Sinossi

L’Isola dei cani

 

La storia di un viaggio di immigrazione dal Nord verso il Sud, intrapreso da un ragazzo di quindici anni che, a causa di un infortunio sul lavoro occorso al padre, operaio della Pirelli di Torino, torna in Sicilia, terra di origine della famiglia.

 

La storia è incentrata sul rapporto contrastante tra il padre, che ha militato nel sindacato durante la sua esperienza lavorativa alla Pirelli, efficace ed efficiente in questo suo ruolo e il figlio che, giunto all’età dell’adolescenza, si erge a giudice per condannare il proprio genitore ed indirettamente, la generazione precedente, colpevole di avere fallito nel suo ruolo naturale di genitore.

 

Il carattere violento del padre, che riversa sulla famiglia la delusione per il crollo dei suoi ideali e per il pensionamento forzato, porterà il ragazzo a continue fughe di casa e dalle sirene spiegate delle forze dell’ordine, accendendo in lui un senso di ribellione. Il figlio, più che sfuggire una realtà di contraddizioni, ne sfida le sue regole, i falsi principi educativi, i ruoli da rispettare in una società di adulti, alla quale un giorno, apparterrà anch’egli.

 

Sfida, protetto dalla sua giovane età non ancora giudicabile, nascondendosi in una singolare maschera di gioventù bruciata, che si spinella perché lo fanno tutti, che si scaglia contro le istituzioni, colpendo con un diario scolastico un professore che lo chiama “…figlio di comunista”, facendosi allontanare dalla scuola. Che chiede, anzi pretende, miti del consumismo perché gli sono dovuti.

 

Lo farà con l’amico Nico, compagno di vita, e con lui si metterà al servizio di un vecchio boss di quartiere, ormai in declino. Andrà a riscuotere il pizzo, spaccerà, sperpererà i piccioli, come li chiama lui in dialetto, in attimi di follia distratta, per rintanarsi, la sera, in una fumosa sala da biliardo a riscuotere rispetto da settantenni, che non hanno più niente da chiedergli. Né da offrirgli.

 

In mezzo a questa sua confusione mentale, la sua storia d’amore con Concetta. Coetanea e compagna di scuola: è la sua occasione di riscatto. E’ l’idea di una vita “normale” da vivere insieme, ricca di difficoltà ed altre delusioni, ma di sogni da non far morire. E poi, l’Isola dei Cani. Un rifugio che forse neanche esiste. Un rifugio che rappresenta la parte nascosta della sua mente, dove fare i conti con la propria coscienza.

 

E’ il posto dove andrà a cercare conforto, dopo che Nico verrà trovato ucciso nella sala da biliardo, dopo che il professore anticomunista verrà arrestato per pedofilia, dopo che Concetta gli avrà confessato di essere rimasta vittima della perversione degli adulti, in cambio di una promessa di notorietà da copertina patinata, dopo che avrà avuto il coraggio di mettersi in discussione per le sue arroganze e le sue insicurezze. Dopo che si sarà accomodato, anche lui, sulla bilancia del giudizio ed essersi accorto di trovarsi sullo stesso livello dei suoi accusatori.

 

Il libro si chiude con una esortazione rivolta ai potenti, agli ipocriti, ai pedofili, ai carnefici, ai censori, agli uomini in quanto tali, affinché vadano tutti all’Isola dei Cani a sotterrare le proprie ipocrisie e ad attendere una sorta di giudizio universale. Un’esortazione che si manifesta con due versi conclusivi: “S’alzerà la marea/E poi sarà leggenda”.