Vi siete mai chiesti a cosa serve la scrittura creativa? Partiamo con il dire che è un mezzo di comunicazione universale, infatti, chiunque può comunicare le proprie idee e i propri sentimenti, che rimarranno nel tempo. Questo permette di costruire un legame tra chi scrive e chi legge, creando spunti di riflessione, ma anche momenti di pace e tranquillità. La scrittura creativa è l'espressione di sé stessi ed è uno strumento prezioso da coltivare per la propria crescita personale.
“Riempi la carta con i respiri del tuo cuore.” (William Wordsworth)
Per chi fosse interessato a condividere e pubblicare i propri racconti creativi, le proprie poesie e i propri disegni, può mandarli all’indirizzo e-mail: sabina.lucchesi@isibarga.edu.it
Vi auguro una buona lettura!
Dove il sole non perdona
Lucio era un ragazzo di sedici anni come tanti, l’unica differenza era che aveva un padre famoso e a causa del suo lavoro si vedevano poche volte l’anno. Lucio, infatti, vedeva il padre come una persona lontana, come se non fosse davvero suo padre. Quando era piccolo era solito guardare una cornice di famiglia e immaginare conversazioni con lui, in cui raccontava cose semplici, che un padre dovrebbe conoscere.
Il padre Elio lavorava in un’azienda che produce droni: la Elios Aerotech. Lucio aveva capito ben poco dell’utilizzo di questi macchinari, ma sapeva per certo che sfruttavano l’energia solare per il loro funzionamento.
Lucio a scuola aveva sempre subito dei commenti amari sul fatto che un padre così famoso non poteva di certo essere il suo; di solito lasciava gli altri ragazzi parlare, perché sapeva che avevano torto, ma un giorno stanco di queste battute decise di chiamare il padre.
Elio, appena sapute queste vicende, decise di far venire il figlio nella sua azienda in modo da poter registrare un video insieme e far vedere che erano padre e figlio.
Quando Lucio arrivò nella società rimase colpito dalle nuove invenzioni tecnologiche e non potè far altro che ammirare tutto a bocca aperta. Dopo aver registrato il video, il padre diventò subito distaccato e con la scusa di dover tornare a lavorare, disse a Lucio di tornare a casa. Lucio, però, fu colpito da un nuovo prototipo di drone solare, costruito con lo scopo di avvicinarsi sempre più vicino al sole per monitorare le radiazioni emesse. Allora, decise di chiedere al padre di poterlo manovrare, ma Elio rispose di no e, nonostante il continuo insistere di Lucio, rimase fermo nella sua decisione. Vedendo, però, la delusione del figlio, Elio gli spiegò che non avendo una preparazione ed essendo il drone solo un prototipo, sarebbe stato rischioso farglielo azionare. Dopo che Lucio lo aveva salutato e lo aveva avvisato che sarebbe tornato a casa, il padre tornò a lavorare nel suo ufficio. In realtà, il ragazzo non tornò a casa, ma credendo di poter guidare il drone e di essere preparato e più predisposto del padre a farlo, rubò le chiavi della stanza dove si trovava il drone solare ed entrò.
Lucio si avvicinò sempre di più alla teca dove era custodito il prototipo e anche se gli ronzavano in testa gli avvertimenti del padre, continuò a pensare di essere all’altezza, alzò la custodia di vetro, prese il dispositivo e l’azionó. Il drone prese il volo e magicamente il tetto si aprì per lasciar passare il congegno solare. Lucio sentì una voce metallica che rivelò che il drone si stava avvicinando sempre di più al sole e che l’azionamento aveva avuto successo. Una punta di orgoglio e di “te l’avevo detto papà” si fece strada nel suo animo. Ma dopo pochi minuti un’altra voce metallica, più squillante, lo avvertì che il drone stava andando in cortocircuito e per disattivarlo senza creare danni doveva attuare il programma di sicurezza. Il panico si impossessò di lui, non sapeva quale fosse. Appresa la notizia e la consapevolezza della sua inesperienza, restò paralizzato dalla paura, ma cercò di calmarsi pensando che in realtà era solo un incubo. Dopo qualche secondo il computer sulla scrivania al centro della stanza si accese da solo. Il display mostrò gli incendi che il drone esploso aveva causato, erano tantissimi! Lucio riuscì a vedere dei video, probabilmente di alcune telecamere di sicurezza, dei danni provocati, non solo alla natura, ma anche agli animali rimasti feriti. Aveva fatto un casino, molti incendi a distanza di tempo stavano ancora divampando in aree vaste. Forse avrebbe dovuto dare ascolto al padre e meno alla sua arroganza.
Questo breve testo porta con sé il monito di non superare i propri limiti, non avere ambizioni sconsiderate e rispettare l’ordine naturale, infatti l’arroganza e la presunzione dell’uomo possono portare a conseguenze disastrose. “Dove il sole non perdona” è una rivisitazione in chiave moderna del mito di Fetonte, che vi invito a leggere.
La scrittura è un dialogo silenzioso tra chi racconta e chi legge.
Grazie per avermi ascoltato tra le righe.
Ci ritroviamo nel prossimo numero, con un’altra storia tutta da scoprire.
Sabina Lucchesi.