INTERVISTA A:

Don Theo

INTERVISTA A DON THEO

Oggi abbiamo intervistato Don Theo! A chi di voi, cari lettori, non manca?!?

P.S.: Se volete sapere chi è, o conoscere alcune curiosità su di lui, questo blog fa per voi!!!

NOI: Parlaci di te...

DON THEO: Sono don Theophilus, un salesiano che proviene dalla Nigeria. Sono 10 anni che vivo in Italia. Gli anni migliori li ho passati al Michele Rua dove ho lavorato come coordinatore dell’attività pastorale, ovvero facendo il catechista per quattro anni. Sono Juventino! So che questa dichiarazione deluderà alcuni, ma invito tutti gli amanti del calcio come me ad essere fieri delle vostre squadre! Mi piace giocare a calcio, basket, pallavolo, ping-pong... ma non sono capace a nuotare. Il mio cibo italiano preferito è la lasagna. Però, ho un stomaco cattolico, quindi, non mi piace tanto la carne cruda che i miei amici piemontesi invece amano tanto, mentre il formaggio di cui vado pazzo è la fontina, che mi ricorda i due anni passati a Chatillon come tirocinante.

NOI: Com’è la tua vita a Roma? Ti manca il Michele Rua?

DON THEO: La vita qui è molto diversa da quella al Michele Rua. A Roma sono impegnato principalmente nello studio! Ho la grazia di studiare nell’università pontificia gregoriana. Essendo un'università, non c’è un orario fisso. È diversa perché mi trovo in una comunità di quarantaquattro confratelli di cui quaranta sono studenti di varie facoltà di Roma. Questa città, ovviamente, offre tante opportunità da un punto di vista culturale ed ecclesiale. Ma vi dico realmente: mi manca Torino e mi manca il Michele Rua in modo speciale!

NOI: Ti manca urlare le tue frasi in cortile?

DON THEO: Ma che roba! Ma che te! Come no?! Mi mancano tantissimo! Sono delle espressioni di vita! Adesso sembra che una parte non esista più! Quelle frasi mi davano una carica enorme! Mi fa piacere che vi siate affezionati a queste frasi! Siete voi a dargli senso! Potrei anche ripeterle ora, ma manca tutto il contesto in cui sono nate. Sono semplici, parlano di vita e relazione. Alcune volte qui, nell’oratorio che abbiamo in comunità, le dico, ma vi assicuro che non è la stessa cosa. Mi manca davvero quel grido di gioia, di richiamo, d’incoraggiamento, di allegria.

NOI: Come hai trovato la tua strada?

DON THEO: La mia strada nel senso di vocazione? La strada è lunga. Era già ben spianata grazie alla mia bellissima famiglia che mi ha cresciuto nella fede. Da piccolo frequentavo la parrocchia dove ho ricevuto tutti i sacramenti. Essendo una parrocchia salesiana, non poteva mancare l’oratorio. Il seme della mia vocazione è cresciuto anche grazie al contesto salesiano di Akure. Ero un ragazzo dell’oratorio, chierichetto e poi animatore. Un giorno, durante la celebrazione dei voti perpetui di un confratello, mi è venuta in mente una domanda: “Ma chi porterà avanti la missione salesiana se un domani i missionari dovessero tornare in patria?” Non ho fatto tanta attenzione a questa domanda dopo la celebrazione. Ma un giorno un salesiano mi chiese esplicitamente: “Theo, hai mai pensato di diventare un salesiano?", ma la mia risposta fu "No!”. Il Signore lavora in modi che non immaginiamo. Dopo la scuola superiore, mi tornavano in mente fortemente quelle due domande. Dopo il confronto con alcuni salesiani, ho deciso di provare a percorrere questa strada, per capire davvero se fosse la mia. Ho cominciato a fare un anno di aspirantato, poi un anno di prenoviziato e dopo ancora il noviziato. L’8 settembre 2009 sono diventato salesiano di don Bosco.

NOI: Regalaci una parola...

DON THEO: "Sognate la Felicità".

Tutti abbiamo dei sogni, dei desideri. Chi sogna un nuovo cellulare, un nuovo gioco, un fidanzatino o una fidanzatina, se posso usare questa terminologia che fa parte del vostro linguaggio, e altri piccoli sogni che di per sé non sono malvagi. L’errore che facciamo è quello di focalizzare le nostre energie su questo e perdiamo l’orizzonte del grande Sogno di Dio nella nostra vita. Quante volte questi nostri piccoli sogni ci deludono... Allora, cari ragazzi, vi invito a credere del sogno di Dio nella vostra vita che è la felicità. Siete così preziosi ai suoi occhi (Is 43,4).

Di: Sara (2B), Gaia (2A) e Stefania (2A) :)