Salotto letterario

recensioni di libri



KHALED HOSSEINI


PICKWICK EDIZIONI

2013

Traduzione di Isabella Vaj

E l'eco rispose

Caterina M. (Terza C)

20/12/2021


Nei racconti che compongono il libro i protagonisti sono legati da un forte vincolo d'amicizia o di parentela. Le vicende, unite dal sottile filo dell'amore tra i personaggi, si intrecciano e si completano, aggiungendo ognuna una sfaccettatura all'altra, seguendo il corso di tre generazioni, nella storia di un Afghanistan che cambia velocemente. I messaggi che l'opera vuole trasmettere sono tanti, ma forse il predominante è quello della separazione tra bene e male, non sempre netta e ben definita, spesso nebulosa e poco chiara. È infatti impossibile giudicare le scelte dei personaggi, definirli buoni o cattivi, esattamente come accade nella vita reale. La stessa frase che apre il romanzo introduce questo concetto: "Ben oltre le idee di giusto o sbagliato c'è un campo. Ti aspetterò laggiù". Altro tema centrale è quello del destino, inteso come qualcosa a cui non si può sfuggire, per quanto ci faccia male. Non sono importanti le tue scelte, alla fine il tuo destino ti inseguirà sempre.

Come ho già accennato, emerge poi il filo dell’amore. Hosseini lo ritrae come sentimento che lascia una traccia, dà inizio a una vita e ne salva un'altra, ma sottolinea anche come non esista un solo tipo di amore: spesso questo non basta a farci imboccare la strada "giusta", anzi, a volte questo sentimento spinge i protagonisti a sbagliare.

Al contrario di altri romanzi di Hosseini, l'Afghanistan non è il muto protagonista della narrazione, ma diventa una parte integrante di ogni personaggio, quella che rappresenta le proprie radici, il proprio inizio come persona, da cui è impossibile staccarsi. In E l'eco rispose ogni personaggio è diverso dagli altri e così ben caratterizzato, con le sue debolezze, i suoi timori, le sue contraddizioni, ma anche i suoi punti di forza, tanto da sembrare una persona reale. La lettura è interessante, scorrevole e coinvolgente, e ti conduce a comprendere il dolore, le sofferenze, le gioie dei protagonisti, spesso rappresentate senza bisogno di troppe parole.

Khaled Hosseini ha messo molto di sé e della sua storia personale in questo libro, e la cosa risulta evidente anche attraverso le affinità con i vari personaggi. Hosseini è infatti nato in Afghanistan nel 1965 e poi, nel 1980 ha dovuto lasciare la sua terra natale per emigrare negli Stati Uniti d’America dove si è laureato in medicina, e dove adesso vive con sua moglie e i suoi due figli. A mio parere molte delle storie dei protagonisti riflettono il vissuto dello stesso Hosseini, che, ormai invecchiato, padre di due figli e tornato varie volte In Afghanistan, si fa delle domande sull’inevitabilità della vecchiaia, sul dolore, sulle scelte e, appunto, sulle proprie radici. Potrebbe essere proprio questo il riferimento dell'enigmatico titolo del romanzo: non importa cosa si lascia andare, in un modo o nell’altro tornerà sempre da te.

Consiglierei E l’eco rispose a chiunque, e suggerisco di leggere anche gli altri due capolavori dell'autore, Mille splendidi soli e Il cacciatore di aquiloni.

LIA LEVI

PIEMME EDIZIONI 2021

Il Giorno della memoria raccontato ai miei nipoti

Caterina M. (Terza C)

01/11/2021


Lia Levi ci parla dell’importanza del Giorno della memoria (ricorrenza del 27 Gennaio, che commemora le vittime dell’Olocausto) e della sua esperienza di bambina ebrea durante il fascismo e la seconda guerra mondiale, come testimone delle terribili discriminazioni di cui gli ebrei sono stati vittime. Lo fa rispondendo a semplici domande, solitamente poste dai suoi nipoti o dai bambini nelle scuole a cui spesso fa visita, in un testo denso di riflessioni, idee e curiosità. Colpisce la chiarezza con cui descrive il criminale piano nazista: “Uccidere tutti gli ebrei non era il mezzo per ottenere qualcosa, era il fine. Ti uccido perché esisti, e basta. Qualcuno ha scritto molto bene che per gli ebrei d’Europa il certificato di nascita equivaleva a un certificato di morte. Senza un motivo diretto”.

Ci insegna inoltre che anche nelle nostre vite quotidiane possiamo fare la differenza: "Nella parola sensibile è compreso tutto. Ci sono le piccole cose apparentemente insignificanti, come non prendere in giro un compagno un po’ goffo, non scansare uno straniero non inserito in classe. Ma più di tutto conta non sottrarsi alla sofferenza di chi ti vive accanto [...]… Possibile che tutto il bene che opera nel mondo si possa racchiudere in un'unica, modesta parola? Io penso di sì”.

Il libro offre spunti di riflessione molto profondi, sulla libertà, sulla civiltà, sulla speranza, ma soprattutto sulla memoria e sulla sensibilità, parla della necessità del non voltarsi mai dall’altra parte davanti alla sofferenza, in una prosa semplice e scorrevole.

Ho apprezzato molto questo libro, non solo per i contenuti, ma anche per lo stile della sua autrice.

A mio avviso, infatti, solo i migliori scrittori e le migliori scrittrici sanno tramutare in parole chiare i concetti più complessi, e Lia Levi lo fa in modo eccellente, riuscendo a renderli accessibili a tutti, persino ai bambini e ai ragazzi, a cui si rivolge.