Lavaggio a secco

Jacopo Gismondi e Luis Colasanti

SOMMARIO

  • Cos'è?

  • Impianti e fasi

  • Funzionamento

  • Detersivi più utilizzati

COS'E'?

Il lavaggio a secco è il processo di lavaggio di tessuti e capi d'abbigliamento che utilizza un solvente organico anziché l'acqua. I solventi più usati sono il tetracloroetilene, miscele di idrocarburi, e i silossani.

Il lavaggio a secco non avviene all’asciutto: i vestiti vengono immersi in un solvente liquido, sottoposti ad agitazione, centrifugati e asciugati per rimuovere il solvente con un processo del tutto simile a quello che succede con le lavatrici domestiche o industriali.

Mentre con le lavatrici che impiegano acqua al termine del ciclo di lavaggio il solvente viene scaricato nelle acque reflue, il solvente impiegato nel lavaggio a secco viene riutilizzato.

Questa tecnologia di lavaggio viene utilizzata quando si è in presenza di capi che non sopportano il lavaggio in acqua come identificato sulle etichette di manutenzione presenti sul capo di abbigliamento.

L’azione di pulizia del lavaggio a secco si basa sulla capacità di alcuni solventi di estrarre i grassi trattenuti nei tessuti.

IMPIANTI E FASI DEL LAVAGGIO A SECCO

Un impianto di lavaggio a secco comprende:

  • Un tamburo di lavaggio (cestello) avente capacità di carico 5- 20 Kg.

  • I serbatoi per il solvente (distinti a seconda dei capi da lavare).

  • Un sistema di distillazione i cui prodotti di scarico (fanghi) devono essere periodicamente rimossi.

  • I filtri.

  • Un gruppo ventilatore-condensatore o un circuito frigorifero a seconda che si tratti di macchine a circuito aperto o chiuso.

Il ciclo di lavaggio si compone delle seguenti fasi: prelavaggio, lavaggio, centrifugazione, asciugatura, deodorizzazione, recupero solvente.

Nel prelavaggio si utilizzano saponi in grado di asportare lo sporco resistente al solvente (macchie magre).

Il lavaggio si effettua sottoponendo gli indumenti, insieme al solvente, a sbattimento attraverso la rotazione del tamburo di lavaggio per circa 30 minuti: il solvente viene poi fatto passare attraverso filtri impregnati di terre filtranti (decalite o celite) che trattengono le grosse impurità in sospensione e pompato nuovamente nel serbatoio. La centrifugazione, che segue il lavaggio, consente l'eliminazione del solvente residuo. Le fasi successive sono l'asciugatura e la deodorizzazione.

FUNZIONAMENTO

Dopo aver caricato gli indumenti da trattare e chiuso l'oblò, il solvente viene prelevato da uno dei serbatoi e pompato in botte, quindi viene fatto circolare tra la botte e i filtri, che trattengono le particelle di sporco. Le macchie di grasso e di sostanze solubili vengono rimosse chimicamente dal solvente.

Al termine del lavaggio, il solvente viene scaricato dalla botte in un distillatore. Il distillatore riscalda il solvente e lo converte in vapore per poi condensarlo. Grazie alla distillazione, la frazione pura del solvente viene separata dallo sporco che resta nel distillatore, mentre il solvente rigenerato viene riversato in un serbatoio per essere disponibile per il lavaggio successivo. Per recuperare la maggior quantità possibile di solvente, e scaricarla nel distillatore, si ricorre ad una fase di centrifuga seguita da una fase di asciugamento dei panni. Vengono impiegati anche filtri a carbone attivo per trattenere i vapori di solvente presenti nell'aria all'interno della botte a fine lavaggio.

Il lavaggio con metodo a distillazione continua utilizza due o più bagni, più l'utilizzo di un filtro solvente, il solvente viene rigenerato dopo ogni bagno di lavaggio, mentre nel lavaggio tradizionale ad un bagno è il solo filtro solvente a rigenerarlo, e tali metodi necessitano di più pulizia se si vuole mantenere efficiente la macchina.

L'ulteriore recupero del solvente durante l'asciugatura (50/60 °C) viene effettuato con gruppi refrigeranti che lo condensano sfruttando anche la pompa di calore per l'asciugatura stessa (lavatrici a circuito chiuso). Nelle lavatrici a circuito aperto durante la fase di asciugatura, sfruttando un radiatore di condensazione alimentato con acqua di rete, nella fase finale i residui di vapore di solvente non recuperati vengono scaricati in atmosfera (tali macchine sono vietate in molti paesi per ragioni ambientali).


I DETERSIVI PIU' UTILIZZATI

Circa il 70% delle lavasecco negli Stati Uniti, secondo la HSIA (Halogenated Solvent Industry Alliance), impiega il percloroetilene il cui consumo è drasticamente calato a causa della sua pericolosità per l’uomo sia per il miglioramento delle tecniche di recupero.

Alternative al percloroetilene:

  • 1, bromopropano che permette cicli di lavaggio più corti rispetto al percloroetilene.

  • Propilen glicloetere, ad esempio il tertbutil diglicoletere, più costoso del percloroetilene e con effetti minori sulla salute umana.

  • Polisilossani (siliconi) non tossici per l’uomo e l’ambiente, più costosi rispetto al percloroetilene.

  • Anidride Carbonica, non tossica, riciclabile al 98%. Richiede alti costi impiantistici.