Ora dirò della città di Contrastopoli, che ha questo di mirabile: benché servita di tutto ciò che una città normale dovrebbe avere, di normale ha ben poco.
Una parte di essa è posta a testa in giù, e le due metà sono collegate da scivoli, scale e ascensori.
La sua vera essenza, però, è argomento di discussioni, poiché ogni abitante è tenuto a convivere con il suo esatto opposto, con una persona che ha pensieri e opinioni in completo contrasto con le sue.
Se le regole di Contrastopoli siano approvate da tutti oppure no, io lo ignoro; fatto sta che chi non le rispetta è bandito dalla città.
Se ne vedono di tutti i colori; da piccole discussioni tra i singoli a enormi litigate che coinvolgono tutta la popolazione.
Se chiudo un attimo gli occhi, riesco ancora a vederli, tutti quei piccoli abitanti che battibeccano per aver ragione e per riuscire, in qualche modo, ad affermarsi come migliori in confronto ai loro compaesani.
Tutto ciò era ovviamente previsto; gli abitanti devono prendersi del tempo per imparare a convivere con chi ha pensieri diversi.
É proprio per questo motivo che la città è nata; per insegnare loro ad accettare chi è differente e a convivere con chi non condivide i loro gusti, le loro idee. Per insegnargli a discutere tranquillamente, non offendendo nessuno, riconoscendo le differenze di ognuno, senza farle diventare discriminazioni.
A molte persone sarebbe davvero utile andare in questa città perché, purtroppo, non tutti hanno imparato i suoi princìpi, anche se dovrebbero farlo.