IN CORSO D'OPERA



Il Canto della Promessa


La Promessa dei Lupetti (Francia)



".....Lo scout che viene a me, che promette di servirmi e osserva la mia legge, ecco a chi lo paragonerò: è simile ad un pioniere provetto, che pianta la sua tenda sulle alture, al riparo dai venti, e vi scava intorno un piccolo canale di scorrimento. Cade la pioggia, straripano i fiumi, soffiano i venti che fanno tremare le pareti, ma la tenda rimane in piedi perché è stata abilmente piantata su di un buon terreno. E colui che vuol praticare lo scautismo e giocare allo scout senza promettere di servirmi e senza osservare la mia legge, lo paragonerò al novizio che pone la sua tenda sulla sabbia in fondo ad un avvallamento; cade la pioggia, straripano i fiumi e inondano il campo; il vento porta via sia la paleria che i teli, e tutta la tenda crolla nell’acqua e nel fango. ..."

(Jacques Sevin,

"Meditazioni scout sul Vangelo")





"..Ti amo, Signore, mia forza,

Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;

mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;

mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.

Invoco il Signore, degno di lode,

e sarò salvato dai miei nemici.[...]

Nel mio affanno invocai il Signore,

nell'angoscia gridai al mio Dio:

dal suo tempio ascoltò la mia voce,

al suo orecchio pervenne il mio grido.."..

-(Dal Salmo 17)

<<Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande.

Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi>>. (

Mt 7,24-29)



UN CAMPO SCOUT NELLA TEMPESTA DELLA GUERRA CIVILE

Scout nella tempesta: Un Campo Scout del 1936 e la Guerra Civile Spagnola

La storia meno conosciuta degli Scout spagnoli:

dai Pirenei aragonesi a una nave diretta all'esilio nel corso della Guerra civile spagnola

Liberamente tradotto e adattato dall’articolo di Enrique Recio

pubblicato su ‘El Mundo’ del 23 Luglio 2018

Lo scoppio della Guerra Civile Spagnola sorprese un Campo di Giovani Esploratori spagnoli nei Pirenei aragonesi.

Hanno sofferto la fame, il freddo, la reclusione, l'umiliazione e la mancanza di comunicazioni con le loro famiglie ... ma sono sopravvissuti

Patricio Borobio, uno dei sopravvissuti di quella vicenda storica dello Scautismo, raccolse i ricordi delle peripezie vissute in quel Campo nel libro nel libro 'Historia de un campamento'.


Immagina che, mentre ti godi le tue vacanze estive con gli scout, all'improvviso, succeda qualcosa che cambia radicalmente il destino di quel tuo Campo.

Non puoi andare a casa ma devi continuare a viaggiare.

Questa è la situazione in cui si vennero a trovare 72 Scouts di Saragozza nel mese di luglio del 1936.

Dopo lo scoppio della Guerra Civile spagnola (a seguito della sollevazione delle truppe di stanza nel Marocco spagnolo, iniziata tra il 17 e il 18 Luglio 1936), quelli che dovevano essere 15 giorni di Campo scout nei Pirenei Aragonesi finirono per diventare 11 mesi di una particolare avventura, vissuta tra Huesca, Barcellona, ​​Lourdes (Francia), con il rischio concreto di finire in l'URSS, sempre sotto la sorveglianza della parte repubblicana.

Patricio Borobio , uno dei protagonisti di questo evento, dedicò molto tempo per lasciare un resoconto di questa storia. Nel corso della sua vita si dedicò alla scrittura di questa vicenda, terminando di fatto il suo manoscritto a 90 anni compiuti, dopo averlo riscritto tre volte. Pretendeva di non trascurare nessun dettaglio su quanto lui, il suo fratellino e gli altri compagni scout avevano sofferto in quei mesi.

"Non trovava mai che la storia fosse scritta abbastanza bene per considerarla terminata", ricorda Josechu Borobio, il nipote di quell’esploratore. Ha accettato di mettere il punto finale solo dopo aver ricevuto la medaglia al Mérito Scout de Aragón assieme al resto dei partecipanti a quel Campo.

Un capitolo di storia dello scautismo che non è mai stato pubblicato - Patricio è morto nel 2014 - ma che oggi viene pubblicato dall’Associazione degli Scouts de España con il titolo “Historia de un campamento”.

Il Parco Nazionale di Ordesa (Huesca) era stato scelto per l'installazione del Campo estivo degli esploratori, e in quel luogo i giovani -tra gli 8 e i 17 anni, oltre ai diversi capi responsabili – avrebbero dovuto godere la vita in mezzo alla natura.

Cosa che non avvenne.

Il 18 luglio 1936, due giorni dopo aver installato la città di tela, Herman Timmerman (il capo istruttore del gruppo scout) informava i ragazzi della rivolta militare (l’”Alzamiento Nacional” dei militari che erano insorti contro il Governo della Seconda Repubblica Spagnola).

Il Capo scout avvertì i ragazzi:

"Una rivolta politica è scoppiata in tutta la Spagna, e le autorità del governo popolare si rifiutano di rifornire il nostro Campo.

Quindi i nostri pasti saranno preparati soltanto con le provviste che sono in nostro possesso. Per evitare che finiscano tutti tutti i nostri rifornimenti, da domani sarà razionato pane e cibo".

Saragozza era una delle città occupate dalla parte che si era sollevata contro la Repubblica, ma la valle di Ordesa rimaneva in quel momento sotto il controllo del Governo della Repubblica.

Non vi era la possibilità di comunicare con i propri famigliari e, separati dal fronte, era impossibile per questi scout ritornare a casa

Cominciava la vera sopravvivenza.

La Guerra Civile avanzava, e diversi gruppi di miliziani anarchici si recavano quasi ogni giorno al Campo, per tentare di requisire il materiale o per prendere in ostaggio alcuni degli scout adulti, che poi finalmente rientravano al Campo dopo essere stati interrogati dalla milizia circa il loro rapporto con "il nemico fascista".

Senza poter superare i limiti del Campo, come era stato loro ordinato dalle milizie repubblicane della zona, gli scout cercavano di passare inosservati, continuando la loro vita nella valle.

Tutto quello che il Gruppo viveva in quei giorni trovava eco su “El clamor de Ordesa”, un periodico che gli scout elaboravano con la macchina da scrivere del loro Capo, un giornale che consisteva di varie sezioni: editoriali, informazione locale, notizie generali, cronaca, eventi, il tempo, sport, arte, moda, umorismo, interviste ...

"Oggi parliamo della fame che soffriamo; e ci proponiamo di difendere i poveri e gli umili, ma onesti!, la Classe scautistica ! Abbiamo fame! Vogliamo il pane!", scrivevano alcuni scout nell'editoriale intitolato “Voce di angoscia” [Voz de angustia].

Dopo un mese e mezzo nella valle arrivò settembre, e la situazione divenne sempre più insostenibile, poiché per il freddo e la pioggia gli Esploratori riuscivano a malapena ad uscire dalle loro tende.

Di fronte a questa situazione, i miliziani repubblicani decisero di autorizzare il trasferimento dei ragazzi del campo alla città di Ainsa, vicino ad Huesca, dove questi scout furono accolti con il grido diDi fronte a questa situazione, i miliziani repubblicani decisero di autorizzare il trasferimento dei ragazzi del campo alla città di Ainsa, vicino ad Huesca, dove questi scout furono accolti con il grido di "Lunga vita alla Russia!", e dove sarebbero poi rimasti in condizioni peggiori delle precedenti, vedendo da vicino gli orrori della guerra.

Alcuni scout definirono quel nuovo luogo di raccolta un Alcuni scout definirono quel nuovo luogo di raccolta un "campo di concentramento comunista" . Non potevano allontanarsi senza autorizzazione; il cibo -razionato- si riceveva solo in cambio del lavoro prestato per la causa bellica; inoltre gli scout furono costantemente minacciati e umiliati dai comandanti dei Comitati rivoluzionari.

I Capi scout avevano peraltro già chiarito le direttive ai loro scout:

"Vedere, ascoltare e stare zitti", per evitare qualsiasi motivo di conflitto.

"Non avremmo mai immaginato che avremmo passato così tanto tempo insieme, uniti, un mese e mezzo a Ordesa, tre settimane ad Ainsa ... e il Campo prosegue", dice uno degli scout.

E il Capo scout risponde: E il Capo scout risponde: "Sì, siamo ancora insieme, uniti, anche se tra gli Esploratori ci sono le stesse differenze sociali e politiche presenti della società che, fuori dal Campo, hanno trasformato lo scontro tra gli spagnoli in una Guerra Civile".

In quel momento, le famiglie degli esploratori di Saragozza non erano ancora a conoscenza di dove fossero i loro figli, e nemmeno se fossero vivi, poiché l'ultime notizie che sapevano di loro erano che, dopo lo scoppio della Guerra Civile, erano ancora nel Campo di Ordesa.

All'inizio di ottobre, gli scout si prepararono per il loro primo viaggio in ferrovia.

Lasciarono l'Aragona e, dopo aver attraversato Barbastro e Lérida, dove raccolsero altri "compatrioti", furono ricevuti come eroi a Barcellona ​​da quanti erano convinti che

avessero spontaneamenteda quanti erano convinti che

avessero spontaneamente "lasciato la repressione fascista" .

""La Catalogna accoglie 'Los Explo radores de España'"; "Vengono a Barcellona 72 scout che la ribellione fascista ha sorpreso nella valle di Ordesa", si leggeva nei titoli dei giornali di quel giorno, rispettivamente su La Vanguardia e Ahora.

Lì, quello che era stato il Campo scout venne aggregato ai Boy Scouts de Catalunya, per dipendere dalla Seguridad Interior de la Generalitat, la quale alloggiò gli scout nel Convento di Santa Ana, in Ciudad Condal - Barcellona, dove il Gruppo dei ragazzi alloggiò in condizioni migliori, collaborando con gli Esploratori catalani nei servizi di aiuto ai feriti della Guerra.

Solo tre settimane dopo i partecipanti al Campo scout originario furono diviso.

Gli scout minori di 18 anni, assieme al loro capo scout Timmerman, furono evacuati in barca a Marsiglia, secondo un accordo raggiunto tra il Governo della Generalitat catalana e la Croce Rossa Internazionale, mentre gli scout e i capi adulti rimasero a Barcellona.

Inizialmente entrambe le Istituzioni avevano dato l'ordine di inviare i piccoli esploratori nella Russia comunista, una destinazione verso la quale il Governo della Repubblica spagnola era solito evacuare i bambini sfollati o orfani del territorio, da quando l'URSS aveva iniziato ad essere sempre più coinvolta nel conflitto civile spagnolo.

Ma, in questo caso, l'ambasciatore di Spagna in Francia, in comunicazione con le famiglie degli Esploratori, era intervenuto personalmente affinché 56 esploratori - eccetto due che si erano già riuniti con la loro famiglia a Barcellona - potessero arrivare finalmente in Francia, a Lourdes, dove il ​​24 Ottobre furono ospitati all’ Accueil Marie Saint-Frai , una struttura religiosa medicalizzata (dedicata soprattutto a pellegrini malati e invalidi), nel quale rimasero per quasi altri sette mesi prima di poter fare finalmente ritorno alle loro case.

Una volta a Lourdes (Francia), le comunicazioni tramite lettera con i famigliari iniziarono ad essere fluide, grazie ad un commerciante che aveva il permesso di viaggiare tra le due città, stabilendo persino un ponte di comunicazione tra Saragozza-Lourdes-Barcellona - senza indicare il mittente nelle lettere, affinché anche gli Esploratori e i capi rimasti a Barcellona potessero comunicare con le loro famiglie.

Il possibile rientro dei bambini a casa a Saragozza, appariva ora sempre più concreto. I rappresentanti del Consiglio locale degli Esploratori, insieme alle famiglie, offrirono ad entrambe le parti dei contendenti (Republicanos da una parte, e Nacionales dall’altra) la possibilità di organizzare uno “scambio” tra il Gruppo degli scout ed una Compagnia di attori del Teatro Comico di Barcellona i quali, dopo la prima del loro spettacolo del 17 luglio, erano rimasta “bloccati” a Saragozza, capoluogo aragonese, senza poter fare a loro volta rientro nella loro città.

Lo scambio fu accettato da entrambe le parti.

Il Governo della Repubblica venne liberato dall'impegno di protezione che aveva nei confronti degli scout che ora risiedevano a Lourdes, i quali finalmente potevano così fare ritorno alle loro case.

Una volta registrato l'accordo il 1 ° marzo, firmato personalmente dal Generalissimo Francisco Franco , e un mese più tardi dalla Generalitat della Catalogna repubblicana, i piccoli Esploratori arrivarono via nave in Spagna, e poi via terra raggiunsero in autocarro Siviglia la notte del 20 aprile 1937.

Finalmente aveva fine l'incubo vissuto da questi giovani scout nelle montagne e nell'esilio, giovani esploratori che avevano rischiato di diventare “Niños de la guerra” (la definizione utilizzata per i bambini rimasti separati dai loro cari, od orfani, i quali spesso erano trasferiti in Unione Sovietica).


Spagna, 1936: gli scout in partenza per il Campo


1936-1937 Campamento de Ordesa:

il trionfo dello spirito e della fratellanza Scout

sugli orrori della guerra.

Si tratta senza dubbio di uno dei primi capitoli dello Scautismo Aragonese, e forse di quello più emozionante, una avventura intensa vissuta e raccontata da alcuni scout in un ambiente terribile, come è sempre una guerra, ma soprattutto una Guerra Civile.

Gli Scout spagnoli della “Generazione del 1936” hanno lasciato un messaggio che va oltre la traccia della vita di quei giorni di difficoltà e avversità, fatta di tristezza e gioia, riunioni e addii significativi.

Il messaggio dei valori scout e di comunità, la Legge scout, i compagni e la fratellanza hanno trasformato quella esperienza in una piccola oasi di pace, forse l'unica nella Spagna in date così disastrose, un Campo di felicità, compagnia e sforzo comune. Ma non solo al Campo scout, ma anche nelle famiglie di tutti loro, nel Consiglio Locale di Saragozza, i valori comuni sono stati posti davanti alle differenze sociali o politiche che erano comunque presenti tra i protagonisti, divenendo un esempio per tutti.

Leggendo la Storia di quel Campo, di quelle avventure, lo Scautismo si dimostra come una risposta per trasformare il mondo che ci circonda.

Il ragazzi e i capi lasciano il quartier generale del Gruppo locale di Saragozza nell’estate del 1936. Il Campo è iniziato come previsto, sotto la guida del Señor TIM e del suo fedele team di capi scout che raggiungeranno vette di eroismo degne del maggiore riconoscimento. Quando 3 giorni dopo inizia la Guerra Civile, vengono lasciati nella terra di nessuno. Il Campo rimane attivo, in zona repubblicana (mentre la loro città, Saragozza, è nella zona dei “Nazionali”), per essere finalmente smontato dopo più di un mese e mezzo, e si trasferisce a Ainsa, dove gli scout vivono in prima persona l'avvento del comunismo, gli orrori e la paura della guerra, le sue sofferenze. Vengono poi trasportati in camion a Barbastro. In più di una circostanza hanno salva la vita, anche in occasione di giudizi sommari.

Attraversano poi Lerida, e da lì con il treno giungono a Barcellona, dove vivranno assieme agli Scout de Catalunya, costretti a prestare i servizi ai feriti tipici delle retroguardie della città. Proprio a Barcellona i ragazzi vengono ricevuti come eroi dalle autorità repubblicane, perché si ritiene siano fuggiti dalla repressione fascista, vengono fatti partecipare a sfilate, ed hanno il tempo di scoprire la città, fare amicizie e scoprire la migliore piscina coperta della Spagna. Lezioni di vita, creatività, compagnia e sopravvivenza.

Gli sforzi del Consiglio Comunale per trovare una soluzione sono intensi, con il Governo di entrambe le parti in lotta, la Croce Rossa Internazionale, le entità degli Scout di Francia e, sempre uniti, questi scout respingono ogni tipo di accordo che riguardi solo alcuni di loro, cercando invece una via d’uscita per tutto il gruppo.

A Barcellona i Capi e gli scout più grandi vengono successivamente separati, anche perché, a causa della loro età, potrebbero essere mobilitati e inviati sul fronte di guerra. I più piccoli sono invece evacuati in barca verso Marsiglia. La rotta che porta generalmente i “bambini della guerra” verso la Russia comunista.

Ma alla fine vengono finalmente deviati verso Lourdes. Qui sperimentano una bella storia di fraternità scout: vogliono restare tutti assieme nella struttura medicalizzata dell’Accueil Marie Saint-Frai, gestito da suore che li chiamavano "chers petits scouts", e si rifiutavano di essere distribuiti tra diverse famiglie nelle case private, per evitare di essere separati tra loro.

Compleanni, Natali, Vigilia di Natale, ... anche le Comunioni nei dintorni della Grotta della Vergine di Lourdes, esperienze vissute con l'affetto di tutti gli abitanti della città. Ma alla fine sono finalmente in un ambiente sicuro, e le loro famiglie riceveranno almeno delle notizie con una certa frequenza; i ragazzi con grande pazienza riceveranno pacchetti, che più di cibo e dei vestiti riempiono d'amore quei bambini lontani dai genitori.

Senza trascurare la loro formazione, il Campo scout continua con classi di scrittura, lezioni di francese, escursioni e scoperte, unite a feste, partite di calcio internazionali, imparando a giocare a rugby, e serate in cui lo spirito viene mantenuto alto grazie agli spettacoli organizzati da tutti loro, con il canto, le barzellette, il contorsionista, …

Permane sempre il pericolo di essere deportati nella Russia comunista ma, alla fine, i continui sforzi del Consiglio Comunale di Siviglia, con visite a Burgos, i colloqui con la Croce Rossa, il Consolato francese, e con il Governo repubblicano della Generalitat catalana, daranno i loro frutti.

Si lavora per trovare il modo per organizzare uno scambio: succede infatti che a Saragozza sia stata trattenuta una compagnia teatrale di attori, la “Iris Park”, che si era recata in quella città per presentare l'opera "Naranjas de la China” pochi giorni prima dello scoppio della guerra.

Il Governo dei nazionali di Burgos prepara il documento per lo scambio, firmato dallo stesso Caudillo Francisco Franco, per autorizzare la partenza della Compagnia teatrale, e lo stesso avviene sul lato della Generalitat della Catalogna repubblicana. Finalmente è stata trovata una soluzione.

I Capi e gli scout più grandi possono rearsi anche loro in Francia e, da l,ì iniziarono tutti insieme il loro viaggio di ritorno verso casa.

Il 7 giugno 1937, a Hendaye, sul puente de Irún avviene uno dei più strani scambi di prigionieri che si ricordi nel corso della Guerra Civile spagnola. Le attrici e gli attori attraversano il ponte da una parte, e dall'altra passano i nostri Esploratori.

Nel viaggio di ritorno verso casa la felicità era infinita; gli scouts vengono ricevuti come eroi a Pamplona dai “nazionali”, perché li si considera fuggiti dalla oppressione dei “rojos”, cioè dei “comunisti” e dei repubblicani. I paradossi della Guerra: per entrambe le parti in conflitto quegli scout erano stati considerati degli eroi, …e i bambini si chiedevano perché ci fosse voluto quasi un anno per riuscire a ritornare a casa.

E finalmente arrivano a Saragozza, a quegli stessi gradini del Paraninfo dove era il loro Quartier Generale scout, il luogo dal quale erano partiti quasi un anno prima.

Tutti sani e salvi. Il lungo e forte abbraccio delle loro madri e dei loro padri segna davvero la fine della loro epopea.

Così è iniziata una storia di fratellanza scout tra quanti hanno vissuto questa esperienza, una fratellanza che non si è infranta fino alla morte dei protagonisti. Fino all’ultimo i sopravvissuti di quel gruppo scout hanno continuano ad incontrarsi ad ogni San Jorge, per celebrare la esperienza scout e la validità degli ideali che li avevano affratellati. Hanno continuato a riunirsi per servire l’Ideale Scout, il 23 aprile, o il giorno di Nostra Signora di Lourdes nella Chiesa del Portillo, come gesto di fratellanza filiale ed eterna gratitudine, mantenendo pienamente quegli ideali di unità e di fratellanza che erano stai decisivi in un momento cruciale della loro vita.

Secondo le parole di uno di quegli Esploratori della “Generazione del 1936”, Patricio Borobio, proseguivano la loro vita “Con la misión de mantener viva la llama sagrada del Escultismo”, …"Con la missione di mantenere viva la sacra fiamma dello Scautismo".

L'8 giugno 2013, 76 anni dopo la fine di quella epopea scout, l'Associazione Scouts d'Aragona ha assegnato a tutti i membri di quel Campo scout la sua più alta onorificenza scout della Medaglia al Merito. Nella cerimonia sono stati letti i nomi di tutti quegli esploratori, condividendo tra i giovani scout di oggi e gli “ultimi di Ordesa” la fratellanza scout, in un gioioso momento di riconoscimento.


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