FOCUS SESTO S. GIOVANNI

DESCRIZIONE ESPERIENZA IN ATTO

1. Contesto sociale

La nostra è una comunità pastorale di Sesto San Giovanni che riunisce due parrocchie situate nella periferia nord della città al confine con Cinisello Balsamo. È una zona molto popolata che ha vissuto le migrazioni del dopoguerra dal meridione, dal Veneto, dalle campagne e valli della Lombardia e che oggi vede la presenza di molti migranti extracomunitari non necessariamente di religione cattolica.  

In base ai dati a livello cittadino del 2022, su 78.000 abitanti 13.000 sono stranieri (il 16,8% della popolazione residente). La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dall'Egitto con il 23,8% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (10,5%), dalle Filippine (10,3%) e dallo Sri Lanka. 


2. Presenza Salesiana

Con oltre 70 anni di presenza, i Salesiani sono un punto di riferimento nel territorio per giovani e famiglie. Il carisma salesiano ha attratto ed educato alla fede e all'impegno missionario generazioni di giovani.  

Una recente mappatura del volontariato della nostra comunità pastorale ha contato più di 20 tra gruppi e associazioni, che mostrano il volto missionario di una Chiesa attenta ai bisogni della comunità e del territorio.  

La nostra comunitàpastorale nel tempo si è rivelata anche fertile campo per vocazioni alla vita missionaria e alla vita consacrata. 

Tuttavia anche nella nostra comunità la partecipazione alla vita della chiesa è in calo. Nel periodo post covid in particolare, è diminuita la presenza di bambini e giovani famiglie alla celebrazione eucaristica, anche se l'iscrizione al catechismo di IC e la richiesta di Sacramenti è pur sempre consistente.  

La comunità è nel complesso una comunità vivace. Indici di questa vitalità è la presenza di molti volontari, che hanno a cuore l’educazione dei giovani e la loro crescita umana e cristiana, impegnati in ambiti anche molto diversi tra loro: 

CCEP, CP, CdO, CPAE

catechesi dell’iniziazione cristiana e gruppi formativi

animazione liturgica: lettori, coro, musicisti, gruppo chierichetti, volontari all’Eucaristia, ministri straordinari dell’Eucaristia, voci-guida

volontari dell’accoglienza in oratorio

pulizia e manutenzione parrocchia e oratorio

sport: calcio, pallavolo, pallacanestro

carità e missioni

cultura e doposcuola.

La presenza costante di sacerdoti in entrambe le parrocchie che garantiscono i sacramenti, l’ascolto, la consolazione e l’aiuto a chi si presenta in stato di bisogno. 

Un ambiente, l’oratorio, che offre a bambini, ragazzi, giovani, famiglie, spazi di aggregazione in cui condividere esperienze e crescere nella fede. 


3. Comunità pastorale e Organismi di governo e rappresentanza

Come dice la denominazione “Comunità pastorale di Santa Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco”, la nostra comunità pastorale riunisce sotto un'unica cura pastorale e un cammino unitario e coordinato le due parrocchie salesiane di Santa Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco. 

La conduzione unitaria della Comunità è garantita da un unico Consiglio Pastorale (CP), dalla Diaconia, che nella terminologia salesiana prende il nome di Consiglio della Comunità Educativa Pastorale (CCEP), da un unico Consiglio Pastorale degli Affari Economici (CPAE) anche se ogni parrocchia ha una sua autonomia, e dal Consiglio dell’oratorio (CdO). Importante è la relazione tra CP e CCEP. 

Il Responsabile della Comunità pastorale è il parroco delle due parrocchie; oggi è don Francesco Cereda. 

La comunità pastorale non si sostituisce alle due parrocchie, ma si propone di metterle in rete con una visione e un percorso pastorale d'insieme. 

Il Direttorio diocesano delle Comunità Pastorali del novembre 2022, definisce il Consiglio pastorale “il luogo della responsabilità delle scelte” e la Diaconia (per noi CCEP) “il luogo del servizio alla Comunità pastorale”. 

Anche l’ispettoria salesiana lombardo emiliana ha offerto degli orientamenti sulla Comunità educativa pastorale della parrocchia e in particolare sul CCEP. 

Rispetto a questa affermazione la nostra Comunità è in cammino. Nel 2015, quando sono entrata a far parte del CP, l’aspetto decisionale e attuativo era in capo al CCEP, mentre il CP era un organo consultivo. 


4. Consiglio della Comunità Educativa Pastorale

Composizione del CCEP 

Il CCEP è costituito dai seguenti componenti: 

4 Salesiani: il parroco, i 2 vicari parrocchiali, l’incaricato dell’oratorio

la direttrice delle FMA

8 laici indicati dal parroco e approvati dall’ispettore, i quali sono rappresentanti o referenti dei principali gruppi di servizio della comunità:

il coordinatore e il segretario del CP

il referente della catechesi battesimale

un rappresentante della catechesi di IC

un rappresentante della preparazione al matrimonio

il presidente della Polisportiva

un rappresentante per i gruppi missionari

un rappresentante del CPAE.


Compiti del CCEP 

Il CCEP ha questi compiti:

preparare il CP

iniziare il discernimento sui temi che propone al CP o proposti dal CP

concretizzare le scelte del CP dando attuazione alle relative decisioni e orientamenti

prestare attenzione agli aspetti carismatici salesiani


Il CCEP si riunisce prima e dopo il CP ed è presieduto dal responsabile della Comunità pastorale. 

Tutti i membri del CCEP fanno parte del CP, questo favorisce la comunicazione tra i due organismi che avviene spontaneamente. 

È responsabilità dei componenti del CCEP a loro volta animare il gruppo di servizio a cui appartengono o di cui hanno responsabilità. 

L’esperienza di questi anni suggerisce di passare, nella scelta dei componenti del CCEP, dal criterio di rappresentanza delle due parrocchie e dell’oratorio alla scelta di referenti o rappresentanti dei vari gruppi di animazione e servizio. Questo per una più efficace sensibilizzazione dei temi sviluppati nel CP e un più efficace coordinamento e realizzazione dei relativi progetti o attività. 

Il CCEP, costituito da salesiani e laici con corresponsabilità dei settori più importanti della Comunità, sostituisce la giunta esecutiva del CP. 


5. Consiglio Pastorale

Composizione 

Il CP si compone di 36 membri di cui 30 laici; è l’organo rappresentativo della Comunità. Infatti i 30 laici, di cui 16 donne, sono suddivisi equamente tra le due parrocchie e sono tutti impegnati in uno dei gruppi di servizio della comunità. 

Compiti 

ll CP, in cammino con la Chiesa in Italia e in linea con le indicazioni pastorali del nostro Arcivescovo e dell’Ispettoria Salesiana, ha il compito di orientare la vita della comunità nel suo insieme, definendo le priorità pastorali e le iniziative che mantengono la vivacità e l’identità delle singole parrocchie. 

Convocazione 

Al fine di avere un numero adeguato di sessioni e per ogni sessione un significativo tempo di confronto, abbiamo deciso di adottare due modalità di convocazione:  

una straordinaria con tempo prolungato all’inizio dell’anno per la programmazione, una a metà anno e una al termine dell’anno per la verifica;

una ordinaria che prevede un’ora e mezzo di lavoro su un tema specifico, con una presentazione del tema, lavoro di gruppo con un moderatore e assemblea finale.


Commissioni 

Attualmente è costituita la Commissione giovani che coincide con il CdO. 

Si è deciso di costituire la Commissione famiglia formata da componenti del CP e da persone esterne al CP sensibili all’argomento.  

Si sta valutando la modalità di costituzione di una Commissione liturgica, articolata sulle due parrocchie, formata da coloro che animano la liturgia, con un responsabile che entra nel CCEP. La costituzione di una Commissione liturgica trova resistenza nelle prassi consolidate delle due parrocchie, ma è un cammino da intraprendere iniziando con la formazione comune. 

Durata 

Il CP ha mandato quadriennale. L’attuale CP è stato prolungato di un anno per preparare il nuovo CP, il cui rinnovo è previsto per il 26 maggio 2024. È problematico il tema dell’elezione, vista la mancanza di candidati. 


6. Periodo difficile: 2019-2023

Il 25 marzo 2020, dopo pochi mesi dall’inizio dell’insediamento del nuovo CP, il parroco don Agostino Sosio è deceduto per Covid e, nel periodo di chiusura e distanziamento, il CCEP ha chiesto ai nostri sacerdoti l’esigenza della comunità di mantenere viva una guida spirituale in preparazione alla S. Pasqua. Si sono organizzati gli esercizi spirituali, la recita del S. Rosario e le celebrazioni eucaristiche attraverso la piattaforma digitale dell’oratorio. 

In luglio 2020 con l’arrivo del nuovo parroco, don Francesco Cereda, l’attività dei consigli è ripresa inizialmente con sessioni a distanza e a partire dal febbraio 2022 con incontri sia in presenza che a distanza.  

Con la ripresa degli incontri in presenza è stata fatta una verifica dei membri del CP che avevano di fatto lasciato il Consiglio. In loro sostituzione sono entrati a far parte del CP 13 nuovi membri secondo il criterio di rappresentanza delle 2 parrocchie e dei gruppi presenti nelle due parrocchie e nell’Oratorio. 

È interessante notare come, anche in periodi difficili, la Comunità è viva, non si scoraggia, non perde la sua tensione, ma raccoglie tutte le risorse a disposizione per continuare la sua missione anche e soprattutto in prospettiva futura. 


7. Periodo di discernimento: 2019-2023

Dalla ripresa ad oggi il CCEP, il CP e il CdO si sono interrogati sulle priorità pastorali per dare una risposta alle sfide portate dalla pandemia, con quattro grandi attenzioni: 

1. progettazione dinamica e discernimento comunitario

Attenzione più al progettare insieme che al progetto.

Ad ogni incontro qualcosa si affina, si raddrizza il tiro anche in base alle risposte dei fedeli, delle famiglie o dei ragazzi.

2. qualità delle relazioni, con un’attenzione particolare alla famiglia

Favorire uno sguardo positivo attraverso l’ascolto e il dialogo, superando le lamentele, il pettegolezzo e il rischio di chiudersi nel ruolo

o nel gruppo;

Curare e costruire buone relazioni, attraverso piccole attenzioni: l’accoglienza, il sorriso, la buona parola, l’ascolto, l’invito personalizzato;

Rendere la famiglia soggetto di pastorale, favorendo in ogni gruppo della nostra comunità un cambio di mentalità nel coinvolgere e responsabilizzare le famiglie in modo che diventino parte attiva nel processo di educazione alla fede dei propri figli;

Aiutare la famiglia a diventare piccola Chiesa, educandola a momenti di preghiera come famiglia anche attraverso la distribuzione di sussidi.

3. Sinodalità e corresponsabilità.

Il Sinodo minore della diocesi ambrosiana, "Chiesa dalle genti", ci ha fornito una grande intuizione: la Chiesa dalle genti è una chiesa dove non basta "fare per", ma è essenziale apprendere a "fare con", ad esempio:

I vari consigli stanno imparando a lavorare insieme, grazie anche ad un parroco che sa convocare e coinvolgere.

Molti sono gli ambiti di responsabilità per laici e famiglie nella vita dell’oratorio: catechesi, economia, segreteria, doposcuola, volontari dell’accoglienza, sport, lavori di manutenzione e pulizia, cucina, carità e missioni, …

4) Apertura al territorio: decanato, cinema, sport, carità, immigrati, …

Si sta lavorando in sinergia con il decanato, con gli oratori vicini e con la Chiesa locale, partecipando agli incontri organizzativi, alle attività di animazione e agli incontri formativi proposti dalle varie Commissioni, portando la nostra specificità e carisma;

Si cerca di dare una risposta alle esigenze del territorio attraverso tutta una serie di servizi offerti non solo da Caritas salesiana ma anche dal nostro oratorio aperto a tutti i bambini e ragazzi del territorio, doposcuola per bambini e ragazzi della scuola primaria e delle medie soprattutto stranieri, attività sportiva, corsi di chitarra o di tastiera, …

Si raggiungono i fedeli là dove vivono organizzando eventi che escono dai confini della chiesa o dell’oratorio: le processioni per le vie del quartiere, i rosari presso i cortili dei condominii, la festa del volontariato sul sagrato della chiesa SMA, la festa della Madonna del Rosario alla parrocchia DB, …

PUNTI DI FORZA

Nel mese di giugno è stata fatta una verifica del lavoro svolto negli anni 2019-2023 nei vari organismi di partecipazione e responsabilità. In base all’esperienza fatta, sono stati considerati i seguenti aspetti: 

1. Il criterio di scelta dei componenti del CCEP e del CP che favorisce la condivisione delle decisioni e il feedback tra i due consigli, garantisce la rappresentanza dei gruppi di animazione e servizio delle due parrocchie e dell’oratorio, facilita la sensibilizzazione dei vari gruppi di animazione e servizio sui temi sviluppati nel CP e la realizzazione dei relativi progetti o attività.

2. Le modalità di convocazione del CP che garantiscono tempi adeguati per la preghiera, la formazione e il confronto sui temi proposti.

3. Il metodo di lavoro di suddivisione in gruppi che favorisce la partecipazione di tutti alla discussione.

4. La costituzione di Commissioni, formate anche da persone non appartenenti al CP, che coinvolge e sensibilizza su aspetti di pastorale ritenuti prioritari.

5. I nuovi apprendimenti: si sta imparando l’arte dell’ascolto, il metodo del discernimento, la conversazione spirituale, la conoscenza della comunità pastorale nel suo insieme.

PUNTI DI DEBOLEZZA

1. La realizzazione del progetto pastorale: sono stati iniziati alcuni processi, ma la realizzazione richiede ulteriore tempo ed è da riprogrammare.

Alcuni temi, come la sinodalità, la corresponsabilità, l’attenzione alla famiglia, hanno trovato realizzazione nello stile di servizio di alcuni gruppi. Coinvolgere la comunità su tematiche di ampio respiro, che richiedono un cambio di mentalità, richiede tempo.

2. Il processo decisionale è da migliorare; non è sempre chiaro se sono state prese decisioni o se siamo ancora in una fase di proposta da approfondire. Si ha l’impressione a volte di incompiutezza, perché alcuni temi sono stati presentati e discussi, poi sono intervenute altre tematiche e non sono stati più ripresi. Sulle decisioni occorre votazione; la decisione è valida se ha anche il consenso del parroco.

3. Il cammino unitario della Comunità pastorale e la valorizzazione delle differenze delle singole parrocchie; si è sensibili a questo aspetto, che però richiede maggiori concretizzazioni. Le prassi consolidate non aiutano.

PROSPETTIVE FUTURE

Occorre continuare il cammino intrapreso verso una comunità pastorale che sia realmente famiglia per tutti: 

1. una famiglia dove tutti possano trovare spazio e sentirsi a casa;

2. una famiglia che non si lasci scoraggiare dalle difficoltà del momento, ma che sappia unire le forze e lavorare insieme cogliendo con mente aperta e flessibile le sfide che man mano si pongono;

3. una famiglia libera dalla ricerca di un consenso a tutti i costi ma che si assuma l’impegno di testimoniare la fede in Gesù risorto, crescere nella carità e generare speranza.