Chiaramente però nell'ultimo periodo il conflitto a cui viene data più importanza è quello riguardante Russia e Ucraina, che purtroppo sembra essere di portata ben maggiore.
La guerra, scoppiata nel febbraio del 2022, è infatti il culmine di una serie di ostilità e collisioni che in realtà sono presenti da molti anni. L'Ucraina, pur essendo indipendente dal 1991, è sempre stata vista dalla Russia come una zona su cui poter esercitare la propria influenza. Questa idea è stata evidenziata quando nel 2006, nonostante fosse contro la costituzione ucraina, fu permesso a 25.000 militari russi di rimanere impiegati in zone strategiche come la città marittima di Sebastopoli, in Crimea. La stessa regione nel 2014 fu ufficialmente annessa alla Russia. Questo avvenimento causò nelle città del Donbass varie proteste filorusse, che si trasformarono rapidamente in una guerra di secessione. Nel febbraio 2015 fu firmato un accordo per il ritiro di alcune armate, ma ciò non impedì che negli anni successivi si verificassero piccoli scontri.
Nel 2021 fu però evidente che la tregua non sarebbe potuta durare a lungo. Infatti ad aprile furono stanziati sul confine con l'Ucraina circa 100.000 militari russi che, a gennaio 2022, salirono a circa 170.000. Nello stesso periodo la Russia manda due trattati in cui richiede all'Ucraina di non unirsi mai alla NATO e all'organizzazione stessa di diminuire le sue truppe in prossimità dei confini russi. Queste proposte vennero però respinte e la Russia dopo essersi inizialmente ritirata, iniziò a preparare l'attacco. Il 22 febbraio il presidente Vladimir Putin ottenne il completo controllo sulle forze militari dello stato e due giorni dopo annunciò una operazione speciale in Donbass, che segnò l'inizio dell'invasione.
L'obiettivo inziale fu Kiev, da cui però dovette ritirarsi ad aprile a causa della determinata resistenza. Da qui le armate si spostarono nella zona meridionale, riuscendo a prendere Mariupol per arrivare circa un mese dopo a Lyman e Lysychansk. Il 6 settembre le truppe ucraine lanciarono una controffensiva riuscendo a riascquisire alcuni territori.
Già dall'inizio della crisi, quindi dal 2014, la NATO, impossibilitata ad intervenire direttamente per non aumentare la portata della guerra, aveva iniziato a fornire all'Ucraina aiuti militari non letali. Gli stati membri però dopo l'invasione iniziarono a spedire anche armi letali. In particolare l'Unione Europea stanziò già il 27 febbraio 2022 500 milioni di euro in beni militari e umanitari da smistare attraverso la Polonia. Nonostante i tentativi di aiuto, la situazione è ancora critica e sta portando conseguenze, soprattutto economiche, anche al resto del mondo.