Un racconto realizzato dal gruppo: Gli Swag
Composto da: Giulia De Muro e Francesco Tomasso
C'era una volta un ballerino di nome Mario. Una domenica mattina Mario andò a controllare la buchetta della posta. Vide nella buchetta una lettera che gli aveva mandato un tipo che diceva di essere un suo vecchio amico. Il suo amico lo invitava ad andare in una cittadina a fare uno spettacolo di danza e gli diceva che si sarebbe occupato delle spese del viaggio pagando il biglietto di andata e ritorno. La mattina dopo Mario partì per questa cittadina.
Quando arrivò alla stazione vide che lo aspettava questo suo amico. Mario in un primo momento non lo riconobbe, ma poi, osservandolo meglio, gli venne in mente che era un suo vecchio compagno delle superiori che si chiamava Francesco. I due andarono all'hotel che era stato prenotato e durante il viaggio Mario gli chiese cosa avesse fatto dopo le superiori. Francesco gli rispose che subito dopo il liceo si dovette trasferire lì in quella cittadina e che quindi non ebbe la possibilità di proseguire gli studi, ma trovò lavoro in un hotel.
Appena arrivati Mario si sistemò nella sua stanza e fece un sonnellino soltanto che a un certo punto sentì sbattere alla porta e urlare. Si alzò di colpo scese alla reception e chiese cosa fosse successo: gli dissero che era stata rapita una bambina.
Si fece ora di pranzo Mario e Francesco mangiarono. Mario fece le prove per lo spettacolo ddella sera successiva e andò a letto. La mattina dopo quando Mario si alzò si affaccio alla finestra e vide che c'era un vento fortissimo. Mario allora corse su per le scale fino all'ultimo piano bussò alla camera di Francesco soltanto che nessuno apriva. Sfondò la porta, entrò nella camera e vide che Francesco era stato rapito. Allora iniziò a cercarlo per l'hotel ma non lo trovò. Avrebbe voluto continuare le ricerche ma quella sera si doveva esibire. Pensò se andare a cercarlo o se era meglio lasciare stare e chiamare la polizia. Mario però decise che era meglio salvare un amico, quindi iniziò a cercare delle tracce e si ricordò che c'era anche la soffitta dove lui non lo aveva cercato. Mario andò nella soffitta e sentì che qualcuno lo chiamava. Andò avanti verso quella voce. Mario disse “Sei tu? Sei Francesco”.
“Si sono io, sono Francesco” allora Mario lo slegò e gli chiese chi lo avesse rapito e una voce disse “sono stato io”. Era stata l'anima di un bambino che era morto tanti anni fa. Mario gli chiese perché rapiva la gente e lui rispose “perché io sono morto così... uno mi aveva rapito e mi aveva portato qua e ora mi vendico facendo così con tutti voi!”.
Mario disse “non credo proprio” e lo intrappolò in un orologio.
Dopo Mario e Francesco andarono a fare lo spettacolo che ebbe un enorme successo.