Quercia
COLMARE I VUOTI
COLMARE I VUOTI
PROGETTISTI
Margherita Petrucci, Davide Rizzo, Alex Suli, Ilaria Venturini.
A seguito di un violento evento atmosferico nell'estate del 2017, per necessità molti alberi del parco sono stati drasticamente potati. Da allora la "presenza" del vuoto è singolare in questo luogo, in cui alcuni alberi non esistono più e altri, così cimati, hanno perso la loro identità.
Simbolo evidente di questo evento è il gruppo arboreo centrale, che con i suoi tronchi mozzati rende evidenti i suoi "spazi non riempiti" che l'installazione vuole sottolineare e rendere concreti. Ripercorrendo le linee di questi quattro alberi (2 querce e 2 olmi) sono state ricalcate le forme dei loro "vuoti" da diversi punti di vista, osservandoli dal basso e dall'alto. Colmando lo spazio tra loro l'installazione permette di rincorrere l'illusione di una chioma permanente, che a causa delle trombe d'aria non potrà ricrescere che tra molti e molti anni.
La forma ellittica vuole simboleggiare l'abbraccio della quercia, a protezione di tutti gli alberi (così come le leggende) mentre i fori rappresentano le sue foglie, disposte secondo la costellazione dell'Ariete, segno zodiacale di questo albero secondo un antico calendario celtico.
Prima idea realizzata: negativo dei tronchi, ovvero riempimento dei vuoti interni ai rami.
Sviluppo dell'idea di riempire i vuoti tra gli alberi: realizzazione di una lastra in negativo con le sagomature dei tronchi, che presenta un intaglio con la forma del segno zodiacale dell'ariete ed è agganciata ai quattro alberi tramite delle corde.
Idea finale: ricreare il vuoto come per commemorare il vuoto che la chioma ha lasciato.
Poiché la lastra è parallela al suolo, a fini di sicurezza è stato necessario pensare a dei fori che facessero scorrere l'acqua piovana al di fuori di essa.
Inizialmente avevamo pensato alla sagomatura delle foglie della quercia, ma risultavano troppo elaborate e difficili da visualizzare dalla distanza a cui è posta la struttura. Dopo una serie di ricerche abbiamo deciso di basarci sull'oroscopo celtico: dove all'albero della quercia è abbinato il segno zodiacale dell'ariete, comprendente quattro stelle disposte a curva.
La lastra blu vista dal basso verso l'alto, risulta così in simbiosi con il cielo e riempie il vuoto presente tra i quattro alberi, simulando una chioma permanente.
Visione dei tronchi visti dal basso, dalla quale abbiamo preso spunto per il simbolo.
Visione dei tronchi visti dall'alto, dalla quale abbiamo preso spunto per il simbolo.
Prove di colore del simbolo della quercia; abbiamo preso spunto dai colori della terra.
Prendendo una foto degli alberi scelti visti dal basso era visibile perfettamente il contorno dei rami. Il cielo che veniva sagomato dai tronchi era come il "negativo", lo spazio da colmare.
Abbiamo preso spunto dai colori della terra, per esempio quelli affianco sono colori presi dalla polvere dell'argilla.
Un'installazione esiste solo se c'è un fruitore, uno spettatore che la osserva. La differenza di essa con l'arte è che quando guardiamo un'opera facciamo solo quello; all'interno di una installazione può venire chiesto al fruitore di interagirvi o addirittura attraversarla. L'installazione nasce negli anni '70 come più elementi collocati all'interno di uno spazio (appesi, appoggiati, sul muro, sul pavimento). Nel 2000 nascono le installazioni site specific: sono create e studiate specificatamente per il luogo in cui devono essere poste. La differenza con le installazioni normali è che non possono venire spostaste, perché il loro significato dipende dal contesto in cui si trovano.
"Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato. Se lo riempi con altro, ancora di più spalancherà le fauci. Non si chiude un abisso con l’aria."
(Emily Dickinson)