“In piedi nella neve”
di Nicoletta Bortolotti
a cura di Alessandro
di Nicoletta Bortolotti
a cura di Alessandro
CARTA D'IDENTITÀ
TITOLO: In piedi nella neve
AUTORE: Nicoletta Bortolotti
CASA EDITRICE
Einaudi Ragazzi
ANNO E LUOGO DI PUBBLICAZIONE
2015 - Milano
NUMERO DELLE PAGINE: 178
DIARIO GIORNALIERO DEL MIO LAVORO DI LETTURA
15 NOVEMBRE: da pag. 5 a pag. 30
…”Ho incontrato una frase che parla di leggi razziali a pag. 11 da: Non sapevo che di lì a poco i tram avrebbero smesso di circolare, a causa della guerra, e io non ci sarei salita per molto tempo."...
BREVE RIFLESSIONE
Mi pare ingiusto che persone innocenti come questa bambina non potessero più salire su un tram solo perchè erano di religione diversa.
16 NOVEMBRE: da pag. 30 a pag. 56
…”Ho incontrato una legge razziale a pag.40: Siccome aveva un padre ebreo non poteva più cantare in un palco."...
BREVE RIFLESSIONE
Solo perché uno è di religione diversa da un altro non dev'essere privato di alcun diritto e tantomeno ucciso.
17 NOVEMBRE: da pag. 56 a pag. 67
Anche se due popoli si fanno la guerra, nel campo da calcio è diverso; infatti per solamente novanta minuti 11 giocatori di nazionalità, religione e abitudini di vita diversi non si odiano più.
18 NOVEMBRE: da pag. 67 a pag. 93
…”Adolf Hitler “Baffetto” si immagina un mondo fantastico come una specie di piramide, un mondo diviso in quattro strati. Alla base di questa piramide c’è, però, un quinto strato: i Mischlinge. I Mischlinge non possono fare un bel po’ di cose: per esempio non possono gestire una fattoria, o pubblicare un libro, o iscriversi al partito nazista, o entrare nell’esercito con un grado superiore al soldato semplice. Però possono: non portare la stella cucita sui vestiti, lavorare, sposare un uomo o una donna tedeschi.”...
BREVE RIFLESSIONE
Dev’essere veramente coraggiosa questa ragazza. Infatti anche se viene aggredita da una persona sconosciuta e rischia la vita, insegue comunque un sogno che per le ragazze di quell’epoca era impossibile.
19 NOVEMBRE: da pag. 93 a pag. 114
BREVE RIFLESSIONE
La migliore amica di Sasha sta per andare a Odessa: come mi sentirei io se il mio migliore amico andasse via per sempre? Un’altra pagina triste scritta da una guerra ingiusta.
20 NOVEMBRE: da pag. 114 a pag. 132
BREVE RIFLESSIONE
Ora Sasha non ha più coraggio di inseguire il suo sogno, anzi spera tanto che suo padre perda la partita così lei e la sua famiglia si sarebbero salvati.
È giusto abbandonare i propri sogni per non rischiare la vita?
21 NOVEMBRE: da pag. 132 a pag. 144
BREVE RIFLESSIONE
Sasha rischia la vita un’altra volta da un bombardamento aereo; da quel momento capisce che qualcuno la sta osservando, forse la stessa persona che giorni prima l'aveva aggredita. Intuisce quindi che la partita tra la squadra tedesca e quella di suo padre non sarà come tutte le altre. Cosa dovrebbe fare suo padre: vincere o perdere? Cosa avrei fatto io al suo posto?
22 NOVEMBRE: da pag. 162 a pag. 178
RIFLESSIONI PERSONALI FINALI:
Questo libro sullo sterminio degli Ebrei, e non solo, mi ha lasciato una ferita più dolorosa di una ferita fisica; una ferita che non si può dimenticare: come una cicatrice che non può essere coperta, ma si può evitare di farne altre. Ecco perché bisogna ricordare e non dimenticare per cercare di non fare lo stesso gravissimo errore.
Individua e seleziona frammenti del libro letto, che raccontano come i bambini (e le loro famiglie) in qualsiasi modo, hanno tentato di mettersi in salvo dopo l’emanazione delle leggi razziali.
“Come ha fatto credere Kordik, ai nazisti, dicendo che era di origini tedesche; così ha potuto continuare il suo lavoro.”
Alcuni russi, un tempo alleati per difendere la propria città, sono riusciti a cambiare identità: facendo credere di essere tedeschi “puri” per mantenere il proprio lavoro e per riuscire a guadagnare qualcosa.
"Ania e suo padre sono partiti per Odessa, ci siamo visti di sfuggita, il giorno stesso sarebbero tutti e due morti nel Babij Jar!"
Per riuscire a salvarsi moltissimi Ebrei scapparono in paesi in cui le leggi razziali non erano ancora state emanate.