ATTUALITÀ 

PROBLEMI ADOLESCENZIALI: 

CIÒ CHE GLI ADULTI NON VEDONO 

a cura di Emily (2C)

Un problema comune tra gli adolescenti sono le tante preoccupazioni che, in gergo giovanile, chiamiamo "paranoie". 


Per alcune persone le paranoie non sono importanti, solo brutti pensieri da cui puoi scappare facilmente. Per altre, invece, sono una vera e propria arma, un'arma in grado di distruggerti lentamente.


Alcuni adolescenti pensano in modo negativo al proprio passato, ma anche al presente, per la paura di essere giudicati o umiliati anche dalle persone più vicine. 


Certe volte, pur di essere accettati dagli altri, si cade in trappole mentali da cui non è semplice uscirne, come i disturbi alimentari. Prendiamo il caso dell'anoressia, mangiare poco o smettere proprio di farlo per sentirsi accettati dagli altri, per auto-accettarsi o per riuscire a guardarsi allo specchio senza disprezzarsi.


Ad amplificare i disturbi alimentari sono i commenti fatti dagli altri sull'aspetto fisico, perché chi non riesce ad accettarsi, se questi sono negativi, ne soffre molto.


Per fortuna per questi problemi esistono medici e psicologi pronti ad aiutare gli adolescenti a fidarsi, a confidarsi e di conseguenza a superare le difficoltà. 


A volte gli adulti (anche i genitori) tendono a sottovalutare la situazione, dicendo che il figlio o la figlia è solo in cerca di attenzioni o cose simili, ma non bisogna mai minimizzare questi disturbi perché possono causare anche la morte. 


Un altro problema che spesso affronta il soggetto paranoico è l'autolesionismo, cioè procurarsi del dolore. Per alcuni adolescenti il dolore è una specie di soddisfazione, un qualcosa che dà benessere, calma o fa scappare dai problemi. Una volta che si inizia sembra impossibile smettere, perché si crede di aver trovato la pace interiore, un posto sicuro.


Un consiglio: se state passando questo, dovete chiedere aiuto! Magari fa paura, ma solo con l'aiuto di qualcuno potete uscirne! Chiedere aiuto non è da deboli, anzi è un'azione molto coraggiosa.

HONG KONG VERSO LO STOP 

ALLA PLASTICA MONOUSO

a cura di Mario (1B)

Hong Kong si appresta ad infrangere il primato negativo dell’Asia in termini di produzione di plastica e di dispersione in mare di rifiuti plastici. 


Dall’autunno del 2023, e non dal 2025, come precedentemente stabilito, nel territorio autonomo del Sudest della Cina sarà vietato usare plastica monouso nei ristoranti e nei fast food.


Una scelta che fa ben sperare in un continente, come quello asiatico, da cui proviene l’80% circa della plastica presente negli oceani.


Secondo i dati di un’indagine statistica del 2020, nelle discariche di Hong Kong venivano smaltiti quotidianamente oltre 2.500 tonnellate di rifiuti di plastica. A ciò si aggiunga che, durante il periodo della pandemia, la quantità di plastica prodotta è cresciuta di molto, per via dell’uso frequente di servizi di consegna o asporto di cibo e dell’aumento dell’utilizzo di stoviglie usa e getta.


Non dimentichiamo le previsioni degli scienziati secondo cui, se si va avanti con il ritmo attuale, entro il 2050 la plastica nelle acque salate peserà più di tutti i pesci messi assieme. 


È davvero questo il futuro che desideriamo per il nostro pianeta? 


Il docufilm 2050: Cronache Marine ci racconta un futuro distopico in cui la plastica avrà cambiato il mare e le nostre vite.

23 MAGGIO: 

LA GIORNATA DELLA LEGALITÀ 

a cura di Elena (3B)

Il 23 maggio ricorre ogni anno la “Giornata della legalità”, volta a commemorare le vittime di tutte le mafie. Si ricorda in particolare la strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie, anch'essa magistrato, Francesca Morvillo e tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.


Giovanni Falcone, insieme a Paolo Borsellino, è il simbolo della lotta dello Stato alla mafia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno dedicato la loro vita a combattere la criminalità organizzata. Il loro impegno civile ha assicurato alla giustizia oltre 350 persone in un Maxiprocesso che ha segnato un enorme successo per il lavoro svolto da tutto il Pool Antimafia.


Conosciamo meglio questi due magistrati palermitani, che furono anche due grandi amici. 

 

Giovanni Falcone è nato a Palermo nel 1939. Frequenta il liceo classico e, finito il liceo, si iscrive in giurisprudenza. Dopo la laurea, vince il concorso in magistratura nel 1964 e nello stesso anno sposa la sua prima moglie Rita Bonnici.

Il suo primo incarico è quello di pretore a Lentini nel 1965. Nel 1978 torna a Palermo e l’anno successivo accetta il posto all’Ufficio istruzione della sezione penale, sotto la guida del giudice Chinnici e affiancato da Paolo Borsellino.

Nel 1980 gli vengono affidate le indagini contro il costruttore Rosario Spatola e i suoi associati, grazie alle quali scopre il quadro dell'organizzazione criminale Cosa Nostra. Fu proprio nel corso del processo Spatola che Giovanni Falcone mise in luce tutta la sua bravura, adottando nuovi metodi di indagine investigativa. 


Paolo Borsellino nasce nel 1940 a Palermo. Come Falcone frequenta il liceo classico. Nel 1963 partecipa al concorso per entrare in magistratura, diventando il più giovane magistrato d’Italia. Il suo primo incarico è al tribunale di Enna nella sezione civile. Nel 1967 viene trasferito a Mazara del Vallo e viene nominato pretore, ed è in questo momento che viene a contatto con il fenomeno mafioso. Il 23 dicembre 1968 sposa Agnese Piraino Leto. Nel 1975 viene trasferito a Palermo, dove entra nell’Ufficio istruzioni del Tribunale sotto la guida del giudice Chinnici.


I due giudici operavano in un clima non semplice, in un periodo in cui venivano uccisi magistrati, politici, poliziotti, sindacalisti come Pio La Torre e il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. Presto, infatti, la violenza del clan dei corleonesi si spostò verso le figure che rappresentavano lo Stato e soprattutto negli anni Ottanta ci fu una escalation di violenze che causò la morte di personaggi delle istituzioni. 

Fu in quel contesto di violenza che Antonino Caponnetto fu posto alla guida del Consiglio Superiore della magistratura. Da una sua idea nacque il noto Pool Antimafia costituito da giudici che si sarebbero occupati esclusivamente del fenomeno mafioso. Il primo ad essere scelto fu proprio Giovanni Falcone a cui si aggiunsero anche Giuseppe Di Lello Finuoli, Giuseppe Ayala, Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta. Il Pool Antimafia raggiunse grandi risultati a partire dall’anno 1984 quando Tommaso Buscetta iniziò a fare i nomi di numerosi esponenti della mafia. Tra il 1984-1985 furono emessi 366 mandati d’arresto e fu portato avanti il processo contro i capi della cupola mafiosa che si concluse con provvedimenti molto pesanti nei confronti dei corleonesi.