Voci di corridoio

Scambio internazionale di successo

Gli insegnanti turchi si sono confrontati con i docenti della nostra scuola

Nel mese di marzo, nella scuola secondaria Simone da Corbetta, sono arrivati una dozzina di insegnanti turchi per acquisire conoscenze e confrontarsi sul sistema educativo italiano. Erano estremamente cordiali e molto curiosi di conoscere come funzionano le scuole in Italia. In effetti, sono rimasti sorpresi da alcune delle risposte fornite dalla nostra scuola e anche noi siamo rimasti sorpresi da alcune delle loro risposte: non avremmo mai immaginano che dovessero prendersi cura di 40 studenti in una classe! Abbiamo poi avuto la piacevole opportunità di portarli in giro per la nostra scuola per osservare le diverse aule e le sale delle attività: erano molto interessati.

Hanno inoltre richiesto di frequentare una lezione e hanno vissuto la straordinaria esperienza di confrontarsi con studenti stranieri delle nostre classi. Davvero un bello scambio internazionale! 

Angelo Tushaj

Sopra Antonio Ferrara, sotto un momento dell'incontro

Incontro con l'autore

 In biblioteca  appuntamento con la letteratura contemporanea

Antonio Ferrara è uno scrittore che ci sa fare con gli “adolescenti”, come li chiama lui, e lo ha dimostrato nel corso dell’incontro con le classi seconde della scuola secondaria di primo grado Simone da Corbetta, organizzato dalla Biblioteca  comunale. Una mattinata di divertenti trovate in grado di stupire i ragazzi: dalla trombetta per concludere una serie di domande fatte agli alunni, ai buffi occhiali a fondo di bottiglia che ha indossato a tradimento, per strappare risate al giovane pubblico. 

Si è parlato di libri, naturalmente, e lui ne ha scritti tanti, fin da quando era educatore in una comunità per adolescenti difficili. Da quella esperienza è nato il romanzo  “Ero cattivo”, che nel 2012 ha vinto il premio Andersen. Si sono succeduti tanti altri titoli, tra cui “Batti il muro”, che racconta la drammatica storia di una ragazzina che cresce con una madre fortemente squilibrata, che spesso la chiude dentro un armadio. 

Caterina (così si chiama la protagonista) vive quindi in un contesto familiare estremamente difficile, in cui un padre affettuoso, ma debole e malato, non sa arginare le follie della moglie. L'unica salvezza, per la ragazzina, risiede nei libri, che le fanno compagnia nel buio dell’armadio e che poi, da grande, diventeranno la sua ragione di vita. 

Molte classi hanno scelto di leggere questa storia piena di tristezza, che ha però un finale aperto alla speranza;  i ragazzi hanno posto allo scrittore molte domande curiose e intelligenti e gli hanno regalato disegni ispirati al romanzo (è comparso persino un piccolo armadio rosa). 

Al termine dell’incontro, una fila di giovani lettori si è snodata attraverso la sala polifunzionale per far firmare la propria copia. Si dice spesso che i ragazzi non amano la lettura; ma se uno scrittore sa parlare al loro cuore, allora il prodigio può accadere.


Anna Rizzo

Girls Code It Better

 Un progetto per dare la svolta

Un corso sull’informatica interamente al femminile, sia per quanto riguarda le professoresse che per le alunne che vi partecipano. Si tratta di Girls Code It Better, l’ormai progetto collaudato alla scuola secondaria di primo grado Simone da Corbetta.  Il corso è coordinato dalla professoressa Elena Giardinazzo, aiutata da Giulia Morlacchi. Entusiaste le giovani partecipanti, che quest'anno si stanno occupando di sviluppare un progetto molto interessante per la realizzazione per la nuova Didattica per Ambienti Di Apprendimento (DADA) all'interno del nostro Istituto, progetto che presenteranno il prossimo 5 giugno nella Sala Polifunzionale

Per quale motivo hai scelto di partecipare a questo corso?

“Sono Cecilia, ho 12 anni, frequento la 2F e ho cominciato questo corso l’anno scorso. Ho deciso di iscrivermi perché pensavo che fosse arrivato il momento di imparare nuove cose, mentre quest’anno mi sono iscritta di nuovo perché mi ero trovata bene e volevo imparare altre cose”. 

“Sono Alice, ho 13 anni, vado in 2H e partecipo a questo corso da un anno. Mi sono iscritta perché in generale mi piacciono i computer e l’informatica, inoltre un altro fattore che mi ha colpito è stato che eravamo solo ragazze”. 

“Sono Ashley, ho 12 anni, sono in 2A e partecipo a questo corso da quest’anno. Io mi sono iscritta per avere la possibilità di fare qualcosa di nuovo”. 

“Sono Giorgia, ho 13 anni, vado in 3E e partecipo a questo corso per la prima volta quest’anno. Mi sono iscritta perché il nome mi ha molto incuriosito quindi ho deciso di provare una nuova esperienza”. 

“Sono Sara, ho 12 anni, frequento la 2E e questo è il primo anno che partecipo a questo corso. Mi sono iscritta perché il nome mi ispirava e mi è piaciuto come l’hanno presentato”. 

“Sono Zoe, ho 12 anni, di 1E e faccio parte di questo corso da un anno. Ho scelto di partecipare per approfondire le mie conoscenze riguardo alla tecnologia e per usare meglio il computer, penso, infatti, che se ti piace l’informatica questo corso è veramente molto utile”

 

Di cosa ti stai occupando in questo momento?

“Io sono Noemi, ho 12 anni, frequento la 2F e questo è il primo anno che partecipo a questo corso. In questo momento mi sto occupando di creare delle targhette per le diverse aule della scuola. Per ogni classe creiamo una targhetta in base alla materia di cui si occupa”

“Io sono Emma, ho 11 anni, frequento la prima media. In questo momento stiamo ripensando alla nostra scuola secondo il modello americano: ad ogni aula corrisponde una materia e sono gli alunni a doversi spostare in base all’orario scolastico”.

“Io sono Camilla, ho 14 anni, frequento la 3B e seguo questo corso da due anni. In questo momento sto preparando i poster dei regolamenti per la palestra, l’aula di musica, l’aula di tecnologia, l’aula di arte, il discovery e il creativity space, una nuova aula al primo piano dell'ala vecchia che presto sarà inaugurata. E' un’aula molto bella e affascinante perché lì si potranno registrare dei podcast, parlare in lingua straniera e si potranno anche leggere dei libri. In quell’aula ci saranno anche dei visori 3D”.

 

C’è stato qualche lavoro che ti è piaciuto particolarmente fare?

“Io sono Emma, ho 12 anni, frequento la 1E e seguo questo corso da un anno. A me è piaciuto molto usare Tinkercad, un’app che ti permette di creare oggetti che non esistono che poi si possono stampare con la stampante 3D”.

“Io sono Camilla della 3B. Il lavoro che mi è piaciuto di più è quello che abbiamo fatto l’anno scorso, dove dovevamo creare le magliette. Mi è piaciuto tantissimo anche perché la maglietta alla fine mi apparteneva”.

  

Sei emozionata per l’esposizione finale?

“Io sono Greta, ho 12 anni, vado in prima media e frequento questo corso da quest’anno. Sì, sono molto emozionata per l’esposizione finale, perché, dopo aver fatto tanto lavoro, è bello mostrarlo anche ad altre persone”.

  

Molto soddisfatte anche la professoressa Elena Giardinazzo e Giulia Morlacchi.

 

Come è nato questo progetto?

“Questo è un progetto nazionale presente in alcune scuole italiane. Mia cognata si occupa di questo progetto da 9 anni e quando me l’ha raccontato mi è piaciuto tantissimo. Così ho incontrato Giulia e gliene ho parlato, anche lei era d’accordo, così lo abbiamo presentato alla dirigente scolastica che lo ha accettato”

 

Quale sarebbe lo scopo di questo progetto?

“Vogliamo far conoscere l’informatica alle ragazze e invogliarle, una volta finita la scuola media, a iscriversi ad un percorso STEM. Molte volte, anche se le materie piacciono, le ragazze non si iscrivono per motivi culturali o perché pensano di non essere all’altezza, in quanto viene considerato un percorso per ragazzi. Le ragazze hanno le stesse opportunità e capacità dei ragazzi”

 

In base a cosa viene fatta la selezione nel caso che si iscrivano più ragazze del dovuto?

“Dopo la candidatura da parte delle ragazze a portale, la selezione viene effettuata dalle ideatrici del progetto tramite estrazione causale. Il numero massimo è 20 candidature, anche se per noi dovrebbero partecipare tutte le ragazze che vogliono: eravamo disposte a creare due gruppi diversi. Quest’anno si erano iscritte 38 ragazze, alcune di queste si sono ritirate o non sono state scelte. A noi fa molto piacere che molte delle partecipanti dell’anno scorso si siano iscritte anche quest’anno perché vuol dire che il corso è piaciuto”.

 

Di cosa vi occupate in questo corso?

“Ogni anno scegliamo insieme alle ragazze cosa fare. L’anno scorso ci eravamo concentrate sulla parte architettonica e storica di Corbetta, mentre quest’anno ci siamo concentrate sulla nostra scuola. Stiamo cercando di far applicare la DADA, Didattica per Ambienti Di Apprendimento, dove saranno gli alunni a spostarsi nelle varie aule mentre gli insegnanti stanno nelle classi. Noi ci occupiamo della parte logistica: predisponiamo i colori per le varie materie e creiamo i poster con i regolamenti delle aule (palestra, aula di musica, aula di arte, aula informatica, la nuova aula creativity space e discovery). In queste aule ci saranno risponditori con intelligenza artificiale, chiamati chatbot, pronti a dare una risposta ad ogni domanda”.


 Anna Rizzo e Aurora Zanettini

Le ragazze del corso Girls code it better al lavoro

Un concorso speciale per la scuola 

Simone da Corbetta

Corbetta come Hollywood grazie all’iniziativa internazionale “Gianni Rodari”


La scuola secondaria di primo grado Simone da Corbetta conquista… il mondo del cinema! 

Il concorso internazionale “Gianni Rodari” è un'iniziativa proposta a studenti e studentesse delle scuole primaria e secondaria di primo grado e consiste nel registrare un breve filmato riguardante una delle tante storie del grande Rodari, dalla regione Piemonte. 

L’anno scorso è stato proposto per la prima volta nella nostra scuola Simone da Corbetta, che partecipò con la 1E delle medie e la 5D della scuola primaria Aldo Moro. Il tema era la “Grammatica della fantasia”, e gli studenti, grazie alla loro collaborazione ed entusiasmo, sono riusciti a guadagnare il secondo posto in tutta Italia. 

Quest’anno è stato riproposto e le classi partecipanti sono la 1B della scuola primaria e la 3E della secondaria. 

Il tema? La storia di Giovannino Perdigiorno, un bambino con la testa sempre tra le nuvole, distratto e curioso, che un giorno viaggiando si ritrovò improvvisamente nel paese con la S davanti, un luogo in cui tutto si trasforma in una soluzione per un mondo migliore mettendo la S davanti, ad esempio cannone diventa scannone, utilizzato per evitare le guerre. 

Gli studenti hanno scelto insieme alle professoresse le parole su cui costruire le scene. 

Le riprese, quest’anno, si sono svolte martedì 5 marzo, due a scuola e altre due all’esterno con l’aiuto del regista Davide Russo, un giovane corbettese che, grazie alla sua pazienza e volontà, ha guidato gli allievi in ogni scena. 

“Ci siamo divertiti molto e come prima esperienza in questo ambito siamo più che soddisfatti, è stato piacevole collaborare tutti insieme e siamo sicuri che il risultato di tutte le riprese sarà più che stupefacente. Adesso non ci manca altro che aspettare, chissà se riusciremo ad ottenere il podio anche quest’anno? Lo scopriremo presto!”, commentano i ragazzi. 


                                                                  Melissa Beqari e Noemi Bianchini

Un futuro regista in cattedra 

nelle scuole di Corbetta 

Il sogno di Davide Russo che si alimenta con la scuola di Corbetta 

Davide Russo, 25 anni, collabora con le scuole Simone da Corbetta e Aldo Moro contribuendo a realizzare il suo sogno: diventare un regista. Infatti ha partecipato come regista al concorso internazionale “Gianni Rodari”, progetto indirizzato a studenti italiani di scuole elementari e medie che consiste nel produrre un breve video che rivisita una tra le storie dello scrittore, al quale due classi delle due scuole di Corbetta hanno preso parte. 

Davide Russo, grazie alla sua immensa passione e alla voglia di provare nuove esperienze, si è offerto ed impegnato a registrare e coordinare questo lavoro. Il suo ruolo è stato quindi quello di organizzare le varie scene del cortometraggio, di registrarle e di montarle affinché potesse uscire un filmato serio, con sceneggiatura e riprese di un esperto. 

“Il compito principale di un regista è quello di lavorare bene con gli attori, farli interagire fra di loro, assicurarsi che capiscano in modo chiaro la storia e la possano interpretare alla perfezione; inoltre curare ogni dettaglio cercando di farli armonizzare perfettamente fra di loro. Tuttavia sostiene che creare un film sia un lavoro collettivo”, spiega Davide Russo. 

Infatti è proprio quello che ha fatto lui trasformando dei ragazzi delle medie in attori in poco tempo e con gran facilità. 

La sua più grande ambizione è quella di realizzare uno o più film. 

Davide sta affrontando le sue prime esperienze in campo cinematografico. Il suo interesse per il cinema, non è nato recentemente, bensì è portato avanti da sempre, “i film  sono sempre stati parte integrante della sua vita poichè ne guardava molti, abitualmente assieme ai suoi nonni. Già a quattro anni aveva imparato a maneggiare con facilità le videocassette così da guardare e riguardare le sue parti preferite” racconta lui stesso. Crescendo e capendo che poteva trasformare questo grande hobby in una carriera, ha cominciato a costruirsene una. Inizialmente si è concentrato sul mondo del teatro creando scenografie e testi teatrali, ma successivamente, capisce di essere appassionato maggiormente al campo del cinema. Per questo descrive il cinema meraviglioso: “una macchina dei sogni con la quale si può replicare ciò che già esiste e creare qualcosa di nuovo, che nessuno ha mai visto prima”

Ottavia Cattaneo e Lisa Passero

Sopra Davide Russo, sotto  e in alto alcuni momenti del corso

Un futuro da geologi? Ecco come

Intervista con una vera esperta dopo il laboratorio scolastico

Geologia, che passione! Dopo il laboratorio proposto a scuola con alcune geologhe, abbiamo voluto capire qualcosa di più di questa professione. E' stata una di loro, la dottoressa Irene Bollati, che ci ha fornito informazioni utili per giovani appassionati che pensano in futuro di voler intraprendere questa professione.

Il geologo è un esperto che studia il pianeta Terra sotto molti punti di vista: rocce e minerali, risorse del pianeta, pericolosità idrogeologica. L'obiettivo è capire dove si può costruire e dove no. Può studiare anche i terremoti o i vulcani, che, tornando alla pericolosità, possono minacciare di distruggere vari territori.

Ma qual è la parte migliore di essere un geologo?

"Nel mio ramo, cioè la geomorfologia, la parte più interessante è andare sul territorio" - spiega - "Esplorare posti mai visti, viaggiare, imparare cose nuove e soprattutto avere la possibilità di poter vedere le cose che guardavo da piccola senza ancora avere studiato, con gli occhi di un geologo", racconta. Il luogo più bello che grazie alla sua professione è riuscita a visitare è l’Islanda. Che descrive come "un luogo magico, di importanza geologica molto importante e ricco di vulcani e ghiacciai. Questo fa sì che ogni volta che si visita l’Islanda, essa sia sempre diversa", aggiunge. 

Mentre la parte che ama di meno è la parte burocratica, cioè dover compilare fogli o fare dei calcoli, che a differenza della ricerca coinvolge di meno e invoglia poco ad “accendere la mente”.

Quindi, chi vuole diventare un geologo, che percorsi di studi deve affrontare?

La dottoressa Bollati, per diventare geologa, ha frequentato dapprima il Liceo scientifico e, poi, si è laureata in Scienze geologiche; quindi ha proseguito gli studi, ottenendo un dottorato di ricerca per poi diventare ricercatrice e professoressa universitaria. Oggi, precisa, bisogna ottenere una laurea triennale in Scienze geologiche e una magistrale in Scienze della terra, quindi sostenere la prova di abilitazione. 

Un percorso di certo impegnativo, ma che con la giusta dose di passione, permetterà agli aspiranti di realizzare il loro sogno!


Gaia Serati e Gabriele Di Nuzzo