Giotto

LA VITA DI GIOTTO

Giotto da Bondone, conosciuto semplicemente come Giotto, è stato un pittore e architetto italiano. Secondo la maggioranza degli esperti Giotto nacque nel 1267 a Colle di Vespignano, in quello che attualmente è il Comune di Vicchio nel Mugello da una famiglia di contadini (Bondone era appunto il padre), famiglia che, come molte altre, si era trasferita a Firenze.

La famiglia aveva affidato il figlio alla bottega di Cimabue.

Giotto


Padova nel Medioevo


I primissimi anni del pittore sono stati oggetto di credenze quasi leggendarie fin da quando egli era in vita. Giorgio Vasari racconta come Giotto fosse capace di disegnare una perfetta circonferenza senza bisogno del compasso, la famosa “O” di Giotto. Si narra inoltre che Cimabue avesse scoperto la bravura di Giotto mentre disegnava delle pecore con del carbone su un sasso, aneddoto riportato da Lorenzo Ghiberti e da Giorgio Vasari. Altrettanto leggendario è l’episodio di uno scherzo fatto da Giotto a Cimabue dipingendo su una tavola una mosca: essa sarebbe stata così realistica che Cimabue tornato a lavorare sulla tavola avrebbe cercato di scacciarla.

LA VITA SCOLASTICA DI GIOTTO

Il maestro di Giotto è stato Cimabue. Tutto iniziò quando un giorno Cimabue vide Giotto disegnare su una pietra una pecora, così tanto accurata che il maestro decise di prendere il ragazzo presso la sua bottega per insegnargli il mestiere.

Giotto così accettò l’offerta e così tra i primi anni che era in bottega dimostrò già il suo talento tanto che a breve diventò autonomo e superò anche il maestro in bravura.

LE CARATTERISTICHE DELLE OPERE DI GIOTTO

  • il disegno è meno aspro, diventa più duttile e sciolto, permette le articolazioni e movimenti più liberi dei personaggi

  • il colore si arricchisce con sfumature e si accende.

  • il chiaroscuro è sostituito da passaggi di colore più graduati, più lenti e sensibili in cui vengono variati l’intensità e il grado di saturazione.

  • la luce e l’ombra sono più modulate, ammorbidiscono le superfici, addolciscono le forme e danno una maggiore pienezza e vita ai corpi.

  • viene sviluppata la caratterizzazione e l’introspezione psicologica (vengono rappresentati anche le emozioni e i sentimenti dei personaggi); i personaggi assumono una carica umana sempre più forte.

  • lo spazio ha una resa prospettica che è sempre più efficace, riesce a rendere una forte illusione di profondità. La visione prospettica è più precisa e funzionale all'inquadratura.

  • l’organizzazione del ciclo di affreschi è più coerente. Giotto usa lo stesso blu del cielo che collega tutte le scene e considera un punto di vista dal centro della cappella su cui impostare la prospettiva di ogni scena

GIOTTO, OLTRE LA SUA VITA ARTISTICA

Giotto si sposò verso il 1287 con Ciuta (Ricevuta) di Lapo del Pela.

La coppia ebbe quattro figlie e quattro figli, dei quali uno, Francesco, divenne a sua volta pittore.

Giotto, s’adoperò perché un altro dei suoi figli, di nome anch’egli Francesco, divenisse priore della chiesa di San Martino a Vespignano, oltre che suo procuratore in Mugello, dove allargò le proprietà terriere della famiglia di Giotto.

I MOMENTI PIÙ IMPORTANTI

I momenti più importanti di Giotto sono stati tanti, tra i quali:

  • la fine del ciclo di affreschi di Assisi

  • la fine dei cicli di affreschi di Padova

  • quando conobbe il suo amore con il quale ebbe un figlio

SFIDA TRA GIOTTO E CIMABUE

Per comprendere la grande rivoluzione che portò Giotto analizziamo le differenze tra Cimabue, il suo maestro, nelle croci che hanno dipinto.

  • Nel crocifisso di Cimabue Gesù è schiacciato sul fondo e incollato alla croce, la sua testa è appoggiata alla spalla e i suoi capelli sono più che ordinati, non ha espressione e non sembra soffrire.

  • Nel crocifisso di Giotto invece si nota che è un uomo in carne e ossa che sta sprofondando nel dolore, stremato e morente; i suoi capelli cadono verso il basso e la sua bocca è socchiusa come un vero cadavere.

LA RIVOLUZIONE ARTISTICA DI GIOTTO

Grande artista fiorentino Giotto, portò a compimento il rinnovamento intrapreso dal suo maestro di bottega, Cimabue, riuscendo a completare gradualmente il distacco dalla pittura bizantina. Con la pittura di Giotto i personaggi rappresentati assumono caratteri realistici, finalmente hanno un peso e un volume, volti espressivi e sentimenti che emergono dagli affreschi; non più solo sfondi oro o tinta unita, ma ambientazioni e architetture familiari e quotidiane che avvicinano anche gli episodi sacri alle persone più semplici.

Ritrae il senso spirituale più profondo.


RIVOLUZIONE PITTORICA

La “rivoluzione pittorica“ consisteva nel realismo cromatico, nella rappresentazione dello spazio tridimensionale, nell'introduzione del pathos (capacità di suscitare un intensa emozione facendo ammirare al spettatore un tono di passionalità, grandezza e concitazione); il tutto sostenuto da una sapiente costruzione dei volumi, definiti nei contorni e con effetti di chiaroscuro.

GRANDEZZA DI GIOTTO

Il valore del pittore non consiste certo nel saper imitare la natura, ma nel riuscire a esprimere la propria concezione del mondo e quella della sua società. Questa è dunque la grandezza di Giotto: egli è interprete della collettività borghese, laica e religiosa al tempo stesso. L’artista, a partire da Giotto, attraverso la realizzazione di immagini di straordinaria capacità divulgativa dei contenuti, viene ad assumere così un ruolo sociale fondamentale nella società del suo tempo e prepara gli sviluppi culturali futuri.


CROCIFISSO DI SANTA MARIA NOVELLA


Solo l’aureola ricorda la sua natura divina, ma mostra le sembianze di un uomo umile, realmente sofferente, il primo capolavoro di Giotto è il grande Crocifisso di Santa Maria Novella, probabilmente contemporaneo alle Storie di San Francesco della Basilica superiore, è il primo soggetto che Giotto affronta in maniera rivoluzionaria, ancora una volta, in contrasto con l’iconografia ormai canonizzata dell’artista Giunta Pisano del Christus patients inarcato sinuosamente a sinistra. Giotto, invece, dipinse il corpo morto in maniera verticale, con le gambe piegate che ne fanno intuire tutto il peso in una forma umana e popolare; in queste novità è contenuto tutto il senso della sua arte e della nuova sensibilità religiosa che restituisce al Cristo la sua dimensione terrena e da questa con il quale l’osservatore potesse confrontare le sue pene.