CULTURA

L'ARTE COME MEZZO DI ESPRESSIONE

a cura di Caterina (3B)

L’arte, da sempre, è stata considerata un qualcosa che cammina a passo con l'uomo e che fa parte di esso. Con gli anni l'arte ha subito molti cambiamenti, passando dall'arte classica a un'arte libera, con la possibilità di esprimere la propria visione del mondo e della vita che ci circonda; forse è proprio questo che ha permesso all'arte di diventare un metodo di sfogo utile e liberatorio. 

L’arte, in realtà, è sempre stata una attività liberatoria e ogni artista ha una propria concezione e un proprio modo di fare arte; c'è chi usa delle pennellate in modo veloce o lento, chi esprime i propri sentimenti attraverso colori scuri o chiari o mix di colori sparsi per la tela. 

Al giorno d'oggi anche un quadro completamente nero potrebbe esprimere mille emozioni; molti potrebbero non considerarla arte ma, in fondo, l’arte è nostra e nessuno può porle realmente delle regole classiche.


Amedeo Modigliani è stato uno degli artisti più importanti ed influenti del ‘900. Le sue opere sono talmente originali e uniche, che identificarle è facile anche per i meno esperti.


La sua prima esposizione avvenne nel 1918 presso la Galleria Weil, ma i suoi quadri furono ritenuti indecenti e, pertanto, ne fu ordinata la chiusura. La sua pittura appariva diversa rispetto alla produzione artistica del periodo, influenzata dall'avanguardia cubista e da un "ritorno all'ordine".

Lo stile di Modigliani si caratterizzava principalmente per la rappresentazione di ritratti, per le immagini sinuose e il colore intenso. Raffigurava principalmente donne e chi posava per Modigliani diceva che, con i suoi dipinti, riusciva a "spogliare l'anima" delle persone.


Una delle caratteristiche personali dell'arte di Modigliani sono gli occhi, vuoti, privi di pupille, come quelli delle statue antiche, quasi extraterrestri. Sembra infatti che l’artista non dipingesse mai gli occhi dei suoi personaggi almeno finché non fosse in grado di capirne l’animo. Ma anche davanti a queste orbite svuotate, i ritratti non perdono la loro personalità. A volte ha dipinto anche occhi asimmetrici e diversi tra loro, un occhio chiuso e l’altro aperto, uno di un colore e uno di un altro, come nel ritratto del pittore Léopold Survage. E all’amico, sorpreso nel vedersi rappresentato con un occhio vivo e un altro accecato, rispose.


«Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, mentre con l’altro guardi dentro di te.»

L’altro marchio di fabbrica di Amedeo Modigliani è rappresentato dai colli sottili e allungati, anche se questa particolarità non è una sua invenzione. Famosa, infatti, è “La Madonna dal collo lungo” de il Parmigianino, da cui Modigliani sembra prendere ispirazione e addirittura estremizzarne il tratto. Il collo, quindi, che fa da ponte tra la testa e il corpo, congiunge due parti così diverse e distanti tra loro. 


Questo pittore fu appunto uno dei pochi ad opporsi ai canoni della società in cui viviamo e ci insegna che l'arte non è regole e precisione ma ciò che vogliamo esprimere di noi stessi e del mondo che ci circonda.

IL CAVALIERE D'INVERNO

a cura di Ginevra (1B)

Paullina Simons è nata nel 1963, in Russia, più precisamente a San Pietroburgo e ha coltivato la passione della scrittura fin da ragazzina. Non tutti la conoscono ma i suoi libri meritano di essere letti perché ci insegnano qualcosa sulla vita. Per esempio il libro che vi presenterò, Il Cavaliere d'inverno, insegna che anche nei momenti più bui c'è sempre qualcuno che te li farà brillare.


Questo libro è stato pubblicato nel 2012 e ebbe grande successo, ma di che cosa parla?


Innanzitutto fa parte di una trilogia: Il cavaliere d'inverno, Tatiana e Alexander e Il giardino d'estate.


Questa trilogia parla della grande storia d'amore tra Tatiana Metanova, una ragazza di 17 anni, e Alexander Barrington, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa. Un amore a prima vista in una storia ambientata nel 1941, a Leningrado, durante la seconda guerra mondiale. Tatiana e Alexander si separano per un anno perché Alexander va a combattere al fronte e Tatiana si ritrova da sola, in America, ad accudire Anthony, il loro primo figlio.


Ma per fortuna i due si riuniranno in America; dopo la guerra, andranno a vivere a Lazarevo e, come si suol dire, vissero tutti felici e contenti.


Personalmente Il Cavaliere d'inverno, il primo libro, mi ha incollata alle sue pagine e trasportata in un altro mondo.


Paullina Simons ha pubblicato altri libri ma volevo parlarvi di questa trilogia, che è e sarà sempre la mia preferita.

HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, 

ALMENO UN MILIONE DI SCALE

a cura di Caterina (3B)

Montale, famoso scrittore ermetista, nato a Genova nel 1896, è molto sensibile nei confronti del disagio esistenziale dell’uomo. L’autore si fa interprete di una poesia pessimista incentrata soprattutto sul “male di vivere” dell’uomo. 

Per esprimere idee e sensazioni, Montale adopera una tecnica specifica definita “correlativo oggettivo”. Essa consiste nel rappresentare sulla pagina una determinata sensazione o emozione attraverso alcuni oggetti concreti, che dovrebbero suscitare nel lettore ciò che prova il poeta.

La poesia “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” è quella che vorrei prendere in esame.

I versi sono dedicati alla moglie Drusilla Tanzi, scrittrice italiana, compagna di vita del poeta, morta dopo un anno di matrimonio nel 1963.


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.


Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue.


In questa poesia si percepisce un grande dolore per la perdita della moglie. 

Il poeta ripensa alla vita trascorsa insieme a lei che è stata una guida per lui, l’unica capace di accompagnarlo attraverso le difficoltà della vita.

È molto interessante notare il gioco delle parti tra i due; la donna aveva una malattia agli occhi e quindi non vedeva senza le sue spessi lenti e si faceva guidare dal marito che, appunto per aiutarla a camminare, la teneva sottobraccio  Ma se lui era stato per lei una guida materiale, la donna risulta essere stata per il poeta  una guida “spirituale” e adesso, senza di lei, resta solo un grande vuoto.

 

Leggendo la poesia abbiamo avuto modo di vedere il tipo di linguaggio utilizzato, un linguaggio semplice e quotidiano. Se dovessimo togliere ogni termine dalla poesia potremmo tranquillamente inserirlo in una chiacchierata. Non è un linguaggio aulico o arcaico che richiama lo stile classico e poetico della tradizione italiana. Nonostante ciò il poeta, con la sua sensibilità, riesce a nobilitare i versi attraverso la profondità del sentimento che prova.

La poesia ci porta a riflettere sull’importanza del vero amore, visto attraverso semplici gesti quotidiani, e sul vuoto che lascia quando si perde.