Arca Ameriga

IISS Tecnico Nautico “A. Vespucci” di Gallipoli (LE)

Motivazione della giuria

L’Arca Ameriga è un testo “allegramente serio” in cui una nascosta voglia di dissacrazione trasforma un fatto biblico in un gioco di specchi in cui l’iconografia antica prende vita dal vissuto degli studenti. Il testo merita il primo posto per i diversi fattori che con intraprendenza linguistica e il piacere evidente di inventare un racconto, compongono un quadro vitale giovanile di bella impressione. La materia scenica sta nell’intreccio dei piani drammaturgici di senso e nella rielaborazione divertente della figura di Noè e della sua Arca, trasfigurazione fertile degli elementi del patrimonio scolastico stesso: il nome della scuola nautica “Amerigo Vespucci” si reinventa come cantiere del Diluvio Universale e dà il nome di Ameriga alla ipotetica Arca, rigorosamente femminile come vuole la tradizione; i mestieri del mare diventano distintivi di utilità nell’accesso alla navigazione diluviana; l’innovazione in materia nautica sta in contrapposizione alla figura sorniona e poco democratica del vecchio Noè. L’impianto drammaturgico, sequenza di “tableaux vivants”, ma segnata da un interno dinamismo, è costruito con i colori dell’ironia e dell’arguzia da commedia. Si sviluppa secondo un rito di accoglienza e di non accoglienza nell’accesso all’ipotetica Arca denunciando con leggerezza la logica di selezione e di esclusione che governa l’evacuazione umana da fine del mondo. Il gioco serrato degli avvicendamenti poetici sembra piuttosto avvenire dietro le quinte di un possibile teatro controllate da una sorta di padrone del destino. Ma alla fine anche il vecchio Noè sta al gioco. Perde la sua supponenza entrando nel gioco un po' beckettiano quando il diluvio arriva con un semplice spruzzo d’acqua da un secchio che porta in scena con la Signorina delle Previsioni. Su tutto alla fine domina la marcia finale illusoria e goffa verso “altrove” che non esiste. Lodevole l’approccio alla scrittura teatrale da parte di una realtà studentesca che trova nella sua stessa missione formativa il motivo per entrare nella riflessione contemporanea che fa del diluvio la rappresentazione della crisi umana del nostro tempo. Giusto il taglio mordacemente ironico su ciò che si aspetta e di cui non si sa nulla.