don Stefan Wincenty Frelichowski

MARTIRE DELLA FOLLIA NAZISTA: Beato don Stefan Wincenty Frelichowski (1913-1945). Giovanni Paolo II ha affidato gli Scouts ad un ulteriore Patrono. Si tratta del beato don Stefan Wincenty Frelichowski, beatificato il 7 giugno 1999 a Torun (P).

Don Stefan, nato il 22 gennaio 1913 a Chelmza, entrò negli scout nel 1927 e dello Scautismo fece suoi i principi fondamentali che applicò alla sua vita quotidiana e sacerdotale, mettendosi al servizio degli altri, di Dio e della sua Patria. Sullo Scautismo disse: “Io credo fortemente che il paese di cui tutti i cittadini fossero scout, sarebbe il più potente di tutti, perché lo scautismo forma, attraverso la sua scuola, un tipo di uomo di cui la nostra società ha bisogno”.

Entrò in seminario, con il proposito di seguire Cristo, sviluppando una devozione speciale per il Sacro Cuore di Gesù, a cui sì affidava nei momenti di debolezza, cosciente di dover lavorare sulle sue mancanze, combattendo contro le tentazioni del mondo. Venne ordinato sacerdote nel marzo del 1937 e nel 1938 venne destinato, come vicario, nella parrocchia di Torun, applicandosi subito all’attività pastorale, come assistente spirituale degli scouts. Quando i tedeschi occuparono la città, venne arrestato insieme agli altri sacerdoti della parrocchia e lui solo verrà deportato in vari campi di concentramento, di cui l’ultimo sarà Dachau.

Tuttavia, la gran fede lo accompagnerà e lo sosterrà durante la prigionia, dandogli la forza di resistere, non solo, ma di portare una parola di speranza, di forza e di fede in quei luoghi dove dominava la morte e la sopraffazione, cercando, pur tra i pericoli, di svolgere la sua attività sacerdotale ed assistendo gli ammalati di tifo che, a causa delle condizioni disperate in cui vivevano, avevano poche possibilità di sopravvivenza. Egli non ebbe paura del contagio e non esitò a prendersi cura di loro, cosicché si ammalò e morì, il 23 febbraio del 1945, a due mesi dall’arrivo dei primi americani.

Dopo la sua morte accadde qualcosa di straordinario, che non era mai accaduto prima. Le autorità naziste del campo, prima che il corpo fosse cremato, diedero il permesso che a don Stefan fosse dato l’estremo saluto da tutti i suoi compagni di prigionia. Un testimone oculare ricorda: “In silenzio e in solenne concentrazione di preghiera la folla dei prigionieri si muoveva nell’ossario. Passavano giovani e vecchi, Polacchi e stranieri. Lo conoscevano tutti. In quel momento tante intense preghiere erano rivolte al Creatore per lui, tante lacrime si versavano sulle guance. Se ne è andato da sacerdote amato e santo. Era morto un uomo che aveva depositato la sua vita sull’altare dell’amore e della misericordia verso il prossimo”.

Fu allora che uno studente di medicina compagno di don Stefan, riuscì a tagliare un pezzetto di dito dal corpo del sacerdote prima dell’ingresso nel forno crematorio. Aveva intuito che di don Stefan si sarebbe continuato a parlare a lungo. Questo stesso studente sopravvissuto all’olocausto, oggi anziano e infermo, ha consegnato personalmente al Papa nel giorno della beatificazione di don Stefan, in un momento di grande commozione, l’unica reliquia del sacerdote di Torun.