Storia

Mattia Lunari e Roberta Tempesta

SOMMARIO

  • La storia dei detersivi

  • Le origini dei saponi e detersivi

  • Il sapone dal punto di vista chimico

LA STORIA DEI DETERSIVI

2800 a.C.: i Babilonesi cominciano a fabbricare il sapone grazie all’ebollizione di grassi e cenere.

1500 a.C.: alcuni archivi egiziani di medicina descrivono come combinare olii animali e vegetali con dei Sali per ottenere una sostanza simile al sapone.

312 a.C.: i Galli scoprono la saponificazione; le loro donne iniziano a mescolare grasso animale fuso, cenere di legna e argilla, anche se questa pasta era usata sui capelli, piuttosto che per lavare gli indumenti.

Medioevo: fabbricare sapone diventa una professione consolidata; i maestri saponificatori conservano gelosamente i loro segreti di fabbricazione. Trattano grassi vegetali e animali con cenere di legna e aggiunta di profumo e cominciano a diffondersi numerose varietà di sapone (per radersi, lavarsi i capelli, il corpo, per fare il bucato).

800 d.C.: La Francia progredisce velocemente nella produzione di sapone, grazie alla grande disponibilità di materie prime, quali grassi e olio di oliva.

1746: il sapone viene registrato dalla farmacopea francese che propone diversi metodi di fabbricazione.

1800: il sapone è ancora pesantemente tassato come articolo di lusso. Quando le tasse verranno soppresse, il livello generale di pulizia ne trarrà enorme giovamento.

1900: è il secolo delle innovazioni. Tra le più significative si segnalano:

anni ’50: creazione di detergenti in polvere multiuso, detersivi in polvere per biancheria e lavatrici

anni ’60: detergenti in polvere per l’igiene domestica, ammorbidenti liquidi per tessuti, detersivi con aggiunta di enzimi

anni ’70: detersivi per tessuti delicati, confezioni famiglia, liquidi per lucidare

anni ’80: ammorbidenti, detersivi in polvere compressa in pastiglie, gel per lavare i piatti

anni ’90: cresce la gamma dei concentrati e compatti, ricariche, pastiglie per lavastoviglie, brillantanti


LE ORIGINI DEI SAPONI E DETERSIVI

Le origini I detergenti sono prodotti di uso frequente ed essenziali nella nostra vita grazie alla loro capacità di rimuovere lo sporco, contribuendo così alla riduzione della presenza di germi e al mantenimento di una buona igiene personale. Il sapone, come tutti gli oggetti di uso quotidiano, ha assunto una connotazione quasi scontata, eppure la sua scoperta e soprattutto il suo impiego hanno rappresentato una vera rivoluzione nella storia della nostra civiltà. La diffusione dell’uso del sapone, insieme alla pratica dell’igiene personale, è stata più efficace di qualsiasi antibiotico o anti-virale contro la diffusione di malattie severe, come il tifo, colera, dissenteria, per citare qualche esempio. La storia del sapone ha origini antiche: le prime testimonianze della fabbricazione e dell’uso del sapone risalgono alla civiltà babilonese. In Mesopotamia (attuale Iraq) sono stati rinvenuti cilindri di terracotta, risalenti al 2800 a.C., e contenenti tracce di una sostanza simile al sapone. Sempre in Mesopotamia, è stata ritrovata una tavoletta di epoca sumera datata 2200 a.C., scritta con i caratteri cuneiformi, che riporta la ricetta per la preparazione del sapone.


IL SAPONE DAL PUNTO DI VISTA CHIMICO


Dal punto di vista del chimico, il sapone è un sale ottenuto a partire da un acido grasso e una base forte come la soda, o la potassa o la calce. Gli acidi grassi, come fa già intuire il loro nome, sono contenuti nei grassi animali e vegetali, mentre la soda o la potassa (comunemente lisciva) sono contenute nella cenere. Ecco spiegata l’antica ricetta per la preparazione del sapone!

GRASSO + BASE = SAPONE

La reazione, detta di “saponificazione”, avviene quando i due reagenti sono riscaldati. In pratica, il grasso animale (lardo o sugna) veniva purificato per produrre il sego e quindi mescolato alla lisciva. Quest’ultima era ottenuta a partire dalla cenere, sottoposta prima a una procedura di pulitura; la cenere sospesa in acqua veniva filtrata, il liquido ottenuto subiva quindi una sorta di cottura. Il liquido era nuovamente filtrato e conservato, anche per lunghi periodi, in recipienti di vetro. Questo metodo artigianale è stato ripreso e riutilizzato durante la II Guerra Mondiale, quando, soprattutto nelle piccole città e nelle campagne, vi era penuria di tutto e quindi anche di sapone. Il sapone così ottenuto, però, è utile per lavare i panni: esso è prodotto in presenza di un eccesso di base che, rimanendo parzialmente incorporata nel sapone, lo rende troppo aggressivo per la nostra pelle.




Sitografia e bibliografia:

Assocasa Federchimica - Eniscuola - Wikipedia