Vi siete mai chiesti a cosa serve la scrittura creativa? Partiamo con il dire che è un mezzo di comunicazione universale, infatti, chiunque può comunicare le proprie idee e i propri sentimenti, che rimarranno nel tempo. Questo permette di costruire un legame tra chi scrive e chi legge, creando spunti di riflessione, ma anche momenti di pace e tranquillità. La scrittura creativa è l'espressione di sé stessi ed è uno strumento prezioso da coltivare per la propria crescita personale.
“Riempi la carta con i respiri del tuo cuore.” (William Wordsworth)
Per chi fosse interessato a condividere e pubblicare i propri racconti creativi, le proprie poesie e i propri disegni, può mandarli all’indirizzo e-mail: sabina.lucchesi@isibarga.edu.it
Vi auguro una buona lettura!
Gli ospiti della mezzanotte: un Natale sottosopra
Poche cose riuscivano a rendere felice Esperia e una di quelle era proprio il Natale. Aveva sempre celebrato questa festività in famiglia e trovava l’atmosfera natalizia magica. Il camino acceso, i fiocchi di neve candidi, le luci che illuminano tutto il paesaggio, i regali e tante altre cose riuscivano a emozionarla ogni volta. Il Natale era per la ragazza un appuntamento di magia fisso ogni anno.
Esperia viveva nella città greca Abdera, in Tracia, aveva 16 anni e abitava in una piccola casa insieme ai suoi genitori e 3 fratellini piccoli. Era il 23 dicembre e la popolazione della città iniziava già i preparativi per le feste natalizie, il suo cuore giorno dopo giorno si riempiva di gioia al pensiero che si stava avvicinando il Natale. Non vedeva l’ora! Tuttavia, mentre passeggiava per strada sentí che gli anziani della città raccontavano la leggenda dei kallikantzaroi ai bambini, per spaventarli. Esperia aveva sempre provato paura nei confronti dei kallikantzaroi, ma crescendo aveva capito che non esistevano. Da un lato trovava noioso il ripetere tutti gli anni quella assurda leggenda, dall’altro ricordarla le faceva rivivere i momenti felici della sua infanzia. I kallikantzaroi sono dei demoni piccoli e pelosi, con orecchie caprine e hanno alcuni tratti da cavallo, sono dispettosi e malvagi, infatti il loro intento è quello di causare dispetti e problemi.La leggenda narra che emergono dal centro della terra dal 25 dicembre al 6 gennaio e si dedichino a malefatte notturne come: entrare nelle case, rovesciare oggetti e spaventare gli abitanti. Sono dei ladri astuti e hanno un appetito insaziabile, sono ghiotti di frittelle e dolci. Tuttavia, per la fortuna dei più spaventati, ci sono alcuni metodi che permettono di scacciarli come: mantenere acceso il fuoco, bruciando un ceppo robusto che arde per 12 notti; segnare sulla porta una croce nera durante la Vigilia di Natale e posizionare uno scolapasta sulla soglia. Tutte le volte che menzionavano lo scolapasta, Esperia si metteva a ridere, perché queste creature venivano attirate dalla curiosità di tale oggetto e si mettevano a contare i buchi fino all’alba, momento in cui si dovevano ritirare a causa della luce del sole. Saranno stati pure dei ladri provetti ma sono anche tonti! Tra l’altro Esperia aveva sempre trovato buffo che il suo nome, dal greco εσπέρα (espéra), che significa sera, sia collegato ai kallikantzaroi,che appunto appaiono solo di notte.
Asterios, il più piccolo dei fratelli di Esperia, la riscosse dai suoi pensieri e spaventato le disse che l’anziano Lykos gli aveva consigliato di mangiare prima di Natale tutte le salsicce, perché i kallikantzaroi durante la notte scendono dal camino per rubarle. Esperia sorridendo lo rassicurò ricordando l’ avversione dei demonietti al sale e al fuoco e lo accompagnò a casa.
Il tempo passa veloce e in un batter d’occhio è già arrivata la Vigilia di Natale.
Allo scoccare della mezzanotte Esperia si svegliò e scese velocemente le scale per prendere una fetta di pandoro, prima che i suoi fratellini lo divorassero lasciandole solo le briciole.
Quando aprí la porta, trovò 4 piccole creature rannicchiate sul pavimento come palline di muschio.
“Ehm…. Chi siete? “ domandò la ragazza.
Il più grande -che era alto quanto una teiera- sollevò la testa e disse “ Noi siamo 4 kallikantzaroi, io sono Mourgos e gli altri si chiamano Gnac-Gnac, Kranthos e Scricchio”.
Kranthos provò a fare un’espressione spaventosa, ma che suscitò solamente il riso della ragazza. Il demone deluso disse agli altri “Vedete anche lei non ha più paura di noi”. Esperia ancora stranita della loro reale presenza disse che lei pensava che i kallikantzaroi non esistessero. Scricchio esclamò “ Nessuno crede che esistiamo più!”.
“ Ho provato a spaventare un gatto…… mi ha fatto le fusa” disse Gnac-Gnac.
Subito dopo Mourgos dichiarò: “ E io e Kranthos abbiamo rubato delle caramelle a un bambino…..e la madre ha dato la colpa al cane! AL CANE!!”
Scricchio aggiunse: “Una volta incutevamo timore….. ora solo dubbi”.
A quel punto la ragazza suggerí: “ Se siete tristi perché nessuno vi riconosce i reati, guardate gli aspetti positivi, potete combinare guai senza punizioni! È il sogno di ogni furfante!”.
I kallikantzaroi si guardarono tra loro.
“Quindi siamo geniali?” Chiese Mourgos.
“Siamo praticamente ninja del caos” esclamò Scricchio esaltato.
Esperia sorridente disse “ Fate ridere più dei comici in tv!”
Gnac-Gnac non ancora convinto
dichiarò: “Io sono nato per il terrore, non per le risate!”
Mourgos continuò dicendo: “ Vero, siamo creature della notte!”
Kranthos abbattuto constatò: “Anche se il terrore scappa da noi”.
“ Sì, pure io mi spavento da solo” affermò Scricchio.
Ad Esperia balenò un’idea in testa : “ Beh se la gente non vi teme più potete diventare……”
Mourgos suggerí : “Supereroi?”
E dopo Gnac-Gnac: “Influencer?”
Infine, Kranthos: “Pizzaioli?”
La ragazza rispose: “No, potete diventare i guardiani delle birbonate”
Scricchio enunciò: “Il titolo mi piace”
Esperia espose con tono pacato: “ Così potete assicurare che nel mondo ci sia sempre un pò di caos, ma quello buono: risate, scherzi innocui, piccole sorprese”.
Mourgos disse con voce sognante: “Una nuova carriera….”.
Kranthos: “Un nuovo scopo……”
Gnac-Gnac aggiunse: “ Possiamo comunque mangiare le salsicce vero?”
Esperia affermò con allegria: “ Certo quella parte di tradizione non la cambiamo”.
Tutti e 4 in coro gridarono: “Evviva!”
Gli occhi dei kallikantzaroi si illuminarono. Scricchio esclamò con uno sguardo furbo: “ Allora via! C’è un pandoro da…. Ehm…… mettere “misteriosamente” in disordine!” E le fece l’occhiolino.
Mourgos subito dopo inciampò, Gnac-Gnac lo seguì ma sbatté contro il frigorifero, Kranthos cercando di aprire un cassetto ne restò impigliato.
Esperia li osservò divertita.
Da quella notte in poi i kallikantzaroi recuperarono la loro dignità non facendo piú paura, ma facendo ridere. E rubando tutte le salsicce, ovviamente.
Durante quel Natale Esperia imparò che non tutte le leggende sono solo leggende, ma possono essere reali. I kallikantzaroi resero il Natale ancora più magico e la ragazza si assicurò che quella tradizione non morisse mai tramandandola anno dopo anno.
Il testo prende ispirazione dalla leggenda dei kallikantzaroi, creature del folklore greco. La leggenda è nata nell’ antichità ed è stata trasmessa in maniera orale. Ci sono molte informazioni su queste creature, che cambiano da zona a zona della Grecia, io ho trattato solo alcuni aspetti riguardanti le tradizioni tramandate in Tracia. Lascio a voi la scoperta di altre curiosità!
La scrittura è un dialogo silenzioso tra chi racconta e chi legge.
Grazie per avermi ascoltato tra le righe.
Vi auguro un buon Natale!
Ci ritroviamo nel prossimo numero, con un’altra storia tutta da scoprire.
Di Sabina Lucchesi.