Modellistica e materiali / A
docente: Gaetano Di Gregorio
collaboratore: Michael Carion
Dopo una prima fase esplorativa sull’uso della carta e una intermedia di costruzione di modelli, il lavoro condotto nel laboratorio ha indagato caratteristiche dei materiali e processi attraverso tre linee metodologiche: per associazione, facendo collaborare materiali diversi; per evoluzione, rendendo un materiale lo stampo di un altro; e per trasformazione di materiali esistenti.
La ricerca ha messo al centro i materiali, a partire dai quali sono stati realizzati dei prototipi/modelli.
Gallery dei progetti
METODOLOGIA ASSOCIATIVA
A1
In seguito a un’approfondita indagine su materiali e processi studiati durante il corso, abbiamo deciso di lavorare sull’esplorazione delle potenzialità tra la plastica e il metallo. Due materiali molto differenti, con necessità e lavorazioni diverse, trattati con una tecnica associativa, danno vita a un “gioco di contrasti”, tra la parte più scultorea di una plastica modellata attraverso la fusione e la parte geometrizzata del metallo lavorato. Essi interagiscono tra di loro restando però autonomi, distinguibili e necessari.
A2
La nostra idea è nata dal voler unire due materiali con l’intento di vedere quale effetto ottico assumessero una volta sottoposti ad una fonte luminosa. Lo scopo del progetto è quello di ottenere un disco con un contrasto chiaroscurale che, grazie ai punti di trasparenza, e sottoposto a diverse fonti luminose naturali o artificiali che siano, sia in grado proiettare la luce generando diversi effetti ottici e talvolta caleidoscopici.
A3
In seguito ad aver deciso i materiali da utilizzare per le loro qualità tecniche e fisiche, quali legno, acciaio/alluminio e cemento, abbiamo ideato alcuni metodi e tipologie di associazione per i prototipi realizzati;
gli incastri si riferiscono al concetto di oggetti facilmente componibili e privi di giunzioni secondarie, mentre nel caso del secondo prototipo l’associazione avviene grazie alla solidificazione, realizzando così un pezzo unico.
A4
Nel nostro progetto, basandoci sulle proprietà fisiche dei materiali, volevamo studiare i diversi modi di unire il feltro, leggero e compatto, e il metallo, duttile e resistente.
A5
Il nostro progetto unisce il mondo del tessuto e delle fibre con quello dell'argilla, ispirandoci a pattern di tappeti albanesi e ad alcuni capi di moda. Utilizziamo la metodologia associativa, dove materiali distinti ma interconnessi creano moduli, pattern e mosaici unici, riflettendo la nostra visione di separabilità e individualità.
METODOLOGIA EVOLUTIVA
E0
Ho voluto sperimentare con l’argilla poiché questo materiale risulta essere molto malleabile e adatto a realizzare oggetti di media complessità attraverso varie tecniche. In questo caso ho deciso di utilizzare degli stampi in gesso.
E1
Il nostro progetto comincia dallo studio delle proprietà e dell'impiego dell’argilla.
Attraverso l’utilizzo di diversi stampi, abbiamo creato delle forme semplici, unite successivamente per creare oggetti più complessi.
E2
Volendo applicare la forma dell’esagono a degli oggetti abbiamo sperimentato l’utilizzo di diversi materiali, utilizzando tecniche differenti e concentrandoci sulle proprietà dell’argilla.
E3
Per questo progetto siamo partiti dallo studio dei materiali più adatti per la realizzazione degli stampi. Da questa punto siamo poi arrivati alla progettazione di una lampada con base in cemento e paralume realizzato in stampa 3D e resina epossidica.
E4
Partendo dalla ricerca dei materiali per il binomio stampo-oggetto, abbiamo deciso di utilizzare legno, materie plastiche e cemento.
Il nostro obiettivo è stato riprodurre le cementine utilizzando l’evoluzione dello stampo e semplificando il processo di produzione.
E5
Il nostro progetto si basa sull’idea di uno stampo, la cui forma ricavata potesse fare parte dell’oggetto finale stesso.
Dopo alcuni tentativi abbiamo ottenuto una forma cilindrica unita a una semisfera, creando così una sorta di bicchiere.
METODOLOGIA TRASFORMATIVA
T1
Volevamo progettare una bioplastica che potesse risultare compatibile con un diverso materiale per crearne uno nuovo e con proprietà diverse. La bioplastica scelta dopo varie sperimentazioni, è realizzata con la fecola di patate o amido di mais. Mediante l’utilizzo di essa abbiamo realizzato utensili e contenitori da cucina.
T2
Abbiamo pensato di realizzare, anche tramite l’associazione con altri materiali naturali quali le alghe e le fibre della lana, tre diverse tipologie di bioplastiche, sperimentando l’efficienza del materiale ottenuto attraverso la realizzazione di alcuni oggetti comuni il cui risultato è stato sorprendente.
T3
Volevamo progettare un materiale innovativo e resistente, facilmente modellabile appena realizzato, e solidifica in una forma compatta e resistente al fuoco. Sostenibile e sicuro per molteplici applicazioni industriali e domestiche.
T4
Il nostro progetto si basa sullo studio delle bioplastiche, unite ad altre sostanze. Ci siamo interessati anche a come e cosa si trasforma del materiale nel tempo, in quanto non è realizzato con prodotti chimici e durevoli.
T5
Sviluppo di bioplastica innovativa con materiali facilmente reperibili: un approccio sostenibile anche con risorse limitate. Unendo creatività e responsabilità ambientale, dimostriamo che anche con pochi mezzi è possibile affrontare l'inquinamento in modo efficace.
HANNO PARTECIPATO AL LABORATORIO
RINGRAZIAMENTI:Si ringrazia tutto il personale dei Laboratori per la didattica, in particolare: Diego Forno, Alberto Favretto, Joaquin Corvalane il collega della partizione B Alessandro Mason con Michele De Chirico
e in condivisione con i docenti e i collaboratori citati.