17/04/2015
Interesting book on the concept of modern.
About planning:
Camillo Sitte, Der Stadtebau nach Seinen Kunstlerischen Grundsatzen, 1889
Ebenezer Howard, Garden Cities of Tomorrow, 1902
Patrick Geddes, Cities in Evolution, 1915
Marcel Poete, Introduction à l’urbanisme. L’évolution des villes, 1929
Le Corbusier, Maniére de penser l’urbanisme, 1946
Hans Bernoulli, Die Stadt und ihr Boden, 1946
Giuseppe Samonà, L’urbanistica e l’avvenire della città negli stati europei, 1959
Kevin Lynch, The Image of the City, 1960
Lewis Mumford, The city in history, 1961
Leonardo Benevolo, Le origini dell’urbanistica moderna, 1963
Giancarlo De Carlo, Questioni di architettura e urbanistica, 1964
Cristopher Alexander, Notes on the Synthesis of Form, 1964.
About architecture:
Kenneth Frampton, Modern architecture: a critical History. London: Thames and Hudson, 1985 (Storia dell’architettura moderna, titolo italiano)
Bruno Zevi, Storia dell’architettura moderna, Da Frank Lloyd Wright a Frank O. Gehry: l'itinerario organico. Torino: Einaudi, 2004
Leonardo Benevolo, Storia dell’architettura moderna. Bari, Laterza, 2009
Nicholas Pevsner, L'architettura moderna e il design. Da William Morris alla Bauhaus. Torino, Einaudi, 1969
Classic book of architecture (Harward Design Magazine, Fall 1998)
Rudolf Wittkower, Architectural Principles in the Age of Humanism
Bernard Rudofsky, Architecture without Architects
Robert Venturi, Complexity and Contradiction in Architecture
Robert Venturi, Denise Scott Brown, and Steve Izenour, Learning from Las Vegas
Sigfried Gideon, Space, Time and Architecture
Jane Jacobs, The Death and Life of Great American Cities
Leo Marx, The Machine in the Garden
Reyner Banham, Theory and Design in the First Machine Age
Le Corbusier, Towards a New Architecture
About sociology:
Zygmunt Bauman, Liquid Modernity. Cambridge: Polity, 2000 (Modernità liquida, Ed. Laterza, Roma-Bari 2002)
About art:
Renato De Fusco, Storia dell’arte contemporanea. Bari, Laterza, 1994
Jean Clair, Considérations sur l'état des Beaux-Arts. Critique de la modernité. Paris, Gallimard, 1983 (Critica della modernità. Torino, Allemandi, 1994)
About philosophy:
Charles Taylor, The Malaise of Modernity, Massey Lecture 1992 (trad. it. Il disagio della modernità, Laterza, Roma-Bari 1993)
28/01/2015
Il tempo ai tempi di Internet
Il tempo è una convenzione inventata dall’uomo per distinguere una sequenza di fatti (un prima e un dopo) e per differenziare uno stato da un altro (prima peggio, dopo meglio, o viceversa. Quindi il tempo è, insieme, un misuratore e un sistema per definire una sequenza di attività.
Oggettivamente il tempo come noi lo conosciamo è una convenzione regolata da uno dei sistemi più precisi di misurazione. Anni, giorni, ore, secondi, … sono uguali dappertutto e sono conosciuti dappertutto. Sulla base di questo dato di fatto, è la percezione del tempo ad essere assolutamente soggettiva. I nostri padri che sono emigrati in Australia avevano bisogno di un mese per arrivarci in nave. Oggi ci vogliono 24 ore per arrivarci in aereo. Se però scriviamo qualcosa su Facebook bastano pochi secondi per avere un feedback da un amico che vive a Sidney.
La distanza fisica è la stessa. Cambia completamente la distanza funzionale e quella relazionale. Se considerassimo la stessa scansione di attività e la traducessimo in tempo impiegato a svolgerle in momenti diversi (nel Medio Evo, nell’Ottocento, oggi ai tempi di Internet) avremmo risultati nettamente diversi. Si potrebbe affermare che si è passati dalla schiavitù dello spazio alla schiavitù del tempo di risposta della rete.
28/01/2015
La città SMAC
Nel recente passato si è parlato di città smart come di una città capace di interagire con i cittadini rendendo più semplice ed intelligente la vita urbana. In un recente articolo Fabrizio Saccomanni (2014)[1] ha scritto che «le determinanti della rivoluzione tecnologica – mi spiega Pat Gelsinger, fondatore e ceo della VMware che produce virtual machines – si riassumono nell’acronimo SMAC: “S” sta per Social e si riferisce all’enorme massa di dati e di informazioni disponibile sui social network; “M” sta per Mobility, parola che copre lo straordinario spettro delle funzioni dei telefonini mobili; “A” sta per Analytics e si riferisce al lavoro di ricerca che le teste più brillanti della Silicon Valley stanno compiendo per inventare nuovi algoritmi capaci di fornire servizi utili con un tocco su uno smartphone; “C”, infine, sta per Cloud, ossia il potenziale di calcolo e di elaborazione dei dati della “nuvola” composta dalla somma delle potenzialità di elaborazione non pienamente utilizzate da i sistemi informatici esistenti».
[1] F. Saccomanni (2014), “In California sta nascendo la vera rivoluzione”, l’Espresso, 9/10/2014. Pp. 60-63.
19/10/2013
Raccomandazioni
Una delle domande fatte a Letta nel suo recente viaggio negli USA è stata sul perché in Italia si fa carriera solo grazie a raccomandazione e non per meriti. Ovviamente il presidente del consiglio ha glissato non sapendo come rispondere. Mica poteva dire che la domanda era imbarazzante ma non lontana dalla verità? D'altra parte, sulla base di questo andazzo ogni azione personale sembra essere calibrata per fini non di miglioramento collettivo, quanto di vantaggio personale.
19/10/2013
Smart cities e città gruviera
Cambiare argomento di ricerca e di studio può essere eccitante come una scossa elettrica. Ma c’è modo e modo, soprattutto se non si è dato risposte ai problemi, li si è ignorati o li si è attraversati senza risolverli, anzi facendoli incancrenire.
Le smart cities sono l’ultimo esempio di questa situazione tutta italiana: basterà qualche applicazione su smartphone per cambiare tutto, per far diventare la città finalmente intelligente e capace di prevenire desideri ed aspettative. E chi se ne frega se le città non hanno trasporti, non hanno verde, non hanno servizi, se le scuole crollano e se le strade hanno più buchi di una forma di gruviera.
La città come essa è oggi è un oggetto che non interessa chi si occupa di smart city; per costoro, infatti, nella situazione migliore, essa dovrà diventare talmente efficiente da eliminare i problemi della città odierna. Nella situazione peggiore, si tratta solo di soldi che lo Stato getta su questa roulette e che vale la pena accaparrarsi, ben sapendo che anche in questo campo sembra valere il motto gattopardesco del cambiare tutto per non cambiare niente!
Fossimo in Olanda o in Germania non avremmo difficoltà etiche a studiare e ad approfondire le smart cities e le loro conseguenze. Ma in Italia? Chi se lo può permettere? Azzardiamo una risposta: chi ha già superato le questioni connesse con il riconoscimento della cittadinanza come elemento centrale delle politiche locali e chi è riuscito, di conseguenza, a costruire strutture urbane funzionali ed efficienti. Tradotto in parole povere, solo le amministrazioni efficienti, riconosciute tali dai cittadini, possono permettersi di pensare al loro luogo come oggetto di sperimentazione smart.
Quanti comuni saranno? Pochi o molti? Comunque non tanti, perché la maggior parte di essi si dibatte in una arretratezza a volte imbarazzante, sia nei servizi erogati che nelle relazioni sociali.
Ma una delle basi su cui si fonda la democrazia non è la presenza di un livello adeguato ed esteso di servizi e di opportunità? Non è vero che solo società coese possono permettersi la democrazia? Non è vero che coesione significa anche riduzione della forbice tra ricchezza e povertà, tra possibilità e impossibilità?
E non è vero, invece, che nella realtà italiana sono presenti comuni virtuosi e comuni non virtuosi, e tra di essi corre la stessa distanza che c’è tra gli opposti di un elastico che si sta sempre più tendendo. Come per le distanze sociali ed economiche, infatti, anche le distanze tra le diverse realtà urbane italiane sembrano tendere alla divaricazione. In questa situazione la democrazia tende ad indebolirsi, le conquiste sociali a divenire un inutile orpello, i diritti un fastidio e i servizi un optional.
In alternativa, se tutto questo manca o è pessimo, basterà scaricare una app e si potrà tenere sotto controllo la città, sapere tutto sui servizi informatizzati e sulle mirabolanti prospettive della democrazia diretta. Salvo non avere alcuna possibilità di incidere sulle decisioni o non sapere come sbarcare il lunario.
Ecco un argomento di ricerca da approfondire. Forse però non si vende come un’app.
19/09/2012
Sui tedeschi
"Furti e rapine sono aumentati notevolmente a Istanbul da quando è arrivata la crisi economica. Secondo me, però, i turchi sopportano abbastanza bene questa situazione. Si sa che con la miseria aumenta la microcriminalità. La miseria mette in risalto gli aspetti peggiori di una società. D'altra parte, in certi casi la ricchezza non porta alcun beneficio.
Prendiamo per esempio i tedeschi.
Provate a salire su un autobus di Berlino che viaggia con cinque minuti di ritardo. Provateci se ne avete il coraggio. Vedrete una massa di disgraziati che pur avendo in tasca i soldi per prendere un taxi si fanno largo a gomitate per trovare posto sull'autobus.
Davanti ad una scena del genere vi convincerete subito del fatto che la pace nel mondo potrà durare solo se nessuno toglierà ai tedeschi il sussidio di disoccupazione e l'assistenza sociale".
(Esmahan Aykol, 2004, Appartamento a Istanbul, Ed. 2012, Repubblica-L'espresso)
18/09/2012
Sulla sfortunata Campania e sul linguaggio del Taglialatela
Nella Newsletter n. 0 del 3 agosto 2012, l’assessore Taglialatela fa scrivere che il passaggio in aula del disegno di legge sulla pianificazione paesaggistica, a settembre, rappresenterà un momento “storico”.
“In questo modo, dopo quarant’anni dalla sua istituzione, la Regione Campania potrà dotarsi finalmente di una legge che fissa norme precise in materia di Governo del Territorio. Per questo motivo redigere il Piano Paesaggistico regionale (PPR) è stata una vera e propria sfida. Nell’elaborare il testo di legge e nel fissare le regole della nuova pianificazione il nostro lavoro si è posto l’obiettivo di coniugare la difesa e la valorizzazione del territorio con lo sviluppo e la qualità della vita”.
Da vero decisionista, l’assessore con l’accetta, fa fuori un sistema normativo che comunque nel corso di quarant’anni è stato costruito. Non avrà dato frutti rilevanti (anzi!) ma dire che si fissano finalmente norme precise in materia di governo del territorio è una frase da matita blu. E la legge 16 del 2004? Quella legge che la sinistra ha approvato ma non applicato e che la destra ha boicottato al punto di snaturarla? Non si dicano stupidaggini, perché le parole sono pietre. Si dica chiaramente che le norme pregresse stavano sulle scatole all’assessore, non che non esistevano!
E poi, che significa parlare di una norma relativa alla pianificazione paesaggistica e trasformarla in una legge per il governo del territorio? Da quando un sistema regolativo generale di sviluppo del territorio è demandato alla sola pianificazione paesaggistica? Proprio in Campania dove il paesaggio è preso continuamente a calci nel sedere, mentre nel contempo è sottoposto ad asfissianti regolamentazioni burocratiche.
E poi, che significa che “redigere il Piano Paesaggistico Regionale è stata una vera e propria sfida”? Non stiamo parlando di una legge in base alla quale si redigerà il piano paesaggistico? O per l’assessore legge e piano hanno lo stesso significato?
15/02/2012
Olimpiadi di Roma 2020
La decisione del governo Monti di non appoggiare la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020 è una bella notizia per tutti. Tranne che per gli studi progettazione e per i costruttori romani (famosi per il sacco della città) che già stavano pregustando un’abbuffata di miliardi di euro. Poverini, non potranno permettersi la quinta Ferrari o la decima amante bionda. Noi di sicuro abbiamo evitato di finire come la Grecia, ben sapendo che i 5 miliardi che avremmo dovuto mettere di tasca nostra sarebbero diventati 8 o 10 o chissà quanti. Ci dispiace per qualcuno che è rimasto deluso. Io no!
7/12/2011
Energy from Steps: the Case of the London Stadium
A novel and simple example of renewable energy production has emerged: human footsteps creating energy.
Through the compression of the pavement, kinetic energy is generated and can be stored and then used for other purposes.
This very simple mechanism has been studied in many prototypes, but it is now finally going to be transferred into a real product suitable for the market. In fact, 20 PaveGen tiles will be put on the main path between the Olympic London Stadium and the Westfield Stratford City shopping center. 30 million visitors are expected for the Olympic games and through their steps half of the energy necessary for the external lighting of the shopping center will be produced.
The PaveGen tiles, designed by Laurence Kemball-Cook, seem to have a bright and lengthy future. When activated, they switch on a led which uses just 5% of the produced energy, showing the general public how they can easily be the main actors in energy generation. Beside this important message of sustainability, the tiles are also made of very resistant material and are easily installed.
In order to evaluate the concrete results of this new technology many tests have been done, e.g. on pavements, on a dance floor and in a school. During all of these trials the results were very good in terms of energy balance.
This innovation, financed by the Technology Strategy Board, has received many awards, such as the Big Idea Ethical Business Awards and the Shell LiveWire Grand Ideas Award.
The London Stadium is the main scheduled application but others are planned such as a pedestrian area in the Bulgarian capital Sofia.
For further information, please check the Pavegen official webiste.
13/05/2011
Decreto Legge 13/5/2011, n. 70 “Semestre Europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia”
L’articolo 5, comma 9, demanda alle Regioni il compito di approvare, entro 60 gg dall’entrata in vigore del D.L., specifiche norme per incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione di aree urbane degradate, suscettibili di più impieghi o a destinazione non residenziale, dismessi o da rilocalizzare, o anche favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.
A questo scopo la legislazione regionale dovrà stabilire interventi (fino alla demolizione e ricostruzione) che prevedano:
a) il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente, come misura premiale;
b) la delocalizzazione delle relative volumetrie in area o aree diverse;
c) l’ammissibilità delle modifiche di destinazione d’uso, purché si tratti di destinazioni tra loro compatibili o complementari;
d) le modifiche di sagoma necessarie per l’armonizzazione architettonica con gli organismi edilizie esistenti.
Gli interventi di cui al comma 9 non possono riferirsi ad edifici abusivi o siti nei centri storici o in aree ad in edificabilità assoluta, con esclusione degli edifici per i quali sia stato rilasciato il titolo abilitativo edilizio in sanatoria.
Decorso il termine di 120 giorni dall’entrata in vigore del D.L. n. 70/2011, le disposizioni in esame sono immediatamente applicabili alle Regioni che non hanno provveduto all’approvazione di specifiche leggi regionali.
A completamento di tale disciplina il comma 3 dello stesso art. 5 – introducendo il n. 2bis all’art. 2643 del codice Civile – prevede la trascrivibilità dei negozi aventi ad oggetto la cubatura edificatoria, “per garantire la certezza nella circolazione dei diritti edificatori”.
Il decreto, modificando il Codice Civile, ha quindi legittimato i "diritti edificatori" ed ha riconosciuto la possibilità di trascrivere nei registri immobiliari i contratti inerenti alla loro compravendita. Ciò fornisce una legittimazione ancor più forte all´impiego della perequazione urbanistica nei piani comunali, già previsto in molte leggi regionali - fra cui la legge n. 16/2004 della Regione Campania – e appoggiato da diversi pronunciamenti giurisprudenziali, fra cui quello del Consiglio di Stato sul Prg di Roma.
Ciò dovrebbe facilitare una ulteriore diffusione della perequazione urbanistica nei piani comunali, anche in considerazione del fatto che la Corte Costituzionale ha affermato il principio dell'esproprio indennizzato in ragione del valore venale dei beni espropriati e del fatto che la situazione finanziaria dei Comuni è ulteriormente peggiorata.
30/07/2008
Sottotetto
Funzione del sottotetto è quello di proteggere l'appartamento dai fattori atmosferici (caldo, freddo, umidità), per cui la sua trasformazione in locali abitativi deve considerarsi opera nuova, incidente anche sugli standard urbanistici, e per questo necessitano del permesso di costruire. Così afferma la III sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30842 del 30 luglio 2008.
19/06/2008
Pertinenza
Poiché un manufatto possa considerarsi "pertinenza" di un edificio o di un'opera edilizia, realizzabile quindi senza la necessità del permesso di costruire, occorre in primo luogo l'accessione a un preesistente edificio legittimamente costruito, per quanto non necessariamente residenziale (III Sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 25124 del 19 giugno 2008).
In particolare, affinché possa parlarsi di pertinenza ai fini urbanistici, sono necessari i seguenti requisiti:
- un nesso oggettivo, strumentale e funzionale, con l'edificio principale;
- che non sia consentita, per natura e struttura, una pluralità di destinazioni;
- un carattere durevole della realizzazione;
- la non utilizzabilità economica del manufatto in modo diverso;
- una ridotta dimensione;
- una propria individualità fisica e strutturale;
- l'accessione ad un preesistente edificio legittimamente costruito;
- l'assenza di un autonomo valore di mercato.