XINJIANG Introduzione

XINJIANG

i grandi pascoli, le danze e l'arte islamica

nelle terre più lontane dal mare

VIAGGIANDO A RITMO DI FESTIVAL

In occasione del “5th Xinjiang International Tourism Festival of China” abbiamo accolto l’invito dell’Ente Nazionale del Turismo Cinese di cogliere al volo questa festosa occasione per visitare lo Xinjiang.

Paesaggi di rara bellezza, fusione caleidoscopica di antiche tradizioni artigianali, danze ricche di gioiosa e coinvolgente armonia, sottile e intrigante sensualità, ma soprattutto… la gente che abbiamo incontrato per strada, nei bazar, nelle piazze dove abbiamo respirato l’elettrizzante atmosfera del Festival, nei quartieri antichi dove il tempo dipinge con i colori della sua magia ogni cosa nella serena quotidianità della visione… Xinjiang, antico Turkestan Orientale… la terra dove si sono incontrati Han, Uiguri, Hui, Kirghisi, Xibe, Tajichi, Uzbechi, Manchu, Russi, Daur, Tartari, Kazaki… etnie così diverse nella condivisione di una comune realtà!

Xinjiang significa comprendere come è nato, si è sviluppato e come oggi vive il cuore dell’Asia Centrale. Lo Xinjiang è veramente una terra di frontiera, uno specchio geografico nel quale si sono riflesse per duemila anni quelle che oggi sono le sue nazioni confinanti. Mongolia, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Afghanistan, Pakistan, il Kashmir Indiano….

La più vasta e la più occidentale delle Province Cinesi, grande cinque volte l’Italia, con una capitale (Urumqi) che ha uno dei più alti redditi pro-capite della Cina, le città di Kashgar e Turpan, antichi nodi strategici sulla Via della Seta… Xinjiang significa tutto questo e ancora di più, ma per conoscerlo veramente dovete venire a visitarlo, guardare con i vostri occhi le sue meraviglie, gustare i suoi piatti di carne prelibati, brindare con il suo sorprendente vino…. circondati da quella particolare e calorosa amicizia che solo in questa terra potete trovare...

La storia

Un aspetto della storia della Cina ancora oggi poco conosciuto è il legame tra l’impero Cinese e il popolo degli Uiguri. Un legame antico, caratterizzato da reciproci interessi economici e militari. La fiera e coraggiosa lealtà degli Uiguri verso la dinastia Tang, la loro radicata concezione dell’impero cinese come potere militare indispensabile per mantenere l’equilibrio nell’intero territorio asiatico, tutto ciò trovò grande accoglienza e considerazione negli imperatori cinesi. Le prime citazioni storiche degne di rilievo per il popolo Uiguro possono ricondursi all’anno 774 D.C. e cioè nel momento del crollo dell’impero dei Turchi Celesti dopo circa due secoli dalle sue origini mongole. Un crollo causato da alcune tribù ribelli tra le quali, appunto, la tribù degli Uiguri. Fin da quel primo momento il capo degli Uiguri chiede l’approvazione dell’Imperatore cinese al quale viene inviata in dono la testa dell’ultimo qagan turco. Dopo di ciò il capo degli Uiguri diventa egli stesso un qagan, il nuovo re di un nuovo regno che di fatto si sostituisce a quello dei Turchi Celesti e che si estende dal Fiume Giallo al fiume Yili.

Gli imperatori cinesi ricompensarono sempre generosamente l’alleanza militare degli Uiguri con innumerevoli rotoli di seta, merce preziosissima perché molto richiesta per gli scambi commerciali in tutta l’Asia centrale e in Europa. In alcuni casi si andò oltre come, per esempio nell’anno 762, quando il qagan uiguro El Tutmish restituì, dopo averla espugnata, la città di Lo-yang all’imperatore Tang Suzong ricevendone in dono l’assegnazione annuale di 20000 rotoli di seta e le nozze con una principessa Tang. Inoltre, in quello stesso anno, un grande cambiamento epocale avvenne nella storia del popolo uiguro. El Tutmish aveva conosciuto a Lo-yang dei sacerdoti manichei che lo convinsero a convertirsi al Manicheismo e, come è scritto nell’epigrafe di Qarabalghasun:

Il paese dai costumi barbari e fumante di sangue

si mutò in un paese in cui ci si nutre di legumi;

il paese in cui si uccideva

in un paese in cui si incoraggia al bene

Gli imperatori cinesi assecondarono questa conversione. Infatti nel 768 e nel 771 fu concessa la costruzione di templi manichei in vari luoghi della Cina e negli anni 806 e 817 manichei furono alcuni ambasciatori uiguri accreditati presso la corte imperiale.

Gli Uiguri dominano la Mongolia fino all’anno 840 quando i Kirghisi cominciano ad esercitare una forte pressione militare da Nord verso Sud. Gli Uiguri allora sono costretti a migrare verso sud nel Gansù e nella valle del Tarim. Il Gansù viene poi conquistato dalla tribù tibetana dei Tanguti. Gli Uiguri si trovano così ancora di più spinti verso il bacino del Tarim. Da questa migrazione ha inizio la storia degli Uiguri in quella terra che, dopo molte vicissitudini sarà poi chiamata dai Cinesi Xinjiang. Vengono fissate due capitali: Qocio (Kuča) nei pressi dell’oasi di Turpan e Beshbalïq, a nord dei monti T'ian Shan, presso l'attuale Urumqi.

Entrati in contatto con la gente del Turkestan Orientale, di antica e millenaria tradizione, gli Uiguri seppero assimilare e diedero nuovi contributi a una terra che già nel nono secolo A.C. era abitata dai Tocari e da altre popolazioni. Gli Uiguri che migrarono nel bacino del Tarim parlavano l'Uiguro antico ritrovato dagli archeologi in alcune epigrafi ( per esempio l’iscrizione runica di Shine Usu del 750 ad opera del qagan uiguro El Etmish). Gli abitanti della valle, che erano stati almeno in parte già soggetti agli Uiguri prima dell’anno 840, parlavano varie lingue tra le quali il Sogdiano, il Tocario e il Sacio, tutte lingue indoeuropee molto diverse dall’Uiguro che è una lingua atonale (a differenza del Mandarino) e la cui armonia vocalica è affine a quella delle lingue turche (turcofona). Avevano una loro letteratura religiosa principalmente buddista ma anche manichea e nestoriana. La loro arte era una fusione di elementi indiani,iranici e cinesi. In quegli anni si assiste al tramonto del manicheismo uiguro e all’avanzata del buddismo mahâyâna.

Gli Uiguri vivono un periodo di relativa pace e prosperità fino al momento dell’invasione mongola. Nel 1227, alla morte di Gengis Khan, un largo territorio, comprendente tra l’altro l’attuale Xinjiang, viene assegnata all’ulus di Ciagatai. Sotto la dominazione mongola gli Uiguri si convertono quasi tutti al cristianesimo nestoriano. A conferma di ciò basti pensare che in quel periodo è a un cristiano, tale Ciangai, che viene affidata l’intera amministrazione dell’impero mongolo. Le qualità di abili funzionari e saggi amministratori degli Uiguri, che in passato avevano contribuito notevolmente al consolidamento del loro impero, vengono ora sfruttate dai governanti mongoli. Per un certo periodo, passato alla storia come la Pax Mongolica, non ci sono guerre e la religiosità conseguentemente si diffonde sempre più nelle popolazioni.. Situazione ideale per l’avvento della religione islamica verso la quale si rivolgono intorno alla metà del 1300 Tarmashirîrîn Khân e, successivamente, Tughluq Timur Khan.

Il sorgere della dinastia Ming nel 1364 fu anche l’inizio di una progressiva sinizzazione degli islamici cinesi che giunsero ad assumere i connotati di una nuova etnia. Nacquero così gli Hui che ancora oggi hanno una significativa presenza nello Xinjiang.

Al tramontare della dominazione mongola gli Khwa^ja, appartenenti a una confraternita sufi Cinese e discendenti dello shaykh Makhdûm-i Azam (morto nel 1540 a Kashgar), governano Kashgar dal 1678 al 1757. Non è che l’inizio di un periodo di vari avvicendamenti politici con l’interessamento di attori esterni quali l’impero Ottomano, i Russi, i Britannici e la dinastia sino-mancese dei Qing.

Finalmente, nel 1878, il generale cinese Zuo Zong-tang conquista definitivamente il Turkestan orientale che viene annesso alla Cina. Nasce una nuova provincia alla quale viene dato il nome di:

Xinjiang

cioè

“Nuova Frontiera”

Qui la nostra breve introduzione storica si ferma. Quello che avvenne nel 1900, quello che è avvenuto nei primi anni del nuovo millennio sono argomenti che sono stati già abbondantemente trattati dai media internazionali. In particolare i tragici fatti di questo luglio 2009, pochi giorni dopo la nostra partenza dalla regione. Su tali avvenimenti ci sia consentito un rispettoso silenzio. Tutto ciò che fomenta l’odio tra i popoli, i conflitti perpetrati al solo scopo di sconvolgere l’ordine politico del pianeta Terra non fanno parte del mondo di Isola che non c’è. A noi interessa tutto ciò che unisce l’umanità e incoraggia la collaborazione tra i popoli, fa sbocciare fiori di simpatia, solidarietà, il desiderio di viaggiare e conoscere questa nostra meravigliosa Terra. Il nostro silenzio però, come quello di Buddha, non è una negazione davanti a ciò che fa oggettivamente parte della realtà, ma un invito, un desiderio , un augurio, una testimonianza d’amore. Un silenzio che ci auguriamo i contendenti vogliano al più presto colmare con parole di pace, costruttivo dialogo e soprattutto con il ripudio della violenza. Vogliamo però, alla fine di questa breve introduzione, rinnovare i sensi della nostra più profonda stima ed amicizia con il Governo Centrale Cinese, consapevoli di quanto esso abbia già operato e continui ancora ad operare per la modernizzazione dello Xinjiang, degli ingenti sforzi compiuti per consolidare la salvaguardia della ricchezza culturale del territorio, per la sensibilità ed attenzione mostrata nei riguardi di tutte le etnie della regione.

...E per finire un affettuoso e sincero ringraziamento all'Ufficio del Turismo Cinese di Roma che ha saputo organizzare con grande competenza e serietà professionale il nostro viaggio nel meraviglioso mondo dello Xinjiang.

Un comune sentimento ci unisce: l'amore per quanto di bello, culturalmente significativo, emozionante, interiormente appagante esiste nel mondo. Mr. Xiong Shanhua(il primo da sinistra nella foto), il Direttore, è una persona che può vantare una lunga e prestigiosa carriera nel suo campo. Ha lavorato nel Ministero del Turismo nella Divisione Rapporti Internazionali in Cina e poi in Australia e Spagna come Responsabile Cinese per i mercati turistici. Il suo amore per la Cina ci ha conquistati. E come non ricordare anche Zhong Yiming(primo da destra nella foto), il giovane, brillante e infaticabile Assistente del Direttore?

Nella foto Cristina Di Totto, mia moglie e inseparabile compagna di tanti viaggi, un Italiana... tra due Cinesi...

le storie del mondo lontano da noi

sono parte di noi!