Una modesta proposta.
La situazione di gestione del reddito di cittadinanza che sta emergendo in varie parti del Paese riguardanti il reddito di cittadinanza spinge ad una riflessione.
La concessione del reddito di cittadinanza avviene da parte dell’INPS previa domanda che può essere fatta sia on line che di persona sia direttamente all’INPS che tramite i patronati che tramite Poste italiane.
Questo sistema permette di ammettere al beneficio coloro che, almeno in prima battuta, appaiono formalmente in possesso di tutti i requisiti necessari.
Sono poi istituzioni come la Guardia di Finanza che procedono con controlli puntuali.
L’accesso e la concessione tramite INPS e patronati, apparentemente ineccepibile, non permette una sorta di “controllo sociale” preventivo e di effettiva attivazione delle potenzialità delle persone in fase di domanda. Non esiste infatti attualmente un contatto personale in un contesto conosciuto tra chi fa domanda e chi la concede. Questo contatto si attiva solo molto dopo e con un percorso non personalizzato. nei casi più complessi vengono attivati i servizi sociali del comune di residenza della persona beneficiaria.
Mi permetto allora di fare una piccola proposta.
Senza la necessità di modifiche né nei requisiti né nella titolarità dell’ente erogatore (l’INPS), la situazione di accesso al reddito di cittadinanza sarebbe significativamente diversa se la domanda venisse raccolta e gestita dagli uffici dei servizi sociali dei Comuni.
In questo modo si otterrebbe una sorta di verifica preventiva sostanziale che diminuirebbe il numero di abusi formali ma anche di abusi che, pur formalmente corretti, sostanzialmente si riscontrano.
Pensiamo ad alcuni casi eclatanti emersi in questi mesi per cui persone che hanno avuto accesso al reddito girano per la loro città con automobili costose o esercitano una attività economica molto visibile o sono parenti stretti di persone facoltose.
Con alta probabilità questi soggetti non si presenterebbero neanche all’ufficio dei servizi sociali del proprio comune poiché sarebbero immediatamente riconoscibili.
Nel caso in cui invece il richiedente accedesse ugualmente, sarebbe sufficiente una segnalazione qualificata all’INPS o alla Guardia di Finanza per porre in essere verifiche più puntuali.
Si potrebbe obiettare che questa modalità di raccolta delle istanze sia maggiormente dispendiosa della attuale. Oggettivamente è probabile, ma non è certo, che il numero di ore necessario all’espletamento della procedura sia superiore a quanto avviene oggi.
Andrebbero però valutati altri vantaggi che porterebbero beneficio al sistema nel suo insieme.
Da parte dei Comuni la conoscenza immediata e aggiornata di coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza permetterebbe di verificare tempestivamente se agli stessi soggetti vengono erogate altre forme dirette o indirette di sostegno economico ed agire di conseguenza.
La diminuzione di abusi formali e sostanziali porterebbe a maggiore efficacia dell’istituto e minore spesa. Questa maggiore efficienza renderebbe disponibili risorse che compenserebbero abbondantemente gli eventuali costi superiori nel processo di raccolta delle istanze.
L'analisi da parte dei Comuni delle richieste anticiperebbe il percorso di accompagnamento e riscatto cui l'attribuzione del reddito di cittadinanza è finalizzato.
L’accesso fisico ai servizi sociali è un aspetto fondamentale che andrebbe mantenuto in ogni caso, per le motivazioni sopra elencate, pur lasciando il percorso dell’istanza completamente digitalizzato.
Questo diverso sistema di accesso permetterebbe infine anche di individuare più tempestivamente tutte le migliorie possibili al meccanismo del reddito di cittadinanza.