La testimonianza dello sportivo Omar Di Felice
Omar di Felice e il prof. Giovanni Grande
Sport ed educazione ambientale protagoniste! Lo scorso 20 marzo nella scuola secondaria di primo grado Simone da Corbetta, Omar Di Felice, professionista di ultracycling e autore di molti viaggi in luoghi estremi, ha raccontato a studenti e studentesse la sua esperienza in Antartide e in luoghi dove c’è molta siccità.
Fin da ragazzo, Omar è appassionato di ciclismo e quando studiava geografia voleva visitare i posti spiegati dai libri. Lo sportivo ha trasformato nel suo lavoro le sue due passioni: viaggiare e la bicicletta.
Durante l’incontro, ha raccontato del suo viaggio in Antartide, il luogo in cui si vede di più il cambiamento climatico.
Omar è stato in quel luogo desolato due volte: la prima volta è dovuto rientrare in Italia dopo una settimana per motivi familiari, mentre la seconda ha percorso più 700 km in 48 giorni. Omar ha voluto fare questo viaggio per provare a vivere un'esperienza in solitudine e in cui poteva contare solo su se stesso.
Il ciclismo ha poi parlato del suo viaggio in Nepal, un po’ meno in solitudine, ma ogni giorno aveva solo 10 litri d’acqua per mangiare, bere e lavarsi. Con questo racconto ci ha ricordato quanto siamo fortunati ad essere nati in questa parte del mondo. Ha concluso l’incontro rispondendo alle domande dei ragazzi sorte durante i suoi racconti. Questa attività è stata possibile grazie al professor Giovanni Grande, che ha invitato Omar Di Felice a tenere questa conferenza.
Fabio Berra
Il progetto “Quanto mondo abbiamo addosso?” è un’iniziativa volta a coinvolgere migliaia di studenti delle scuole dei Comuni del Sud Ovest Milanese, soci di Consorzio dei Navigli S.p.A., società che si occupa di gestione dei rifiuti, educazione ambientale e promozione turistica del territorio che si estende a ridosso del Naviglio Grande.
L’obiettivo del percorso è di sviluppare il senso di responsabilità di bambini e ragazzi sul tema dell’inquinamento con particolare attenzione a quello causato dal mondo dell’industria tessile. In gran parte la causa è riconducibile alla cosiddetta “fast fashion”, settore dell'industria dell’abbigliamento che produce nuove collezioni in tempi brevissimi.
Con la specialista, le classi hanno affrontato tre incontri di due ore l’uno svolgendo lavori teorici e pratici di gruppo. Nel primo incontro la specialista ha introdotto agli alunni il tema del progetto con una presentazione. Nel secondo incontro gli alunni hanno lavorato in gruppi facendo un’intervista o un servizio televisivo basato su temi riguardanti la fast fashion ricavando informazioni online.
Il terzo e ultimo incontro i ragazzi hanno preparato un cartellone inserendo le loro opinioni su una storia letta in classe.
Alcune classi per conclusione del progetto sono andate a visitare l’ecocentro o un negozio di vestiti di seconda mano ad Abbiategrasso (puoi leggere l'articolo nella sezione "A spasso per imparare").
Da questo percorso le classi hanno compreso l’importanza di poter fare a meno di comprare molti articoli online o in negozi fast fashion, date le condizioni dei lavoratori che li producono: pagati miseramente e sfruttati.
Andrea Cupi e Davide Lesmo
Affettività e sessualità tra i banchi di scuola
Il progetto ha coinvolto le classi terze
Le classi terze della scuola secondaria Simone da Corbetta hanno intrapreso un nuovo progetto dedicato all‘affettività e alla sessualità.
Seguiti da Anna Faragò, la psicologa scolastica, gli alunni sono andati a scoprire a fondo i significati di queste parole.
Nelle quattro ore dedicate al progetto, la classe è stata divisa in gruppi che hanno poi dovuto svolgere le attività assegnate.
Il primo compito da svolgere individualmente è stato quello di individuare delle parole relative alla sessualità per poi proseguire a gruppi andando a parlare dei cambiamenti che coinvolgono i corpi (maschile e femminile) e quali di questi cambiamenti legati all’adolescenza i ragazzi avrebbero voluto che non accadessero e quali sì. Proseguendo a gruppi, hanno dovuto scrivere ciò che secondo loro i ragazzi cercano nelle ragazze e viceversa.
In questa prima parte i ragazzi hanno dato e motivato le risposte, aprendo così alcuni dibattiti.
Successivamente i gruppi sono stati cambiati e la psicologa ha proiettato alla lavagna alcuni quesiti che rappresentavano una situazione reale, spronando gli alunni a pensare, scrivere e motivare cosa avrebbero fatto in quel caso.
La psicologa ha lasciato la libera scelta ai ragazzi di scrivere dei bigliettini con argomenti che avrebbero voluto trattare e di inserirle in una scatola che si trova all’ingresso dello sportello psicologhe.
Un'attività abbastanza utile, per educare ragazzi e ragazze alla conoscenza di loro stessi e porre le basi per un approfondimento su temi di attualità legati alla sessualità.
Edoardo Iaffaldano e Nicole Zenfrani
Alla nostra scuola serve il ghiaccio? Ecco il freezer per conservarlo! A causa dei vari infortuni che capitano ai ragazzi, si era reso necessario avere un freezer per conservarlo.
Grazie all'aiuto del Comitato genitori, l'elettrodomestico è arrivato in regalo. Lo scorso 5 marzo, la consegna ufficiale, alla presenza della vicepreside Maria Passoni.
“Il Comitato genitori si è subito attivato per aiutare la nostra scuola nella ricerca del freezer e ci ha informati subito della possibile donazione alla scuola. Davvero una positiva collaborazione e una risorsa, quella del Comitato, per tutta la scuola”, ha specificato la professoressa Passoni.
Dopo aver trovato il freezer, la scuola si è accordata con il Comitato per la data del ritiro, a distanza di circa un mese dalla richiesta.
Si è deciso di posizionare il freezer nell’aula di fronte all’infermeria, così che chiunque ne abbia bisogno possa accedere facilmente al ghiaccio conservato.
Greta Acquaviva e Gioele Semeraro
Dietro le quinte di Romeo e Giulietta
Tra emozioni e insegnamenti il progetto di teatro che ha coinvolto la 2E
Durante questi mesi scolastici, la classe 2E ha avuto l’opportunità di partecipare al progetto teatrale guidato da Roberta Villa.
Un percorso, iniziato nel mese di novembre, che ha portato gli studenti alla scoperta del teatro, utilizzandolo anche come strumento di crescita personale. All’inizio del progetto, Roberta, ha spiegato il senso della parola teatro: tramite un filo rosso è riuscita a far collegare tutti gli studenti e intrecciando il filo, ognuno di essi ha detto una parola, un’idea, un’emozione che poteva riguardare il tema del teatro.
Nei mesi successivi, gli studenti hanno imparato ad improvvisare, ad utilizzare la voce e a gestire lo spazio e le emozioni.
Un esercizio molto significativo: i ragazzi hanno camminato nella creativy space, con della musica di sottofondo: quando la musica si interrompeva, essi improvvisavano una scena o un atteggiamento. Hanno anche lavorato in coppia per inventare brevi scene improvvisate.
Poi, è arrivato il momento di scrivere il copione dello spettacolo. Gli studenti hanno scelto una storia molto famosa: Romeo e Giulietta di William Shakespeare, ma con una loro idea originale: rivisitare la storia in epoche e situazioni diverse. Romeo e Giulietta sono stati catapultati nella seconda Guerra Mondiale, in un film thriller, in una fiaba, in una storia di mafia, ai tempi del muro di Berlino e infine nella Divina Commedia.
Dopo svariate prove della storia e sistemazioni del copione, è andato in scena lo spettacolo intitolato "Romeo e Giulietta dispersi nel tempo”, il 4 aprile nella sala polifunzionale della scuola Aldo Salvi.
“Lavorare e imparare con Roberta è stata un'esperienza unica e piena di emozioni, con una punta di divertimento, anzi tanto divertimento!”, è il racconto dei giovani attori e attrici.
Giuditta De Petri e Angelica Santos
Alcuni scatti dello spettacolo; i ragazzi della 2E con le prof.
Avete mai pensato di intervistare Malala? La 3A lo ha… fatto! Un’intervista virtuale, naturalmente, ad una giovane che è per noi di ispirazione: Malala.
Tutto è nato nell’ambito di un progetto ormai consolidato, per cui, nel corso del terzo anno alla scuola secondaria di primo grado, gli insegnanti guidano alla scoperta di alcuni personaggi che ancora oggi si battono per la difesa dei diritti dei bambini e delle bambine.
Tra questi, c’è proprio Malala Yousafzai, coraggiosa giovane pakistana, che è stata vittima dell’odio e dell’intolleranza solo per il suo desiderio di voler studiare come i suoi coetanei maschi.
A 13 anni in un blog per la BBC ha descritto la dura realtà del suo Paese. Nel 2013, Malala ha tenuto un discorso all'ONU in favore del diritto all'istruzione per tutti e nel 2014 ha vinto il Premio Nobel per la pace. Dal 2016 è messaggera di pace dell'ONU. La sua testimonianza è una luce per tanti ragazzi e ragazze nel mondo a cui l’istruzione è ancora negata.
Da qui l’attività svolta in classe, basata sulla sua storia, e realizzata - durante le lezioni di educazione civica con la prof.ssa Patrizia Adamo - dalla 3A che ha analizzato un'intervista a Malala trasformandola poi in un podcast, realizzato con la collaborazione della Città dei Bambini di Corbetta e arricchito dai disegni creati con la supervisione della prof.ssa Francesca Biondi. Alcune alunne il 9 giugno hanno anche partecipato alla trasmissione di Radio Magenta, per raccontare il lavoro svolto e vedere dal vivo come funziona una radio.
Le ragazze e i ragazzi della 3^A