Rappresentazione digitale e tecnoculture
docenti: Massimiliano Ciammaichella
collaboratrice: Olimpia Russo
Il laboratorio si concentra sull’ecologia dei corpi, intesa come assemblaggio di corpi, tecnologie e ambiente circostante.
I fondamenti scientifici della rappresentazione si intrecciano con le teorie, i metodi e le pratiche afferenti alle tecnoculture odierne, per indagare come le tecnologie digitali siano in grado di attivare forme di interazione che coinvolgono contesti, soggetti e azioni, stimolando un pensiero critico a partire dalle forme di costruzione di immagini e immaginari.
Gallery dei progetti
Corpi digitali
–18. Per un archivio post-umano
Cosa significa conservare?
Può un corpo, una creatura, archiviare?
L’elaborato esplora l’ipotesi di una creatura archiviante di semi, scivolando nei suoi vischiosi processi di conservazione e selezione, per una nuova e feticistica ecologia del mondo.
Corpi digitali
Antropomorfosi. La nuova forma del corpo
Antropomorfosi pone il suo focus sul rapporto simbiotico che sussiste tra essere umano e contesto in cui lo stesso si immette. L’ambiente che si esperisce è un sistema interconnesso, il cui equilibrio è estremamente precario e, nella nostra contemporaneità, estremamente compromesso.
Corpi digitali
Habitus
Habitus riprende il concetto di cocooning, una condizione di sovraccarico che conduce a un totale isolamento e immobilità sociale, dimostrandone l’impatto attraverso le modificazioni del corpo. Il video ha un ritmo concitato che segue le metamorfosi del soggetto che, passivamente, ingloba i continui stimoli esterni.
Corpi digitali
Il complesso creatore
In una sorta di omaggio al pensiero di Carl Gustav Jung, il progetto rappresenta fisicamente il processo di invasione del corpo da parte del “complesso autonomo” durante l’atto creativo. L’intenzione è quella di focalizzarsi sul momento in cui l’impulso creativo sovrasta il soggetto.
Corpi digitali
Liminal Guts
Liminal Guts esplora il tema degli spazi liminali quando questi assumono una trasposizione nel corpo umano.
Le architetture vuote scompaiono a favore della carne pulsante, in un delirante sogno che si riconduce all’internet-estetica del dreamcore.