BYOD Technologies in Italian classrooms

Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna

Servizio Marconi T.S.I. - Documenti

La classe digitale... fai da te

ovvero

BYOD Technologies in Italian classrooms

un pastiche di Anna Rita Vizzari, Roberto Bondi, Gabriele Benassi, Simone Mazza

Intro - di Roberto Bondi

Bring Your Own Device. Porta il tuo aggeggio. Quello che hai va (potrebbe andare) bene. Ma allora…

...piccolo passo indietro. 2007/08 o giù di lì. LIM primi passi. Corsi (ri-corsi). Dopo anni di alfabetizzazioni. Pugni di mosche. Il digitale che entra in classe (i “cavallo”, la finestra “ecc”) qualcosa passa. I corsi. Qualcuno che comincia a vedere fin dai primi momenti che il digitale ha senso se i device stanno anche in mano agli studenti. .....[leggi tutto].....

Il BYOD impone di andare oltre le peculiarità dei singoli device e dei relativi sistemi operativi, concentrandosi sulle funzionalità, sulla capacità dei diversi device di interagire sulle stesse basi di condivisione cloud. Cloud dal quale non si prescinde quando si lavora, com'è nel BYOD, con device mobili.

Di BYOD molto si è parlato nell'ultimo anno su siti internazionali. Anche quando sono fonti italiane a proporlo, come qui http://dida.orizzontescuola.it/node/1492. Di esperienze italiane non ne sono state documentate molte. Molto si trova in forma di frammenti ed inserti soprattutto sui social network dei docenti. Di qui l'idea di una carrellata di esperienze e considerazioni italiane. Anzi, essendo noi Servizio Marconi T.S.I., …emiliano-romagnole.

Allora se è Emilia-Romagna partiamo con ….Anna Rita Vizzari, che insegna a Sestu (CA) italiano e storia nella scuola secondaria di primo grado. Assolutamente inutile presentare Anna Rita a chi frequenta la rete ed i network dei docenti, tra le prof net-lady di prima grandezza!. In Emilia abbiamo più volte si recente sfruttato le sue competenze e le sue idee in diversi percorsi di formazione. Apprezzatissimi. Qui ci racconta del suo BYOD che nasce dalla volontà delle famiglie che hanno grazie a classe2.0 intravisto i benefici del digitale in classe, ma che non si trovano più in contesti finanziati. Anna Rita ha raccontato della sua esperienza BYOD anche qui

Poi Gabriele Benassi, che insegna alla Scuola Media Pepoli di Bologna dividendo il suo impegno di servizio con la partecipazione al Servizio Marconi. Per lui il BYOD è via d'uscita allo stallo dovuto al prolungarsi dell'attesa del finanziamento classe2.0. Come rispondere alla promessa fatta a ragazzi e famiglie mentre il tempo passa e la classe corre verso la fine del terzo anno? E via d'uscita perché con BYOD (e BYON) risolve il problema del setting digitale durante le uscite didattiche.

Chiude Simone Mazza, docente di tecnologia all'IC di Collecchio (PR), tra i primi a raccontarmi di esperimenti BYOD (ne ha parlato ad esempio qui ). Simone lancia con questa edizione di Cl@sse2.0 una sfida nuova: istituzionalizzare il BYOD per fare in modo che le risorse destinate a finanziare una classe digitale vengano utilizzate a coprire le esigenze tecniche di più classi. Una unità di finanziamento utilizzata in modalità sussidiaria in un ambiente improntato al BYOD permette di sperimentale il digitale in tre classi.

il BYOD di Anna Rita Vizzari

In questo video presentiamo la nascita di una prassi didattica proposta non dalla scuola bensì dai genitori che si sono ispirati al rapporto 1:1 della preesistente cl@sse 2.0. Ogni alunno porta almeno un dispositivo: chi il netbook, chi il tablet, tutti lo smartphone, talvolta perfino la Nintendo DS… [leggi tutto]

il BYOD di Gabriele Benassi

La 3B delle scuole Pepoli di Bologna è in attesa di poter utlizzare i finanziamenti del Piano Nazionale scuola Digitale. Visti i tempi… [leggi tutto]

in classe

in uscita didattica

il BYOD di Simone Mazza

La tecnologia è già in mano ai ragazzi: perché non usarla per lavorare? Con questa semplice intuizione è nata, ormai tre anni fa, l’implementazione BYOD in una classe della scuola secondaria di I grado “D. Galaverna”, a Collecchio (PR). [leggi tutto]

Sono tre esempi di esperienze BYOD nelle scuole dell'Emilia-Romagna e non solo . Ma molto altro è in movimento. Va citato Alberto Vellani (Scuola Media Da Vinci a Reggio Emilia) che quasi due anni fa ha racconta su Education 2.0 la sua esperienza di BYOD "Il "daimon" Facebook e il bisnonno di Niccolò" . Un'esperienza simile e per certi versi contraria a quella di Anna Rita Vizzari. Anche qui un docente che viene dall'esperienza di Cl@sse2.0 e che si trova a lavorare in una classe che non ha avuto il finanziamento. Ma qui i genitori sono inizialmente ostili all'iniziativa che viene fortemente voluta dal docente. Ma i risultati arrivano e le convinzioni cambiano, anche per la ricerca del contatto diretto e dell'interazione con le famiglie da parte del docente, con confronti diretti e con l'attività di formazione proposta ai genitori oltre l'informazione sull'attività scolastica. Ma sui dettagli si rimanda all'articolo linkato ed ai suoi commenti

Ma anche negli altri ordini giungono segnali: Simonetta Sandra Maestri sta attivando percorsi BYOD all'ITI Copernico di Ferrara, Rosalinda Ierardi alla scuola primaria Falcone dell'IC di Argelato. Attendiamo con interesse riscontri specie da quest'ultime esperienza, appena avviata, dove lo specifico legato all'età degli studenti ha imposto particolare attenzione sulla documentazione preliminare ed i permessi per portare i device in classe ed aprire ed utilizzare account cloud. Contiamo di dare a breve nuove informazioni ed esempi.