AMBIENTE

BIODIVERSITÀ E

ANIMALI A RISCHIO DI ESTINZIONE

a cura di Aurora (1A)

Nel nostro pianeta esistono circa 8,7 milioni di specie diverse di animali, di cui 6,5 terrestri e 2,2 marine. 

Il 28% delle specie valutate, secondo la Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) sono però a rischio di estinzione, ad esempio i koala, gli orsi polari, le tigri, i panda, i pinguini, i delfini, i fenicotteri, i rinoceronti bianchi, gli stambecchi e le testuggini.

 

Questo fenomeno è dovuto soprattutto all’intervento dell’uomo sulla nostra madre Terra, che ha causato gravi danni all’ambiente, come per esempio il buco dell'ozono, dovuto all’emissione eccessiva di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, che provoca anche l'innalzamento delle temperature e di conseguenza lo scioglimento dei ghiacciai, habitat naturale degli orsi polari.


L’Italia presenta un altissimo patrimonio di biodiversità, per una stima di circa 60.000 specie per quanto riguarda la fauna marina, terrestre e d’acqua dolce, molte delle quali a rischio di estinzione dato che l'uomo pratica in modo smisurato e sregolato sia la caccia che la pesca. 


L’ambiente naturale che subisce più di ogni altro gli effetti negativi dell'operare dell’uomo è la foresta pluviale tropicale, in quanto essa contiene più specie di piante e animali di qualsiasi altro luogo della Terra.


Oggi le specie si estinguono ad una velocità mille volte superiore a quella del passato e per questo è indispensabile fare qualcosa per armonizzare il rapporto fra l'ambiente, l'uomo e le risorse naturali che la Terra ci offre. 


Sarebbe cosa buona, ad esempio, incrementare i parchi nazionali, le riserve e le aree naturali che proteggono gli habitat degli animali a rischio di estinzione.

 

Occorre prendere coscienza del grave rischio che questo comportamento irresponsabile dell’uomo porta anche alla desertificazione di molte zone del pianeta, all’impoverimento delle falde acquifere, all’inquinamento dei mari.  

Bisogna imparare ad avere rispetto, fin da bambini, per le specie animali in pericolo e in generale per il nostro ambiente naturale.

ARGIMUSCO: UN POSTO MAGICO 

IMMERSO NELLA NATURA

a cura di Francesco e Gabriel (1A)

In occasione della visita guidata organizzata dal nostro Istituto, abbiamo avuto di recente l’opportunità di conoscere un luogo affascinante e dalla storia misteriosa, situato poco a nord dell’Etna, tra i Monti Peloritani e i Nebrodi.

L’altopiano dell’Argimusco è un sito naturalistico ed archeologico che si trova a ridosso della Riserva Naturale del Bosco di Malabotta, non lontano da Montalbano Elicona, tra i 1165 ed i 1230 metri s.l.m.

Il sito si caratterizza per la presenza di gigantesche rocce millenarie.


Pur non essendo mai stati compiuti scavi archeologici ufficiali, dai reperti rinvenuti nelle zone limitrofe si ipotizza una antropizzazione del sito già dall’Età del Bronzo.

Durante questo periodo della protostoria, secondo gli studiosi il sito sarebbe stato un vero e proprio santuario naturale, ovvero un luogo destinato a riti e culti sacri connessi con divinità della Terra ma anche del Cielo.

Le enormi rocce dell’Argimusco, simili a megaliti e di arenaria quarzosa, assumono forme surreali e suggestive, esercitando un fascino particolare in chi le osserva. In esse sono state riconosciute forme animali ed umane.


Esplorando le rocce dell’Argimusco, potrete così ammirare, ad esempio, quella dell’Orante, che ricorda una figura femminile in atto di preghiera, alta 26 metri, o quella dell’Aquila, che richiama appunto la figura di un rapace con le ali spiegate e il becco che punta verso l’Etna.


Insomma un sito naturalistico unico, non a caso considerato uno dei più interessanti complessi rupestri dell’intera Italia meridionale, dove si respira un’atmosfera magica tra panorami mozzafiato e antichi misteri.