ATTUALITÀ 

"SAVE THE SURVIVORS": 

STORIE DI BAMBINI CHE VIVONO IN GUERRA 

a cura di Mario (1B)

Afghanistan, Somalia e Siria sono tra i Paesi peggiori dove i bambini possono vivere, a causa dei conflitti in corso, della povertà diffusa e della mancanza di acqua e cibo.


Secondo i dati impressionanti riportati nel rapporto “The Forgotten Ones", diffuso a fine febbraio dall’organizzazione internazionale “Save the Children”, più di 8mila bambini sono morti o sono stati mutilati nei conflitti nel corso del 2021, in media 22 ogni giorno, per un totale di 449 milioni di bambine e bambini che hanno vissuto in aree di conflitto. 


Numeri destinati a peggiorare se si considerano il protrarsi dei conflitti in vari Paesi del mondo, spesso dimenticati o poco ricordati, e i milioni di minori coinvolti nella guerra scoppiata nel febbraio del 2022 in Ucraina, dove in un anno sono già oltre 400 i bambini rimasti vittime e oltre 900 quelli feriti.


Le storie dei bambini che vivono in zone di guerra sono storie drammatiche, per esempio quella di Zaid, un bambino di 9 anni dello Yemen, che, mentre giocava con degli amici, ha perso una gamba a causa di una granata durante un bombardamento. Oppure quella di Ruba, una giovane siriana che era ancora una neonata quando l’esplosione di un barile bomba uccise i suoi genitori.


Conflitti che uccidono ma che hanno anche devastanti effetti psicologici sui bambini, con conseguenze sulla loro crescita. 


E chi sopravvive si vede costretto a fuggire, intraprendendo pericolosi viaggi migratori che, purtroppo, si trasformano spesso in vere e proprie stragi. 

La rotta più pericolosa risulta essere quella del Mediterraneo, diventato un enorme cimitero stando ai numeri spaventosi del progetto “Missing migrants” dell’Oim, l’Organizzazione internazionale delle migrazioni.

Negli ultimi dieci anni sono morte o risultate disperse oltre 55mila persone mentre migravano e, di queste, oltre 26mila nella rotta del mar Mediterraneo. Nel 2022 i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo sono stati 2.406, tra cui tantissimi minori, anche molto piccoli, come sempre vittime innocenti. 

Nei primi tre mesi di quest’anno quasi 500 sono i morti o dispersi registrati nel mar Mediterraneo; l’ennesimo naufragio, l’ennesima terribile tragedia è accaduta, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, nelle acque al largo di Crotone.


"I bambini non causano o iniziano le guerre, ma è innegabile che siano le vittime più grandi e più vulnerabili di ogni conflitto” dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.


Il video “Save the Survivors”, nell’ambito della campagna di Save the Children “Bambini sotto attacco”, denunciando la quotidianità delle vite di bambine e bambini in zone di guerra e le conseguenze degli orrori di tutti i conflitti, è un grido d’allarme e un monito a governi e organizzazioni internazionali a mettere al primo posto la protezione, la sicurezza e il benessere dei minori.

LA SITUAZIONE DELL'ITALIA 

RISPETTO ALL'AGENDA 2030

a cura di Martina (2B)

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un vero e proprio piano di azione sottoscritto nel settembre del 2015 dai 193 Paesi membri dell’ONU.

Il cuore dell’Agenda sono i 17 obiettivi (o goals), che rappresentano dei traguardi da raggiungere entro il 2030.


Mancano quindi solo sette anni al 2030, e noi a che punto siamo?


Il rapporto 2022 dell’ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, fotografa lo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dei 17 obiettivi.


Da questo rapporto, in base agli indicatori di sostenibilità elaborati da ASviS, facendo un confronto con il quadro pre-pandemico del 2019, emerge che nel 2021 l’Italia evidenzia miglioramenti solo per due obiettivi (energia pulita e accessibile, lavoro e crescita economica). 


Se per due obiettivi si confermano i livelli già raggiunti nel 2019 (fame e lotta al cambiamento climatico), per altri dieci (sconfiggere la povertà, salute e benessere, istruzione di qualità, acqua pulita e servizi igienico sanitari, imprese innovazione e infrastrutture, riduzione delle disuguaglianze, vita sulla terra, pace giustizia e istituzioni solide, partnership per gli obiettivi) il livello registrato nel 2021 è al di sotto di quello misurato nel 2019.


Già dalla primavera del 2020, gli esperti hanno iniziato a ragionare sugli effetti della pandemia da covid-19 sull’Agenda 2030. Si prevedeva già che ci sarebbe stato un peggioramento per quanto riguarda i servizi sanitari e scolastici, l’aumento della povertà e peggioramenti nelle aree di conflitto, che la crisi pandemica ha ulteriormente aggravato.


Proprio per questo dobbiamo essere noi cittadini, per primi, a fare la nostra parte, a proteggere il nostro pianeta e i suoi abitanti, ad avviare il cambiamento, perché siamo noi, con le nostre azioni individuali, con il nostro comportamento, con i nostri gesti quotidiani, che possiamo fare la differenza.

25 APRILE: 

IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE

a cura di Lorenzo e Ludovica (3C)

Il 25 aprile di ogni anno si celebra in Italia la festa della Liberazione, un anniversario importante per la storia del nostro Paese in quanto commemora la liberazione dal nazifascismo, con la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo. 

Una festa nazionale della Repubblica italiana, simbolo della Resistenza, ovvero della lotta delle formazioni partigiane contro gli invasori tedeschi e contro le formazioni militari della Repubblica fascista di Salò. 

Ma che cosa fu la Resistenza e la guerra partigiana in Italia?

Le brigate partigiane si organizzarono rapidamente dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943; nel giro di due anni il numero dei partigiani raggiunse le 200.000 unità. A partecipare alle formazioni partigiane, numerose e divise in diversi gruppi, erano uomini, donne, studenti, lavoratori, perfino preti e bambini.

Se, nel corso del biennio 1943-1945, le città grandi e piccole dell’Italia centro-settentrionale erano presidiate dai fascisti repubblichini e controllate dai tedeschi, i partigiani si muovevano soprattutto sulle montagne o nelle campagne, conducendo azioni di guerriglia contro i nazifascisti.

Anche in Italia i nazisti risposero alle azioni partigiane con violente rappresaglie e stragi che coinvolsero soprattutto la popolazione civile, iniziando a trucidare chiunque fosse sospettato di aver aiutato i partigiani. Tra le tante, ricordiamo la strage delle Fosse Ardeatine a Roma e gli eccidi di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema.

Nel primo caso, dopo un attentato partigiano che aveva provocato la morte di 33 soldati tedeschi, per ordine del generale Kesselring, il 24 marzo 1944, 335 italiani (ebrei, prigionieri politici, detenuti) vennero fucilati nelle cave presso la via Ardeatina come rappresaglia da parte delle forze di occupazione tedesche a Roma.

Nel territorio di Marzabotto e nelle colline di Monte Sole in provincia di Bologna, tra il settembre e l’ottobre 1944 i nazisti uccisero oltre 700 civili durante un’operazione di rastrellamento.

A Sant’Anna di Stazzema, in Toscana, nell’agosto 1944, 560 persone, tra cui molti bambini, furono trucidate in poche ore.


"Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo - ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni del 78esimo anniversario della Liberazione - La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti. È dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico, rigettando le ambiguità che avevano permesso lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo".

EARTH DAY

INVESTIRE NEL NOSTRO PIANETA

a cura di Kartika (2C)

La Giornata Mondiale della Terra, o Earth Day, si celebra in tutto il mondo il 22 aprile e rappresenta la più grande manifestazione ambientale del pianeta, con l’obiettivo di sensibilizzare la collettività sulla salvaguardia della Terra.


Se già all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso si cominciò a pensare ad una “Giornata Mondiale della Terra”, in virtù delle questioni ambientali emerse al tempo della guerra in Vietnam, la prima manifestazione collettiva in difesa del pianeta Terra si svolse negli Stati Uniti il 22 aprile del 1970. 


L’anno precedente, l’incidente ad una piattaforma petrolifera al largo di Santa Barbara in California, con la conseguente fuoriuscita di milioni di litri di petrolio in mare, aveva colpito fortemente l’opinione pubblica statunitense. 


Per la cinquantatreesima volta, quindi, si è celebrata quest’anno l’Earth Day o Giornata Mondiale della Terra, una ricorrenza che coinvolge ormai ogni anno fino a un miliardo di persone in tutto il mondo.


Invest in Our Planet” è stato il tema di quest’anno, rilanciando il concetto già espresso lo scorso anno, e i 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile restano al centro dell’iniziativa.


“Nel 2023 dobbiamo riunirci di nuovo in una partnership per il pianeta. Le imprese, i governi e la società civile hanno la stessa responsabilità di agire contro la crisi climatica e accendere la scintilla per accelerare il cambiamento verso un futuro verde, prospero ed equo. Dobbiamo unirci nella nostra lotta per la rivoluzione verde e per la salute delle generazioni future. È giunto il momento di investire nel nostro pianeta”, ha dichiarato la presidente dell’organizzazione Earthday, Kathleen Rogers.


D’altronde investire sul nostro pianeta è anche investire sul nostro futuro.