mia figlia, vorrò accoglierle con questa consapevole responsabilità.
Domenica 11 dicembre 2011 ore 9.00
Non sono andato alla cena sociale prevista dagli organizzatori, ma è stato bello vedere riuniti attorno ad un tavolo alcuni dei visi più cari con cui ho condiviso il mio training. Quanto tempo, quanta storia, che emozioni....
Ora sono qui su un divano, tra gruppi ancora ebbri dal sabato sera che si orientano, avvicinandosi. L'energia dei corpi, che man mano cresce, rende l'aria densa di elettrica vitalità. Le danze e i fumi della notte sono cessate, ma l'entusiasmo e la bellezza dell'incontrarsi sono rimasti nei muscoli, nei sorrisi, negli occhi. Sento un chiaro senso di pienezza, carica, soddisfazione che riempie gli interstizi tra i corpi: spazi sempre più intimi come in una danza sensuale.
Ore 12.00
E ora devo andare, peccato, mi perdo il saluto di Gianni e la proclamazione di Michele. Con la coda dell'occhio assisto compiaciuto al succedersi sul palco dei partecipanti ai vari process group e rimango rapito da quanta creatività e ricchezza si riesca a condividere restando pienamente al confine di contatto.
Mia figlia mi chiama, saluto volti, esperienze, emozioni, rimpianti. Ognuno alla propria gente, ognuno ai propri luoghi. Ognuno con la fiducia rinnovata, ciascuno con un ground almeno un po' più ricco. Nello sfondo i corpi e le anime che ci tendono la mano verso un confine che appare sempre più frontiera e oasi. Grazie!
Giancarlo Pintus
Primo convegno da psicoterapeuta... mi sento strana già prima della partenza. Questa volta fare la valigia è più complicato, come se fosse importante anche nel look sottolineare questo cambiamento dopo tanti convegni da specializzanda... ho ancora chiare in me le bellissime emozioni del convegno SIPG di Torino, gli incontri e le nuove appartenenze che lì si sono create e che mi hanno accompagnato in questo tempo. È dicembre, siamo vicini al Natale e confido di ritrovare a Palermo quest’ aria di festa e familiarità...l’aereo parte da Torino pieno di Gestalt, volti conosciuti, amici, colleghi, formatori... quanta eccitazione!!!
Taxi, arrivo all’hotel, abbracci. Forti abbracci, sorrisi, presentazioni nuove...tutto inizia e scorre ritrovandosi, perdendosi, riconoscendosi, sperimentandosi. Ho tante foto in mente, l’apertura emozionata di Gianni, il video dei Cento passi, la coinvolgente distinzione tra danno e dolore di Giovanni, la passione di Margherita e poi gli organizzatori del convegno, Nunzia, Michele...sempre pronti e disponibili. Una bella bussola per me in tre giorni pieni e non sempre facili.
Ed arriviamo anche alla bellezza del post convegno con la travolgente cena sociale! Quando arriva la mail con la proposta della cena da giovane terapeuta precaria guardo subito quanto viene a costare...i quaranta euro valgono quel menù, penso, alle panelle non posso proprio rinunciare! Nelle tante cose del convegno non abbiamo prenotato il taxi per andare al birrificio ma anche qui, i colleghi di Palermo ci vengono in aiuto e recuperiamo passaggi nelle loro macchine...quante cose riusciamo a dirci in un tragitto così breve, e sento le maglie della mia rete gestaltica che si ampliano. Riconosco la loro passione per la Gestalt e la ritrovo in me. Apparteniamo a scuole diverse, a diverse regioni e diverse culture, percorsi formativi differenti, anche molto in alcune specificità ma queste differenze non ci impediscono di riconoscerci anzi, sono forse proprio quelle che ci fanno così incuriosire reciprocamente. Arriviamo e complimenti di cuore a chi ha scelto questa semplice e gradevole location, c’è aria di festa, voglia di muoversi e di guardarsi. Io ho la mia macchina fotografica, quella che immortala le bellezze delle mie vacanze e quella sera ha lavorato parecchio passando di mano in mano, tra Torino e Palermo... Ero un po’ dubbiosa di partecipare alla cena sabato, alla fine dei lavori. Ero piuttosto stanca e sentivo il bisogno di un momento di intimità con i compagni del mio corso, con i colleghi di Torino, con le maglie più centrali della mia rete ma devo dire che scegliere di superare la stanchezza si è rivelata la scelta migliore. C’è stato spazio per le appartenenze intime e c’è stato spazio per sentirsi appartenente ad una comunità più ampia e credo che questo spazio sia testimoniato da una breve trance di fotografie, iniziate per fotografarci, noi, partiti insieme da Torino dopo anni di formazione insieme, noi che ci conosciamo, noi “intimi”...e arrivate ad essere bellissime foto ricordo di tutto quel noi gestaltico che entrava nell’obbiettivo della macchina fotografica.
“Il noi gestaltico”
È con tutta questa energia che stanca e sudata torno in Hotel. Piena di sguardi contatti, emozionata per questo altro possibile modo di incontrarsi anche durante un convegno, con tante nuove mail, con inviti a Palermo per poterla visitare più a fondo e con la ricetta doc delle panelle in tasca!!!
Mentre scrivo queste poche righe e ripenso a quei giorni anche la chiusura acquista il suo pieno senso e significato per me, quelle differenze che esistono tra le diverse scuole di gestalt e che onestamente non sempre mi rendono la “vita facile” riesco a vederle, ora un po’ più consapevolmente come differenze officine di possibilità e di crescita. Riesco a gustare pienamente abbracciando la sua intenzionalità i ringraziamenti conclusivi di Gianni alle scuole italiane di Gestalt: è grazie a loro che noi gestaltisti esistiamo ed è grazie alla loro disponibilità a lasciare un campo libero dai legittimi interessi dei singoli istituti che la comunità della Sipg può esistere.
E grazie a tutto questo, noi possiamo crescere masticando, assaporando e digerendo convegni così ricchi e panelle così buone!!!
Elena Guerri
I vincitori del concorso “Articolo gestaltico” premiato al Congresso sono:
Nadia Iannella: "Il diario di un dolore"
Matteo Maria Bonani: "Sfumature e fratture in salute mentale"
3. Barbara Bellini - Francesco Alfieri: "Il parto: due esperienze gestaltiche tra dolore e bellezza"
SUL SITO www.sipg.it/congressosipg.html SONO DISPONIBILI LE FOTO CHE RITRAGGONO ALCUNI MOMENTI DEL CONGRESSO