La mia scuola per la Pace

L'impronta dei giovani di Corbetta per la pace

Tutta la scuola impegnata per Nicolò Govoni in occasione 

dell’iniziativa del 21 marzo 


“La mia scuola per la pace” 2024, organizzata dall'associazione Città dei Bambini, in scena giovedì 21 marzo nel cortile del Comune di Corbetta. L’evento di quest’anno era dedicato alla figura dell’attivista Nicolò Govoni. Presenti anche la dirigente scolastica Aurora Gnech dell'istituto comprensivo Aldo Moro, il Sindaco di Corbetta Marco Ballarini e gli assessori comunali. 

Sono state accolte le scuole dell'infanzia e le prime classi della primaria mettendo in scena la favola de “Il gigante più elegante”, in cui studenti della secondaria e insegnanti hanno realizzato scenografie, costumi e divertenti  filastrocche  cantate per coinvolgere maggiormente i bambini presenti. 

Successivamente si sono unite anche le seconde, terze, quarte e quinte della scuola primaria per assistere allo spettacolo di alcune insegnanti che hanno rappresentato la vita breve ma impegnativa delle nuvole, che devono diventare acqua per poter far resistere il deserto e le sue dune, donando le loro stesse vite. 

La morale di queste due favole rappresentate è proprio quella dell’altruismo e della generosità: è stato scelto questo argomento per sensibilizzare anche i più piccoli sull’egoismo, che cresce sempre di più nel mondo,  e per  farli riflettere sul fatto che donare è una qualità che viene premiata. 

Per dimostrare ciò, nei giorni precedenti all’evento, i più piccoli hanno realizzato dei lavoretti che si sono poi scambiati una volta riuniti. 


Per concludere e lasciare veramente un’impronta e un segno profondo di pace, la scuola secondaria di primo grado, insieme all’associazione PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ha "costruito" l’unione tra gli stati del mondo. Ogni classe delle scuole medie, infatti,  ha scelto un compagno per leggere la propria idea di pace costruita in aula con una breve frase,  sotto le note della canzone israeliana “One day”, diventata simbolo di pace tra varie etnie. Gli altri ragazzi contemporaneamente hanno tenuto dei nastri colorati, raffiguranti la bandiera della pace, una rete che simboleggia l’unione e desiderio di armonia che ci dovrebbe essere tra gli stati del mondo. La generazione di oggi sarà anche quella futura, quella che dovrà cambiare e migliorare le cose e che gli studenti hanno interpretato seguendo  l’insegnamento  del grande pacifista Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”.        

Per concludere e lasciare veramente un’impronta e un segno profondo di pace, la scuola secondaria di primo grado, insieme all’associazione PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), ha "costruito" l’unione tra gli stati del mondo. Ogni classe delle scuole medie, infatti, ha scelto un compagno per leggere la propria idea di pace costruita in aula con una breve frase, sotto le note della canzone israeliana “One day”, diventata simbolo di pace tra varie etnie. Gli altri ragazzi contemporaneamente hanno tenuto dei nastri colorati, raffiguranti la bandiera della pace, una rete che simboleggia l’unione e desiderio di armonia che ci dovrebbe essere tra gli stati del mondo. 

La generazione di oggi sarà anche quella futura, quella che dovrà cambiare e migliorare le cose e che gli studenti hanno interpretato seguendo  l’insegnamento  del grande pacifista Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”.  


Melissa Manunta e Lisa Passero

In scena “Il gigante più elegante”

Spettacolo realizzato da studenti e studentesse delle medie 

per i compagni più piccoli


Alcuni ragazzi di prima e terza media si sono preparati per realizzare uno spettacolo rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia e primaria in occasione dell’iniziativa annuale ‘La mia scuola per la pace”, organizzata lo scorso 21 marzo, nel cortile del Comune. 

Alla messa in scena de "il gigante più elegante" hanno collaborato alcune maestre della primaria e la professoressa di Inglese della scuola secondaria di primo grado, Giuliana Bonfiglio

Lo spettacolo ha messo in scena  la storia di un gigante che era mal vestito e per questo si sentiva molto triste, così un giorno si prese dei vestiti nuovi: una camicia, una cravatta, una cintura, delle calze e delle scarpe molto eleganti.  Si sentiva il gigante più elegante della città. Poco dopo, però, passò prima una giraffa che aveva molto freddo al suo lungo collo, e il gigante le diede la sua cravatta, poi arrivò una capretta a cui serviva una vela per la sua barchetta, e allora il gigante le diede la sua camicia, di seguito ecco dei topolini a cui serviva una casetta e una volpe  a cui serviva un lettino, così il gigante diede ai topini una scarpa e alla volpe una calza. Infine passò un cane, che era tutto bagnato perché aveva bisogno di un ponte sotto il quale ripararsi, così il gigante gli diede la sua cintura. 

Allora il gigante si sentì di nuovo triste e mal vestito, ma, fortunatamente, arrivarono tutti gli animali a cui aveva regalato la felicità e gli portarono un regalo. Dentro il pacco c’erano una corona e una lettera: grazie al regalo, il gigante tornò ad essere felice proprio come gli animali che lui aveva aiutato.

 Lo spettacolo è stato accompagnato da musiche e canzoni create dalla docente Katia Gagliardi e dalle voci di alcune maestre ed educatrici. Questo spettacolo ha un messaggio profondo: fa capire che la felicità la si può trovare dal niente e che aiutare rende felici se stessi e gli altri. 


Stella Passero

Chi è Nicolò Govoni

Un esempio di trasformazione e impegno sociale, attivista protagonista 

de "La mia scuola per la pace 2024"

Nicolò Govoni è un attivista protagonista, col suo impegno, de “La mia scuola per la pace 2024”. E’ nato a Cremona nel 1993. Attualmente è presidente e direttore esecutivo dell’organizzazione no profit Still I Rise, da lui fondata. Grazie al suo impegno in ambito umanitario è riuscito a portare l’associazione in otto paesi del mondo e a dar lavoro a più di 100 persone. 

Dopo un’adolescenza un po’ problematica, ha deciso di trasferirsi in India all’età di 20 anni e restare per i successivi 4 anni, laureandosi in Giornalismo alla Symbiosis International University di Pune. La sua permanenza indiana è stata l’inizio della sua attività di volontariato che continua a svolgere con grande passione.

Dall’India si sposta poi in Grecia dove, nel 2018, insieme ad altre due volontarie e a sette soci fondatori italiani, fonda l’organizzazione Still I Rise e apre Mazì, la prima Scuola di Emergenza e Riabilitazione per bambini e adolescenti profughi dell’isola.  Gli anni migliori per questo suo progetto sono il 2020 e 2021 quando l’organizzazione comincia la sua massima espansione: il suo obiettivo è quello di aprire Scuole di Emergenza e Riabilitazione e Scuole Internazionali in Siria, Turchia, Kenya e Repubblica Democratica del Congo. 

Still I rise è un’associazione indipendente che vive grazie alle donazioni private e non riceve finanziamenti da governi, Unione Europea o altre organizzazioni politiche. E’ nata per sostenere l’educazione dei bambini profughi che vivono nelle zone più povere del mondo. Si occupa di due tipi di scuole, quella di emergenza e quella internazionale. Quella di emergenza, in Grecia e in Siria, permette di rispondere ai bisogni primari come cibo, vestiario, assistenza medica. Quella internazionale, invece, ha un percorso di sette anni e alla fine viene offerto agli studenti un diploma gratuitamente.

Nel 2020 è stato nominato per il Premio Nobel per la Pace e gli è stato riconosciuto l’impegno a favore dell’educazione e della protezione dei bambini rifugiati. 

A giugno 2020, ha ottenuto il premio CIDU per i Diritti Umani dal Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per le attività di sensibilizzazione sul tema dei rifugiati e dei migranti. 

Nicolò Govoni è anche uno scrittore affermato: grazie alle esperienze vissute, ha scritto diversi libri. Nel 2017 auto-pubblica  un e-book, “Bianco come Dio”, per finanziare le attività di istruzione dell'orfanotrofio presso cui svolgeva volontariato in India. Il libro viene pubblicato anche in Italia  da Rizzoli e diventa un vero e proprio caso letterario.

Nel 2019, pubblica “Se fosse tuo figlio”, edito da Rizzoli, una denuncia contro le violenze continue delle autorità greche sui profughi. Il guadagno dalla vendita di questo libro è stato destinato alla costruzione di una nuova scuola in Turchia. 

Per il futuro, Govoni ha come obiettivo l’apertura di nuove scuole di emergenza in Sud America, Yemen, Congo, Bangladesh, Afghanistan e continuare la sua attività umanitaria anche grazie alle donazioni delle persone di cuore.  


Matteo Baroni 

PIME: una società che porta la pace

A scuola capiamo che cos'è la pace


All’inizio di marzo due educatrici del PIME ci hanno guidato, durante l'orario scolastico, in interessanti laboratori sul tema della pace.

Il PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ha l'obiettivo di costruire ponti e le due educatrici, Rosangela e Chiara, sono state molto coinvolgenti durante i laboratori creati nel laboratorio di scienze

Quattro momenti di condivisione: nella prima fase, le classi sono state divise in piccoli gruppi e ognuno doveva creare un’agenda del mese corrente, nel nostro caso Marzo, con materiali diversi, per spiegare che nel mondo ci sono persone più avvantaggiate di altre, con risorse diverse a disposizione. Ad alcuni di noi sono stati consegnati, infatti, tablet e pennarelli, mentre ad altri solo una matita ed un foglio.

Nella seconda fase abbiamo svolto degli esercizi per comprendere come utilizziamo pregiudizi e discriminazioni nei confronti di persone ed oggetti. Guardando gruppi di immagini dovevamo scegliere “il diverso”: ad esempio, l’unica donna o l’unico ragazzo.

Infine la “nuvola della pace”: ogni gruppo doveva scrivere delle parole sulla pace e un algoritmo creava le nuvole. La bellezza di questo algoritmo era che le parole più utilizzate erano scritte più in grande e quelle meno frequenti con caratteri più piccoli, utilizzando una proporzione.

Inoltre ci è stata fatta ascoltare la canzone di un artista israeliano eseguita però da una folla di circa mille persone, provenienti da Israele e Palestina, che hanno cantato in coro preparando il brano in una sola ora; è stato un modo per unire simbolicamente due popoli in guerra tra loro mediante la musica. Questa canzone ci ha accompagnato per tutta la Giornata della Pace.


Per la Giornata della Pace, ogni classe dell’istituto aveva il compito di individuare due portavoce: il primo aveva il compito di leggere una frase decisa da tutta la classe a tutta la piazza; il secondo doveva far parte di un cerchio in cui i ragazzi si passavano il filo fino a formare una rete. Il filo veniva oltre che fatto passare tra di loro fino ad arrivare a tutta la piazza coinvolgendo anche i bambini della scuola primaria di primo grado. Quest’ultima idea è di far trasmettere la pace a tutti tramite la collaborazione che solo così si può creare la pace nel mondo tra i popoli.


Mattia Colombi e Samuel Fiorentino