ANSIA DA VERIFICHE come Affrontarla


L’ansia da prestazione

Uno dei problemi d’ansia più frequenti in età scolare è l’ansia da prestazione, ossia quel tipo di ansia che si manifesta quando lo studente affronta una situazione in cui si trova esposto alla valutazione o il giudizio degli altri. Nella letteratura inglese questo problema viene indicato col termine “test anxiety”, che in italiano, forse, sarebbe più indicato tradurre usando l’espressione “ansia da valutazione”. Alcuni autori nel descrivere l’ansia da valutazione ne differenziano le componenti distinguendole in “apprensione” e “emotività”.

Col termine apprensione, ci si riferisce all’eccessivo coinvolgimento dello studente nella prestazione, con eccessiva focalizzazione sul rischio di esiti negativi, mentre con il termine emotività si riferisce agli indici di attivazione neurovegetativa (tachicardia, tremori, secchezza delle fauci, ecc.). Questa distinzione tra una componente cognitiva e una componente emotiva dell’ansia da valutazione è stata confermata anche da varie ricerche le quali hanno dimostrato che è proprio l’apprensione, cioè la componente cognitiva, l’elemento che maggiormente influenza l’esito della prestazione.

L’inquadramento psicologico dell’ansia da valutazione può essere sintetizzato nei seguenti punti:

1. L’ansia da valutazione è attivata e mantenuta da pensieri disfunzionali appresi.

2. La sensazione di minaccia che caratterizza l’ansia da valutazione scaturisce da pensieri anticipanti la possibilità di non riuscire a soddisfare le proprie esigenze di successo.

3. Le conseguenze catastrofiche immaginate riguardano in gran parte il proprio valore personale che viene percepito come minacciato da un eventuale esito sfavorevole dell’esame.

4. I pensieri disfunzionali sono presenti in modo automatizzato (in quanto iper-rappresi) prima e durante vari tipi di performance.

5. Il “blocco”, che spesso subentra durante la performance, è dovuto a una reazione di evitamento che riduce momentaneamente l’ansia, ma che ne perpetua il meccanismo.

6. Dal momento che i pensieri disfunzionali sono abitudini apprese, possono essere disappresi.

7. I pensieri disfunzionali possono essere sostituiti, attraverso un adeguato processo di apprendimento, con nuovi pensieri in grado di attivare emozioni e comportamenti funzionali al contesto.

La paura delle verifiche:

Come affrontarla e superarla


“Non voglio più fare verifiche!”, “Non mi ricordo nulla!”, “Questo compito andrà sicuramente male!”, “Nonce la farò mai!”.

Ecco, queste espressioni di molti studenti sono la diretta manifestazione della paura, del

panico. È proprio la paura a portare i ragazzi a pensare e a esprimersi in questo modo.

Se la paura diventa più forte del coraggio, lo studente si convince che non ce la farà mai, che è incapace, nonostante abbia effettivamente studiato e nonostante gli insegnanti lo abbiano rassicurato.

Come mai accade questo?

Lo studente percepisce la verifica, scritta o orale che sia, come una situazione rischiosa, pericolosa, che minaccia la sua autostima. Tali pensieri negativi sulla verifica innescano una spirale di paure e insicurezze, che culminano nella scarsa fiducia in se stesso, bassa autostima, e inadeguato senso di autoefficacia.

Lo psicologo e psicopedagogista Polito M. (2007) ha steso una lista di validi suggerimenti che può aiutare lo studente ad affrontare e superare la paura delle verifiche.

1. Valorizzare e conoscere le verifiche. È importante riuscire ad aiutare lo studente a comprendere

che una verifica possa diventare un’opportunità di autoeducazione, un’occasione di valutare il suo

impegno e la sua preparazione. Può essere utile suggerire allo studente di ripetere il seguente

mantra, prima di sostenere la verifica: “Le verifiche sono un modo per valutare le mie abilità. Non

sono un modo per distruggere la mia autostima.” Successivamente, si può guidare lo studente a

conoscere ciò che la verifica esamina: è necessario sapere con precisione ciò che si dovrà sostenere,

cosa si aspettano gli insegnanti e i criteri di valutazione.


2. Migliorare il proprio metodo di studio. È essenziale studiare in modo attivo, rielaborando le

informazioni: sottolineare, prendere appunti, schematizzare, costruire mappe, elaborare domande e

risposte brevi e precise, programmare il tempo di studio, distinguere i contenuti facili e difficili,

combinare il ripasso veloce con quello lento, ripassare frequentemente e sistematicamente.


3. Riposare e curare la stabilità emotiva. È importante educare lo studente a rispettare i propri

equilibri: riposare, evitare nottatacce sui libri e levatacce mattutine, rilassarsi, creare un opportuno

stacco mentale dalle verifiche. Lo studente può ripetere il seguente mantra: “Ho studiato. Mi sono

impegnato. Se andrà bene, sarà bellissimo. Se non andrà bene, non sarà la fine del mondo: posso

conservare uno stato d’animo tranquillo perché sono sicuro di aver studiato con impegno.”

Altrettanto importante è scongiurare l’eventualità che lo studente prenda sedativi in vista della

verifica: se da un lato calmano l’ansia, dall’altro rallentano i riflessi e annebbiano la mente. In ogni

caso, è importante che lo studente si rivolga al medico per un’eventuale prescrizione.


4. Affrontare i blocchi mentali. Lo studente, prima di una verifica, pretende spesso di ricordarsi

tutto: tale pretesa causa ansia, tale ansia causa situazioni di agitazione e di panico, anticipando

mentalmente l’insuccesso della verifica. Non di rado lo studente riferisce di avere dei “vuoti

mentali”. Si può suggerire allo studente di “parlarsi con calma e fiducia”, di incoraggiarsi, di

approfondire il respiro, di muoversi, di fare dei brevi esercizi di rilassamento. Se sarà in grado di

riportare la calma dentro di sé, sarà in grado di padroneggiare nuovamente il flusso dei pensieri e

riaccedere alla memoria a lungo termine.


5. Il voto. È importante aiutare lo studente a separare il voto scolastico dal giudizio che si dà.

L’insegnante darà un voto sulla base di specifici parametri: la preparazione dello studente, il suo

modo di porsi, le proprie aspettative. Sicuramente, i voti non sempre sono sufficientemente

oggettivi. Anche lo studente si valuta sulla base delle proprie aspettative, influenzate dalla qualità

della sua preparazione, dall’entusiasmo investito nello studio, dalla stima di sé. Lo studente deve

comprendere che lui non è il voto, non è un 4, un 5, un 7, un 10. Lui è molto di più!

Ma come aiutare lo studente ad affrontare un brutto voto?

Guidandolo nei seguenti passi: non essere troppo duro con se stesso, prendersi del tempo per elaborare una reazione, prendere le distanze dalla situazione, capire cosa è andato storto, chiedere spiegazioni all’insegnante, chiedere consiglio ai compagni di classe, cercare opportunità per recuperare.

6. Dopo la verifica. “Avrei potuto... avrei dovuto...” Questi sono i pensieri che invadono la mente

dello studente, dopo aver sostenuto la verifica. Lo studente, invece, ha bisogno di evadere, di non

pensare più all’esame, di svuotare la mente. Può praticare sport, parlare con gli amici, ascoltare la

musica, fare qualcosa di divertente.


Le verifiche sono un’occasione per imparare. Possono andare bene o male, ma possono sempre insegnare il modo migliorare per gestire le proprie risorse di fronte alle inevitabili prove della vita. Gli esami, si sa, non finiscono mai!