Laurea triennale in Design del prodotto, della comunicazione visiva e degli interni / curr. Product e Visual design / secondo anno

Visual design / B

docente: Simona Arillotta (Cultura visiva), Marco Fornasier (Visual design) 

collaboratore: Giacomo Zonta

Cosa vuol dire oggi pensare il nostro quotidiano? È possibile tracciarne il suo “farsi immagine”? Attraverso la scelta di undici “azioni” chiave, gli studenti hanno provato a rispondere a queste – e molte altre – domande emerse nel corso di quattro mesi, ragionando sulla portata comunicativa e iconografica delle diverse azioni quotidiane in modo da realizzare un sistema visuale in grado sia di sintetizzare che di diffondere i messaggi, i valori e i significati raccolti nella ricerca. Il progetto segue, così, due strade, una di creazione di un percorso di senso e curatela attorno al tema scelto, uno di elaborazione visiva di un’esposizione – dall’identità visiva alla comunicazione alla grafica d’allestimento – che renda tangibile la ricerca e manifeste le scelte curatoriali.

Gallery dei progetti

Museo del Quotidiano

Consumare

Emanuela Blajin, Lorenzo Cecchinato, Nnaemeka Egbo Collins, Andrea Segna

Consumare è intrinseco all’Universo stesso: noi esseri umani, in quanto dotati di raziocinio, tendiamo a vederlo come un fenomeno soprattutto organico, biologico, quando invece è un’azione che accomuna tutta la materia, compresa quella inorganica. Consumare è una delle tensioni fondamentali che mantiene il sistema in equilibrio: il progetto esprime sia in ambito curatoriale che grafico/visivo, questa tensione attraverso l’azione corrosiva; questa circonda e accompagna costantemente il visitatore col fine di coinvolgerlo emotivamente e renderlo consapevole della sua azione in prima persona in questo “decadimento” perpetuo.

Museo del Quotidiano

Respirare

Giacomo Adriano Pierno, Margherita Rossini, Omar Sawalhi, Martina Vanone, Alessandro Zerbetto

Respirare: dalla meccanica a un’esperienza collettiva di esposizione e rappresentazione di sé. Re-spirare vanta un’ulteriore possibile traduzione, di spiccato impatto rispetto le precedenti: risuonare. In questo senso, Respirare viene a essere tratteggiata come un’azione che si fonda e si articola sul concetto di ritmo. Respirare può essere intesa come un’opera collettiva, partecipativa e interattiva e tutto il progetto sviluppa questo concetto di azione meccanica comune a tutti gli essere viventi e propone la coogenerazione partecipata dell’identità visuale, che diventa opera collettiva e in continua mutazione.

Museo del Quotidiano

Mutare

Erica Carlotto, Giacomo Gatti, Vasile Oanta, Andrea Pani, Anna Tramontin

Mutare è certo un verbo che caratterizza il vivere quotidiano. Ben rappresentato dal motto “Panta rei”: tutto scorre, tutto si evolve e muta, passando da uno stato all’altro. Il progetto è partito da considerazioni di natura macroscopica e soggettiva di temi sociali, individuali, ambientali e materici, sviluppando una grande quantità di possibili evoluzioni formali e materiche. Con queste sono stati realizzati gli elementi grafici – potenzialmente infiniti – dell’identità visiva, capaci di indagare segni, strutture e materiali e sottolineando la continua l’instabilità della forma. Un’identità mutante nelle forme così come nel contenuto che si dissemina nei materiali di comunicazione, nella mostra e nelle scelte curatoriali.

Museo del Quotidiano

Espandere

Livia Baldelli, Flavia Doda, Francesco Mozzo, Cesare Silenzi, Serena Troisi

La mostra prende il titolo dalla parola “Exeo”, dal latino “esco”, “oltrepasso” ed esprime la volontà di porsi nella condizione di vedere oltre, di oltrepassare i diversi livelli visivi e ammettere la relatività della nostra conoscenza delle cose. L’esposizione è incentrata sul desiderio di analizzare l’espansione intesa come progressivo aumento dimensionale di uno spazio che arriva a una totale perdita dei confini precedentemente definiti; il progetto grafico nasce da una stringa di codice che ne guida in modo randomico l’espansione, perciò gli elementi di comunicazione sono potenzialmente infiniti. Questo si manifesta anche nell’esposizione dove tutti gli elementi grafici sono proiettati al fine di accentuarne la tensione verso l’espansione.

STRINGERE Vanessa Beggiora, Stefan Borogovac, Elisa Fano, Eleonora Visentin
MUTARE Erica Carlotto, Giacomo Gatti, Vasile Oanta, Andrea Pani, Anna Tramontin 
GIUDICARE Lisa Ferrari, Manuele Graziotto, Martina Marzotto, Gaia Leonor Rainoldi
STRAPPARE Vittoria Luria, Beatrice Pagliarusco, Anna Pitton, Matteo Santarcangelo, Alessia Santinon
ESPANDERE Cesare Silenzi, Flavia Doda, Francesco Mozzo, Livia Baldelli, Serena Troisi
CEDERE Polen Buktel, Pietro Cestonaro, Sara Damonte, Fabio Perchiazzi
CONSUMARE Emanuela Blajin, Lorenzo Cecchinato, Nnaemeka Egbo Collins, Andrea Segna
RESPIRARE Margherita Rossini, Martina Vanone, Omar Sawalhi, Giacomo Adriano Pierno, Alessandro Zerbetto
ORDINARE Laura Conti, Sofia Piva, Chiara Marchiori, Emma Gigante
MASCHERARE Asia Antichini, Martina Florit, Martina Guadagnin, Sofia Ciarpaglini
ANNUSARE Elide Beltrami, Giulia Lavina, Jago Pulici, Ernesto Tommaso Campagnuolo

HANNO PARTECIPATO AL LABORATORIO

Asia Antichini, Livia Baldelli, Vanessa Beggiora, Elide Beltrami, Emanuela Blajin, Stefan Borogovac, Polen Buktel, Ernesto Tommaso Campagnuolo, Erica Carlotto, Lorenzo Cecchinato, Pietro Cestonaro, Sofia Ciarpaglini, Laura Conti, Sara Damonte, Flavia Doda, Collins Nnaemeka Egbo, Elisa Fano, Lisa Ferrari, Martina Florit, Giacomo Gatti, Emma Gigante, Manuele Graziotto, Martina Guadagnin, Giulia Lavina, Vittoria Luria, Chiara Marchiori, Martina Marzotto, Francesco Mozzo, Vasile Oanta, Beatrice Pagliarusco, Andrea Pani, Fabio Perchiazzi, Giacomo Adriano Pierno, Anna Pitton, Sofia Piva, Jago Pulici, Gaia Leonor Rainoldi, Margherita Rossini, Matteo Santarcangelo, Alessia Santinon, Omar Sawalhi, Andrea Segna, Cesare Silenzi, Anna Tramontin, Serena Troisi, Martina Vanone, Eleonora Visentini, Alessandro Zerbetto
Pagine realizzate con il coordinamento di Pietro Costa, Maddalena Dalla Mura, Gianni Sinni e in condivisione con i docenti e i collaboratori alla didattica