Cultura 

e Storia Locale

Alla scoperta di villa Mereghetti-Maggi

Tra architettura, storia ed aneddoti: visita nella residenza storica


La villa Mereghetti-Maggi è una delle residenze più celebri di Corbetta,  costruita nella metà del XVII secolo e situata in via  2 Giugno.

L’architetto di questa villa fu Richini e il suo stile era quello di costruire tutte le porte e le finestre alla stessa altezza e parallele tra di loro. La villa presenta due giardini: il primo sulla parte frontale e un secondo sul retro. Il primo giardino presenta una distesa di prato di forma circolare non molto grande,  circondata da  un sentiero ricoperto di ghiaia che conduce alla facciata della villa. Essa fu restaurata e per questo motivo su di essa sono presenti dei piccoli fori dovuti al restauro. La facciata presenta 8 colonne, costruite in granito di Baveno dal colore rosa e tre portici con l’aspetto di un arco.

La residenza presenta diverse sale: la prima stanza è piccola e stretta, ospita degli affreschi creati dai fratelli Montalto, sul centro del soffitto è presente un affresco che rappresenta la Divina Provvidenza:  due angeli e, ai quattro lati, le quattro stagioni, ossia autunno, inverno, primavera ed estate. In questa sala il Conte accoglieva i suoi ospiti perché voleva mostrare loro la sua ricchezza tramite gli affreschi.

Proseguendo per la villa troviamo il salotto, una stanza abbastanza grande dove sono presenti una scrivania e un camino con davanti un divano. La sala di fianco al salotto presenta lo stemma dei Frisani, prima famiglia ad abitare questa villa, posto sul soffitto. Lo stemma è diviso in 4 parti con un leone e dei quadretti  rossi e bianchi.

La leggenda narra che in questa villa, tanto tempo fa, in una stanza di fianco al solaio abitava un affittuario. Si racconta inoltre che c’era una presenza femminile, la presunta amante dell’affittuario, che per fargli visita affrontava tre porte che portavano sul tetto. L’affittuario si accorse che qualcuno notò la presenza di questa donna ma, per non prendere lui stesso colpe, disse che, in realtà, lei era un... fantasma: la Dama Bianca. 

Clarissa Losa, Matilde Tomalino


Uno scorcio della residenza storica

Uno sguardo all'interno

Un affresco

Alcuni mobili d'epoca

Il giardino