L'evoluzione della macchina fotografica
Un viaggio nel tempo per conoscere questo strumento
Più che parlare di come è cambiata la macchina fotografica dovremmo malinconicamente ricordare com’era, dal momento che oggi è stata sostituita dalla fotocamera degli smartphone, e ormai viene utilizzata quasi solo da professionisti, amatori appassionati o in alcuni modelli vintage dai romantici desiderosi di collezionare oggetti di modernariato.
Ma tracciamo il profilo storico di un oggetto capace di regalare ricordi di momenti lieti, di immortalare avvenimenti spesso con più chiarezza ed efficacia di pagine di saggi o reportage giornalistici, e negli esiti più alti di regalare opere d’arte immortali. Per capire come è cambiata la macchina fotografica moderna occorre partire dal dagherrotipo, si tratta del primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini, che però non sono ancora riproducibili.
La prima fotografia fissata in maniera permanente venne fatta il 1826 e l’autore è stato proprio Joseph Nicéphore Niépce, si chiama “Vista dalla finestra a Le Gras” e tecnicamente è un’eliografia. Per realizzarla è stato utilizzato il nitrato d’argento, e c’è stato bisogno di un’esposizione al sole di 8 ore.
Nel 1939 è la volta della Polaroid. Ma quella che identifichiamo col nome dell’azienda è in realtà la macchina fotografica istantanea, prodotta dal 1948, è tornata di grande attualità oggi, con modelli per adulti e per ragazzi dal sapore vintage.
Davide Chinellato
Dagherrotipo del 1839
Differenza tra la Polaroid antica e quella moderna