“Un treno per la vita”
di Uri Orlev
a cura di Arianna
di Uri Orlev
a cura di Arianna
CARTA D'IDENTITÀ
TITOLO: Un treno per la vita
AUTORE: Erminia Dell'Oro
CASA EDITRICE
Bruno Mondadori
ANNO E LUOGO DI PUBBLICAZIONE
2003
NUMERO DELLE PAGINE: 208
DIARIO GIORNALIERO DEL MIO LAVORO DI LETTURA
15 NOVEMBRE: da pag. 1 a pag. 27
pag. 8 "Il dittatore Adolf Hitler, capo di una grande potenza, ordina la deportazione di tutti gli ebrei nei campi di sterminio: devono essere eliminati, con l’accusa di essere una razza inferiore.”
pag. 9 “I nazisti, Rabbino, ho visto cose terribili. Sono arrivati i nazisti nel villaggio al di là delle montagne. Hanno portato via tutti, uomini, donne, bambini, hanno distrutto le case, incendiato la sinagoga.”
pag. 10 “Volavano via nostri compagni volavano via appesi a un stella gialla, trascinati da un vento furioso. Avevano negli occhi il terrore. Volavano via gli uccelli, e non torneranno mai più.”
pag. 11 “Vi sto parlando dei nazisti. I nostri compagni non torneranno più. Il fuoco distrugge le loro case. Il fuoco, se non si spegne, distruggerà la memoria. La nostra memoria.” "Con un treno. Portano via gli ebrei con i treni.”
BREVE RIFLESSIONE
È molto triste pensare che un uomo si creda talmente migliore di un altro da arrivare a fare cose così terribili.
16 NOVEMBRE: da pag. 29 a pag. 50
pag. 33 “Si erano messi in testa di deportare tutti gli ebrei, milioni di ebrei, come se non ci fossero state da fare altre cose in questo mondo, che ha tante necessità.”
pag. 34 “Avevano sentito parlare di Hitler, il capo dei nazisti, che si stava montando la testa con la storia della razza ariana, della caccia agli ebrei e della Germania padrona del mondo.”
pag. 46 U mattino il direttore gli dice che deve licenziarlo. “Sei ebreo, Amos, ebreo, capisci?” “E un ebreo non può lavorare in pubblici uffici” il direttore ha un tono deciso ”e nemmeno altrove.” “Non è mica colpa mia se sei ebreo.”
BREVE RIFLESSIONE
Non è giusto che gli ebrei non possano più continuare il loro lavoro perché togliere un lavoro ad un uomo significa privarlo della dignità.
17 NOVEMBRE: da pag. 63 a pag. 90
pag. 63“Non devono accorgersi di nulla!” esclama. “Li sorprenderemo nel sonno. Ispezionate ogni angolo, non deve rimanere un solo ebreo, capito?”
pag. 64“I soldati si muovono silenziosamente nell'oscurità, si avvicinano alle case, le circondano.
pag. 65“Se ne catturano da una parte e spuntano dall'altra. Qua e là come i funghi dopo la pioggia. Ha fatto bene i suoi calcoli, il grande Fuhrer,che ha dato ordine, già da anni, di costruire i binari, i treni, i campi di sterminio.”
“Del resto,” pensa il comandante, “se non li si elimina tutti si fa un lavoro inutile, un lavoro a metà: con i numerosi bambini che hanno sarebbero capaci di rifarsi la razza in pochi anni
pag. 84 “Bruciavano grandi biblioteche, i libri diventavano torce, i bambini venivano strappati dalle madri. Un manto nero di cenere copriva il cielo”.
BREVE RIFLESSIONE
I nazisti si fanno padroni di tutto!
Si credono i padroni del mondo ma con che diritto?
20 NOVEMBRE: da pag. 91 a pag. 120
pag. 96 “Mein Fuhrer” sospira “tutto funziona. Deportiamo gli ebrei, ce ne mandano milioni anche dall’estero, li smistiamo nei campi, l’eliminazione è perfetta. Non ne resterà nemmeno uno.”
pag. 107 “Loro sono in salvo, non gli ebrei sui treni che li deportano davvero. Mordecai pensa alla disperazione, alla paura, alla sofferenza infinita, alla perdita di ogni diritto, della libertà, il bene più grande.”
BREVE RIFLESSIONE
La libertà è il bene più grande, è vero io sarei molto triste se non potessi più fare le cose che mi piacciono e non potessi più vedere le persone a cui voglio bene.
21 NOVEMBRE: da pag. 121 a pag. 138
pag. 122 Il nazista se lo scrolla di dosso come fosse un insetto molesto, lo getta in terre, gli altri lo circondano. A Ben manca il respiro. Ha intorno i soldati delle SS. Il capo gli schiaccia una mano con il tacco dello stivale. “Mein Gott,” esclama con disprezzo, “un giudeo!”
BREVE RIFLESSIONE
In questa frase ho sentito la cattiveria dei nazisti.
22 NOVEMBRE: da pag. 139 a pag. 158
pag. 157 “Baracche, lamiere arroventate dal sole, non c’è erba, né piante, né uccelli."
pag. 158 “Chi è?” domanda. “È matto” risponde il detenuto più anziano. “Racconta ogni giorno una fantastica storia, la storia di un villaggio, di un treno. Una storia folle, ma lo aiuta a sopravvivere. Ci crede.”
BREVE RIFLESSIONE
Quando ho finito di leggere il libro mi è rimasta un po’ di tristezza, credevo davvero che ce l’avrebbero fatta. L’autore alla fine ha fatto capire che la storia del treno del villaggio non era vera, ma era frutto dell’immaginazione di un ebreo deportato in un campo di concentramento, forse è impazzito per tutto quello che ha visto e vissuto e ha rappresentato in questo racconto il suo bisogno di liberi.
Individua e seleziona frammenti del libro letto, che raccontano come i bambini (e le loro famiglie) in qualsiasi modo, hanno tentato di mettersi in salvo dopo l’emanazione delle leggi razziali.
I bambini e le loro famiglie tentano di mettersi in salvo dopo l'emanazione delle leggi razziali.