May 2025. Updated version with addition in the second part of the volume dedicated to OPERATIONAL RITES in daily practice:
- Thus spoke Lupumpa, African sorcerer.
- The Power of the Three-Headed Dragon.
- I build the blowing totem fetish.
This initial publication of “General Operational Shamanic Psychology” is complete and comprehensive in content although as a “beta” version it needs some limited corrections or adjustments.
This version is distributed non-commercially and offered free of charge for study and research purposes by the author Gian Berra.
ebook versions will be published later .
Features of this version: As a collection of studies and experiences, the initial index of contents is long and detailed for better consultation.
“Terms and meaning of shamanic psychology” is repeated , which specifies the correct meanings of the terms used in shamanic psychology.
Book presentation synopsis used on the internet and beyond:
GENERAL OPERATIONAL SHAMANIC PSYCHOLOGY by Gian Berra:
The return of Io Ego as a unique and precious identity.
Worship Blood as DNA with its own identity.
Proud Narcissus shows himself in triumph.
Emotions are Gods and Goddesses with their own conscience waiting to be loved.
Loving is not mandatory.
Doing and not doing with awareness.
Shaman is using Life to create a territory.
Thus Spoke Lupunpa, African Sorcerer
Gian Berra was born near Stramare in Veneto in 1947. Active as a creative operator since 1969. The author has been involved in Venetian dialect culture and poetry since 1988 and published some works dedicated to the feeling of the Venetian soul in 2002. All can be found on the internet. In 2006 he published the book “Cuore di drago alle Wasere do Segusino ” as an epic of his hometown suspended in time.
Gian Berra has been dealing with shamanism and natural psychology since 1998. A rediscovery of “pagan sensitivity” even if he does not like to use this adjective to define the original psychological religiosity of human cultures. He writes various themes on emotional sensitivity free from “Western parasites” as he likes to define the programs imposed on “Narcissus” as absolute parasitic contents. This work “Shamanic Psychology” is the summary of a long research that expresses contents experienced with concrete and conscious intensity.
Such is the cultural gift that the author offers to his people and to researchers and scholars.
Works by the author Gian Berra are available (including this one) in a freely accessible version on the Academia website:
ENGLISH VERSION:
Maggio 2025. Versione aggiornata con aggiunta nella seconda parte del volume dedicata ai RITI OPERATIVI nella pratica quotidiana:
- Così parlò Lupumpa, stregone africano.
- Il Potere del drago a tre teste.
- Costruisco il feticcio totem soffiante.
Questa iniziale pubblicazione di “ Psicologia sciamanica generale operativa” è integrale e completa nei contenuti anche se come versione “beta” ha bisogno di alcune limitate correzioni o aggiustamenti.
Tale versione viene distribuita in modo non commerciale e offerta gratuitamente per motivi di studio e ricerca dall’autore Gian Berra.
In seguito verranno pubblicate versioni cartacee o in formato di ebook.
Caratteristiche di questa versione: Come raccolta di studio ed esperienze l’indice iniziale dei contenuti è lungo e dettagliato per una migliore consultazione.
All’inizio dell’indice e alla fine è ripetuto il capitolo: “Termini e significato della psicologia sciamanica” che specifica i corretti significati dei termini usati nella psicologia sciamanica.
Sinossi di presentazione del libro usata in internet e oltre:
PSICOLOGIA SCIAMANICA GENERALE OPERATIVA di Gian Berra:
Il ritorno di Io Ego come identità unica e preziosa.
Adorare Sangue come Dna con identità propria.
Narciso orgoglioso si mostra in trionfo.
Le Emozioni sono Dei e Dee con coscienza propria in attesa di essere amate.
Amare non è obbligatorio.
Fare e non fare con consapevolezza.
Sciamano è usare Vita per creare un territorio.
Così parlò Lupunpa, stregone africano
Tutte le opere di Giamn Berra in Academia:
https://independent.academia.edu/GianBerra
Tutte le opere di Gian Berra in Scrbid:
https://www.scribd.com/user/28087467/gian-berra
Montebelluna; maggio 2017.
1969 - Gian Berra è invitato a mostre collettive in Veneto. Espone disegni a china e tempere di figurativo spontaneo. Viene invitato ad una galleria di Roma per una collettiva di giovani artisti. E' l'unico a venire dal Veneto fino alla capitale. Rimane incantato dalle opere di un artista che ancora non conosce: Giuseppe Capogrossi . Il pittore nota l'interesse di Gian Berra per le sue opere e nasce una amicizia spontanea col vecchio artista. Capogrossi è incuriosito della spontaneità dei disegni di Gian Berra. Così di getti disegna alcuni suoi glifi su un tovagliolo, lo firma sorridendo e lo regala a Gian Berra: " guarda che semplice è fare arte: basta che segui la tua immaginazione. Continua così ...Gian Berra " è l'augurio di Giuseppe Capogrossi a Gian Berra.
1973, 1974
Vive a Valdobbiadene TV, apre in via delle Vittorie il suo primo studio. Per una intera estate fa da assistente al famoso dal famoso fotografo di Feltre Mario Dal Prà. Inizia una attività di fotografo accanto alla produzione d'arte dei primi dipinti personali-
1975, 1976
Espone in varie mostre locali a Valdobbiadene, Montebelluna in località Contea, e frequenta diversi amici pittori della zona tra cui Guido Serena, Zaniol di Crocetta e il pittore "Felix" della zona.
Conosce il famoso pittore Fael Bruno di Treviso che lo invita nel suo studio per dargli consigli.
1977, 1979
Va a vivere a Covolo di Piave in via Segusini 21 dove apre il suo studio. Per lavoro si reca in Iraq dove conoscere una realtà diversa e drammatica
Nel 1978 prima mostra nella galleria d'arte "da Brotto" a Cornuda, mostra che ripeterà nell'anno seguente con notevole successo. Nello stesso anno personale alla galleria "da Val" in piazza del mercato a Treviso. Mostra che verrà ripetuta con successo ogni anno fino al 1981.
In permanenza ala galleria Martinazzo di Montebelluna.
Nel 1979 prima personale alla sala "Ca 'de Ricchi" a Treviso, che verrà ripetuta anche nel 1980.
Nel 1981 sposta il suo studio a Trento, in piazza santa Maria maggiore. Non solo come luogo privato di lavoro, ma anche come cenacolo di artisti amici. Nel settembre 1981 l'amico pittore Bruno Donadel di Pieve di Soligo in una mostra personale della Galleria Martinazzo Vincenzo di Montebelluna. Nell'agosto di quel anno c'è una sua personale alle sorgenti di Pejo in val di Sole, ripetuta anche nel 1985.
Sin da subito Gian Berra evita i circuiti tradizionali del mercato dell'arte e delle gallerie. Preferisce gestire in modo diretto e personale la zona di zona in cui vive. Si tratta dell'aiuto degli amici e dei soldi d'arte con la vicinanza della moglie Rosa Lavieri.
1982
Torna allo studio di Covolo di Piave. Inizia una sequenza di mostre, quasi tutte le autogestite:
Per due anni gestisce uno studio e mostra personale ad Asiago. Personale alla galleria Bramante a Vicenza. Personale alla galleria Vidal a Venezia.
Personale alla "galleria dei cappuccini" a Mestre, ripetuta per due anni.
1983. Collettiva a cui partecipa Gian Berra con due opere di "informale barocco" alla galleria San Vidal a Venezia. I due dipinti incuriosiscono un signore anziano con una gran barba bianca, si tratta del famoso Emilio Vedova che si interessa di conoscere Gian Berra. Invita Gian Berra ad un happening painting tra giovani artisti in sua presenza presso l'accademia di belle arti di Venezia. Sarà per Gian Berra una esperienza speciale ed unica. Emilio Vedova apprezza la spontaneità dell' "informale barocco" di Gian Berra. Lo definisce come "vitale e ingenuo" ed è stupito dalla sincerità espressiva di Gian Berra.
1985:
Personale per un anno alla galleria internazionale di Torino. Personale alla galleria Ruberto a Milano.
Da qui in permanente alla galleria Mozat di Rovereto fino almeno al 1998.
Personale alla casa del Canova, assieme al pittore Danilo Soligo di Montebelluna.
Espone nei mesi estivi presso le gallerie di Jesolo e Lignano Sabbiadoro.
Torna ad esporre un Villach in Austria a Braunschweig in Germania.
Nel suo paese natale di Segusino un concorso di pittura tra pittori amici che verrà ripetuto anche l'anno dopo. Personale a Segusino presso la sala municipale.
1986, 1989
Espone per due stagioni estive ai castelli romani, in particolare a Lanuvio e a Genzano, con l'amico Donadini Mariano.
Nel 1988 prima esposizione a Parigi a Metz in Francia.
Dal 1989 al 1994 segue l'estate delle mostre sue personali estemporanee autogestite, a Treviso, Feltre, Conegliano, Cornuda, Montebelluna, Caerano San Marco. Circa 35 mostre che seguono personalmente.
1993, 1994
Esposizioni in Germania, a Braunschweig, Colonia e Wurzburg. Gestite da galleristi tedeschi.
In permanenza sempre presso la galleria Mozart di Rovereto.
Nel dicembre 1993 inizia il suo corso "pratico di pittura" nello studio di Covolo di Piave. Avrà un notevole successo e durerà fino al 2005 con la partecipazione complessiva di circa 870 allievi. Corso che avrà notevole successo e anche come esempio che indicherà la strada per altri corsi che copieranno tale iniziativa.
1996. 1999 - Gian Berra fonda al suo paese di Covolo-Pederobba una associazione culturale " La Criola" per diffondere le attività d'arte, di poesia e psicologia umanistica. Corsi all'aperto di pittura, incontri di poesia new age, Incontri di conoscenza e autorealizzazione e psicologia con la natura. Incontri estivi con l' Istituto di psicosintesi di Padova e con l'iastituto mediterraneo di Vicenza. Però tutta questa attività crea invidia e sospetti e pressioni che per reazione ogni attività viene bolccata d'autorità e ogni permesso prima ottenuto, viene d'ufficio ritirato. L'associazione deve morire e smantellare ciò che prima era stato permesso. Nel 1999 tutta l'attività della associazione "La Criola" viene obbligata a chiudere d'autorità.
Nella foto una giornata d'incontro in uno stage di pittura nella natura del"Campo della Criola" in via Guizzetta a Covolo di Piave. L'anno dopo ci costrinsero d'autorità a chiudere tutto, purtroppo.
2000, 2008
nel 2001, Personale a Villa Benzi di Caerano San Marco nel settembre di quell'anno. Espone per la prima volta in esclusiva i "grandi 5 totem" ispirati alle tradizioni native del popolo veneto.
Inizia alcune collaborazioni con una galleria d'arte di Tampa in Florida e San Diego (USA). Espone anche a Karlsrhue in Germania.
Nel 2005 la grande mostra collettiva al centro d'arte di Conegliano.
Inizia una lavorazione in studio con poche altre personali organizzate in modo autonomo. Nel 2008 torna con una persona al paese natale di Segusino e un'altra a Conegliano.
Nel 2006 pubblica il suo primo libro romanzo "Wasere, cuore di drago", dedicato ai contenuti segreti e inespressi del popolo veneto che Gian Berra presenta "schiavo di Venezia per 1000 anni". Il romanzo si svolge nel 1906 in un Veneto come l'assopito, ostaggio degli interessi d'Italia e del regno asburgico di Vienna.
Inizia a scrivere poesie, giochi ai dialoghi e alla sua nonna Maria Stramare a Berra, di Segusino.
Usa il dialetto veneto come fattore di orgoglio per esprimere i contenuti più segreti dell'anima veneta.
Pubblica dal 2011 al 2015 i primi ebook in internet dedicati alle poesie e racconti in dialetto veneto con traduzione in italiano. Ebook "Veneto, rabbia e amore".
Tutti i libri di Gian Berra si possono leggere gratis su internet. Si può trovare sulla piattaforma Scribd o Academia digitando Gian Berra su Google.
Nel 2016 si trasferisce a Montebelluna nella frazione di Contea, che già aveva ospitato una sua personale nel 1976.
Abita in via delle piscine 37, Contea di Montebelluna, 31044 Treviso - email gianberra@hotmail.com
Nel mese di maggio del 2017 mostra di pittura personale a Montebelluna presso la sala ex tribunale, con la presentazione del libro di poesie " Veneto, amore e odio".
Vecchi amici daa ricordare:
Ecco gli artisti che Gian Berra ricorda nel suo sito: Bruno Fael, Giovanni Caramel, Bruno Donadel, Luciano Buso, Danilo Soligo, Roberto Poloni, Ottorino Stefani.
BRUNO FAEL pittore
Lo conobbi nel suo studio di Treviso nel lontano 1978. Rimasi incantato dai suoi colori pieni di ottimismo e emozioni sincere. Mi sorprese il suo entusiasmo così legato al suo Veneto. Era un tesoro di consigli spassionati che mi hanno aiutato e confortato nel mio procedere. A Bruno Fael Treviso stava stretto e seppi che poi si trasferì a Milano per respirare un'aria più internazionale. Gli devo parecchio, e lo ringrazio per l'esempio che mi ha dato-
GIOVANNI CARAMEL pittore-grafico
Un bravissimo pittore-grafico di Valdobbiadene (TV). Ci sono rimasto male quando ho saputo che era morto. Lo conobbi nel 1978 e da allora ne ebbi l'idea di un artista sensibilissimo ed onesto. Bravissimo grafico si inventava ogni giorno qualcosa di nuovo. Era così contento di avermi vicino a parlare di arte che mi regalò già al primo incontro due sue piccole opere che tengo come fossero tesori. Tentò di fare delle mostre, ma venne imbrogliato al primo tentativo e si scoraggiò. Quando decisi di fare nel 2005 una collettiva di artisti a Cornuda (TV) lo andai a trovare. Era stanco e malato, così mi decisi ad organizzargli una mostra seria. Fu la prima e ultima mostra della sua vita perchè l'anno dopo morì. Mai nessuno del suo paese lo aiutò o gli dette qualche soddisfazione per il suo lavoro. Ho l'orgoglio di averci pensato io. Grazie Giovanni per avermi donato la tua sensibilità.
BRUNO DONADEL pittore
Parlare di BRUNO DONADEL è ammettere che esistono fenomeni naturali che ogni tanto esplodono come una forza della natura sempre inattesi e dirompenti. Artista naturale e spontaneo, per questo unico e dirompente. Provate ad immaginarvi la forza di un Van Gogh alla veneta. Ebbene Donadel ci aggiunge anche l'ironia e la furba saggezza di un contadino veneto dalle radici ben salde. Le regole le fa lui, e la sua arte è la magia che le tiene assieme. Lo conobbi nel 1977 e ci intendemmo subito. Per questo quando aprii il mio studio a Trento nel 1981 lo invitai a farvi una mostra organizzata dalla Galleria Martinazzo Di Montebelluna (TV). Arrivò in ritardo alla vernice come al solito, ma quando entrò nella sala la luce aumentò di parecchio. la sua pittura parla un linguaggio universale e comunica messaggi essenziali che chiedono chiarezza. Giù la maschera! sembrano dire. E se lo dice a voce alta un veneto significa che è un eroe. Bruno vive e lavora a Pieve di Soligo (TV).
INCONTRI DA RICORDARE:
In tanti anni di attività innumerevoli sono state le occasioni di incontri di Gian Berra. Elenco alcuni artisti che ho incontrato e con cui ho scambiato opinioni ed esperienze.
LUCIANO BUSO. Artista veneto di notevole spessore. Ama il colore spesso e corposo. Figurativo spontaneo con grande sensibilità e intimità. Esprime l'animo veneto di grande prudenza e intimità espressiva, quasi timida, ma sempre gioiosa e carica di ottimismo esistenziale. Luciano Buso parte dalle sue radici di semplicità espressiva per giungere a risultati concreti di grande equilibrio, quasi un'isola di saggezza che naviga nel tempo. Opera nel nord della provincia di Treviso.
DANILO SOLIGO. Un vero "maestro" d'altri tempi. Esempio raro di maestria formale. Ha eseguito affreschi in gioventù in luoghi sacri. Grande artista con doti aggiunte di alto artigianato. Nell'arte personale rivela una immediatezza espressiva filtrata da una maestria senza pari: tratto deciso e sicuro, ma delicatezza di segno e di toni che rivelano assoluta esperienza. Colori sempre freschi malgrado le tonalità sembrino a volte spente e lontane nel tempo: è la saggezza che si rivela con la temperanza sofferta e alimentata dal lavoro continuo e metodico. Danilo Soligo sa dare molto senza farsi notare. Opera a Montebelluna.
ROBERTO POLONI. Si autodefinisce il pittore del Montello. Spontaneo e vitale, carico di emotività irruente e a volte graffiante, la sua pittura si mostra a volte con una intimità disarmante, a volte con un espressionismo orgoglioso e carico di phatos. Il suo stile si distingue attraverso questa "libertà" che non cerca compromessi. Cosa rara per un veneto. Opera nel nord della provincia di Treviso, in particolare a Montebelluna.
OTTORINO STEFANI. Anche lui legato alla sua terra d'origine: le crete del Montello. La sua pittura d'impronta figurativa ama le scabrosità e la materia della terra. Segni che rivelano i graffi profondi della esistenza contadina: materica ed essenziale, ma temperata dal ricordo di una vitalità spontanea propria dell'animo veneto. Dietro tale espressionismo comunque si cela una sensibilità essenziale che svela un sogno esistenziale in continuo anelito di ricerca di tenerezze mai bastevoli alla loro completezza. Opera anche lui a Montebelluna.