FOCUS TORINO DON RUA
DESCRIZIONE ESPERIENZA IN ATTO
La nostra realtà si trova nella periferia di Torino, in un ambiente di forte immigrazione dove solo un giovane su due è italiano. La povertà è crescente, sia materiale che intellettuale, droga e furti sono in aumento ma la generosità della gente e il senso di responsabilità per la Comunità è forte.
Sono molti i volontari che servono la Casa Salesiana, per molti non c’è distinzione tra i vari ambienti pastorali ma si rendono disponibili per diversi servizi.
Da tempo come parroco e incaricati di oratorio ci troviamo settimanalmente per un confronto sul cammino pastorale della parrocchia. Oltre a questo incontro il parroco partecipa anche alle equipe dell’oratorio e all’equipe educativa della scuola primaria.
Durante l’estate ragazzi il parroco fa parte dei referenti della fascia terza/quinta elementare.
Il Direttore partecipa al Consiglio Pastorale e segue parte delle attività della Caritas.
Economicamente, pur restando legati alle convenzioni interne della Casa, spesso la Casa sostiene attività della parrocchia e così la parrocchia sostiene il lavoro degli educatori e alcune attività per animatori e ragazzi più fragili.
L’aspetto più importante, crediamo, è lo sforzo del confronto e del cercare sempre un dialogo. Più che un problema di strutture, che in parte c’è (soprattutto nel rapporto Consiglio della CEP e Consiglio Pastorale), spesso crediamo sia un problema caratteriale e diverse visioni pastorali. Alcune connessioni che abbiamo cercato di creare nella nostra pastorale crediamo ci aiutino a capire meglio l’attività pastorale dell’altro e a rendere più evidente a noi e alla gente che siamo Comunità, che non ci sono “proprietà private” ma “luoghi pastorali da abitare”.
Il lavoro che stiamo compiendo è il tentativo di un lavoro fortemente condiviso e in alcuni casi di scambio dei ruoli, così da poter uscire da una visione che spesso è più orientata a delimitare gli spazi di potere più che a creare condivisione e collaborazione. Se la Parrocchia è affidata alla Comunità e se il Parroco è per tutti i ragazzi della Casa crediamo sia necessario rendere più veritiero il tutto con azioni che rendano visibili questi elementi di comunione e condivisione. Questo tentativo certamente chiede di mettersi in gioco come confratelli.
PUNTI DI FORZA
Lavoro condiviso in attività specifiche come pensiero e prassi;
Il far parte entrambe a diversi gruppi di riflessione e decisione pastorale, (equipe educativa oratorio, equipe educativa scuola, consiglio pastorale, consiglio della CEP, nell’aspetto caritativo, nei gruppi della catechesi)
Presenza del parroco in diverse attività oratoriane, in particolare nel cortile dove nascono amicizie informali;
Il confronto sui ragazzi;
La gestione condivisa del catechismo delle medie e il lavoro sui gruppi formativi;
I due Sinodi della Casa, (sulla Comunità e sulla Carità), che abbiamo scelto di vivere stanno creando un humus più condiviso tra tutti i membri della Comunità Cristiana.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Il rapporto Consiglio della Parrocchia e il Consiglio della CEP: a volte difficile coordinare i tempi e le scelte;
La tendenza dell’oggi e di alcuni volontari, a lavorare a compartimenti stagni;
Le nostre umanità che a volte faticano a capire come lavorare insieme;
Il tempo: non sempre si ha il tempo necessario per condividere e chiarirsi;
Una serie di laici e confratelli che vedono ancora la figura del parroco legata alla sola Parrocchia e a quello che sono spesso i “servizi” che i parrocchiani si aspettano di avere;
Manca una riflessione sul Parroco/Religioso Salesiano.
PROSPETTIVE FUTURE
Riuscire a far crescere gli animatori e aiutarli a sentirsi responsabili di alcune attività che sono legate all’aspetto caritativo, catechetico e liturgico della parrocchia;
Consolidare maggiormente la riflessione progettuale nel lavoro tra oratorio/parrocchia, affinché siano sempre più i due ambienti dove dare continuità educativa a tutti i settori della Casa;
Capire sempre più come coordinare il lavoro tra Consiglio Parrocchiale e Consiglio della CEP.