curiosità
Caposervizio MATTIA (2C)
una curiosità sullo spazio: sapete che si può guardare nel... passato?!?
a cura di Mattia (2C)
Se noi andassimo in un pianeta distante più di 65 milioni di anni luce da noi e attraverso un telescopio guardassimo sulla Terra vedremo ancora i dinosauri. Ma perchè?
Per spiegare questo bisogna andare un po’ più indietro. Prima bisogna spiegare che cos’è la luce.
La luce è un’ onda elettromagnetica che si diffonde in raggi riconducibili a rette. Attraverso la luce che giunge ai nostri occhi possiamo vedere. La luce viaggia alla velocità di circa 300.000 metri al secondo, quindi impiega un tempo preciso ad arrivare da un punto ad un altro. Per esempio per andare dalla Terra al Sole, la luce impiega 8 minuti. Quindi se esso esplodesse lo scopriremo solo 8 minuti dopo, perché la luce dell’esplosione ci arriverebbe con 8 minuti di ritardo.
Quindi, riprendendo l’esempio di prima, da quel pianeta lontano si vedrebbero i dinosauri perché è giunta la luce della Terra di 65 milioni di anni fa.
alla scoperta del punto nemo
a cura di Ginevra (2D)
Se vi trovaste nel Punto Nemo, nel cuore dell’Oceano Pacifico, è probabile che l’uomo più vicino a voi si trovi sulla Stazione Spaziale Internazionale, a 408 km di distanza.
Il Punto Nemo infatti, con i suoi 2700 km che lo sperano dalle isole più vicine, è considerato il punto oceanico più lontano da qualsiasi terra emersa.
Segnato da un alone di fascino e da leggende su quello che si può trovare nei suoi fondali, questo luogo ospita in realtà un “cimitero” di veicoli spaziali, che vengono fatti abissare qui, proprio per via della sua posizione remota.
Dove si trova il punto Nemo e da chi fu trovato?
Qualora vogliate partire all'avventura, sappiate che per raggiungere il Punto Nemo dovete arrivare nell’Oceano Pacifico Meridionale e posizionarvi in un punto equidistante all’incirca 2688 km dai tre punti di terra più vicini: a nord, l’isola di Pandora, un atollo disabitato facente parte delle Isole Pitcairn, a nord-est l’isola Motu Nui, facente parte del Cile e, a sud, l’isola Maher, parte dell’Antartide.
Sebbene sia ovviamente sempre esistito, l’idea di trovare il punto più inaccessibile dalle terre emerse venne nel 1992 ad un ingegnere croato-canadese, Hrvoje Lukatela. Laureato in Geodesia, la disciplina che si occupa di studiare la misura e la rappresentazione della terra, Lukatela si servì di un programma informatico geo-spaziale per individuare il posizionamento esatto, prendendo in considerazione tre diverse linee di costa.
Il punto venne chiamato Nemo, che in latino significa nessuno, in onore di Capitan Nemo, l’avventuroso personaggio di finzione protagonista del romanzo di Jules Verne, Ventimila Leghe sotto il mare.
Ci sono forme di vita nel Punto Nemo?
Se pensate che questo punto così remoto dell'Oceano, lontano dalle tratte marittime delle navi, ospiti una natura rigogliosa e una vita marina unica, vi sbagliate.
Il Punto Nemo infatti si trova nel mezzo del vortice subtropicale del Nord Pacifico, una corrente oceanica a forma di vortice. Quello che accade è che la vasta area che si trova al centro del vortice, in cui ricade anche il Punto Nemo, viene isolata dall'afflusso di grandi masse di acqua fredda, che sono ricche di nutrimento.
Questa scarsità di nutrimento comporta che le forme di vita marine in superficie siano molto rare, così come la formazione di detriti biologici che si depositano sul fondo.
Un cimitero per i veicoli spaziali
Il Punto Nemo, proprio per la sua lontananza da qualsiasi forma di vita umana, è il posto scelto dalle agenzie e dalle compagnie spaziali per far affondare i veicoli spaziali che non sono più in uso.
Questo posto si è dunque guadagnato l'appellativo di "Spacecraft cemetery", cimitero dei veicoli spaziali, perché nel corso degli anni ne sono stati fatti affondare a centinaia. Tra questi, anche la Mir, la stazione spaziale russa, in disuso dal 2001.
La Nasa ha dichiarato che quando la Stazione Spaziale Internazionale verrà dismessa, nel 2030, dovrebbe in parte disintegrarsi durante il suo rientro in atmosfera terrestre, mentre i pezzi più pesanti verranno fatti atterrare e si inabisseranno proprio nel Punto Nemo.
10 cuRiosità su... tutankhamon!
a cura di Iris (2D)
Tutti conoscono Tutankhamon, il faraone egizio che governò l’antico Egitto tra il 1332 e il 1322 a.C. La sua fu l’unica tomba egizia a non essere saccheggiata del tutto. Fu scoperta nel 1922 da Howard Carter. Ma non tutti sanno alcuni particolari della sua vita o le cause della sua morte prematura. Ecco alcune curiosità:
La maschera d’oro: La maschera d’oro è un po’ il simbolo della civiltà egizia. È realizzata in oro e decorata con lapislazzuli, quarzo bianco, ossidiana e pasta di vetro. Da una scritta parzialmente cancellata all’interno si può supporre che la maschera fu costruita per la regina Nefernefertuaton e poi riassemblata per l’improvvisa morte di Tutankhamon.
Testa in legno di Tutankhamon bambino: Questo piccolo oggetto di legno fu la prima cosa ritrovata, infatti era abbandonata vicino all'ingresso, probabilmente persa nel tentativo di saccheggio. Anche se parzialmente danneggiata, ci mostra le sembianze di Tutankhamon bambino. Carter, l’archeologo che scoprì la tomba, non fece registrare subito il ritrovamento di questo oggetto, anzi lo nascose tra delle bottiglie, forse per tenerselo, e alla fine lo trovarono dopo due anni dalla scoperta.
I bastoni ritrovati nella sua tomba: Nella sua tomba sono stati ritrovati un centinaio di bastoni, molti di essi usurati. Facendo delle analisi sulla mummia è emerso che Tutankhamon soffriva del “piede Equino”, una malformazione della gamba che lo obbligava a camminare con dei bastoni.
Le cause della sua morte: Quando furono fatte delle ulteriori analisi sul corpo di Tutankhamon emersero vari fatti: oltre alla malformazione del piede, soffriva di diversi problemi alle ossa e aveva la forma più grave di malaria. Probabilmente dopo una brutta caduta da cavallo che gli fratturò diverse ossa, non riuscì a reggere l’infezione malarica.
La mummificazione: Quando Carter, l’archeologo, cercò di estrarre la mummia dal sarcofago non ci riuscì perchè questa era incollata al fondo. Infatti, una mummificazione poco attenta o frettolosa e l’uso eccessivo di unguenti portarono a una lenta autocombustione che carbonizzò varie parti del corpo e lo incollò al fondo del sarcofago.
I tre sarcofagi: La mummia era contenuta in tre sarcofagi: Il primo, più esterno, era di legno e pietre semipreziose, lungo circa 2 metri e mezzo; il secondo era di legno e pietre preziose, ricoperto da un telo di lino, lungo 2 metri; l’ultimo sarcofago era interamente d’oro e pietre preziose, e nemmeno dopo aver aperto il terzo sarcofago Carter potè vedere Tutankhamon perchè c’era la maschera d'oro.
La maledizione: Subito dopo l’apertura della tomba cominciò a circolare la voce su una possibile maledizione che avrebbe colpito gli archeologi e gli egittologi che avevano profanato la tomba. Ad alimentare queste dicerie fu anche lo strano ritrovamento di un mattone, all'ingresso della stanza con il tesoro del faraone, su cui c’era un'iscrizione che scoraggiava eventuali intrusi. A confermare tutto ciò fu la morte di Lord Carnarvon a pochi mesi dalla scoperta della tomba: egli era stato uno dei primi ad entrare. In realtà per la scelta dell’archeologo Carter di comunicare a un solo giornale la scoperta della tomba, gli altri media, non sapendo cosa scrivere e per vendere di più, inventarono di sana pianta la storia della maledizione. Lord Carnarvon morì a causa di un'infezione provocata da un taglio con il rasoio, mentre tutti gli altri archeologi morirono a distanza di anni.
Le trombe maledette: Nella tomba furono trovate due trombe, una d’oro e d’argento, l’altra di bronzo. Sono i più antichi strumenti musicali ancora funzionanti, infatti risalgono a più di 3000 anni fa. Nel 1939, anni dopo la scoperta, un famoso musicista le suonò in diretta mentre era al museo del Cairo in Egitto. Durante l’esibizione una delle due trombe si ruppe; si dice che il museo ebbe un blackout e pochi mesi dopo cominciò la guerra. Da qui nacque la leggenda delle trombe maledette.
La moglie di Tutankhamon: La moglie di Tutankhamon fu Ankhesenamon, la sua sorellastra. Entrambi erano figli di Akhenaten, ma Ankhesenamon era figlia di Nefertiti. Andò in sposa a Tutankhamon quando aveva 13 anni. A partire dalla morte del faraone si persero le sue tracce.
Il nome Tutankhamon: Il nome originale di Tutankhamon era Tutankhaten che significa “Immagine vivente del Dio Aten”. Infatti suo padre aveva reso la divinità principale il Dio Aten. Ma quando Tutankhamon salì al trono, per volere dei sacerdoti, restaurò il culto di Amon, di conseguenza anche il suo nome cambiò.