Data pubblicazione: Oct 15, 2009 6:51:36 AM

 

“Ossidiana” la visione del reale in Piero Buscemi

di Maria Gabriella Canfarelli (09-11-2007, Girodivite)

L’arsura di verità divora il tempo, le giornate, il pensiero. Dove trovare la verità è un problema, un assillo costante che solo una salvifica ironia può tentare di tenere a bada. E i velleitari messaggi al mondo sono sigillati con un ‘pisciamoci sopra’, l’atto simbolico e reale al contempo di svuotare la vescica insostenibilmente gonfia. Monologo in cerca di interlocutori che è tentativo (riuscito) di darsi voce, esternare il malessere di vivere. Lo scenario è la provincia o la piccola città, quella che si porta addosso come un cattivo carattere o un rimasuglio appiccicoso, “Rinnegare se stesso o storpiare i dialetti, non basta a far nascere un nuovo individuo; c’è qualcosa nel D.N.A. che ti salda all’origine”, dice l’io narrante, da che il viaggio è l’esodo che sa “di fuga e odore di sterco”. Le immagini sono forti, lo stile è graffiante, atto a spellare e fare saltare la vernice di tanto perbenismo ipocrita. La sicilianità è colta come bagaglio mistificatorio e ingombrante - “Dovevamo restare a contemplare il silenzio della notte, offeso dalle cazzate dell’adolescenza e scimmiottare i perduti della piazza con le loro mani incrociate dietro la schiena, ad inscenare l’oratoria della cultura.“ Il pregio di questo autore è, a mio avviso, l’anti-sicilianità, l’anti-elegia, il timbro anarchico che da tutto dissente, la dissacrazione della condizione d’essere siciliani come pregio, peculiarità eccellente dai più spacciata come il migliore dei mondi possibili. Buscemi conosce e pratica l’infedeltà ai dettami triti dell’isola in cui vive, fedele solo alla lingua e al dialetto, quest’ultimo in lacerti, frasi, locuzioni o una parola appena come intermezzo da coloritura salace per rafforzare, fare risaltare il rifiuto, il disgusto e la disillusione. Infine, una domanda necessaria che “Nasce dal di dentro, giorno dopo giorno. (...). Guardi gli altri intorno a te, assaporando le differenze che ti allontanano dal branco e te ne fotti delle etichette da dietrologia che alternativamente alla faziosità, t’incollano addosso”.