FIAP
VI CONVEGNO FIAP
L'emergere del sé in psicoterapia.
Neuroscienze, psicopatologia e fenomenologia del sé.
Riva del Garda
3-5 ottobre 2014
Dal diario di bordo del meeting Fiap
“Le competenze dello psicoterapeuta, laboratorio di studio”
Fiap Roma 2012
Ho incontrato il “comandante “ Gianni Francesetti nel maggio2011 all’expert meeting FIAP ,ed in quell’occasione gli ho chiesto di far parte dell’equipaggio Commissione competenze dello psicoterapeuta, insieme a Gianluca Provvedi, Pino Godino, Pino Carzedda, Chiara D’Urbano, Annibale Bertola e Alberto Zucconi, ho iniziato la navigazione.
Circa un anno dopo, il 7 marzo 2012, l’expert meeting FIAP “ laboratorio competenze dello psicoterapeuta” è stato una buona occasione di approdo per condividere il lavoro di traduzione e adattamento alla realtà italiana dei 13 domini EAP . Sono saliti a bordo della nostra barca altri equipaggi, ed insieme abbiamo cocreato un’altro spazio importante per cercare di far emergere una buona forma dell’”adattamento italiano” delle competenze EAP. Un lavoro che mi accompagna da circa un anno e che è stato occasione per incontrare ed arricchirmi della professionalita’ di colleghi provenienti da differenti orientamenti psicoterapeutici .
La mattina del 7 marzo è stata aperta da Gianni Francesetti al quale abbiamo dato l’incarico, in quanto coordinatore di presentare i lavori della commissione , poi la partecipazione degli espeti è stata molto interessante, perchè sono stati portati temi che hanno arricchito il campo di studio,
anche se qualcuno non aveva letto il materiale che noi avevamo inviato in vista di un laboratorio inerente un tema così importante.
La suddivisione in gruppi , sui domini esaminati dalla commissione, coordinati dai membri della commissione ha permesso un incontro ricco ed importante.I colleghi iscritti sono stati inseriti per
orientamenti teorici in modo da avere in ciascun gruppo un’eterogeneità teorica.
Nel gruppo da me coordinato il dominio in discussione è stata “la relazione terapeutica” , i
colleghi Maria Rita, Romina, Stefano, Cristina, Maria Consilia e Nunzia sono stati ottimi compagni di navigazione .I loro orientamenti diversi: Analisi Bioenergetica, Psicoanalitica,
Cognitivista, Sistemica e Gestaltica hanno dato ricchezza ed armonia a questo gruppo di lavoro
Il dominio su la relazione terapeutica è molto ampio e di interesse per gli psicoterapeuti ed ha
attivato una ricca discussione su alcune ambiguità che emergevano e sono stati presi vari appunti per proporre delle modifiche , che poi abbiamo apportato .
E’ stata per me un’esperienza molto gratificante perchè tutti i partecipanti hanno espesso la
soddisfazione per gli scambi avvenuti all’interno del gruppo. A conclusione dei lavori,ognuno si è esposto nel grande gruppo , per riferire e proporre quanto era emerso.
Un bel successo per tutti, perchè i colleghi si sono sentiti protagonisti del laboratorio sulle competenze e c’è stata questa trasformazione nel corso della giornata: dalla presentazione in cui molti erano ascoltatori passivi alla conclusione dei lavori dove sono emerse proposte interessanti ed utili al lavoro che stiamo continuando a svolgere nella commissione competenze dello psicoterapeuta.
Monica Bronzini
In preparazione all’incontro del 7 marzo, la SIPG ha invitato i propri soci a partecipare ai gruppi territoriali di lavoro, in cui, partendo da una riflessione sul tema delle competenze in psicoterapia, sono stati discussi i domini oggetto del meeting, così da creare maggiore partecipazione e condivisione anche da parte di chi, non potendo partecipare personalmente a Roma, desiderava tuttavia portare il proprio contributo a questo tema.
A Milano, con altre colleghe socie SIPG, abbiamo lavorato in preparazione del meeting.
A Roma ho fatto parte del gruppo che si è occupato dei domini 5, 10 e 11 (rispettivamente: tecniche ed interventi, gestione ed amministrazione e la ricerca), due competenze più “tecniche” e una competenza più “trasversale” che riguarda l'approccio al paziente inteso come “persona” .
Con me colleghi di altri Istituti e non nascondo l’iniziale timore che questa differenza, di esperienza, di età e di sfondi teorici, potesse essere difficilmente superabile.
In realtà mi sbagliavo.
Proprio gli sfondi teorici e formativi differenti, nel rispetto di queste diversità e riconoscendole, sono stati la ricchezza di questa esperienza: la differenza come risorsa. Lo sfondo dell’esperienza di questo gruppo, è stato che al di là dei linguaggi differenti di cui ciascuno inevitabilmente era portatore, tutti concordavamo nel mettere la persona al centro della relazione d’aiuto e come un lavoro di riflessione sulle competenze dello psicoterapeuta, dovrebbe essere proposto agli allievi delle Scuole di specializzazione già a partire dai primi anni di formazione.
Sono tornata a casa contenta e grata per aver avuto questa opportunità: questo lavoro di sostegno ed orientamento è necessario per la nostra professione per creare un senso di solidità ed appartenenza e dare una direzione chiara ai giovani colleghi che si avvicinano a questa “arte”.
Roberta La Rosa
Roma 7 marzo 2012
“Le competenze dello psicoterapeuta, laboratorio di studio”. Il titolo ha destato molta curiosità in me, specialmente l’aspetto laboratoriale. Le aspettative erano alte e, ripensando a quell’esperienza aspetto desiderosa il prossimo incontro che si terrà a Novembre.
La prima parte della giornata, presentazione dei lavori da parte della commissione e tavola rotonda, ha coinvolto diversi esperti provenienti da diverse regioni italiane che hanno presentato il loro contributo sul tema. Una comunità scientifica, i relatori ed i partecipanti, che con grande competenza e passione lavorano costantemente alla crescita della nostra figura professionale.
Ascoltare i lavori della commissione sulle competenze di base, specifiche e specialistiche mi ha rimandato una solidità e una serietà professionale che porterà lo psicoterapeuta verso un riconoscimento maggiore all’interno della nostra società.
Una giornata, quella di Roma, che a mio avviso ha scritto un pezzo di storia della “buona psicoterapia” italiana. I laboratori hanno coinvolto tutti i partecipanti in questa scrittura: un viaggio che ha visto coinvolti psicoterapeuti che, seppur appartenenti a diversi orientamenti, hanno colto un elemento imprescindibile del nostro essere professionisti: il dialogo oltre le appartenenze.
Un piccolo gruppo, guidato da Monica Bronzini, molto vitale che si è incontrato portando le proprie esperienze per riflettere insieme sul dominio affidatoci (Relazione Terapeutica). La relazione terapeutica, ricca di aspetti riguardanti il paziente, il terapeuta, paziente/terapeuta ci ha condotto in un territorio in cui il guardare l’altro e il suo benessere è stato vissuto come una responsabilità personale e professionale che deve essere curata fin dai primi momenti del training formativo.
Questo e altri aspetti sono stati condivisi nel grande gruppo, tutti hanno condiviso quanto emerso nel lavoro del piccolo gruppo e in uno scambio di pensieri che guardano al futuro della professione altre idee sono nate e hanno preso forma. Uno sfondo ricco di radici che ogni giorno attraversano e arricchiscono il nostro ground. Il futuro della psicoterapia ha una strada importante da percorrere e per fortuna ha “capitani/e” in grado di dare direzioni.
Nunzia Sgadari
Mi ritrovo in viaggio per Roma dopo tanti giorni e ore di psicoterapia tra me e il mio terapeuta , tra me e i miei pazienti. Spesso mi sono chiesto o mi sono sentito cheidere quali potessero essere le mie competenze o come potevo spiegarle al mio paziente e non sempre sono riuscito a sentirmi sazio di ciò che trovato o restituito.
Mi piace l'idea di recarmi in un luogo dove inizierà un percorso che possa portare a delineare le specifiche competenze di un terapeuta, questo mi fa affrontare il viaggio speranzoso di un sano nutrimento. Arrivo a Roma e l'incontro con i colleghi di altre approcci rende tutto più eccitante mi sento un terapeuta tra terapeuti, ognuno con le proprie specificità ma con in comune l'amore e il desiderio di esserci per l'altro. Vedo innanzi a me “mostri sacri della psicoterapia” e saper che da li a breve ci siederemo insieme per confrontarci e per dire la nostra su ciò che siamo aumenta il mio respiro. Vorrei entrare in ognuno di loro o farsi' che ognuno possa entrare in me per capire quali sono le mie specificità , il riconoscimento nell'altro allarga la mia consapevolezza , la mia sicurezza e tutto ciò è buono per me.
Dopo un breve meeting di apertura sul nostro “focus” ci separiamo, perdo di vista Margherita, gianni , Nunzia, Roberta e Monica che fino ad allora avevano dato ground al mio esserci li in mezzo a tanti. Mi rirtrovo con colleghi di altri approcci, ognuno con al nostra storia, con le nostre sicurezze e con le nostre debolezze. Chi è arrabbiato per come sta cambiando il mondo ed il mondo della psicoterapia, chi si sente derubato dall'insorgere/emergere di tante figure di aiuto, chi ha ben chiaro qual'è il suo lavoro e quali sono le sue competenze. Io mi chiedo come posso contribuire, cosa posso dare come mie linee guida nel mio essere terapeuta e provando a pensare alla mai storia mi oriento sul come son cambiato, sul come le mie competenze nel corso degli anni hanno trovato un colore che non sbiadisce più ma si integra con gli altri. Leggiamo insieme il capitolo sulla “Collaborazione con altri professionisti” è un masticare insieme, un ritrovarci o uno scontrarci su qualcosa che probabilmente non corrisponde spesso alla nostra storia. Chi si sente sostenuto nel suo spazio, chi solo e chi riesce trovare nella collaborazione l'elemento portante del suo essere psicoterapeuta. Forse l'era del narcisismo di fronte a così tanto dolore inizia a portare verso ad un disturbo di personalità dipendente..una sana dipendenza da più “strumenti” per la stessa orchestra con un supervisore/direttore che abbia la forza di creare una musica dove tutto si integra senza perdersi. Mi piace come ognuno di noi si attivi o si annoi durante la lettura come se seguisse un ritmo su un qualcosa che forse troppo sistematicamente bisogna fare ma che probabilmente renderà più utile il nostro presentarci e soprattutto il formare i giovani terapeuti.
Sento come un vestito 3/6 mesi per un neonato che insieme gli cuciamo addosso per poi potersene permettere altri, per poi poterseli scegliere, per poi adattarli alle stagione e alle occasioni.
Torno nel mio studio e nella mia comunità arricchito, in attesa e speranzoso dell'unione dei vari lavori e di come tutto ciò mi farà sentire più riconosciuto attraverso uno strato di pelle (uno di tanti) più comune agli altri orientamenti.
Michele Cannavò