RESTAURO BICLETTA VINTAGE: CONTROPEDALE "VICTORIA"

Inizio smontaggio catena e cerchioni


Eccola, poveretta, così giaceva da anni, appesa per aria, semi arruginita... in pratica abbandonata😥!


Era la mia preferita negli anni della gioventù, proprio grazie ad una caratteristica che negli anni in cui fù fabbricata (1940), diventò una grande innovazione del settore ciclistico dell'epoca: nessuna leva freni, nessun pattino o cavo o bacchetta, semplicemente un "freno a contropedale" montato sul mozzo posteriore. 


Sicuramente era necessario ricordare che in caso di frenata non si dovevano premere le leve sotto le maniglie del manubrio (anche perchè non c'erano!), bensi invertire velocemente il verso della pedalata per azionare il potente tamburo inserito nel mozzo posteriore.

 

Ovviamente essendo la frenata unicamente sulla ruota posteriore, nel caso non si dosi opportunamente la pressione sui pedali in direzione antioraria (contraria alla pedalata), si ottiene esattamente l'effetto che da ragazzo cercavo regolarmente: l'intraversamento del posteriore della bicicletta, in pratica usato per fare le curve a 90°, senza nemmeno muovere il manubrio davanti😱!


Premesso che smontare completamente una bicicletta piuttosto "anziana", molto probabilmente mai smontata, non è assolutamente un lavoro semplice, perchè non solo è necessario usare litri di Svitol per sgrassare ed allentare tutte le filettature arruginite, ma avere anche tanta pazienza e grande cautela vista l'età, la delicatezza e l'introvabilità di alcuni particolari (dai cuscinetti liberi di dimensioni diverse dello sterzo e dei mozzi, al particolarissimo mozzo posteriore con meccanismo di frenata interno, ecc).

D'altra parte se si vuole fare un restauro completo degno di questo nome, pensare di non smontare e portare ogni pezzo al color acciaio della nascita, significa fare un lavoro parziale che probabilmente alla fine non riuscirà a darVi l'enorme soddisfazione del risultato finale che ho avuto la fortuna di ottenere🤩!

Proprio smontando, sverniciando e portando all'acciaio vivo tutti i vari componenti, si fanno le scoperte più interessanti: punzonata sul tubo dello sterzo, in alto appare la sigla scritta "L. PERINI TORINO", probabilmente il costruttore di telai dell'epoca.

Subito sotto invece l'anno di produzione "1940" e ancora un 1 a fianco, che potrebbe rappresentare il mese (gennaio); se qualcuno di Voi conosce l'eventuale altro significato corretto, sarei felice di saperlo anch'io🤔!

Altri particolari della bicicletta degni di nota per quel periodo: Lucchetto ad arco montato sul telaio posteriore sotto la sella, copricatena in alluminio, galletti in acciaio per fissare i cerchioni, pedali con dadi in bachelite.

Confesso che dopo il lavoro di lucidatura, durato diversi mesi, la bicicletta color acciaio originale era semplicemente fantastica😍!

<<Perchè non lasciarla così>> mi son detto, <<mettendoci semplicemente uno strato di vernice trasparente per evitarne l'ossidazione?!>>

Purtroppo la risposta è No... semplicemente perchè non esiste ancora una vernice trasparente così resistente da applicare direttamente sull'acciaio, infatti in un successivo restauro di una "Graziella", dove ho voluto comunque provare l'esperimento di spruzzare una bomboletta di vernice trasparente direttamente sull'acciaio, ho ottenuto l'amaro risultato di vederla ossidarsi lentamente dopo qualche mese😓.

E allora, se non la si può lasciare color acciaio, la verniciamo! Grazie all'amico Mino, grandissimo e abilissimo carrozziere, ecco il pantone con decine di colori pastello vintage, con la possibilità di scegliere tra vernice opaca, semiopaca, lucida... ma neanche fosse una Ferrari🏎️!

Scelto l'azzurro pastello per tutto, eccetto cerchioni e manubrio color grigio alluminio, tutti i pezzi vengono "passati al forno" della carrozzeria.  Poi visto che anche i fazzoletti che uniscono i tubi del telaio sono azzurri, penso che risaltino meglio colorandoli di grigio alluminio, con il pennarello a vernice. Lo stesso con cui coloro la striscia centrale esterna di entrambi i parafanghi.

Nel frattempo bisogna anche rifare la seduta della sella, perchè il vecchio cuoio non può farcela, quindi con l'occasione anche le vecchie manopole in plastica del manubrio vengono sostitute da quelle nuove in cuoio, cucite direttamente sul manubrio.

Qualche altro particolare poi, tipo la dinamo, non funziona più. Inoltre la bici era senza cavalletto ed un bel cavalletto centrale doppio non sarebbe proprio niente male e poi... andando alla ricerca di vecchi componenti d'epoca, ho trovato anche il mitico campanello anni '30 "Campanelclax" con il rumore della raganella🐸: Spettacolo!

Tutto fatto quindi?! Tutto pronto per il montaggio? 

Sembrerebbe di sì, ma.... purtroppo questa bicicletta presenta al suo interno un vero e proprio cubo di Rubik, ovvero il montaggio del mozzo posteriore contropedale "Victoria"🔧: In  questa occasione ho imparato quanto sia importante, mentre si smontano questo genere di oggetti, fotografare ogni singolo particolare e fase!

Solo grazie all'amico Dario, che vedete nel video sotto, siamo riusciti dopo qualche settimana a capire come si rimontava questo splendido e altrettanto complicato marchingegno: Date un'occhiata e se avete anche Voi un problema simile, contattatemi pure!

E dopo più di un anno dall'inizio dei lavori... ECCOLA!!!

Sembra appena uscita dalla bottega del ciclista dov'è nata nel 1940: gli dovevo dare un nome ed ho scelto Gloria, come la canzone di Umberto Tozzi.

Sono davvero molto contento e fiero del risultato ottenuto: ora se sentite un rumore tipo il gracchiare di raganella, mentre camminate sulla pista ciclabile, giratevi: potrei essere io!