Grande successo per l'edizione 2025 dell'iniziativa firmata Città dei bambini
Anche quest’anno, come ormai da vent’anni, l’8 novembre si è svolto l’evento più atteso dell’autunno: “Era una notte nera…”. In questa edizione il tema principale è stato il crollo del campanile della chiesa di Corbetta, avvenuto nel 1902, con la leggenda dell’Angelo che, secondo la tradizione, sarebbe volato via.
Durante la serata il pubblico è stato accompagnato alla scoperta di questo evento storico e della leggenda che lo accompagna, attraverso un percorso in sette tappe. In ognuna veniva rappresentata una scena diversa, che aiutava a ricostruire la storia in modo coinvolgente e misterioso. Ogni gruppo era guidato da un angelo, che osservava le scene e, alla fine di ognuna, proseguiva il cammino alla ricerca dei suoi fratelli dispersi durante il crollo del campanile.
La manifestazione ha avuto un grande successo: tantissimi gruppi hanno partecipato al percorso, che si snodava tra ville storiche, cortili antichi e angoli suggestivi della nostra città. Questo ha premiato il grande impegno di tutte le persone che hanno lavorato al progetto, iniziando addirittura dal mese di giugno.
È stata un’occasione importante per valorizzare non solo la storia di Corbetta, ma anche le persone che la vivono, coinvolte attivamente sia sul palco sia come pubblico. Numerosi studenti del nostro Istituto hanno partecipato come interpreti e accompagnatori, mettendo in mostra le loro capacità artistiche. All’iniziativa hanno preso parte anche alcuni insegnanti, che abbiamo potuto vedere in una veste diversa da quella scolastica.
Questa manifestazione nasce dal desiderio di far rivivere i racconti che un tempo tenevano compagnia ai nostri nonni e bisnonni durante le fredde sere autunnali, quando bastava la fantasia per lasciarsi trasportare da storie chiamate “panzanighe”, a metà tra leggenda e realtà.
Come spiega Angelo Vaghi, presidente della Città dei bambini, "l’evento si basa sull’idea di teatro di comunità, cioè un teatro che esce dagli spazi tradizionali e incontra il territorio e i suoi abitanti, creando relazioni e momenti di condivisione per tutta la comunità".
La leggenda dell'Angelo
Nella notte del 2 giugno 1902 i corbettini dormivano sereni e sul loro sonno vegliava l’alto campanile della chiesa e i rintocchi delle sue campane riecheggiavano sotto al cielo stellato. Improvvisamente si sentì un boato e degli 81 metri del campanile non rimase che un cumulo di macerie. Il crollo, miracolosamente, non provocò vittime.
Fu però un altro il miracolo che avvenne quella notte: qualcuno, svegliato dal gran trambusto, vide un angelo (dei cinque che adornavano la cima della torre) aprire le grandi ali di sasso e alzarsi in volo per poi posarsi nei giardini del vicino Castelletto, dove una statua ricorda ancora oggi questo evento.
I pochi fortunati che hanno avuto la fortuna di ammirarlo giurano che l'Angelo, spaesato, notte e giorno, guarda gli Angeli che ornano la cuspide dell'attuale campanile, voglioso di ritornare lassù.
La trama della Notte Nera 2025
La prima scena si è svolta all’interno della panetteria Evardi. Qui abbiamo assistito a una seduta spiritica molto divertente: Gaetanin, il panettiere, cercava di mettersi in contatto con lo spirito del suo amato cane, scomparso sotto le macerie del campanile crollato.
Successivamente ci siamo spostati alla Torre Medievale, dove abbiamo visto una scena ambientata in un cimitero popolato da personaggi strani e inquietanti. Le anime malvagie presenti hanno creato un’atmosfera di paura e mistero.
Nella terza scena abbiamo rivissuto momenti di vita quotidiana in un cortile dei primi del Novecento. Il protagonista era confuso perché, la notte del crollo del campanile, era stato colpito da una lancetta dell’orologio. Da quel momento la sua mente era rimasta ferma a quell’istante e questo causava divertenti fraintendimenti con gli altri personaggi.
Nel cortile del Comune abbiamo assistito a una scena ambientata durante i preparativi per la festa di inaugurazione del nuovo campanile, che stava per essere ricostruito. I personaggi cercavano un’idea originale per stupire i cittadini di Corbetta, come un ballo nuovo che rompesse gli schemi. Alla fine si sono esibiti in un coinvolgente tango.
La quinta scena è stata una delle più divertenti: un acceso dissing tra gli abitanti di Rosate e quelli di Corbetta. Tra i due paesi c’era infatti una rivalità legata all’altezza del campanile. I corbettesi erano invidiosi di quello di Rosate, più alto del loro. Dopo il crollo, il campanile di Corbetta fu quindi ricostruito più alto, passando da 42 a 71 metri. A quel punto anche Rosate decise di alzare il proprio campanile, dando vita a una vera e propria gara che è entrata nella memoria storica locale.
La sesta scena si è svolta nel suggestivo Giardino degli Ulivi della nostra Parrocchia. Qui è stata raccontata la storia di un matrimonio mai celebrato. Le nozze erano state rimandate una prima volta a causa del crollo del campanile e una seconda volta perché lo sposo aveva promesso di sposarsi solo dopo la sua ricostruzione. Purtroppo i lavori durarono molto a lungo e il sogno della sposa non si realizzò.
L’ultima scena, ambientata all’interno del Castelletto, è stata particolarmente emozionante. Il pubblico ha assistito a una sorta di X-Factor, in cui si doveva scegliere il quarto angelo destinato a salire sul campanile ricostruito. Il momento più suggestivo è stato quando è stato illuminato il vero angelo di pietra che si trova ancora oggi nel giardino del Castelletto. L’angelo ha spiegato che non sarebbe salito sul campanile, ma sarebbe rimasto sulla terra per proteggere i corbettesi, osservando per sempre i suoi fratelli dall’alto.
Aurora Izzo, Sofia Paganini e Camilla Tibaldo
La storia di Corbetta (e dei Corbettesi) sotto i riflettori. Sabato 15 novembre la sala del Centenario di Corbetta è stata la cornice di un evento speciale, che ha fatto fare un viaggio tra il presente e il passato della nostra città: la presentazione del libro “I Magugliani di Corbetta”.
L’opera, scritta da Gaetano Olchini e Beatrice Uboldi, è dedicata all’arte del legno ed è stata pensata in occasione dei primi vent'anni dell’associazione Luigi Magugliani. Il libro ha lo scopo di approfondire e di illustrare la storia centenaria dei cantieri Magugliani, che a partire dalla fine dell’Ottocento sono diventati famosi in tutta Italia per l’arte della lavorazione del legno.
L’evento è stato aperto da un coinvolgente spettacolo degli alunni della classe terza della primaria “Aldo Moro” che, tra gesti e parole, hanno rappresentato il legame della scuola con l’associazione. Negli anni si sono susseguiti momenti didattici in cui il “Museo del Legno” si è impegnato per trasmettere ai più piccoli l’amore per un materiale naturale, vivo e nobile con cui, come hanno detto i bambini, “si può creare ogni cosa, ma non gli alberi”.
Sono state quindi ricordate le visite al bosco urbano, alcune mostre tematiche, il laboratorio di falegnameria, gli spettacoli teatrali tra le ville storiche e le installazioni di giochi in legno, protagonisti di iniziative come “La città senz’auto".
I diversi relatori intervenuti hanno sottolineato quanto sia importante mantenere viva questa realtà oggi, perché è un bene comune e un patrimonio sia materiale, fatto di oggetti e strumenti, sia immateriale, con le sue storie di vita, le abilità tecniche, le tradizioni e le relazioni sociali che ha fatto nascere. "Una comunità - è stato detto - non può avere futuro se non ha memoria del proprio passato”.
Leggendo il libro, scopriamo il racconto dell’utilizzo delle tavole di legno, lavorate proprio dai cantieri Magugliani, impiegate per realizzare dei barconi che navigavano il Naviglio, così come le traversine ferroviarie del Gamba de Legn, un antico tram che collegava Corbetta a Milano. È interessante anche la storia della collaborazione alla ricostruzione del Teatro alla Scala, distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un'occasione per imparare nuove cose e per alimentare la nostra curiosità su Corbetta e i suoi personaggi storici.
Riccardo Pagani e Mario Santalucia
Scorri per vedere tutte le immagini dell'evento
Una serata dedicata al carabiniere con le Acli cittadine
Animazione teatrale a cura della compagnia teatrale CCT di Santo Stefano
"Una volta si nasce e una volta si muore". E, ancora: "Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte". Queste parole di Salvo D’Acquisto, pronunciate durante una serata dedicata alla sua memoria, ci hanno colpito profondamente. Non conoscevamo fino in fondo la sua storia, ma grazie a eventi come questo ci accorgiamo di quanto sia importante conoscere il nostro passato: fa diventare cittadini più consapevoli, più grandi e maturi. Ascoltare le vicende di persone che hanno costruito il nostro Paese, che hanno lottato e perfino sacrificato la propria vita per i valori in cui credevano, ci fa bene, ci ispira e ci offre un esempio concreto di coraggio e responsabilità.
L'incontro si è tenuto venerdì 5 dicembre nella sala Grassi del municipio di Corbetta ed è stato organizzato dalle Acli, con il patrocinio del Comune. Intitolato “Salvo D’Acquisto e il dono di una giovane vita”, l’evento è stato un omaggio al senso del dovere e all’amore per il Paese di Salvo D’Acquisto, un carabiniere morto a soli 23 anni per salvare 22 persone. Il fatto è stato raccontato molto bene da uno spezzone di un film proiettato durante l’evento: nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nei pressi di Palidoro vicino a Roma, due soldati tedeschi morirono per lo scoppio accidentale di una bomba a mano, mentre ispezionavano una caserma. Nonostante si fosse trattato di un incidente, i tedeschi arrestarono 23 uomini innocenti, includendo anche Salvo D’Acquisto tra gli ostaggi. C’era infatti una terribile legge non scritta: se un soldato tedesco moriva, venivano uccise 10 persone, secondo la regola del 10 a 1. Gli uomini furono costretti a scavare la fossa in cui avrebbero dovuto essere uccisi. Mosso dal senso di responsabilità e dal desiderio di salvare innocenti, Salvo D’Acquisto si addossò tutte le colpe pur sapendo cosa lo aspettava. I 22 ostaggi vennero liberati, mentre lui fu ucciso da colpi di fucile.
Alla serata sono intervenuti il Tenente Antonio Prete dell’Arma dei Carabinieri, che ha spiegato i valori civili incarnati dal sacrificio, e Monsignor Ennio Apeciti dell’Arcidiocesi di Milano, che ha illustrato il significato spirituale del processo di beatificazione avviato nel 1983 per Salvo D’Acquisto, proclamato “venerabile” da Papa Francesco. Oggi circa 500 luoghi in Italia – tra scuole, piazze e caserme – portano il suo nome e nel posto in cui fu ucciso è stata posta nel 1960 la prima stele commemorativa a lui dedicata.
Grande protagonista della serata è stata anche l’opera dell’artista corbettese Santino Bonfiglio, illustrata dal professor Federico Tesio dell’Accademia di Brera: un grande pannello in legno di noce che racconta in maniera potente e intensa il gesto eroico di Salvo D’Acquisto. Purtroppo non è stato possibile vederla dal vivo, anche se si trova nella sala Giunta attigua alla sala Grassi, ma sapere che un artista della nostra città ha dedicato un lavoro così imponente alla sua memoria ci ha fatto sentire ancora più orgogliosi di essere corbettesi.
La compagnia teatrale CCT di Santo Stefano Ticino ha concluso la serata mettendo in scena uno spettacolo coinvolgente ed emozionante che ha reso omaggio alla fede, al coraggio e alla dedizione totale verso gli altri di un giovane grande uomo.
La storia di Salvo D’Acquisto non parla solo del passato: parla a noi ragazzi di oggi, e ci ricorda che diventare adulti significa imparare a scegliere ciò che è giusto, anche quando costa fatica e dolore.
Riccardo Pagani e Mario Santalucia
Il Tenente Antonio Prete
Monsignor Ennio Apeciti
Pannello ligneo raffigurante Salvo D'Acquisto di Santino Bonfiglio- sala Giunta- municipio di Corbetta