l'Intervista

Un viaggio tra le stelle

Con i suoi murales dà un nuovo volto ai quartieri delle città italiane: Ale Puro, il famoso street artist, racconta come la passione per il writing si è trasformata in una professione. L'importante è dare voce alla fantasia e alla poesia, come fanno i bambini, protagonisti delle sue opere.

a cura di Elisa

Ale Puro dopo gli studi all'Accademia di Brera ha viaggiato in Messico e in India.

ll murales In quel fiore ci nascondevo il mondo, ispirato alla storia della staffetta partigiana Liliana Benvenuti

«Ho cominciato ad ascoltare la musica hip hop e mi sono interessato a diverse discipline, come la breakdance e il writing». Con queste parole Ale Puro, il famoso street artist di Vigevano, ha cominciato a raccontare alla nostra redazione com'è iniziata la passione e la sua carriera nel mondo della street art.

Ale Puro si butta nel mondo della street art a soli 16 anni, durante il suo percorso di studi all'Istituto Tecnico Statale Luigi Casale, e questo interesse poco a poco si trasforma in una vera e propria professione.

Tra i primi bozzetti e disegni, Ale trova un modo di rappresentare la propria arte che lo rende unico: disegnare bambini. «I bambini interpretano il mondo della fantasia e della poesia, si stupiscono molto di più rispetto a noi». Durante l'incontro, tenutosi il 1 febbraio, l'artista ha spiegato da dove prende l'ispirazione per realizzare le sue opere: «A me è sempre piaciuto il fumetto, le illustrazioni per ragazzi e ho messo insieme tutti questi elementi. Mi capitava di andare al parco, c’era la signora che buttava le briciole ai piccioni, io disegnavo la scena, ma al posto delle briciole mettevo le stelline. Aggiungevo qualche elemento di fantasia che trasformava una scena quotidiana in poetica. Ragionando su questi cambi ho pensato: chi sono i migliori interpreti dei mondi fantastici? I ragazzi. Tutti i miei disegni raffigurano i ragazzi, ma non è detto che quello da cui ho preso l’ispirazione sia per forza un ragazzo, può essere anche una persona di 80 anni. Quando cammino nelle strade in cui sono passato tantissime volte mi capita guardarmi intorno e di trovare cose nuove. Al di là dell’artista in ogni cosa c’è sempre un aspetto creativo».

Uno dei suoi murales più importanti rappresenta una bambina su una bicicletta con un fiore rosso nei capelli: « È il lavoro più importante come tematica, selezionato tra i 50 lavori più significativi di Milano. È ispirato al 70esimo anniversario della Liberazione. Avevo letto l'intervista di una signora che da giovane aveva fatto la staffetta, nascondeva i bigliettini da portare in un fiore rosso. Mi aveva colpito il messaggio della signora ”In quel fiore nascondevo il mondo” e ho voluto fotografarlo in questo modo».

Ale Puro agli studenti della 3^D ha raccontato le esperienze che hanno contribuito a farlo diventare la persona che è oggi: «In Messico ho imparato lo spagnolo, vivere da solo mi ha fatto crescere. In India ho vissuto in un paesino quasi due anni. La domenica staccavano la corrente, ero da solo, non avevo internet, ho imparato a cucinare. Queste esperienze mi hanno fatto maturare».

Vuoi comunicare un messaggio specifico con le tue opere?

Sì, ogni opera racchiude un messaggio. Rappresento questi soggetti in modo molto simpatico e fantasioso, mi piace che ci sia una libera interpretazione dei miei lavori. Nascono da tematiche importanti, voglio lanciare dei messaggi con quello che disegno, è il mio modo per scrivere. Io non sono mai stato bravo nell’esprimermi, molte volte mi inceppavo, il mondo del disegno lo utilizzo per esprimermi, per comunicare.

Com’è nata la tua passione per la street art e il writing?

E’ nata a 16 anni quando ho cominciato ad ascoltare la musica hip hop mi sono interessato a diverse discipline la breakdance, il writing.

Qual è stata la ragione per la quale hai fatto arte?

Essendo una persona molto chiusa dovevo esprimermi in qualche modo, ho provato diverse cose, quella che mi ha catturato di più l’attenzione è stata il writing. Mi ha affascinato l’idea di far vedere la mia arte, il mio modo di disegnare a tutti.

Come fai a impostare il disegno?

La bomboletta spray adesso la uso poco, il pennello mi permette di andare in alto con il bastone. In entrambi i casi le dimensioni sono diverse da un lavoro che realizzi su carta. Prendo dei punti di riferimento, se i muri sono trasandati, c’è una crepa o una macchia le prendo come punti di riferimento, lì ci va la mano, lì il naso. Mi aiutano ad allargare in scala il disegno.

Per il secondo anno hai realizzato un calendario per beneficienza con il Rotary Club Mede Vigevano. Com’è nata questa collaborazione?

E’ una bella soddisfazione, a me piace tanto collaborare, cerco di trasmettere di dare il più possibile con quello che so fare. Ci sono state diverse associazioni che mi hanno coinvolto per fare qualcosa, per fare dei laboratori o dei lavori, mi piace mettermi a disposizione per questo. Il Rotary mi aveva chiesto di realizzare delle immagini per il calendario. L’anno scorso ho fatto una raccolta di immagini che avevo già realizzato, questo ci ha permesso di raccogliere il ricavato e donarlo alla pediatria di Vigevano dove ogni tanto collaboro. Quest’anno mi hanno chiesto di rifare il calendario con immagini inedite, la tematica era l’ambiente.

Cosa vorresti dire al tuo giovane te stesso?

Ci sono tante cose che gli direi, principalmente di godermi di più ogni singolo momento.

Da dove prendi l’ispirazione per creare le tue opere?

Mi dà ispirazione camminare, osservare quello che mi sta intorno, la quotidianità osservata da un altro punto di vista e non dare mai per scontato le cose. Per esempio prendo un mandarino tolgo la buccia e faccio gli occhi. L’ho cambiato, ma è rimasto sempre un mandarino.

C’è qualche esperienza del tuo soggiorno in Messico e in India che ti porti nel cuore?

In Messico ho imparato lo spagnolo, vivere da solo mi ha fatto crescere. In India ho vissuto in un paesino quasi due anni. La domenica staccavano la corrente, ero da solo, non avevo internet, ho imparato a cucinare. Queste esperienze mi hanno fatto maturare. Artisticamente ho osservato molto le varie culture, in Messico mi piaceva un pittore che faceva murales, Diego Rivera, il marito di Frida Kahlo. Mi piacevano molto le loro tradizioni e ho avuto modo di conoscere la loro cultura da vicino.

A conclusione dell'incontro gli alunni si sono spostati al di fuori della struttura scolastica e hanno osservato il murales dell'artista che si trova nel Viale dei Mille, “Un viaggio tra le stelle”. Ale Puro ha spiegato come e in quanto tempo ha creato l'opera che si trova su una parete di 230 metri quadri e tutte le difficoltà che ha avuto durante la realizzazione.

Quanti giorni ci ha messo per dipingere "Un viaggio tra le stelle”? E’ il disegno più grande che hai fatto?

L’ho realizzato in due settimane. E’ il disegno più grande che ho fatto.

Qual è il tuo murales preferito?

Mi piacciono più o meno tutti. Sicuramente uno dei miei preferiti è “Un viaggio tra le stelle” perché è quello che a Vigevano mi ha fatto conoscere di più come artista, l’altro è quello della Liberazione che ho realizzato a Milano.

Che tecnica utilizzi per fare i murales?

Pittura, vernice e pennello. Non ci sono sfumature, tinte piatte, mi ispiro alle illustrazioni, mi piacciono molto le illustrazioni anni 70. Chi me l’ha commissionato mi ha chiesto di fare qualcosa sulla tematica Leonardo. Ho realizzato tre bozzetti sul concetto di volo.

Come mai i bambini sono sempre presenti nelle tue opere?

Il soggetto del bambino interpreta di più il mondo della fantasia e della poesia, nella quotidianità si stupisce più facilmente rispetto a noi.