Un contributo sulla riforma della PA.
La lettera sulla riforma della Pubblica Amministrazione proposta dal Governo è una occasione irrinunciabile per chi ha nel cuore da anni il desiderio di innovare la PA e di fare un vero servizio al Paese.
La proposta del Governo nei contenuti, nei tempi e nelle modalità di coinvolgimento richiede una capacità di agire in modo efficace e veloce. Ciò è coerente al modo di lavorare di chi sa che il tempo non è una variabile indipendente e che non va sprecato.
Per questo motivo i sottoscritti, persone impegnate da anni in vari ruoli per l’innovazione della Pubblica Amministrazione, intendono rispondere a questa richiesta.
Coerenti al tipo di richiesta e con la speranza di poter dare spunti per arrivare a provvedimenti concreti ed a breve termine esprimiamo in modo estremamente sintetico alcune idee su diversi punti elencati nella lettera del Governo.
Il cambiamento comincia dalle persone
9) introduzione del ruolo unico della dirigenza
10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine
12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia
13) abolizione della figura del segretario comunale
Proponiamo un modello che assicuri:
· accesso con procedure selettive trasparenti, aperte, con garanzia di obiettività: promuovere una trasparente scelta del merito;
· margine ragionevole di fiduciarietà (senza scadimenti nell’arbitrarietà): garantire l’autonomia di chi ha la responsabilità di scegliere;
· titolarità degli incarichi collegata alla verifica del permanere dei requisiti che è necessario possedere man mano si modificano i confini del ruolo professionale ricoperto: cogliere il cambiamento con flessibilità.
Come fare?
Il concetto di merito si collega a quello di un accertamento, con modalità obiettive, trasparenti ed uniformi, del possesso delle conoscenze e competenze più importanti per il ruolo ricoperto
Il concetto di fiduciarietà comporta che, a parità di analoghe competenze, ci si possa avvalere di una persona con la quale si ha maggiore sintonia.
Il concetto di flessibilità dei contenuti del ruolo si collega alla necessitò di individuare una modalità di verifica del possesso delle competenze che accompagni, nel tempo, i cambiamenti delle prestazioni richieste.
I VANTAGGI
· Permette di rispettare il dettato costituzionale in materia di concorsi di accesso alla PA;
· E’ meno costoso del concorso, dato che non obbliga gli enti ad emanare bandi e a insediare commissioni per ogni nuova esigenza;
· E’ molto più rapido: quando venga accerta l’esigenza di ricoprire posti vacanti, l’Ente può immediatamente selezionare la persona più idonea a partire dagli elenchi;
· Salvaguarda l’autonomia del selezionatore: permette infatti una scelta discrezionale (all’interno delle persone validate e incluse nell’elenco), ma permette anche di integrare la selezione con ulteriori accertamenti, sui temi o i profili di competenze che l’ente intenda verificare in modo particolare;
· Permette di collegare la formazione (di ogni singolo partecipante autonomamente o dei piani formativi degli enti, per chi sia già dipendente) a reali esigenze formative individuali, sulla base dei gap di competenze rilevati e restituiti ai singoli partecipanti.
Quindi:
1. La funzione di dirigente non si articola in fasce o livelli. Tutti coloro che sono abilitati a svolgere funzioni dirigenziali sono inseriti in un elenco unico nazionale. L’accesso all'elenco consegue con la verifica della idoneità sulla base dei titoli, delle esperienze professionali e della verifica dei risultati raggiunti con l'indicazione dei punti di forza e di miglioramento di ciascuna figura e l'individuazione di percorsi formativi. L’inserimento nell’elenco non dà diritto allo svolgimento di incarichi dirigenziali, ma è condizione imprescindibile per ricevere incarichi dalle singole amministrazioni pubbliche che possono accedere all'elenco direttamente o con richieste all'ente gestore di specifiche pre selezioni sulla base del contenuto dell'incarico e del tipo di attività della pubblica amministrazione.
2. La permanenza nell’elenco richiede l’esercizio delle funzioni dirigenziali, anche non continuativo, per almeno un biennio in un arco temporale quinquennale e lo svolgimento di idonee attività di aggiornamento professionale.
3. L'accesso all'elenco è disciplinato in modo da consentire la partecipazione sia a dipendenti di amministrazione pubblica con contratti a tempo determinato o indeterminato, sia a soggetti non dipendenti, tutti in possesso di laurea magistrale o titoli equipollenti e di esperienza quinquennale di lavoro in posizione di responsabilità presso soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali.
4. Sono inseriti, in prima applicazione, coloro che:
a) hanno svolto funzioni dirigenziali a tempo determinato, presso qualsiasi istituzione pubblica ed aziende di proprietà pubblica, per almeno un triennio, purché l’incarico sia avvenuto attraverso selezione pubblica;
b) sono iscritti all’albo dei segretari generali dei comuni e delle province;
c) sono iscritti all’elenco dei segretari generali delle camere di commercio;
d) sono dirigenti di amministrazioni pubbliche già in ruolo a tempo indeterminato.
5. Gli incarichi dirigenziali hanno durata minimo biennale e massimo quinquennale e sono rinnovabili tacitamente.
6. La retribuzione è determinata dai contratti collettivi nazionali per l’area unica dirigenziale, prevedendosi un trattamento economico di base e i massimali retribuitivi, che non possono essere superati.
7. La determinazione del trattamento economico accessorio non inferiore al 20% del totale della retribuzione è stabilita dall’atto di conferimento dell’incarico ed all’inizio di ciascun anno, nell’ambito del fondo complessivo a disposizione di ogni amministrazione. Almeno il 50% del trattamento economico accessorio è attribuito con riferimento a risultati di impatto del territorio o del settore di riferimento dell'incarico.
8. Sono aboliti i ruoli e le dotazioni organiche dirigenziali di tutte le amministrazioni pubbliche come individuate.
Infine occorre prendere atto che, insieme a grandi potenzialità in molti dirigenti oggi operanti nella PA, c’è una percentuale di dirigenti che, a causa di una lunga permanenza in ruoli asfittici, della formazione non adeguata e della bassa motivazione, non può dare un contributo sostanziale alla crescita. Nella logica di ottimizzazione delle risorse, è opportuno favorirne l’uscita, con i mezzi che sarà possibile trovare.
Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione
Per i Comuni l’elemento essenziale per garantire efficacia alla azione e al raggiungimento degli obiettivi ruota intorno ai concetti di autonomia e responsabilità.
Occorre perciò garantire l’autonomia e favorire la responsabilità. E’ necessario evitare norme ed interpretazioni scorrette e incostituzionali che mirino a far rientrare l’organizzazione degli enti locali in una qualsivoglia riserva di legge statale. Ribadire che l’organizzazione degli enti (intesa come modalità complessiva dell’esercizio delle funzioni) e l’ordinamento del personale sono materie attribuite alla potestà statutaria e alla potestà normativa (di natura regolamentare) dei singoli enti.
Ciò significa:
• Attribuire all’autonomia degli enti l’individuazione delle figure, dei ruoli organizzativi e delle loro competenze ritenuti necessari al migliore soddisfacimento delle esigenze della collettività amministrata,
• garantendo il rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione,
• enfatizzando sempre più gli aspetti di responsabilità delle attività poste in essere dai vari soggetti,
• in piena coerenza con il superamento della logica dei controlli di natura meramente formale che caratterizzano il precedente sistema.
23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa
I controlli devo essere essenziali e su pochi parametri e in particolare l'attenzione va posta sui costi standard cancellando adempimenti, doppioni, ridondanze e limitazioni della autonomia organizzativa.
I limiti oggi presenti nelle norme entrano ad un livello dettaglio tale per cui, oltre alla palese invadenza della autonomia degli enti sancita anche dalla Costituzione e dalla logica democratica, concentrano l’azione al rispetto formale (e quindi a volte al sostanziale aggiramento) entrando in una sequenza di adempimenti che genera un reale e continuo spreco di risorse pubbliche professionali e contabili.
I pochi parametri devono essere indicati come obiettivi di risparmio globale e non di inutile dettaglio. Ciò permetterà di utilizzare la capacità professionale e creativa degli enti che sarà finalizzata alla risoluzione dei problemi e al servizio da dare ai cittadini al minor costo possibile e con la migliore qualità possibile.
Il non allineamento ai costi standard è il primo segnale da verificare anche in funzione della prevenzione della corruzione che non può essere combattuta né prevenuta con adempimenti formali e ripetuti che, anzi, possono persino diventare alibi formali contro coloro che, vedendo un disallineamento dei costi dei servizi e degli appalti o dei tempi delle procedure, vengono tacitati con il rispetto formale degli adempimenti.
Analogamente ai costi standard, va effettuato un costante bench marking su tempi di autorizzazione rilasciati a cittadini e imprese.
22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente necessari.
C'è un ampio spazio per arrivare a snellire (eliminare passaggi all'interno di procedimenti) e semplificare (eliminare procedimenti non utili); più che introdurre nuove leggi occorre abolire molti degli obblighi e adempimenti limiti oggi presenti e sedimentati nelle norme spesso originate da esigenze contingenti o di immagine e sovente inserite in leggi riferite a tutt’altre esigenze.
Questo lavoro deve essere fatto con il diretto coinvolgimento di chi opera direttamente nei servizi a favore dei cittadini e delle imprese.
17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)
Per i comuni e le future aree di coordinamento (ex province) le gestioni associate e la relativa organizzazione devono rappresentare la soluzione ordinaria e come tale incentivata. Le dimensioni delle gestioni associate devono essere definite ad un livello adeguato per ottenere reali ed effettive economie di scala ed essere poste nelle condizioni di dotarsi di professionalità all'altezza del compito.
26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione
E’ il momento di creare un sistema integrato della formazione della dirigenza sotto la responsabilità congiunta delle associazioni rappresentative delle autonomie locali e del Governo valorizzando le professionalità portatrici di innovazione già sperimentata negli enti. Occorre quindi superare la frammentarietà e l’autoreferenzialità delle attuali scuole pubbliche aprendo al mercato la possibilità di fornire servizi formativi al sistema integrato Stato – Autonomie.
Occorre inoltre sviluppare un sistema di scambio e mobilità delle migliori professionalità togliendo rigidi limiti e garanzie irragionevoli in alcune aree per creare elenchi accessibili e aperti di professionisti disponibili ad aprirsi a nuove esperienze.
Inoltre senza la necessità di interventi normativi si possono fare alcune cose:
1. L’investimento nella formazione diretta al personale della PA può essere reso di almeno il 30% più efficiente. Partire dai dati di performance organizzativa (invece che compilare una sorta di “lista della spesa” a partire dalle richieste dei singoli dirigenti degli uffici) per decidere quale formazione fare è una buona pratica che può allineare tutto il sistema formativo ai risultati organizzativi.
2. Investimento in accountability verso i cittadini: dare conto della scelta di rispondere prioritariamente ad alcune domande di formazione (quelle che rafforzano le competenze collegate ai risultati organizzativi che la PA deve ottenere); dare conto dei risultati formativi ottenuti; dare conto dei cambiamenti prodotti dalla formazione nel funzionamento della PA.
Quando la formazione è al servizio dei risultati organizzativi, il dirigente pubblico è valutato per la sua capacità di diagnosticare di quale formazione il suo ufficio ha bisogno, come pure di valutare adeguatamente i risultati dell’investimento in formazione.
3. Tutto questo si può fare e lo prova il fatto che si fa già in diversi luoghi della PA, ma a macchie di leopardo e affidandosi alla buona volontà dei singoli responsabili degli uffici formazione.
Basta una governance centrale che chieda alle PA una cosa sola: mostrare, dati alla mano, quale sia l’impatto della formazione sul raggiungimento degli obiettivi assegnati all’ufficio o all’ente. Una sorta di ROI, perché la formazione per la PA è un investimento, e gli investimenti devono dimostrare di rendere (soprattutto quando è necessario rivedere le risorse di tutti gli investimenti pubblici).
Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi
42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto
Alcune proposte concrete e attuabili in tempi brevi:
Informatizzazione del servizio di stato civile.
Abolizione delle pubblicazioni di matrimonio (in molti paesi non ci sono).
Abolizione della trascrizione degli atti di cittadinanza.
Abolizione della seconda copia cartacea degli atti presso le Prefetture.
Riduzione dei formati degli atti di stato civile (da formato A3 a A2).
Abolizione del fascicolo elettore.
Celere Attivazione dell'Anagrafe unica della popolazione.
Il PIN Unico va collegato alla casella di posta elettronica del cittadino da attuare velocemente.
Nuove norme:
1. Una norma che sancisca la nullità dei documenti trasmessi su carta per rendere effettiva la PEC oppure che parifichi al valore legale della PEC, la pubblicazione di una comunicazione dell'amministrazione nel proprio sito web accessibile con il PIN con la possibilità quindi di tracciare l'accesso del cittadino coinvolto.
2. I documenti soggetti al bollo (che sono moltissimi nella pubblica amministrazione) non pagano l'imposta se rimangono in formato digitale. Chi stampa su carta paga il diritto di stampa e l'imposta e la PA non chiede rimborso al cittadino per mantenersi gli archivi su carta.
3. Riportare nell'atto di nascita il Comune di nascita e il Municipio in modo che siano superati gli ostacoli di campanile nelle fusioni.