SCUOLA

LA SCUOLA OGGI: 

TRA PROBLEMI E NUOVE TECNOLOGIE

a cura di Danilo (1G)

L'educazione di ogni individuo parte dalla famiglia di nascita e si accresce nel corso della vita di ciascuno di noi anche grazie agli insegnamenti ricevuti durante il periodo della frequenza scolastica. 

La scuola, ai vari livelli, primaria e secondaria, fornisce un livello appropriato di istruzione e formazione agli alunni. Il principio della scuola pubblica è garantire a tutti i cittadini un livello minimo di istruzione.

La Costituzione italiana garantisce l'istruzione scolastica gratuita fino alla terza media e obbligatoria fino al biennio successivo della Scuola secondaria di secondo grado. Gli studenti, dopo aver ultimato il periodo scolastico obbligatorio, possono decidere se interrompere gli studi o proseguire fino al livello universitario. 

La scuola italiana, interessata negli anni da vari tagli finanziari, si trova oggi a dover fronteggiare problematiche come la dispersione scolastica ma anche l'invecchiamento del personale docente, nonché le difficoltà ad introdurre nuove tecnologie informatiche. 

Anche per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, dovrebbe essere previsto un maggior impiego degli strumenti informatici nelle aule scolastiche, per interessare e appassionare maggiormente gli studenti ed educarli all’utilizzo delle nuove tecnologie.

DUE SISTEMI SCOLASTICI A CONFRONTO:

LA SCUOLA ITALIANA E QUELLA FINLANDESE

a cura di Alice (2A)

Tra la scuola finlandese e quella italiana ci sono poche analogie e molte differenze.

In Finlandia c'è una scuola unica obbligatoria, che inizia a 7 anni e finisce a 16, quindi non ci sono stacchi tra scuola primaria e scuola secondaria, o esami di passaggio, come invece succede in Italia.La fase di passaggio può essere molto stressante per lo studente, che deve cambiare compagni, professori, carico di lavoro. La scuola in Finlandia è gratuita, e lo sono anche i libri, non ci sono né test né valutazioni. Alla fine della scuola dell'obbligo, a 16 anni, lo studente può scegliere se frequentare un liceo (che più che altro è un corso di preparazione universitaria) o un corso professionale per l‘inserimento nel mondo del lavoro. Questo corso dura tre anni e, per accedere all’università, gli studenti devono affrontare dei test selettivi. In Italia lo studente sceglie la scuola secondaria a 14 anni, quando ancora non ha le idee ben chiare sul proprio futuro.

Un'analogia con la scuola italiana è la presenza di materie comuni, come la lingua madre e le lingue straniere, Matematica e Scienze, Storia, Geografia, Arte e Sport e altre di indirizzo come Informatica, Elettronica, Fisica ecc…

I corsi in Italia sono annuali e si dividono in trimestri o quadrimestri, con verifiche periodiche. Invece in Finlandia i corsi sono semestrali o quadrimestrali, e alla fine del corso non c'è la bocciatura ma il voto che lo studente merita. Nel caso debba recuperare qualche materia, c'è un insegnante di supporto. 

Al cambio d’ora il docente rimane in classe, mentre sono gli alunni che cambiano aula a seconda delle materie da seguire.

In Italia la tecnologia a scuola è ancora considerata un lusso, mentre in Finlandia tutte le classi hanno la LIM, gli studenti studiano grazie a tablet e computer e internet sono fruibili a tutti.

In Finlandia, lo status di un insegnante è riconosciuto come un livello sociale molto importante ed è visto come un serio professionista. Solo i laureati con il massimo dei voti possono accedere alla professione e chi insegna alla scuola di base insegna anche all'università. La formazione è continua e restano a scuola tutto il giorno per aiutare gli studenti in difficoltà. 

Il sistema scolastico finlandese risulta oggi il più efficiente al mondo e quello italiano  potrebbe prendere spunto dal modello finlandese per migliorare.

INTERVISTA AD UN EX ALUNNO 

DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO "E. VITTORINI"

a cura di Martina (2B)

In questo secondo numero del giornalino abbiamo il piacere di intervistare un ex alunno dell’Istituto Comprensivo “Elio Vittorini”. 

Il suo nome è Orazio Emanuele Distefano e frequenta oggi il liceo scientifico “Concetto Marchesi”. In questa intervista abbiamo discusso della nostra scuola, di come è cambiata nel corso degli anni, del rapporto con compagni e professori.



Ho frequentato la scuola media “Vittorini” nel periodo che va dall’anno scolastico 2017/2018 al 2019/2020.



Personalmente ho vissuto in maniera positiva gli anni nella vostra scuola. Fin da subito ho stretto amicizia con i miei compagni e ho instaurato un rapporto sano con i professori.



Nel corso dei tre anni di scuola media io e i miei compagni abbiamo vissuto diversi cambiamenti relativamente al corpo docenti. I professori che ci hanno seguiti in questo percorso sono stati: professore Di Vita (matematica e scienze della terra, sostituito al secondo anno dalla professoressa Vinci); la professoressa Sima per quanto riguarda le materie umanistiche (italiano,storia e geografia), sostituita dalla professoressa Schilirò al terzo anno. A guidarci nelle materie linguistiche sono state la professoressa Ciancio (inglese) e la professoressa Falcidia (francese). Nelle scienze motorie ci ha seguito la professoressa Barcellona e in seguito il professore Provenza. Nel disegno tecnico la professoressa Milingi ed in quello a mano libera in un primo momento la professoressa Mazzaglia, sostituita poi dalla professoressa Giusto. Infine, per la religione il prof. Finocchiaro.



Dell’Istituto “Elio Vittorini” adoravo la disponibilità dei docenti a colmare eventuali lacune di noi studenti e soprattutto l’attenzione nel formarci al meglio per affrontare le difficoltà future.


 

La cosa che mi piaceva di meno era la scarsa fornitura di attrezzature tecnologiche (computer, tablet, lavagne digitali…), che ad oggi sono molto presenti nel mio liceo.



Principalmente, come accennavo in precedenza, la fornitura di dispositivi elettronici, in grado di migliorare esponenzialmente la qualità dello studio.



Nonostante io non frequenti più l’istituto da ormai diversi anni, vengo informato da mio fratello che frequenta la seconda media. Mi è stato riferito che sono avvenuti cambiamenti strutturali oltre alla riorganizzazione dei docenti e del personale ATA.



Secondo me la scuola è migliorata decisamente rispetto agli anni in cui la frequentavo io.



Il rapporto che ho avuto con i professori è stato estremamente costruttivo (a livello scolastico e morale). I professori con cui ho avuto un legame particolare sono stati la prof.ssa Vinci che mi ha aiutato ad intraprendere al meglio il percorso che ho deciso di seguire al Concetto Marchesi, e la professoressa Sima che, nonostante abbia lasciato la nostra classe prematuramente, è stata di fondamentale aiuto nel miglioramento dello studio della letteratura e nella stesura dei temi (che ad oggi è uno dei miei punti di forza). Per quanto riguarda il rapporto con i compagni di classe, posso dire con tranquillità che formavamo un gruppo coeso e molto legato, anche se il cambio di scuola e gli anni trascorsi hanno contribuito a separare le nostre strade. Ad oggi, però, sono ancora in contatto con molti di loro.

INCONTRO CON LA SCRITTRICE 

VALENTINA CARMEN CHISARI

a cura di Giorgia (1D) e degli alunni della classe 1C

Nell'ambito dell’iniziativa “Incontro con l’autore”, tutti gli alunni delle classi prime di San Pietro Clarenza e Camporotondo Etneo, nel mese di maggio hanno incontrato la scrittrice giornalista Valentina Carmen  Chisari, autrice del libro “ Il mare di Vita e Chadi”. Il libro narra la storia di due bambini, uno vive in Sicilia e l’altro in Tunisia, divisi dal mare ma uniti dai sogni. 

La scrittrice ha conversato con gli alunni, ha organizzato giochi di squadra, giochi di parole che hanno dato vita a racconti a più mani. Sono state due ore intense, dove gli alunni, senza porre limiti alla fantasia, hanno dato vita ad un laboratorio di scrittura, che ha divertito tutti.

L’esperienza ha fatto capire che ci si può divertire anche solo con carta e penna, appassionarsi alla lettura per accrescere curiosità verso questo compagno di vita, “ il libro”!

 

Da dove ha preso l’ispirazione per scrivere questo libro?


Durante il periodo della quarantena, mentre eravamo costretti, a causa del Covid, a vivere isolati e lontani dagli altri, ho immaginato la storia di due bambini divisi non per loro volontà. Ho quindi iniziato a scrivere questa storia che parla di due bambini, Vita e Chadi. Loro vivono in due posti lontani e sono divisi dal mare, il tratto di mare che separa la Sicilia dalla Tunisia. A dividerli non è solo il mare, ma anche le paure dei genitori, legate al terribile episodio del naufragio della nave Meraville, dove perse la vita il padre di Chadi e attorno al quale ruota tutta la vicenda. I due bambini, grazie alla loro immaginazione, riescono a superare l’ostacolo della lontananza e, con la fantasia, scoprono l’esistenza l’uno dell’altra.

 

Quali emozioni ha provato scrivendo questo libro?


Mi sono molto emozionata perché ho capito che, grazie alla forza dell’immaginazione, tutto può accadere, e può succedere tutti giorni. Devo ringraziare i miei figli, che, durante il periodo del Covid, mi hanno fatto capire l’importanza dell’immaginazione nella nostra vita. Cosi ho immaginato questa storia che, grazie alla fantasia, ha un lieto fine. Anzi, la particolarità di questo libro è che ha un finale aperto che permette ad ogni lettore di continuare liberamente questa storia.

 

Come ha scelto i nomi dei protagonisti  Vita e Chadi?


La storia è ambientata fra Mazara del Vallo e Tunisi, perciò ho pensato di chiamare la protagonista femminile Vita, in onore del Santo Patrono di Mazara del Vallo, San Vito. Invece per il nome del protagonista maschile, non conoscendo nomi maschili tunisini, ho fatto delle ricerche e infine ne ho scelto uno da una lista di nomi tunisini, appunto Chadi.

 

Qual è il suo rapporto con Tunisi?


Io non sono mai stata a Tunisi, quando ho iniziato a pensare alla storia del libro ho scoperto però che esiste un legame molto forte fra Mazara del Vallo e Tunisi. L’anno scorso, visitando proprio Mazara del Vallo, ho scoperto un quartiere che si chiama casbah, abitato proprio da tunisini, mentre a Tunisi esiste un quartiere che si chiama “piccola Sicilia”, abitata da siciliani.

 

Quando e perché ha iniziato a scrivere?


Io ho sempre desiderato scrivere, fin da piccola amavo leggere e inventare delle storie mie. In realtà il mio sogno era di diventare una giornalista, ho iniziato a scrivere libri per bambini dopo la nascita dei miei due figli. La maternità ha cambiato totalmente la mia vita e ha fatto nascere in me il desiderio di scrivere delle storie per i miei figli e alla fine queste storie sono diventate dei libri. Il mio primo libro si intitola Racconti dall’isola magica – La Sicilia e i suoi colori ed è stato pubblicato nel 2013. Il mio secondo libro è appunto “Il mare di Vita e Chadi”.

 

Continuerà a scrivere altri libri?


Sì, ho molte idee in mente e penso che scriverò un altro libro per ragazzi.

IL PERICOLO DIETRO LA RETE

a cura di Lorenzo (3C)

Giorno 17 maggio tutte le classi dell’ I.C. “Elio Vittorini” si sono recati nei locali della scuola penitenziaria di San Pietro Clarenza per trattare l’ argomento molto delicato e attuale del bullismo e del cyberbullismo.

Il cyberbullismo è un fenomeno che si è sviluppato a seguito dell’ampio utilizzo dei mezzi di comunicazione online da parte dei giovanissimi che hanno accesso al pc, allo smartphone e al tablet. Questo consente al cyberbullo di commettere atti di violenza fisica e psicologica, anche in anonimato, mediante i social network, e di offendere la vittima mediante la diffusione di materiale denigratorio come testi, foto e immagini. Si tratta di un uso inappropriato della rete, realizzato fuori dal controllo degli adulti, con cui i ragazzi si scambiano contenuti offensivi e discriminatori, rivolti a giovani considerati diversi per aspetto fisico, abbigliamento, orientamento sessuale, classe sociale o perché stranieri.


A introdurre l’argomento è stato il PM dott. Alessandro  Camerano, che ha spiegato l’importanza di navigare in rete responsabilmente. Attraverso una serie di casi di vittime di bullismo e soprattutto di cyberbullismo, ha incitato i giovani a diffidare delle conoscenze attraverso i social, perché dietro la tastiera potrebbe nascondersi qualcuno di diverso rispetto a chi crediamo e molte volte si può incappare in situazioni spiacevoli, se non pericolose.


Anche l’intervento della Dott.ssa Martina Cappuccio è stato molto interessante perché, dopo la visione di un video molto significativo,  ci ha fatto riflettere sui danni psicologici e morali che la vittima subisce.


L’intervento dell’avv. Salvatore Di Dio ha messo in luce la pericolosità del web e i molti casi di suicidio giovanile, avvenuti in seguito ad episodi di cyberbullismo, da parte di chi ha sofferto per la diffusione di materiale intimo e personale in rete.


Dall’incontro è emerso che ancora oggi molti giovani sono disinformati sui rischi che corrono in rete e  sulle responsabilità che ognuno deve assumersi. La violenza sul web può essere anche punita legalmente perché tutto ciò che viene pubblicato su Internet non sarà mai cancellato del tutto.


È utile confrontarsi con gli adulti, genitori, parenti o insegnanti e, in caso di pericolo, chiedere aiuto e rivolgersi alle forze dell’ordine.

In caso di errori come la condivisione involontaria di contenuti, per evitare di essere vittime o complici del cyberbullismo, dobbiamo adottare alcuni accorgimenti.

Anzitutto occorre provare a rimuovere il contenuto e, dove possibile, verifichiamo eventuali nuove condivisioni. Bisognerebbe coinvolgere poi il gestore della piattaforma affinché i post che ci riguardano direttamente, pubblicati da noi o da terzi, siano cancellati.


Da ricordare...

Analizziamo i contenuti che vogliamo condividere sui social e valutiamo le potenziali conseguenze che potrebbero avere su di noi e su altri utenti.

Segnaliamo sempre i comportamenti scorretti coinvolgendo il gestore della piattaforma.