“Sicuramente anche grazie ai risultati che ho ottenuto è stato possibile colmare il gap che c'era tra la considerazione maschile e femminile”. Questa è una frase della famosa Sara Simeoni, atleta italiana che è riuscita a raggiungere varie medaglie d’oro nella disciplina del salto in alto alle olimpiadi e soprattutto ha superato la barriera dei 2 metri nel salto in lungo nel ‘78 a Brescia, risultato impensabile ai tempi per una donna. Questo record è stato sicuramente un passo importante per raggiungere la parità dei sessi anche nello sport.
Lei è stata una delle maggiori sostenitrici di questo argomento e si è sempre battuta per ciò che oggi, ai nostri occhi, è una ovvietà ma che negli anni ‘70 e prima non era affatto assicurata e molto spesso negata.
“Vorrei essere ricordata: il nuoto non è il calcio, i risultati tendono a rimanere meno nel tempo.” Questa è una delle frasi celebri di Federica Pellegrini, ex campionessa olimpica di nuoto stile libero.
Era convinta che in Italia ci dovesse essere un cambio di visione su tutti gli sport e maggiore interesse, tranne sul calcio che per lei aveva anche troppa attenzione; così cercò di mostrarsi molto di più al pubblico, anche dopo il suo ritiro, partecipando a programmi televisivi o restando attiva sui social.
Inoltre, è una delle poche atlete italiane che è stata eletta a far parte del Comitato Olimpico Internazionale (C.I.O).
“So che rimpiangerò lo sport, ma sono a pezzi. Stanca di soffrire. Smetto per questo, perché lo sport è un fuoco che riscalda, ma che consuma anche. Non solo te ma anche chi ti sta attorno”.
E’ l’unica donna italiana ad aver vinto una medaglia mondiale nei tuffi
e una medaglia d'oro ai campionati mondiali (Kazan, in Russia, nel 2015). Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, ha vinto la medaglia di bronzo dal trampolino di 3 metri e quella d'argento nel trampolino in coppia con Francesca Dallapè.
E’ figlia d'arte perché sia il padre (suo allenatore) che la madre hanno vinto numerose medaglie nei tuffi. Si è ritirata nel 2017. E’ considerata la più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi.
“Lo sguardo del mondo è terrorizzante per molti, ma quello che dico sempre io è: «Ti guardano, e allora?».
È normale che ti guardino la prima volta, la seconda ti guarderanno di meno e la terza non ci faranno più caso.”
Bebe Vio oltre che essere una campionessa paralimpica è anche un esempio di vita. Grazie alla sua grande forza di volontà è riuscita a venire fuori da un momento bruttissimo della sua vita dove ha anche rischiato la morte e da lì ha lottato con tutte le sue forze per raggiungere diversi obbiettivi tra cui l’oro olimpico nel fioretto. Il suo coraggio e la sua personalità l’hanno portata ad essere una donna da prendere come esempio.
È una donna sempre sorridente che regala emozioni uniche grazie alla sua storia commovente ma non ne fa di certo una tragedia anzi si reputa una donna fortunata.
La pallavolo è uno sport che trasmette tanti valori, come la fedeltà: fai parte di una squadra, che diventa una seconda famiglia. Ti insegna a relazionarti con gli altri, anche con chi non ti è simpatico, a non perdere mai la speranza, a contare sulle tue forze e, non ultimo, a divertirti.
''Sogno di fare l'avvocato, soffro molto le ingiustizie che ci sono oggi tra le persone comuni. Lottare per chi sta in situazioni di svantaggio mi fa sentire meglio. Attraverso le mie interviste ho parlato apertamente di razzismo e penso di aver aiutato molte ragazze che vivono il mio stesso disagio ma non hanno il coraggio di esternarlo. Ecco, nel mio futuro vorrei sempre ricordarmi da dove sono partita e quali sono le mie battaglie.
Lo sport dimostra che azzerando le differenze si può vincere di più.''
Marta Menegatti è nata a Rovigo ma è cresciuta ad Ariano nel Polesine.
E’ una giocatrice di beach volley.
Ha vinto numerosi premi come medaglie di bronzo, d’argento e oro, a partire dagli europei ai mondiali, ma i suoi migliori risultati sono quelli ottenuti alle olimpiadi di Londra tra il 2009-2012 con la sua compagna Greta Cicolari.
Quest'anno le è stato conferito il titolo di “REGINA” del King of the Court per aver partecipato a sfide con regole particolari, dove si ha una quantità di tempo per poterle svolgere.
Nel periodo di lockdown ha dato un sostegno morale anche agli sportivi; lei dice: “Mi manca la sabbia, ma stare a casa è un obbligo morale”. Che è anche legata all’attualità che stiamo vivendo.
"L’AMORE PER LA GINNASTICA MI HA AIUTATA A RIALZARMI" .
Vanessa Ferrari è la ginnasta italiana più forte e vincente di tutti i tempi.
Una vera e propria pioniera della Polvere di Magnesio alle nostre latitudini, l’unica capace di salire sul tetto del pianeta e di stravolgere la percezione di questo sport (al femminile) in Italia. La Farfalla di Orzinuovi, a quasi 30 anni, insegue la sua quarta partecipazione ai Giochi e a Tokyo andrà a caccia di quell’agognata medaglia che le è sempre sfuggita, l’unica che le manca nel suo infinito palmares. Ha preso parte a quattro edizioni dei giochi olimpici, prima ginnasta italiana a riuscire in tale impresa. Vanessa Ferrari possiede una perfetta consapevolezza dello spazio attorno a sé, di ciò che esso contiene, di quel che in esso avviene. Nei sedici anni di carriera che l’hanno portata dalla vittoria ai Mondiali di Aarhus nel 2006 e alla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 non le è mai sfuggito nulla di quel che entrava e usciva nello spazio attorno a sé, non ha mai dimenticato nessuno di quelli che sono venuti e andati. Ed è questa consapevolezza perfetta, questa memoria assoluta a fare di una medaglia un testamento, di una vittoria una rivincita.
"Mi sono detta che non poteva finire così: dovevo stare tranquilla e pensare solo a…saltare!".
1 volta campionessa nazionale assoluta del salto in alto (2015)
2 volte campionessa nazionale promesse indoor del salto in alto (2015, 2016)
1 volta campionessa nazionale juniores del salto in alto (2014)
1 volta campionessa nazionale juniores indoor del salto in alto (2013)
1 volta campionessa nazionale allieve del salto in alto (2011)
1 volta campionessa nazionale allieve indoor del salto in alto (2011).
"Per fortuna le fiamme oro mi hanno permesso di fare l'atleta professionista".
”Per diventare un campione, servono testa e cuore, tenacia e determinazione, tanta passione ma anche divertimento.
Allenamento duro e costante sì, ma col sorriso. Ho sempre privilegiato più le qualità della quantità negli allenamenti”.
Questa frase è stata detta da Paola Pezzo è un ex mountain biker italiana.
Ha concluso la sua carriera professionista nel 2005 ed era specialista nel cross country disciplina nella quale vinse sia ad Atlanta 1996 che a Sydney 2000.
Tuttavia oggi Paola gestisce una scuola di mountain bike a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, e collabora con il liceo scientifico di Brenzone sul Garda dove il ciclismo è materia di studio per tutti e 5 gli anni di corso.
"Ho imparato un'altra cosa: che la strada non scorre mai dritta, nella vita. E bisogna essere pronti ad affrontare le curve".
"Pattino per soddisfare me stessa, non ho bisogno di compiacere".
Carolina Kostner è detta "farfalla sul ghiaccio" per quel suo inconfondibile danzare volando sulla pista. Poco più che trentenne, l’atleta azzurra, che ha scritto pagine memorabili del pattinaggio artistico, ha indossato le sue prime lame a soli 4 anni, sebbene, come ha confessato lei stessa, il suo sogno fosse quello di diventare sciatrice come sua cugina Isolde. Ma è stato il ghiaccio a dimostrare di essere la sintesi delle sue passioni e a raccontarlo è il suo palmarès, con il bronzo ai giochi invernali di Soci nel 2014, dove era arrivata da campionessa mondiale 2012, da cinque volte campionessa europea e più volte medagliata sia ai mondiali che agli europei. Carolina Kostner, che in diverse occasioni ha incontrato Papa Francesco, ha deciso di partecipare a We Run Together.
"Non sono andata in pedana per fare un record, ma per saltare al meglio delle mie possibilità". Questo dice Roberta Bruni che detiene il record italiano di salto con l’asta (4.70).
Nel 2006 entra nel mondo dell’atletica leggera ed è attualmente detentrice di 7 record italiani.
"La mia vita non è così semplice. Ho vissuto un’adolescenza e non solo di rinunce, di regole e razionalità. Non sono mai andata ad una gita scolastica, non ho mai fatto una vacanza con le amiche e pre-covid non mi sono concessa serate folleggianti con le amiche”.
Un'altra frase di Roberta prima delle olimpiadi di Tokyo è stata "Essere un’atleta vuol dire dover venire a patti con la parte di ragazza che si guarda allo specchio e si deve accettare. Il mio corpo deve avere un determinato tipo di muscolatura e questo non è sempre stato facile da accettare… Perché essere una sportiva per lavoro non vuol dire non avere le difficoltà che una qualsiasi giovane può trovare sul proprio percorso.”
Sara Cardin, nata a Conegliano il 27 gennaio 1987, è una karateka italiana nata sulle sponde del fiume Piave, campionessa mondiale nella specialità del kumite nel 2014 e quattro volte campionessa europea nella categoria di peso fino ai 55 kg. “Ero stanca di tenermi tutto dentro, era come avere uno zainetto sulle spalle pieno di pietre pesanti: ora sono libera”; spiega così Sara Cardin, la scelta di scrivere un libro dove mettere tutta se stessa, dalle vittorie alle sconfitte sul doppio piano della vita sportiva e quella personale. “Combatti! Ho scelto di vincere” è uscito in libreria il 24 ottobre e ha già riscosso molto successo: “Sta andando benissimo e ne sono davvero felice. Da ragazzina ho sempre avuto molti diari su cui mettere nero su bianco i miei pensieri, negli ultimi due anni poi ho scritto nei ritagli di tempo o quando me la sentivo, ma il grosso è stato fatto nei mesi di stop per il mio infortunio al ginocchio. Insomma ci ho messo così tanto e la gente lo legge in un giorno, mi ha sconvolta! In positivo ovviamente”
“Sono pronta a sfidare i limiti. La storia li pone, gli uomini devono superarsi per generare altri ostacoli che puntualmente verranno abbattuti. E' lo sport, come la vita.” Valentina Vezzali è una politica ed ex schermitrice italiana, specializzata nel fioretto, dal 16 marzo 2021 sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport nel governo Draghi."Credo che questo sia il giusto tempo per togliere la maschera, appendere il fioretto al chiodo ed avviare un nuovo inizio". Con queste parole, Valentina Vezzali annuncia il suo ritiro dall'attività agonistica. La 42enne schermitrice originaria di Jesi è l'atleta italiana che ha conquistato più medaglie di tutti i tempi. Ha vinto sei titoli mondiali e cinque europei (individuali). In carriera ha conquistato 11 volte la Coppa del mondo (78 prove vinte) e 14 volte il titolo nazionale assoluto individuale, a cui si aggiungono i 12 conquistati a squadre. Con l'oro conquistato a Mosca 2015 nel Fioretto a squadre porta a 25 il numero di medaglie vinte ai Mondiali di scherma. Nove, invece, le medaglie olimpiche: sei sono d'oro.
Pochi giorni fa Laura Rogora ha lasciato il suo segno nella storia dell’arrampicata, diventando la prima donna a superare il grado 9b, con la prima ripetizione di Erebor, 9b/+ liberato da Stefano Ghisolfi lo scorso gennaio sulla falesia dell’Eremo di san paolo.“Non c’è alcun dubbio che Laura abbia appena iniziato a scalfire la superficie di quel che è in grado di fare.”Laura Rogora (Roma, 28 aprile 2001) è un'arrampicatrice italiana. Pratica le competizioni di difficoltà, boulder e speed, l'arrampicata in falesia e il bouldering.Il 28 febbraio 2016, a soli 14 anni, diviene la prima arrampicatrice italiana ad aver salito una via di 9a, con la ripetizione di Grandi Gesti a Sperlonga.Primo 9a femminile italiano e primo per lei. La salita di Grandi Gesti a Sperlonga da parte della giovane campionessa Laura Rogora è stata una svolta per l'arrampicata femminile azzurra. E questo è il video di quella storica impresa che le è valsa anche la nomination agli Arco Rock Legends 2016 https://youtu.be/_UvZWGdEgqU
“Volevo essere diversa e ne vado fiera”.
Lea Pericoli, soprannominata La Divina, è stata ed è la regina del tennis italiano. Classe 1935, milanese, dopo aver giocato a tennis è stata giornalista, scrittrice e conduttrice.
Suo - e praticamente imbattibile - il record assoluto dei titoli italiani conquistati, addirittura 27 tra singolare, doppio e doppio misto. Negli anni '50 fece molto scalpore quando si presentò a Wimbledon con una gonna corta. Le tenniste infatti all'epoca giocavano con le scomode gonne lunghe. Tanti i riconoscimenti che le sono stati assegnati come per esempio una targa in suo onore nella Walk of Fame dello sport italiano a Roma.
"Mi hanno sempre insegnato che il lavoro paga, che se lavori prima o poi arrivano anche i risultati. Mi hanno sempre insegnato di stare lì, pronta a prendere e sfruttare qualsiasi errore. Le cose nella vita girano sempre per molti versi, devi solo aspettare il tuo turno".
Flavia Pennetta è un'ex tennista italiana. Vincitrice degli US Open 2015, è stata la seconda italiana di sempre ad essersi aggiudicata un torneo del Grande Slam, battendo la connazionale Roberta Vinci in una storica finale tutta italiana e diventando, con i suoi 33 anni, la tennista con l'età più alta nella storia del tennis mondiale ad aggiudicarsi il primo Slam della carriera.
Lo spirito indipendente, la forte determinazione e l'imprevedibile forza delle onde consacrano Alessandra Sensini come la leggenda italiana del windsurf. Una campionessa olimpica che, nella sua straordinaria carriera iniziata nelle acque di Marina di Grosseto, colleziona dieci titoli mondiali, cinque titoli europei, due titoli ai Giochi del Mediterraneo, una World Cup del Circuito professionistico Windsurf e ventitré titoli italiani. Negli anni Ottanta il windsurf è ancora uno "sport di nicchia" ma Alessandra Sensini, spinta dalla passione del padre, ne riscrive le regole partecipando sei volte alle Olimpiadi e collezionando due bronzi tra Atlanta (1996) e Atene (2004), l’argento a Pechino (2008) e la medaglia d’oro a Sydney (2000). Il titolo di prima campionessa italiana a vincere l’oro nella vela, rivoluziona lo sport al femminile e consacra il windsurf come uno sport amato in tutta Italia. A venti anni di distanza dalle indimenticabili Olimpiadi di Sydney, Alessandra Sensini continua a cavalcare le onde coltivando il sogno di trasmettere la sua passione per il mare alle nuove generazioni.
“Sapevo che se avessi smesso, nessuno avrebbe mai creduto che le donne avessero la capacità di correre più di 26 miglia. Se smettessi, tutti direbbero che è stata una trovata pubblicitaria. Se smettessi, porterei indietro lo sport femminile, molto indietro, invece che avanti. Se smettessi, non correrei mai a Boston. Se me ne andassi, Jock Semple e tutti quelli come lui vincerebbero. La mia paura e umiliazione si sono trasformate in rabbia".
Kathrine Switzer che fu una attivista e diede un ruolo importante alle donne nello sport.
Jock Semple, direttore di gara della maratona di Boston nel 1967, si accorse che non tutti gli atleti iscritti erano maschi. Kathrine aveva il numero 261 e si era iscritta con il nome K. V. Switzer, per non essere esclusa dall’assegnazione del pettorale. Quando se ne accorsero provarono a fermarla, ma lei resistette e riuscì a portare a termine la sua gara.
In seguito la Switzer non soltanto proseguì brillantemente la sua carriera di atleta, correndo oltre 40 maratone e vincendo quella di New York nel 1974, ma divenne un simbolo e un’ attivista a favore dell’inclusione femminile nello sport. Tra le iniziative di Kathrine Switzer ricordiamo l’Avon International Running Circuit, un programma che comprende più di 400 gare dedicate alle donne in 27 Paesi diversi e ne ha coinvolte, nel tempo, oltre un milione, contribuendo a far includere la maratona femminile nei Giochi olimpici, cosa che è avvenuta soltanto nel 1984.
Deborah Compagnoni è un ex sciatrice alpina italiana, la prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre diverse edizioni dei giochi olimpiadi invernali nella storia dello sci alpino. Debuttò in campo internazionale in occasione dei Mondiali juniores di Bad Kleinkirchheim nel 1986 dove, non ancora sedicenne, vinse la medaglia di bronzo nella discesa libera; l'anno dopo conquistò la medaglia d'oro nello slalom gigante e nuovamente quella di bronzo nella discesa libera. Nel 1988 subì il primo degli infortuni che avrebbero seriamente inciso sulla sua carriera, la rottura del ginocchio destro, seguito da un grave blocco intestinale che ne mise a rischio la vita. Esordì ai Giochi olimpici invernali ad Albertville 1992, dove vinse la medaglia d'oro nel supergigante ma il giorno seguente, mentre gareggiava nello slalom gigante, subì un grave infortunio. Divenne campionessa mondiale nello slalom gigante nel '96-'97. Ora Deborah non gareggia più, smise di gareggiare nel 1999. A lei gli venne addirittura intitolato un tratto di lungomare di Jesolo.
Alessandra Patelli è una canottiera italiana. Nel 2021 ha preso parte hai giochi olimpici classificandosi nona nella specialità doppio insieme a Chiara Ondoli.
Ha partecipato come testimonial a diversi eventi in beneficenza come "diamo il meglio di noi", una campagna di sensibilizzazione verso il tema della donazione e del trapianto di organi promosso dal Centro Nazionale trapianti Nazionale e il Ministero della Salute.
Una sua frase celebre alla cerimonia di consegna della Stella d'oro al merito sportivo è stata:
"Una Medaglia per aver aiutato nel mio piccolo nel periodo della pandemia ma che io sento come un riconoscimento per aver portato avanti le mie più grandi passioni. Nulla è facile ma niente non si può fare"
“Non è facile sfidare un sistema di potere consolidato e così maschile. Ma è anche un modo per esprimere la gratitudine verso tutto ciò che lo sport mi ha dato”. Così Antonella Bellutti, la due volte campionessa olimpica di ciclismo, si esprime . In lei vediamo l’atleta più polivalente della storia sportiva italiana: l’unica ad aver vinto due Ori in due edizioni consecutive dei Giochi Olimpici e in due discipline diverse. Il suo eclettismo nasce nella pista di atletica, dove colleziona 14 record nazionali e 7 titoli nazionali giovanili. Nel 1985 è sua la miglior prestazione stagionale europea juniores nei 100 mt ad ostacoli, record nazionale per 15 anni. Ancora oggi detiene il record nazionale juniores nei 60mt ostacoli indoor.
Aglaia nasce a Castelfranco il 22 aprile 1994. È una nuotatrice italiana specializzata nello stile libero della staffetta, da piccola ha praticato altri sport come la danza e la ginnastica ma poi si è specializzata nel mondo del nuoto. Ha vinto un medaglia d'oro negli Europei femminili nel 2015 e ha partecipato alle Olimpiadi di Rio 2016, arrivando 6° nella staffetta 4x100 metri femminile.
"Io, anello di congiunzione fra due mondi" dice in un intervista. Aglaia è anche una scrittrice, in un suo libro racconta come lei vede il nuoto e come si è impegnata e allenata per diventare quello che é ora.
Francesca Schiavone è stata una delle più grandi tenniste dello sport italiano. Sin da giovanissima ha vinto alcuni trofei ed è arrivata in finale in alcune competizioni molto importanti.
Nel 2018, dopo aver ottenuto l’ottavo titolo in carriera, la Schiavone decide di ritirarsi dal tennis professionistico. Il ritiro dalla carriera professionistica non è coinciso con un abbandono dello sport in cui è stata una splendida protagonista infatti oggi infatti Francesca è diventata un’allenatrice. Nel 2021 ha annunciato di avere il cancro ma di esserne uscita vittoriosa.
Cristina Giarelli è una calciatrice della italiana, attaccante della Juventus e della nazionale italiana.
Salita alla ribalta nel Bardolino Verona, ha proseguito la carriera con le maglie di Brescia prima e Juventus poi, assurgendo quale calciatrice italiana più vincente della sua epoca grazie a vari Scudetti, Coppe Italia e un record assoluto di 9 Supercoppe Italiane.
Considerata tra le migliori giocatrici a livello internazionale della sua generazione, sul piano personale vanta tre titoli di capocannoniere.
"Caro calcio, dal momento in cui ho indossato per la prima volta le scarpe con i tacchetti e ho iniziato a fare gol, sapevo che saresti stato per me la passione più grande della vita, una passione a cui ho dato tutto. Ma ora ho capito che è arrivato il momento di fare una scelta, una scelta per il mio futuro, è il momento di lasciarti. Sono nata con i colori nerazzurri addosso... il blu e il nero saranno sempre i miei colori, il calcio sarà sempre la mia vita, l'Inter sarà sempre casa mia. Il mio viaggio però continua. Porterò con me tutta la mia esperienza e i miei ricordi e grazie a questi cercherò di ispirare tutte le bambine che stanno inseguendo il loro sogno. Darò il mio contributo al calcio femminile e lotterò fino a quando non avrà l'importanza che merita".