Pére Jacques Sevin, Pére Marcel-Denys Forestier, Guy de Larigaudie

Venerabile Père Jacques Sevin s. j.   “Insegnare ai bambini a diventare uomini, insegnando agli uomini a ritornare bambini” (J. Sevin)

  Padre Jacques Sevin, gesuita, nacque a Lilla il 7 Dicembre 1882. Fin dal 1913 si interessò al movimento scout, che volle studiare recandosi personalmente in Inghilterra, ove strinse profonda amicizia con Robert Baden-Powell.

  Nel 1920 fondò l’associazione degli Scouts de France, di cui fu commissario generale fino al 1924; al primo Jamboree mondiale (Londra) istituì assieme al belga J. Corbisier ed al conte Mario di Carpegna (fondatore dell’ASCI), l’Organizzazione internazionale dello Scautismo Cattolico, da cui si sviluppò in seguito la Conferenza internazionale cattolica dello scautismo.

  È suo merito quello di avere profondamente ripensato i valori ed i simboli propri al metodo scout, con l’intenzione di immettere lo scautismo nella vita stessa della Chiesa, quale mezzo per meglio servire Dio e il prossimo.

  Fu lui a donare al movimento i primi lineamenti di una caratteristica spiritualità, anticipando numerose intuizioni del Concilio in campo educativo, liturgico, ecumenico. Molti dei canti da lui composti - su melodie preesistenti - esistono anche in versione italiana e costituiscono il nucleo più antico e più bello del repertorio scout: Il canto della promessa, il Canto dell’addio, La leggenda del fuoco, Preghiera della sera, Signor tra le tende schierati.

  Si spense a Boran sull’Oise il 19 Luglio 1951, dopo aver dato inizio nel 1944 alla Compagnia della Santa Croce di Gerusalemme, riconosciuta nel 1963 come congregazione religiosa femminile di diritto diocesano.

  Il carisma proprio della Congregazione è quello dell’apostolato educativo tra i giovani, alimentato da una spiritualità contemplativa ignaziana e carmelitana, e attraverso numerose delle intuizioni educative proprie del metodo scout. Nel 1993 si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione del Padre Sevin.

Lo scorso 10 Maggio 2012, Benedetto XVI ha autorizzato la congregazione per le cause dei Santi a promulgare il decreto che riconosce "l'eroicità delle virtù del prete francese"; la Santa Sede ha annunciato che padre Sevin è stato dichiarato "Venerabile" dal Papa, prima tappa del percorso che lo potrà condurre verso la Santità.

Per approfondire la conoscenza di Jacques Sevin clicca su questo link, leggi le sue Meditazioni Scout sul Vangelo e questa sua biografia.


Pére Marcel-Denys Forestier. I movimenti scout di ispirazione cattolica - numerosi in Europa — ricercano spesso e con ragioni gli scritti di Forestier. Il domenicano Padre Forestier fu il Padre spirituale, l’inventore, il "maitre à penser" dello scautismo cattolico. Spiritualmente molto vicino al canonico Cornette, creatore del movimento dello scautismo cattolico francese, gli successe in qualità di Assistente generale dal 1936 al 1955. Il Padre nasce a giugno del 1896 a Raincy. Raincy è all’epoca un quartiere molto borghese, a est di Parigi. La famiglia Forestier è molto religiosa, l’educazione è quindi segnata dalla religione e dal rugby (è socio del Racing Club di Francia). E’ uno studente brillante ma all’età di 19 anni, viene richiamato alle armi come ufficiale d’artiglieria e si guidagna la croce di guerra. Nel 1918, ha un incontro che segnerà tutta la sua vita: quello con Paul Doncoeur. Condivide con lui la foga e il suo cattolicesimo bollente. Tornato dalla guerra, si mette al lavoro come quadro nell’industria, impiego che terrà fino al 1926. MA le sue ambizioni sono altrove.

Marcel sente parlare dei primi Gruppi degli Scouts de France. Fonda lui stesso un Gruppo a Villemomble nel 1922. Il Comitato Centrale lo segnala ed entra in contatto con Padre Sevin di cui apprezza lo spirito. Prende interesse ai primi passi del roverismo e diventa, nel 1924, il primo Capo Clan dell’Ile-de-France. Nel 1925, diventa commissario aggiunto per la provincia dell’Ile-de France a fianco di Macédo, con il compito di interessarsi al Roverismo talchè il metodo e il numero degli effettivi migliorano. Ricontatta allora Padre Doncoeur che partecipa anch’egli all’avventura creando il cerchio di Saint-Paul, cerchio di studi per i rover.

Nel 1926, entra nel noviziato domenicano di Amiens e viene ordinato sacerdote nel 1931. Alla morte dell’ Abate Cornette, nel 1936, Padre Forestier diventa Assistente Ecclesiastico Generale degli Scouts de France, posto che occuperà fino al 1955, ringraziato da una lettera del Commissariato Centrale che gli significa la fine delle sue funzioni. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, mentre è Assistente Generale, Padre Forestier diventa molto discreto: si sforza di rimanere nel dominio “spirituale” e lascia la politica da parte. Tuttavia, confida le sue idee ad un amico, Padre Doncoeur, Assistente Generale della Branca Rover dal 1940 al 1945.

Per approfondire la conoscenza di Marcel-Denys Forestier clicca su questo link e leggi Scautismo Strada di Libertà.

Guy de Larigaudie - 1908 - 1940, il Rover leggendario  “Ammira e fa tue tutte le bellezze del creato sparse intorno a te. Accadendoti - malauguratamente - di tradurle in pagine imperfette, falle salire in umile omaggio fino a Dio. Segui la pista, tortuosa o diritta, che Dio ti ha tracciato e non abbandonare - qualunque essa sia - questa via che é tua. Corri la tua avventura con cuore ardito e gioioso, ma quando, venuta l’ora, bisognerà occuparsi della sola avventura che conti, il dono totale a Dio, accettala di buon grado: non c’è che Dio che conta. Solamente la sua luce e il suo amore sono capaci di far contento e di saziare il nostro povero cuore di uomini, troppo vasto per il mondo che lo circonda”.

  Guy (Guillaume Boulle) de Larigaudie, il Rover “leggendario” che per primo collegò in auto la Francia con l’Indocina, cadde sul “Campo dell’Onore”, alla frontiera del Lussemburgo l’11 maggio 1940.

  Ha percorso la terra con un sentimento di meraviglia. Pochi sono stati più di lui sensibili alla bellezza del mondo.

  In essa volle quasi immergersi. Ogni cosa fu per lui motivo di incanto e di elevazione a Dio, dall’umile fiore che eleva il suo canto silente, alla gloria luminosa dei cieli esplorati in aereo. E non si tratta, per lui, di un bisogno puramente estetico. La bellezza lo porta ad amare.

  Appassionato di corse veloci, di danze, di canti, non disprezza mai le attività anche più umili dell’uomo, ben sapendo che - in questo privilegiato della Creazione - tutto acquista un valore celeste. Conosce il valore dei più umili mestieri: “La nostra vita è una successione di piccoli gesti, ma che – divinizzati - modellano la nostra eternità”. E ancora: “È ugualmente bello sbucciare delle patate per amore del Signore, quanto costruire delle cattedrali”.

  Il suo sguardo sul mondo, è pieno di benevolenza. Nessuno ha praticato meglio di lui la carità del sorriso, di cui ha saputo scrivere uno splendido elogio. A spingerlo nelle sue esplorazioni fino alle estremità della terra non è stata una semplice curiosità, ma come una specie di irresistibile fuoco interiore, una fame, un bisogno, urta nostalgia. Attraverso il mondo creato cerca Dio e ne è consapevole.

  Nel 1937 si dà subito da fare per preparare un viaggio che in quel tempo, siamo nel 1937, avrà una risonanza mondiale: il raid automobilistico Parigi - Saigon, insieme con l’amico Roger Drapier. Un’impresa massacrante lungo regioni prive di strade. La descrizione di quest’impresa costituisce il suo libro “La route aux Aventures”. “Tutta la mia vita è stata una lunga ricerca di Dio. Dovunque, in qualunque momento, in ogni parte del mondo, ho cercato la sua traccia e la sua presenza. La morte non sarà per me che un meraviglioso slancio verso di Lui”.

  Guy, da ragazzo, aveva già intuito in sé una vocazione di “missionario moderno”. Ora, dopo aver visitato il lebbrosario di Qui-Hoa, sente rinascere in cuore la voce di quella prima chiamata; e nella piena maturità della sua giovane vita decide di consacrarsi all’Apostolato portando i tesori umani e spirituali dell’autentico Scautismo ai fanciulli lebbrosi dell’Indocina.

  Con l’aggressione tedesca, mobilitato nel 1938 in un reparto di Cavalleria, Guy si rende conto che si tratta questa volta, di un’Avventura di sacrificio totale e vi si getta con piena consapevolezza.

  Il 10 Maggio 1940 l’offensiva tedesca si scatena e dilaga fulminea sull’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo. L’11 Maggio, verso mezzogiorno, Guy riceve l’ordine di presidiare con pochi uomini un’importante altura a immediato contatto col nemico. Nonostante la preponderanza delle forze corazzate tedesche, un primo assalto viene respinto; verso le 18 la sua pattuglia è già circondata, ma resiste ancora in una lotta senza speranza. Alle 21 si sa che Guy continua a difendere la posizione con soli quattro uomini contro un intero battaglione...Si conosce solamente questo particolare: quando i tedeschi, a notte, conquistarono la posizione, si sentirono in dovere di rendere gli onori militari ai cadaveri dei cinque caduti.

Per approfondire la conoscenza di Guy de Larigaudie clicca su questo link, leggi Il Canto del Vecchio Paese e Stella in Alto Mare.