Caterina Bosetti, responsabile della Caritas di Corbetta, e la prof.ssa Giuliana Bonfiglio
Intervista alla responsabile della Caritas di Corbetta, Caterina Bosetti
Un mercatino d’autunno solidale: così la Caritas ha deciso di sostenere i bisognosi.
Il mercatino, promosso dall’associazione e dalla responsabile della Caritas di Corbetta Caterina Bosetti, si è tenuto lo scorso ottobre e ha avuto come obiettivo quello di raccogliere fondi destinati all'acquisto di prodotti per la cura della persona sia per gli adulti che per l'infanzia. I volontari della Caritas ringraziano calorosamente tutti i cittadini che sono riusciti a compiere qualche acquisto e sostenere con le loro donazioni l'iniziativa.
Anche la nostra scuola ha partecipato, nei giorni scorsi, ad una raccolta di questi prodotti di prima necessità.
Bosetti ci ha illustrato come funziona la Caritas e in che ambiti lavora: “La Caritas si occupa di sostenere quelle persone o nuclei familiari, presenti sul territorio, che non hanno la possibilità di sostenere le spese necessarie per poter vivere una vita degna all’interno della comunità -, ha detto - La nostra attività si svolge in due settori, quella alimentare che garantisce una fornitura di generi alimentari di base (Pasta, riso, olio, zucchero, caffè, latte, biscotti, lattine di tonno, legumi e pelati) e quella del guardaroba per garantire abiti caldi d’inverno e freschi per la stagione estiva. I generi alimentari vengono acquistati con le offerte raccolte dalla Parrocchia, il guardaroba ha vita grazie alla generosità dei cittadini di Corbetta che ogni sabato mattina dalle 09.30 alle 11.30 possono passare a donare l’abbigliamento che non serve più”.
Una realtà di Corbetta, quella di Caritas, che non tutti conoscono ma a cui tutti possono accedere: donare è un gesto importante che porterà gioia a tutti, sia a chi riceve, sia a chi dona.
Riccardo Baroli e Riccardo Colombari
Locale degli alimenti
Locale degli indumenti pronti per essere donati
Un riconoscimento speciale per le vetrine più belle. Anche quest'anno si è svolta, a Corbetta, la tradizionale Mostra concorso delle vetrine che nella serata del 5 ottobre ha visto in gara i negozianti del paese. La premiazione si è svolta il 19 ottobre 2024 ed erano presenti il sindaco Marco Ballarini, l'assessore al commercio Giuliano Gubert, i commercianti vincitori e loro familiari. Sono stati assegnati premi in base alle votazioni delle varie giurie.
Durante questo evento i commercianti della città di Corbetta hanno creato la propria vetrina valorizzando i prodotti da loro venduti e promuovendo le loro attività. L’impegno è stato non solo nella realizzazione della vetrina ma anche nella sua ideazione, con una vera e propria sfida creativa.
La storica mostra concorso delle vetrine, giunta alla sua 48esima edizione, è un evento molto sentito sia dalla cittadinanza sia da persone dell'hinterland. Da qualche anno c'è una giuria popolare (quella di facebook) che vota online le singole vetrine, oltre alla giuria tecnica e a quella dei ragazzi (CCR), che assegnano i premi per categoria: alimentari e non alimentari. Ci sono inoltre il Premio Pro Loco e il Premio Tartaruga, cioè il riconoscimento assegnato dagli anziani della RSA Don Felice Cozzi. (In grafica l'elenco dei premiati).
Nella serata conclusiva, in sala polifunzionale, grande emozione per tutti i negozianti premiati, capaci di tener viva, ancora una volta, una storica tradizione di Corbetta.
Shixin Balzarotti e Martina Bianco
Gli Scout verso un nuovo percorso tra festa e progetti
Nel weekend dell’11-12 ottobre si è tenuta l'apertura dell'anno scout della sede di Corbetta.
Durante la giornata di apertura i giovani dell’associazione Agesci si sono ritrovati insieme in oratorio, indossando ognuno la propria divisa. Lo scopo di questa giornata è di essere assegnati ad un gruppo, pensare a cosa fare durante l’anno e ovviamente stringere nuove amicizie.
I ragazzi si sono ritrovati nel pomeriggio e hanno iniziato montando le proprie tende, dandosi subito dopo a giochi e attività di gruppo. Anche cosa fare durante l’anno è stato deciso con un gioco: sono stati allestiti tre punti con un cartellone e i bambini si dovevano fermare in ogni punto per scrivere ciò che avrebbero voluto fare e imparare, correndo poi verso il cartellone seguente. Infine si è cenato tutti insieme e si è fatto il bivacco, ossia dei giochi prima di andare a dormire.
Il giorno dopo gli scout hanno fatto colazione insieme, poi hanno smontato le tende, e infine, sempre con la propria divisa, sono andati a messa. Per concludere l’esperienza, sono stati disposti dei tavoli su cui mettere il cibo portato dai genitori, che si sono uniti per il pranzo.
Ma cosa vuol dire essere scout?
Innanzitutto ci sono gruppi scout diversi a secondo delle località di riferimento, e le differenze tra i vari gruppi consistono nel fazzolettone che hanno al collo: ad esempio, il gruppo Agesci di Corbetta, che si chiama Corbetta 1, ne indossa uno verde e arancione, e ci si può attaccare ciò che si vince durante i vari incontri.
I gruppi cambiano in base all’età e durante l'anno ogni gruppo cerca sempre di migliorarsi in qualsiasi aspetto.
Le attività che si fanno durante l'anno sono organizzate dai singoli gruppi e variano sempre per imparare cose diverse. Diventare Scout è quindi una bella opportunità per noi ragazzi e ragazze.
Giulia Giada Villa
Nelle foto
Gli Scout hanno iniziato in oratorio nuovo anno di attività
La “Scuola Senza Frontiere” è un progetto educativo nato nel 1993 a Corbetta con l’obiettivo di favorire l’integrazione culturale e sociale tra studenti di varie nazionalità, religioni e background culturali. Nasce su iniziativa di un gruppo di insegnanti guidate dalla maestra Franca Paia, colonna della primaria “La Favorita” oggi in pensione.
Questa scuola rappresenta una risposta concreta alla sfida dell’integrazione in un contesto sempre più multiculturale, unendo persone di diverse origini in uno spazio educativo aperto, inclusivo e accogliente. “Scuola Senza Frontiere” non è una scuola formale, ma una realtà associativa che offre un luogo di incontro e crescita personale per giovani e famiglie provenienti da diversi paesi.
Ma come è nata l'idea? "L’idea è nata dalla necessità di creare uno spazio educativo dove non ci fossero barriere, né culturali né sociali. Ho visto tanti ragazzi, soprattutto migranti, che non riuscivano ad accedere a una scuola che li accogliesse veramente. Volevo che la scuola diventasse un luogo dove tutti potessero sentirsi inclusi, indipendentemente dalle loro origini", spiega Franca Paia.
Uno dei tratti distintivi di questo progetto è la sua apertura al dialogo interreligioso. Gli incontri organizzati dalla scuola non solo facilitano l’apprendimento, ma includono momenti di preghiera e riflessione che coinvolgono diverse tradizioni religiose, come quelle cristiana, islamica, induista e buddista. In una recente celebrazione per il trentennale della scuola, sono state recitate preghiere in diverse lingue, a sottolineare lo spirito di inclusività che pervade ogni aspetto delle attività. In questo modo, la scuola non si limita ad accogliere studenti di diverse fedi, ma promuove attivamente la conoscenza e il rispetto delle tradizioni altrui.
Il successo e la longevità della “Scuola Senza Frontiere” sono dovuti non solo alla leadership di Franca Paia, ma anche alla collaborazione della parrocchia e del parroco don Giuseppe, che hanno sempre sostenuto l’iniziativa, aiutandola a crescere e a radicarsi nella comunità di Corbetta. Paia descrive l’esperienza della scuola come “una grande famiglia”, un luogo in cui anche gli insegnanti affermano di aver ricevuto tanto quanto hanno dato agli studenti, creando un clima di reciprocità e mutuo apprendimento. "La scuola ha dato agli studenti l’opportunità di conoscere e rispettare le differenze, ma ha anche trasformato la comunità circostante, rendendola più aperta e solidale. Abbiamo creato un ambiente di reciproco arricchimento, dove la diversità è stata vista come una risorsa", aggiunge la fondatrice.
Eppure all'inizio qualche difficoltà c'è stata: "Un po' di resistenza iniziale al progetto e le differenze tra gli studenti. Ma con l’aiuto di tanti collaboratori e attraverso metodi pedagogici inclusivi, siamo riusciti a creare un ambiente dove ogni ragazzo potesse sentirsi a casa. Lavorare insieme e valorizzare le diversità è stato fondamentale", continua Paia.
Il messaggio è che l’educazione è la chiave per abbattere le barriere e costruire una società più inclusiva. Ogni piccolo passo verso l’inclusione è fondamentale. La scuola deve essere un luogo dove ogni persona possa crescere e sentirsi parte di una comunità, indipendentemente dalla propria origine. La “Scuola Senza Frontiere” rappresenta un esempio di educazione inclusiva e una testimonianza vivente di come l’impegno collettivo possa trasformare una comunità, rendendola più aperta e accogliente.
Filippo Barbisotti e Mattia Sahlean
Dall'alto a sinistra la fondatrice della Scuola senza frontiere Franca Paia, il logo dell'associazione e un gruppo di studenti e studentesse in gita.
Il cantante lirico dirige il coro dei Piccoli cantori
Il vincitore del Premio Culturale Città di Corbetta dell’anno 2024 è Andrea Semeraro, un cantante lirico che da 25 anni si esibisce alla Scala e fondatore del coro "Piccoli cantori di Corbetta".
Il premio culturale è un riconoscimento che il comune di Corbetta ogni anno conferisce a una persona o a un’associazione in particolare che si sia contraddistinta per aver svolto un’attività inerente alla cultura, quindi all’arte, alla musica, alla pittura, la poesia, all’insegnamento, alla scuola. E il Maestro Semeraro, con le sue numerose benemerenze in campo musicale, ha raggiunto un livello di eccellenza che lo ha reso meritevole di ricevere questo premio.
Da diversi anni, a Trieste, a Corbetta e in altre città in cui ha vissuto, ha sempre fondato dei cori per esercitare attività didattica e corale. Si esibisce anche come solista, in gruppi vocali, o come direttore di cori in giro per l’Italia.
Per lui un grande soddisfazione: ”È un riconoscimento che non è dato a me, nel senso che sono solo colui che aggrega le persone e dona loro delle occasioni per imparare, per crescere e per migliorarsi - ha commentato Semeraro -; Voglio condividerlo con tutti i miei piccoli cantori, soprattutto con le loro famiglie, che da sempre mi supportano con il loro entusiasmo, e con tutti i componenti del Civico Coro Polifonico Curia Picta”.
Una bella realtà quella dei "Piccoli cantori di Corbetta", che vorrebbe si ampliasse: “Se qualcuno di voi è alla ricerca di nuove esperienze, provi ad unirsi al nostro coro. Potrà vivere l’emozione di salire su un vero palcoscenico o di esibirsi in una chiesa o in una piazza. Potrà provare fortissime emozioni, mettendo in gioco le proprie capacità”.
Ha poi rimarcato: "Una delle ricchezze per cui l’Italia è ancora famosa in tutto il mondo è il canto; l’anno scorso, il canto lirico Italiano è stato dichiarato patrimonio materiale dell’Unesco. E sono proprio i bambini gli eredi naturali di questa incomparabile arte”.
Ogni anno il Maestro, compatibilmente con i suoi impegni alla Scala e come solista, organizza dei viaggi con le sue "Voci bianche": il primo anno la meta fu Trieste, dove è nato un gemellaggio con un altro coro, mentre l’anno scorso Barcellona, per realizzare un altro patto d'amicizia con un coro molto famoso di una scuola di musica. Nel 2025 si punta a Lione, dove c’è una scuola di musica e di canto corale molto prestigiosa, quella da cui sono state prese le voci bianche per fare il film “Les Choriste", i “Petit Chanteur de Saint Marc”.
Intanto, però, Semeraro si gode il premio, attestato di stima e merito di una intera città.
Lorenzo Acquaviva, Filippo Gulifa, Matteo Gulifa e Gioele Semeraro
L'assessore Antonella Cislaghi con Andrea Semeraro e il sindaco Marco Ballarini (foto Comune di Corbetta) durante la premiazione.
La festa di Halloween è arrivata in Italia e ha contagiato anche Corbetta!
Infatti, da qualche anno si è iniziato a festeggiare in tutta la città: quest'anno è addirittura stato aperto il Parco Ferrario, con l’allestimento di bancarelle dedicate interamente ai bambini.
Alle 21:30 sono state premiate le maschere più belle. In più si poteva girare le vie delle città e fermarsi nei negozi per chiedere “Dolcetto o scherzetto?”.
Ma voi sapete cos’è Halloween?
E’ una festa di origini celtiche che si celebra il 31 ottobre, molto diffusa tra i popoli dell’ Irlanda, Gran Bretagna e Francia settentrionale, che poi negli anni successivi diventerà una festa tradizionale degli Stati Uniti.
E’ ormai diventata tradizione intagliare le zucche e mettere una candela dentro di esse, ma quando nasce questa usanza?
Secondo le storie irlandesi, la sera del 31 ottobre, un fabbro di nome Stingy Jack si avviò verso un pub e si mise a bere un drink con il diavolo. Poiché Jack era una persona avara, chiese al diavolo di trasformarsi in una monetina per saldare la spesa del suo drink. Jack era anche molto furbo, e decise di mettere la monetina in tasca vicino a una croce. Così il diavolo rimase intrappolato, e accettò di risparmiare l’ anima del fabbro per un anno in cambio della sua libertà.
L’ anno seguente il diavolo tornò come aveva promesso, ma l’avaro lo intrappolò in un albero incidendo una croce sopra. Per liberare il diavolo, questa volta il fabbro gli chiese di rinunciare alla sua anima per sempre, e così l'anima fu libera.
Inizia quindi il lungo viaggio di Stingy accompagnato solo da un tizzone che inserirà poi nella rapa che stava mangiando, da cui deriva il nome di Jack’ o Lantern. Quando però Jack pensava che il Diavolo avesse liberato la sua anima, iniziò un lungo tormento.
Una volta morto per i troppi peccati fatti in vita, non fu accolto né in Paradiso né all’inferno, visto che il diavolo non voleva catturare la sua anima e stizzito dagli inganni gli lanciò del carbone ardente.
Un po’ di tradizione, insomma, per spiegare questa festa importata che oggi è molto amata anche nel nostro Paese.
Giuditta De Petri e Angelica Santos
Una festa molto partecipata, quella organizzata dal Comune di Corbetta ad Halloween (foto del Comune di Corbetta)